Nutraceutica

Gli alimenti funzionali

Quando si parla di alimenti si pensa sempre alla loro funzione primaria di fornirci i principi nutritivi di cui abbiamo bisogno. Da alcuni anni però, gli studi scientifici avvalorano la tesi di come alcuni cibi o loro componenti abbiano effetti fisiologici e psicologici positivi: sono i cosiddetti "Alimenti funzionali".

L’uomo è ciò che mangia”.
La frase è parte del titolo del saggio “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia”, scritta nel 1862 dal  filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, e non c'è nulla di più vero!
Tutto ciò che ingeriamo viene elaborato dal nostro organismo e trasformato in sostanze che andranno a costituire il nostro corpo e solo una minima parte viene scartata. È quindi importante prendere consapevolezza che il nostro stato di salute dipende in buona parte da quello che mangiamo. Il fatto di curarsi attraverso il cibo non è, del resto, un concetto nuovo: chi di noi non ha avuto una nonna che preparava latte e miele per alleviare tosse e mal di gola?
Questo concetto è stato confermato anche da un punto di vista scientifico: si è osservato come le abitudini alimentari incidano in maniera significativa sullo stato di salute della popolazione. Sono infatti comprovati gli effetti benefici della dieta mediterranea, così come è assodato che lo yogurt, specialmente i probiotici, abbiano un ruolo positivo sulla microflora intestinale e nell'assorbimento del calcio. Quindi, molti degli alimenti che ingeriamo quotidianamente, hanno delle proprietà intrinseche “farmacologiche” che possono aiutarci a stare bene ed invecchiare in salute. Questi cibi, che riducono il rischio di molte malattie o che hanno effetti positivi sulla salute, sono i cosiddetti "alimenti funzionali"; la moderna “Nutraceutica”.
“Nutraceutica è un portmanteau da "nutrizione" e "farmaceutica" e si riferisce allo studio di alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana. Il termine è stato coniato dal Dr. Stephen DeFelice nel 1989 (*Wikipedia)”.

In breve:
- Un alimento è funzionale se esplica un'azione benefica sulla salute o se contribuisce a ridurre il rischio di malattie.
- Gli alimenti funzionali non sono pillole o capsule.
- Un alimento funzionale può essere un cibo “naturale”, oppure un alimento al quale, mediante trattamento tecnologico, è stato aggiunto o tolto un componente; può inoltre essere un cibo in cui uno o più componenti sono stati modificati.
- Un alimento funzionale deve essere tale per tutta la popolazione o per gruppi particolari.
- Gli alimenti funzionali vanno consumati nel contesto dell'abituale alimentazione giornaliera.

Come è nato il concetto di "alimenti funzionali"?
Il concetto di alimenti funzionali è nato in Giappone. Nel 1980 le autorità sanitarie giapponesi riconobbero che, in seguito al miglioramento della qualità della vita, sarebbe aumentata anche l'età media della popolazione e quindi il numero delle persone anziane. A questo però avrebbe inevitabilmente fatto seguito un aumento delle spese sanitarie. Nacque così l'idea di promuovere il miglioramento della salute o di ridurre il rischio di malattie tramite qualcosa che fosse alla portata di tutti: il cibo. In Europa si è cercato di incoraggiare il consumo di questo tipo di alimenti attraverso gli "health claims", ossia quei messaggi che affermano, suggeriscono o implicano una relazione tra un alimento o un suo componente, e la salute. La FUFOSE (Functional Foods Science in Europe), coordinata dall'ILSI (International Life Science Institute), ha indicato principalmente due tipi di health claims: quelli legati al miglioramento di una funzione biologica (ad esempio per gli alimenti probiotici, ossia quelli che contengono una microflora utile all'intestino, come lo yogurt) e quelli legati ad una riduzione del rischio di malattia (come per il pesce, che grazie al suo contenuto in acidi grassi essenziali ω-3, riduce il rischio di infarto). In entrambi i casi, è richiesta una verifica dell'efficacia degli effetti funzionali dell'alimento, basata su parametri o indicatori validati e riconosciuti come idonei a dimostrare la veridicità del messaggio.

Cosa sono gli alimenti funzionali?
"Un alimento può essere considerato funzionale se dimostra in maniera soddisfacente di avere effetti positivi su una o più funzioni dell'organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o per la riduzione del rischio di malattia. Gli alimenti funzionali devono comunque restare "alimenti" e dimostrare la loro efficacia nelle quantità normalmente consumate nella dieta. “Gli alimenti funzionali non sono pillole o pastiglie, ma prodotti che rientrano nelle normali abitudini alimentari"(Eufic). Parecchi prodotti alimentari tradizionali, come frutta fresca, frutta secca,  verdure cotte e crude, olio extravergine d’oliva, pesce (azzurro), soia, cereali integrali e latte contengono componenti che hanno potenziali effetti benefici sulla salute.
Mentre la legislazione europea non identifica con precisione gli alimenti funzionali, definisce invece con un regolamento ad hoc i prodotti definiti “novel food”, ovvero alimenti che vengono ottenuti con nuovi processi o nuovi ingredienti con gli scopi più vari: farli diventare cibi funzionali o renderne possibile l’utilizzo a categorie particolari di consumatori.

Ecco alcuni esempi di alimenti funzionali

ALIMENTO                       COMPONENTE CHIAVE             POTENZIALE BENEFICIO

Broccoli                                Sulforafano                                         Riduzione del rischio di tumore

Pesce                                     Acidi grassi omega-3                         Riduzione del rischio di tumore e malattie cardiovascolari

Frutta e vegetali diversi        Fitochimica                                         Riduzione del rischio di tumore e malattie cardiovascolari

Aglio                                     Composti sulfidrici                             Riduzione del rischio di tumore e malattie cardiovascolari

Orzo                                      Fibre solubili di betaglucano              Riduzione livelli di colesterolo

Succo di uva nera                 Composti polifenolici                          Funzione cardiaca

Pomodoro e derivati             Licopene                                              Riduce rischio tumorale

Soia e derivati                      Proteine della soia                                Riduzione livelli di colesterolo

Yogurt                                  Alimento Probiotico*                           Ottimizza e bilancia la microflora intestinale

Margarina                            Fitosteroli aggiunti                                Diminuisce il livello di Colesterolo

Uova arricchite con             Acidi grassi ω-3                                    Controllo dell'ipertensione

acidi grassi omega-3



*Alimenti Probiotici: cibi contenenti specie microbiche benefiche (es: batteri lattici, bifidobatteri), naturalmente presenti o aggiunte, che hanno effetti positivi sull'organismo.
*Alimenti Prebiotici: cibi contenenti sostanze (es: l'inulina nella cipolla) che favoriscono e stimolano la crescita dei batteri benefici contenuti nei cibi probiotici.

Gli steroli vegetali: un valido esempio di alimenti funzionali
Un esempio di alimenti funzionali sono tutti quei cibi (allo stato attuale delle cose solo minidrink,  latte, yogurt, e spalmabile vegetale) arricchiti con gli steroli vegetali. Queste sostanze di origine vegetale, naturalmente presenti in piccole quantità in alimenti come la frutta, la verdura, i cereali, gli oli vegetali, si sono dimostrate efficaci per mantenere in forma cuore e arterie: 2-3 grammi al giorno infatti, abbassano in maniera apprezzabile i livelli ematici di colesterolo LDL, cioè quello cattivo. Essi agiscono a livello intestinale, riducendo l’assorbimento del colesterolo. Per via della loro struttura molto simile a quella del colesterolo, infatti, gli steroli vegetali agiscono sui recettori che consentono il passaggio del colesterolo nel sangue, così che meno colesterolo viene assorbito e una maggiore quantità è invece eliminata attraverso le feci. Ma se gli steroli vegetali si trovano naturalmente in alcuni alimenti, perché addizionarli ad altri? Perché con una dieta normale ne assumeremmo da 0,15 a 0,5 grammi al giorno, quantità ritenuta insufficiente per avere un’azione efficace. In questi prodotti invece le quantità sono tali da garantire un apporto giornaliero adeguato (2-3 grammi al giorno). Oltre 40 studi scientifici lo confermano e secondo il Dottor Andrea Poli, Direttore Scientifico della Fondazione Italiana per il Cuore “I prodotti alimentari addizionati di steroli vegetali rappresentano un’arma importante nelle mani del medico per ottimizzare il controllo della colesterolemia nei suoi pazienti”. La sicurezza e l’efficacia di questi prodotti è stata per altro valutata dal Comitato Scientifico della Comunità Europea. (Novel Foods Scientific Committee).
La scelta di aggiungere queste sostanze a latte, yogurt, minidrink e spalmabile vegetale si esplica non soltanto con il fatto che questi sono certamente tra i veicoli migliori dal punto di vista chimico-fisico, ma anche perché in questo modo si facilita il loro inserimento nella dieta quotidiana, essendo alimenti di utilizzo quotidiano.

Bontà al cucchiaio
Un vasetto di bontà al cucchiaio a base di yogurt o al latte scremato, magari addizionati di fitosteroli, può costituire una valida alternativa alla tazza di latte a colazione, ma anche una gustosa merenda o un invitante dopocena. Lo yogurt inoltre presenta eccellenti proprietà nutrizionali, grazie alle proteine e i sali minerali del latte, tra cui il preziosissimo calcio, qui presente in forma altamente biodisponibile (e quindi facilmente assimilabile). La scelta di impiegare latte magro poi lo rende adatto anche a chi abbia problemi di linea, poiché i grassi presenti sono appena 0,6 grammi per ogni vasetto (oppure 0.5 per ogni 100 grammi).

Latte con steroli vegetali
Il latte è un alimento completo, ricco di proteine nobili, vitamine e sali minerali. E’ il primo alimento che assumiamo quando veniamo al mondo, e almeno per i primi mesi di vita contiene tutti i principi nutritivi indispensabili alla crescita. Per questo motivo è importante, a meno di intolleranze e allergie, continuare a consumarlo anche da adulti. Se poi nel latte troviamo anche altre sostanze utili che non ne alterano in alcun modo le caratteristiche sensoriali (odore, sapore, colore, consistenza), allora ci troviamo davanti ad un alimento completo che oltre a essere buono ci fa anche bene. Da tempo sono disponibili sul mercato varie tipologie di latti arricchiti di sostanze benefiche: dagli omega 3, al ferro, alle vitamine, alla fibra e da oggi anche dei preziosi fitosteroli, per una colazione a tutta salute.

Lo spalmabile vegetale
Le margarine, un prodotto ottenuto da grassi di origine vegetale, sembrano un prodotto relativamente nuovo, ma in realtà esse videro la luce nel lontano 1869, ad opera di Mège-Mouriès: egli inventò un processo che permetteva di rendere solidi gli oli a temperatura ambiente. Negli anni ’90 questo processo venne perfezionato, abbandonando l’idrogenazione in modo da non generare più gli acidi grassi TRANS da processo tecnologico, nocivi alla salute del nostro cuore. Da allora le margarine sono alimenti più sicuri e nutrizionalmente bilanciati: il valore dei grassi saturi, è infatti contenuto e sicuramente ben al di sotto della % riscontrata in grassi solidi di origine animale, come lardo o burro. Recentemente, nel ’99, anche questo prodotto viene addizionato di elementi che hanno proprietà benefiche per la salute, e tra questi, ovviamente, si annoverano i fitosteroli. C’è differenza però tra una margarina e uno spalmabile vegetale: la prima infatti per la legge italiana deve avere un contenuto in grassi che per legge è compreso tra l’80 e l’82% per definirla margarina, tra il 60 e il 62% per definirla “margarina tre quarti” e tra 39 e 41 per definirla “margarina mezza grassa”, mentre viene definito spalmabile vegetale tutti quei prodotti che non ricadono in queste quantità. Esistono da poco in commercio spalmabili vegetali che hanno un contenuto lipidico estremamente basso: il 35%. Oltre ai vantaggi dati dal basso tenore di grasso, questi prodotti hanno un ottimo rapporto tra grassi saturi e insaturi e sono anche fortificati con vitamine (A, gruppo B, D, E). A tutto questo si aggiunge l’azione sul colesterolo degli steroli vegetali.

Cosa sono i grassi trans, quelli idrogenati, quelli saturi e quelli insaturi?
Non tutti i tipi di grassi sono uguali tra loro: all’interno di questa famiglia esistono molti gruppi diversi: vediamo quali.
GRASSI TRANS: molti composti chimici sono presenti in due forme, cis e trans, che anche se hanno la stessa composizione, differiscono per una diversa disposizione nello spazio. Per le molecole biologiche questo può rappresentare un problema, poiché a un maggiore spazio occupato possono conseguire differenze funzionali, come nel caso della membrana cellulare. Gli acidi grassi trans in particolare sono nocivi perché innalzano i livelli di colesterolo LDL.
GRASSI SATURI: sono generalmente più abbondanti nei prodotti di origine animale (escluso il pesce) e una loro assunzione eccessiva può causare anche un aumento del livello di colesterolo ematico.
GRASSI IDROGENATI: sono quelli a cui, per mezzo di un procedimento chimico, si sono aggiunti uno o più atomi di idrogeno, diminuendone il grado di insaturazione. Questo procedimento fa sì che i grassi in questione, prima liquidi, risultino solidi a temperatura ambiente.
ACIDI GRASSI INSATURI: sono di origine prevalentemente vegetale. Ne sono abbondanti gli oli vegetali, la frutta secca e il pesce. Quelli ad elevato numero di insaturazione (polinsaturi) e gli omega 3 e omega 6, sono particolarmente utili per la salute, poiché vengono impiegati dall’organismo per costruire delle molecole (ad esempio alcuni ormoni) e perché si ritiene possano ostacolare la formazione delle placche aterosclerotiche.

Un messaggio incoraggiante
Per decenni le raccomandazioni dei vari organi ufficiali sono state rivolte a "cosa non mangiare": si raccomandava di limitare la quantità di cibi contenenti acidi grassi saturi, colesterolo e sodio, solo per citarne alcuni. Il rapporto con il cibo era quindi negativo, poiché gli alimenti erano visti solo come un mezzo per fornire nutrienti al nostro corpo e da limitare il più possibile. Di recente è invece stato riconosciuto che un aspetto altrettanto importante circa l'impatto del cibo sulla salute sia rappresentato anche dal "cosa mangiare". Si è creato dunque un atteggiamento più positivo nei confronti degli alimenti, che possono essere considerati come un mezzo accessibile a tutti (e relativamente economico) per salvaguardare il nostro stato di salute e diminuire i rischi di insorgenza di alcune malattie.
Questo fatto è dovuto in larga parte alla ricerca scientifica, che ha dimostrato quanto il legame tra alimenti e salute sia stretto, fornendo dati incontrovertibili sull'impatto che una corretta alimentazione ha sul nostro benessere psicofisico.
Il messaggio che ne scaturisce è quindi incoraggiante: fermo restando che si debba limitare l'assunzione di determinati alimenti e che non si debba esagerare con la quantità di cibo introdotto, è  oggi possibile coronare un sogno: star bene mangiando!

 

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