Lecco

Lecco: la città i Alessandro Manzoni

Quel ramo del lago di Como, che volge a Mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli… Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi e che s’incammina a diventar città”.

Ecco la celeberrima descrizione di Lecco tratta dall’incipit dei Promessi Sposi, in cui emerge la collocazione della cittadina sul ramo orientale del lago di Como, dove le aspre montagne si ritraggono a dare origine a coste ricche di valli e antichi centri abitati. I monti di cui parla il Manzoni sono il gruppo delle Grigne, il San Martino e l’inconfondibile Resegone, caro al sommo autore e poeta, e assurto a dignità letteraria anche grazie al Carducci, che gli dedicò un verso famoso ma non ineccepibile sul piano geografico, in chiusura della sua “Canzone di Legnano”: “…il sol ridea calando dietro il Resegone”.

Partendo proprio da queste illustri reminescenze letterarie, si può visitare la città di Lecco e alcune località dei suoi dintorni seguendo un itinerario manzoniano, alla ricerca e scoperta dei luoghi veri o presunti che fecero da sfondo e ambientazione alle vicende di Renzo e Lucia narrate nel romanzo capolavoro.
Questo coinvolgente percorso può partire da Piazza Manzoni, con al centro il monumento allo scrittore raffigurato seduto e in atto meditativo, opera di Francesco Confalonieri. Tre splendidi altorilievi dello stesso scultore rappresentano altrettanti episodi significativi del romanzo. Si può proseguire con una visita a Villa Manzoni al Caleotto, dove lo scrittore trascorse buona parte dell’infanzia e della giovinezza, e da lui venduta nel 1818. Le sale al piano terreno conservano gli ambienti di vita familiare con decorazioni classicheggianti forse volute dallo stesso romanziere e i rustici delle scuderie. Nelle svariate sale, si conservano molti dipinti dell’Ottocento e del Novecento, stampe, disegni illustrativi dell’opera manzoniana e splendide tele secentesche nella Galleria d’Arte.
Passando dai ricordi più propriamente storici a quelli romanzeschi, nella parte meridionale di Lecco, a Pescarenico, si trovano ancora il cortile e il fabbricato del Convento dei Cappuccini di Padre Cristoforo dove Renzo e Lucia cercarono conforto. Qui è d’obbligo una visita alla chiesa dei Santi Materno e Lucia, dove ammirare i rarissimi presepi del seicento in cera e cartapesta.

La casa di Lucia, che l’autore descriveva composta da un piccolo cortile antistante e cinta da un muretto, non è stata ancora chiaramente identificata. Se la contendono la località di Olate e quella di Acquate. Proprio sopra Olate, sul promontorio dello Zucco, sarebbe stato individuato il sinistro palazzotto di Don Rodrigo, mentre un tabernacolo sulla strada campestre proveniente da Germanedo starebbe a indicare il luogo del famoso appostamento dei bravi per sorprendere il pavido Don Abbondio. La chiesa del curato è stata identificata sempre ad Olate, ed essa si trova proprio in fondo al paese come descritto nel romanzo. Tutt’oggi, su un lato, si può trovare la porticina da cui Agnese e Perpetua fuggirono dai Lanzichenecchi, e proprio in questa casa parrocchiale si coronò il sogno d’amore dei due sventurati protagonisti. Chiuso è senz’altro il luogo della conversione di un altro personaggio controverso dell’opera, l’Innominato, che avrebbe abitato la Rocca sovrastante, mentre una casa secentesca nel vecchio quartiere è ritenuta essere la dimora del buon Sarto che ospitò Lucia. Per concludere, infine, con la topografia del romanzo, occorre spostarsi di 5 Km verso Vercurago, dove la tradizione colloca in posizione strategica il castello dell’Innominato, raggiungibile in circa mezz’ora di cammino.

L’altro itinerario proposto è quello che attraversa il piccolo ma caratteristico centro storico di Lecco, che ancora conserva le mura di cinta e il fossato dell’antico borgo medievale. La Basilica principale della città è dedicata al patrono dei naviganti S. Niccolò, e sorge su un podio che domina la piazza e il Lungolago. L’edificio ha impostazione neoclassica e conserva arredi secenteschi dei Fantoni di Rovetta, un ciborio battesimale del 1596 e alcune parti romaniche risalenti al secolo XI. Svettante il campanile di 96 metri, simbolo della città. Camminando per le vie del centro e ammirando le sue case semplici e decorate solo con qualche portale e loggiato medievale, si raggiunge l’altro rilevante edificio sacro della città, la Chiesa di Santa Marta, con la facciata porticata a vento del Settecento e le decorazioni barocche all’interno.
Imboccando via Cavour, si giunge in piazza Garibaldi, dove troneggia il monumento all’Eroe, inaugurato nel 1884, in Italia, e il Teatro Sociale, opera del Bovara.
Proseguendo e passando per la stretta e irregolare Piazza XX Settembre, si può ammirare la Torre Viscontea, modificata dagli Sforza nel XV secolo e attualmente sede del museo del Risorgimento e di mostre temporanee. L’ultimo edificio sacro degno di nota è il Santuario della Madonna della Vittoria, eretta in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale, ai quali è dedicata la cripta e che conserva all’interno interessanti affreschi del Cinquecento. Rimanendo sulla stessa via della chiesa, si giunge al ponte Azzone Visconti, che in undici archi supera l’Adda. La struttura odierna si mantiene imponente, nonostante sia stata privata delle torri, che possedeva quando i terribili Lanzichenecchi lo attraversarono.
Poco più avanti sorge il ponte Kennedy, detto Nuovo, inaugurato nel 1956, e dal cui imbocco parte la superstrada per la Brianza e Milano.
Un ultimo percorso suggerito è quello di archeologia industriale, alla ricerca degli antichi opifici del ferro, una tradizione che peraltro è rimasta viva in città, e dei grandi filatoi e filande inattive, testimoni della lavorazione della seta.

Lecco e i suoi dintorni

Varenna
Incantevole località e perla del lago, Varenna sorge nel punto in cui il Lario raggiunge la sua massima ampiezza. In posizione privilegiata, si trova di fronte alla penisola di Bellagio e la cittadina di Menaggio, alle quali è collegata con numerosi battelli e traghetti. Il migliore punto d’osservazione è dal lago, per ammirare la sua architettura a piramide colorata in contrasto con la verticalità del pendio boscoso sullo sfondo, sovrastato dal castello di Vezio. Da visitare due splendide ville, Villa Cipressi e Villa Monastero, coi loro bellissimi giardini, ricchi di cipressi e di rare essenze mediterranee e tropicali. Da Varenna si può percorrere la panoramica “Passeggiata degli Innamorati”, che costeggia il lago fino ad Olivedo, una vivacissima stazione balneare.

Civate
Questa località è giustamente rinomata in quanto conserva due delle più importanti testimonianze di arte romanica in Lombardia, entrambe appartenenti ad un unico insediamento benedettino. Il complesso architettonico è raggiungibile attraverso un cammino di circa un’ora lungo una mulattiera. La chiesa di San Pietro è accessibile mediante una gradinata costruita posteriormente, ha pianta rettangolare con due absidi opposte sui lati minori. L’interno dell’edificio sacro presenta sculture, pitture e stucchi, databili tra la fine del secolo XI e il primo quarto del secolo XII. Tra gli affreschi domina quello sull’abside orientale, raffigurante la sconfitta del drago da parte dell’Arcangelo Michele e la nascita di Cristo. La cripta preserva invece raffigurazioni in stucco della vita di Gesù e Maria. Proprio di fronte a S. Pietro, sorge l’Oratorio di S. Benedetto, forse contemporaneo alla Basilica; al suo interno degno di nota è un rarissimo esempio di altare medievale, decorato da affreschi raffiguranti Maria, Gesù, San Giovanni, San Benedetto e Sant’Andrea.

Imbersago
La località vanta il Santuario della Madonna del Bosco, uno dei più importanti santuari mariani della Lombardia. La leggenda narra che in questo luogo la Madonna fosse apparsa ad una madre disperata per il figlio azzannato da un lupo. Qui sorse la cappella che presenta un interno molto raccolto e accogliente, con decorazioni di gusto popolare nella cripta, luogo dove accadde il miracolo.
Ma percorrendo il corso del fiume Adda da Olginate a Brivio, è d’obbligo una sosta al traghetto di Imbersago, che riproduce la struttura e il meccanismo studiati in alcuni disegni di Leonardo, che dimorò per lungo tempo in questi territori.

Calolziocorte
Da visitare nella località il Santuario di Santa Maria del Lavello, edificio di origini misteriose. Forse in principio il lavello era un castello che fu in seguito distrutto, come testimonierebbe un documento del 1138. Nel Duecento esisteva una chiesetta adiacente che andò successivamente in rovina. Ma, intorno al 1480, racconti miracolosi legati a una fontana tuttora esistente nella chiesa del monastero, attirarono nella località molti pellegrini, riportandola in auge. Vari riadattamenti vennero eseguiti nel corso del secolo successivo, arricchendola di interessanti dipinti, quali quelli custoditi nella cappella dedicata a San Filippo Benizzi.

 

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