La Provincia di Salerno

Dintorni di Salerno

E’ quella di Salerno, dove la secolare integrazione tra uomo e natura ha portato ad un profondo legame con il territorio, ad una forte attenzione per l’ambiente e alla rivalutazione di una tradizione gastronomica storica

Nomi noti ai viaggiatori di tutto il mondo, la Costiera Amalfitana con i suoi gioielli, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, l’intera provincia di Salerno, nascondono in realtà innumerevoli tesori ambientali, storico-architettonici e culturali ancora sconosciuti ai più.
Quest’area, infatti, racchiude una provincia “naturale” a tutti gli effetti, dove l’ambiente circostante  si è fuso con l’uomo e le sue usanze secolari. E’ anche per queste straordinarie caratteristiche che percorrendo la provincia di Salerno si incontrano ben due siti diversi inseriti dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Il primo e forse più famoso è proprio la Costiera Amalfitana, che con la sua conformazione naturale ed architettonica di suggestiva bellezza, rappresenta il senso del potere della natura sull’uomo. Luogo di scambio fra il mondo islamico e l’Occidente, ricco di contrasti ravvisabili fra il sole a picco e le rocce scoscese, la lussureggiante vegetazione e le grotte sul mare, i villaggi di pescatori arroccati su dirupi digradanti fino al mare, esso è un eccezionale esempio di paesaggio mediterraneo, uno scenario di grandissimo valore culturale e naturale sintetizzato in nomi quali Amalfi, Positano, Furore, Atrani, Ravello, Minori, Maiori, Vietri sul Mare.

Il secondo dei siti Unesco del territorio salernitano è un cosiddetto “bene misto” dalle straordinarie caratteristiche sia naturali che culturali: il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Secondo parco italiano per estensione, rappresenta senza dubbio uno dei più significativi complessi biogeografici dell’Italia meridionale, eccezionale sintesi dell’opera congiunta dell’uomo e della natura e risultato mirabile di eventi storici, sociali, economici, artistici e spirituali che si sono inseriti nell’ambiente naturale. Crocevia tra le colonie della Magna Grecia ed i popoli indigeni etruschi e lucani, conserva le vestigia della “storia” nella propria essenza, con i siti archeologici di Paestum e Velia.  Il primo di tali insediamenti, fondato intorno al 600 a.C. da coloni greci con una spiccata vocazione agricola, stupisce qualunque visitatore con l’imponenza dei suoi tre magnifici templi dorici, simbolo dell’immortalità ellenica. Velia, fondata nel 540 a.C., fu resa illustre da un’importante scuola medica e dalla scuola filosofica, ma deve la propria fama a quell’apoteosi di mare limpido e vegetazione rigogliosa all’interno della quale si apre la via lastricata che conduce alla stupenda Porta Rosa, un unicum di architettura greca per la sua volta a tutto sesto.
Ma fra le bellezze storico - architettoniche del Parco, in perfetta armonia con l’ambiente circostante, si inserisce anche la Certosa di Padula, un complesso straordinario per la sua ampiezza, la ricchezza del suo decoro, i meravigliosi cortili, i chiostri e i giardini che ne fanno uno dei più grandiosi monumenti barocchi dell’Italia meridionale.
Come dimenticare, infine, nascosti fra le valli montane, appollaiati sui dirupi rocciosi o morbidamente adagiati su lingue di spiaggia finissima, gli 80 comuni del Parco, il 90% dei quali al di sotto dei 5.000 abitanti, che costituiscono dei piccoli e magici centri storici di grande valore culturale ?
Cultura e ambiente, dunque, da secoli perfettamente fusi tra loro anche nelle più semplici attività quotidiane, fra le quali la preparazione del cibo è una delle fondamentali. Ne è scaturita una gastronomia profondamente integrata con il territorio, “povera” per tradizione in quanto poteva usufruire solo delle poche materie prime offerte dalla terra e dal mare. Una gastronomia ancora oggi estremamente fedele all’originale, viva e radicata nelle usanze della popolazione, un’abitudine alimentare che da svariati anni, ormai, è salita agli onori della cronaca mondiale, apprezzata ovunque per il suo valore terapeutico nella cura e prevenzione di alcune malattie tipiche del mondo occidentale moderno. Una dieta basata su cereali, verdura, frutta e pesce, ricca di grassi vegetali e molto povera di grassi animali, una “Dieta Mediterranea” che, è ormai provato da numerosi studi internazionali, provoca un abbassamento del colesterolo e previene le malattie cardiovascolari. Elemento cardine della dieta mediterranea è proprio l’uso dell’olio extravergine di oliva invece del burro. E nella provincia di Salerno si individuano ben due aree tutelate dall’Unione Europea per la produzione di olio extravergine D.O.P., il “Cilento” e il “Colline Salernitane”, frutto di una sapienza secolare di coltivazione dell’ulivo, che ha portato a risultati di qualità superiore.

Il nome Dieta Mediterranea è legato all’omonimo titolo di un libro di Ancel Keys, il celebre nutrizionista americano che proprio nel Parco del Cilento, a Pioppi, nel comune di Pollica, per circa 40 anni ha condotto importanti ricerche sugli aspetti salutisti di un’abitudine alimentare che in quest’area è stata per secoli frutto di buona salute. Studiare il rapporto fra buona salute e prodotti della terra, nati in un ambiente sano, in simbiosi perfetta tra l’uomo e la natura, ha permesso una rivalutazione antropica del comportamento dell’uomo con il cibo ed ha portato le organizzazioni internazionali a mettere a punto il cosiddetto “Indice di Adeguatezza Mediterranea”, ovvero il confronto tra il rapporto energetico dell’alimentazione tipica mediterranea con quello degli altri Paesi.
Proprio a Pollica, infine, ha sede l’Istituto per la Dieta Mediterranea. Più precisamente a Minnelea, che è il nome con il quale è stato ribattezzato quel piccolo borgo facente parte della frazione di Pioppi, nato dall’unione tra “Minnesota”, patria d’origine di Ancel Keys ed “Elea”, località cilentana che già i Romani frequentavano per ritemprarsi lo spirito, il corpo e la mente grazie alle potenzialità dell’alimentazione locale. Una storia che si perpetua sino ai nostri giorni.

Prodotti tipici del Salernitano
E' noto che la produzione agro-alimentare della Campania rappresenta uno dei più ricchi serbatoi del comparto alimentare sia a livello nazionale che internazionale. Un primato a cui la provincia di Salerno contribuisce in maniera determinante.
E' infatti nella provincia di Salerno che hanno sede buona parte dei rinomati pastifici campani. Ed è soprattutto nei terreni fertili dell'Agro Sarnese-Nocerino che si coltiva il famoso pomodoro San Marzano, qualità tipica ed esclusiva dell'agricoltura campana che per l'elevata resa in sostanza secca e il minore tenore d'acqua eccelle nella tradizionale lavorazione del pomodoro in pelati.
Nell'interno del Cilento e lungo le aree collinari della Piana del Sele si raggiungono livelli di concentrazione nella coltivazione dell'olivo tali che la provincia di Salerno copre da sola quasi il 40% della produzione di olio campano. Piante di notevole vigore, grossa taglia e molto produttive, come la caratteristica qualità "Pisciottana" e la varietà presente nella Valle del Tanagro, offrono una materia prima ricca di preziose qualità organolettiche, quali l'alta percentuale di acido oleico, di vitamine e di grassi estremamente digeribili.
L'area della Piana del Sele rappresenta una delle principali zone di produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP ma è importante anche perché vi è concentrata la produzione dell'ottimo Carciofo Tondo di Paestum (la produzione salernitana di carciofo rappresenta circa il 90% di quella campana, e quella delle gustose fragole campane. E sempre nella Piana del Sele la Mela Annurca, eccellente varietà tipica della Campania, sta vivendo un periodo di piena espansione e di intenso rinnovamento, grazie alla diffusione di recenti innovazioni in campo tecnologico e genetico.
Il Limone Costa d'Amalfi, rinomato e apprezzato su diversi mercati nazionali ed esteri anche come ingrediente del liquore "limoncello", si coltiva invece in tutti i comuni della Costiera Amalfitana.
Ed ancora, la Nocciola Tonda di Giffoni, prodotto salernitano per eccellenza particolarmente apprezzato dall'industria di trasformazione per l'ottima qualità e la costante produttività, rappresenta il 10% della produzione nazionale di nocciole. Anche la coltivazione del fico è particolarmente diffusa nella provincia di Salerno: l'area del Cilento, col suo Fico Bianco. Le colline medio-alte della provincia sono fitte di castagneti che alimentano l'esportazione verso gli Usa e i mercati europei. La castagna di Roccadaspide, insieme a quella DOP di Montella, per le sue elevate qualità di fragranza e serbevolezza è impiegata nella preparazione dei famosissimi "marroni".

Prodotti

Caciocavallo silano DOP
Carciofo Tondo di Paestum
Fico Bianco del Cilento
Limone Costa d'Amalfi
Marrone di Roccadaspide
Mela Annurca
Mozzarella di Bufala Campana DOP
Nocciola Tonda di Giffoni IGP
Olio d'oliva vergine ed extra vergine delle Colline Salernitane DOC
Pera Spadona di Salerno
Pomodoro San Marzano dell'Agro Sarnese-Nocerino DOP
Vino Castel San Lorenzo DOC
Vino Cilento DOC
Vino Costa d'Amalfi DOC
Vino Colli di Salerno IGT

L'artigianato
L’artigianato salernitano ripercorre innanzitutto  le strade dei colori della ceramica: incanto e suggestione della Costiera Amalfitana, dove le celebri maioliche di Vietri sul Mare prendono forma. Toni brillanti ispirati da una natura intensa. Verde azzurro del mare che bagna le rocce, giallo oro dei limoni rigogliosi, blu turchese del cielo terso e cristallino.
Qui l’arte della ceramica trova il suo regno e si diffonde nel mondo con l’impronta originale ed inconfondibile degli artigiani del luogo. Le botteghe vietresi sono pervase da un silenzio quasi monacale. Il tempo pare essersi fermato sul lento andare del tornio dal quale sorgono anfore, piatti, brocche: fragili oggetti che acquistano vigore dal contatto col fuoco e bellezza dai colori che solo la macchia mediterranea esprime. Raffinati decori e sapienti accostamenti cromatici a caratterizzare una produzione che si ottiene ancora con i tradizionali procedimenti: dalla smaltatura alla decorazione, eseguite interamente a mano, fino alla cottura finale in forno a circa 1000°. Nel corso dei secoli, illustri maestri hanno fissato sulla creta la storia ed i destini di quest’angolo d’Italia, riuscendo a creare opere sempre nuove ed originali.
La ceramica di Vietri sul Mare continua ancora oggi ad essere espressione vitale ed affermata del raffinato artigianato salernitano. È un’arte che travalica la monotonia dei prodotti industriali, nella quale l’integrazione vivace tra operatori vietresi ed artisti stranieri è favorita dall’attività promozionale degli enti locali, ed una recente legge nazionale, che prevede la creazione di uno specifico marchio, ne tutela la produzione e l’immagine.
Vaste linee di prodotti per la casa, oggettistica, rivestimenti in maiolica si rinnovano, nel rispetto della tradizione, per adattarsi alle esigenze ed agli stili del presente.
Un’ampia gamma di decori interamente dipinti a mano sono combinabili per offrire idee sempre nuove. Atmosfere romantiche e disegni delicati conferiscono fascino e personalità ai locali domestici. I versatili pannelli decorativi si prestano ad ornare non solo cucine o stanze da bagno ma anche saloni, soggiorni e terrazze. Le pavimentazioni in cotto o parquet vengono impreziosite da inserti artistici ed esclusivi. I colori e gli smalti impiegati, atossici ed inalterabili, ne rendono possibile l’impiego per i servizi da tavola, personalizzabili ed unici, adatti alle occasioni eleganti ma resistenti all’uso quotidiano. È sufficiente lasciare libero corso alla fantasia e complementi di arredo quali lampade e vasi, fioriere e lanterne, tavoli, specchi ed applique, daranno tocchi di luce e grazia ad ogni ambiente. Notevoli le influenze dello stile vietrese anche sulle produzioni ceramiche realizzate dalle botteghe artigiane collocate lungo la strada che dal piccolo comune costiero si muove sino a quello metelliano di Cava De’ Tirreni. Testimonianze pregevoli dell’arte della lavorazione della ceramica e della terracotta si rinvengono  un po ovunque nella provincia di Salerno. Si pensi, ad esempio alle famose “riggiole” in cotto di Rufoli di Ogliara particolarmente utilizzate  per la pavimentazione sia di interni che di esterni.
Anche la lavorazione della carta a mano, praticata in particolare ad Amalfi,  rappresenta  una produzione di punta dell’artigianato salernitano. Sin dal XIII secolo, Amalfi è stato uno dei centri propulsori della carta prodotta con materiali di macero. Nacquero e si diffusero gli opifici amalfitani lungo il corso del fiume Canneto, che alimentava le cartiere. Ancora oggi la lavorazione della carta a mano avviene come un tempo. Infatti, il corso d’acqua muove tuttora una ruota che attiva un fuso per la trasmissione del movimento ad una serie di magli in legno alle cui estremità sono posti decine di chiodi in ferro che percuotendo i cenci, li macerano in grosse vasche di pietra. Nell’impasto così ottenuto viene intinta la forma, dalla quale la poltiglia viene deposta su fogli di feltro che si accatastano in ordine alterno per essere, poi, pressati da un torchio che espelle l’acqua eccedente. Successivamente i fogli, distaccati singolarmente dai feltri, vengono appesi ad essiccare per poi essere  accuratamente stirati e raccolti.
Sempre nel territorio della costiera amalfitana prendono forma, grazie alla sapiente opera di artigiani da generazioni, le vivaci creazioni sartoriali in tessuto misto lino o crèpe de chine, seta o crèpe georgette  della “moda Positano” che per le caratteristiche di originalità e vivacità trasmettono in chi le indossa sensazioni di allegria e di simpatia. Il tutto in linea con lo spirito della Marchesa Eva de Ruggiero e la Principessa Laura Carafa,  due nobildonne degli anni ’50, che  lanciarono l’idea di un abbigliamento solare, a tratti trasgressivo, facendo immancabilmente proseliti in tutto il mondo.
La forza dell’artigianato salernitano è la varietà dei prodotti che oramai si radicano storicamente e culturalmente in intere zone del territorio provinciale caratterizzandole.  
L’area che circonda Fisciano, ad esempio, vanta antichissime tradizioni soprattutto nella lavorazione del Rame e delle principali leghe. Tra gli oggetti sapientemente ottenuti da valenti maestri ramari e fabbro-ferrai, i più diffusi erano caldaie di rame, serrature e chiavistelli, bilance e coltelli, orologi da facciata, nonché le famose armi di Lancusi. Questa tradizione ancora oggi è fortemente presente nel territorio della Valle dell’Irno ove operano aziende che realizzano prodotti in lega, dagli utensili per cucina ai complementi d’arredo, che nello scenario globale riescono per la loro qualità ad imporsi all’attenzione degli addetti ai lavori. La lavorazione del ferro vanta una lunga tradizione anche nella zona del Vallo di Diano, a sud di Salerno, ove la presenza della famosa Certosa di San Lorenzo si pone quale stimolo alla creatività ed alla fantasia di artigiani che continuano tradizioni dalle antichissime origini. Visitando i laboratori si ha la netta sensazione che il tempo si sia fermato. Forgia, martello e scalpello sono le semplici attrezzature utilizzate dagli artigiani con la stessa forza ed abilità di quella degli antenati. Ed è con questi attrezzi che letti, lampade, grate, cancelli, tavoli e ringhiere prendono forma restando inalterati nel tempo.
Alla Certosa di San Lorenzo si lega un’altra importante tradizione artigiana che è quella della lavorazione della pietra di Padula. Infatti in pietra di Padula è lo scalone principale che porta ai piani superiori della Certosa, così come lo è la scala a chiocciola che dà accesso alla Biblioteca.   
Non può, infine essere dimenticata la tradizione della lavorazione del legno e dell’intaglio. Famosi erano i secretaire del maestro Vincenzo Ippoliti di Laurino, e della la lavorazione del vetro.

                                                                                                     

 

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