Vini della Liguria

Tra brezze marine e declivi scoscesi

La Liguria, grazie alla sua favorevole posizione geografica, gode di un clima mediterraneo, secco e temperato, spesso ventoso, adatto alla coltivazione dell'olivo e della vite. Ciò che caratterizza in negativo quest'area è invece la difficoltà di lavorare le terre, ripide e scoscese, sassose, non facili da governare. Nel corso dei secoli, i contadini liguri, grazie a sforzi immani, hanno saputo ricavare microscopici appezzamenti, erigendo i caratteristici muretti a secco e ottenendo così i terrazzamenti su cui vite e olivo hanno potuto vegetare e fruttificare. È per questo che in Liguria, come anche in Valle d'Aosta e Valtellina, si è soliti accompagnare la viticoltura con la qualifica di "eroica". In alcune zone particolarmente ingrate dal punto di vista agricolo, come ad esempio le Cinque Terre, si sono addirittura studiate formule pubbliche di incentivo per chi si impegni a coltivare il terreno, allo scopo di frenare l'abbandono dei vigneti e di ripristinare la manutenzione dei muretti, indispensabili per contrastare il lento franare del terreno verso il mare. La realtà produttiva attuale è ancora caratterizzata da minuscoli vigneti di piccoli produttori o di proprietà di strutture cooperative dalle dimensioni comunque limitate.
Nonostante queste problematiche legate alla coltivazione della vite, i vini della Liguria hanno fama e origini antiche: erano molto apprezzati fin dai tempi dell'antica Roma mentre, più avanti negli anni, rappresentavano i vini più richiesti da Papa Paolo III. In seguito, il vino di queste terre ha goduto di un lungo periodo di successo, tra il 1500 e il 1800, dopo di che i flagelli della peronospora e della fillossera decimarono i vigneti e, di conseguenza, anche le sorti dei vini da essi ricavati. L'abbandono degli impianti è proseguito ininterrottamente fino agli anni novanta del secolo scorso. Fortunatamente la tendenza si è interrotta: oggi i vigneti coprono quasi 5.000 ettari e la produzione regionale di vino (una delle più limitate del Paese) si attesta intorno ai 170.000 ettolitri annui, di cui il 16%, ovvero 27.000 ettolitri, è costituito da vini a denominazione di origine.
La Liguria, nonostante i ridotti volumi di produzione, vanta 3 vini IGT e ben 8 vini D.O.C., di cui: due nel Ponente, due nel territorio a levante della provincia di Genova e tre nella parte più orientale della regione, in provincia di La Spezia. I vitigni più utilizzati sono il Vermentino, un po' su tutto il territorio, l'Ormeasco e il Rossese nella zona di Imperia, il Pigato nel savonese, il Bianchetta, il Ciliegiolo e il Rollo nel genovese, e l'Albarola, il Bosco e la Pollera Nera a La Spezia. La scelta di utilizzare vitigni autoctoni è stata una scelta coraggiosa, perché l'evoluzione dei gusti dei consumatori mondiali andava controcorrente. Ma il puntare su uve locali e il prediligere lavorazioni enologiche di tipo tradizionale ha dato nuovo slancio ai vini liguri, in un mercato così difficile come quello dei vini bianchi. L'originalità delle produzioni e il loro stretto legame con la cultura locale e il territorio si sono inoltre rivelati un validissimo elemento di attrazione e di richiamo per gli enoturisti di tutto il mondo.

Cinque Terre D.O.C.”
Partendo dal lembo più a Est della regione, nell'incantevole fascia collinare in provincia di La Spezia, incontriamo la prima e forse più prestigiosa denominazione della Liguria. Questo vino bianco, particolarmente adatto ad accompagnare i "mitili della Spezia" e altri piatti di mare, viene prodotto a partire da uve Bosco, Albarola e/o Vermentino, nei terreni più vocati degli interi comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso e in alcune località del capoluogo. Il suo colore è giallo paglierino, vivo; all'esame olfattivo si presenta molto profumato e persistente mentre al gusto è secco, sapido e caratteristico. Con le stesse uve, parzialmente appassite e vinificate dopo il 1° novembre, si ottiene il rinomato Sciacchetrà, il passito dal profumo molto intenso e carico, dal gusto pieno, abboccato e di buon corpo. Se messo in vendita dopo due anni dalla vinificazione, può acquisire la denominazione Riserva. Entrambi i prodotti si abbinano decisamente bene con i dolci locali, quali il pandolce genovese e i canestrelli.

Colli di Luni D.O.C.”
Sempre restando nel medesimo distretto vinicolo, in una vasta area di produzione della provincia spezzina che sconfina in territorio toscano, incontriamo questa denominazione che comprende tre tipi di vino. Il Bianco, ottenuto da uve di Vermentino e Trebbiano toscano, è un vino delicato e gradevole, dal sapore armonico e asciutto, che ben si abbina ai bianchetti, alle acciughe e alla cucina di mare in genere. Il Rosso, di un rubino più o meno intenso e dall'odore vinoso e delicato, è un vino di 11,5°, che può riportare in etichetta l'indicazione Riserva se invecchiato per almeno due anni. Il suo sapore asciutto lo rende idoneo da degustare insieme alla farinata (la tipica focaccia di ceci) e alle formaggelle dell'entroterra ligure. Il terzo vino è il Vermentino, prodotto con uve omonime: nonostante sia un bianco, ha un odore intenso e un gusto asciutto, che rappresentano le caratteristiche ideali per accompagnare il tipico "cappon magro".   

Colline di Levanto D.O.C.
È la terza e ultima denominazione della zona ed è riservata al vino prodotto nella medesima area della provincia di La Spezia, nelle tipologie Bianco e Rosso. Il Bianco, ottenuto da uve Vermentino, Albarola e Bosco, presenta un colore paglierino, un profumo delicato, persistente, tendente al fruttato mentre in bocca è sapido e armonico. Questo vino accompagna degnamente i piatti della tradizione locale, quali il formaggio di S. Stefano d'Aveto e la zuppa di pesce. Il Rosso è invece prodotto a partire da vitigni Sangiovese e Ciliegiolo, oltre ad altre uve a bacca rossa della zona. Alla vista si presenta con un colore rosso rubino, al naso offre aromi delicati, persistenti, tendenti al vinoso, in bocca è molto armonico, asciutto, delicato e di medio corpo. Prodotto anche nella tipologia novello, questo vino si abbina benissimo alle diverse minestre liguri e ai secondi piatti a base di coniglio.

Golfo del Tigullio D.O.C.
Spostandoci in direzione del capoluogo regionale incrociamo, sulle colline che circondano Genova, questo distretto vinicolo, che è in grado di offrire ben nove tipologie di vini. Il Bianco, fermo e frizzante, è un vino secco e sapido adatto ad accompagnare piatti di pesce quali i bianchetti e lo stoccafisso. Il Rosso è fatto con uve Ciliegiolo e Dolcetto e viene prodotto anche nelle versioni frizzante e novello; presenta un profumo leggermente vinoso e un gusto asciutto, con una certa vena tannica. Il Rosato viene realizzato con le stesse uve del precedente; ha un sapore fresco e gradevole, ideale da abbinare con il tradizionale minestrone genovese. Il Passito è un bianco, dal sapore caldo e armonico, di almeno 16,5°, perfetto accompagnamento per i biscotti canestrelli e il pandolce genovese, mentre lo Spumante è un vino molto fresco, dal profumo fine, da sorseggiare gustando piatti a base di cozze e molluschi. Completano il quadro di questa denominazione il Bianchetta Genovese, fermo e frizzante, il Ciliegiolo, un rosso adatto ai secondi di carne, il Moscato e il Moscato Passito, ottimi con i dolci, e infine il Vermentino, un bianco delicato e fruttato, fermo o frizzante.

Val Polcèvera D.O.C.
Lungo le sponde del fiume Polcèvera, in provincia di Genova, troviamo questa D.O.C., che contempla diversi tipi di vino e anche una sottodenominazione. Questa è appunto chiamata Coronata e viene assegnata ai vini bianchi prodotti in una specifica area del comune di Genova, aventi caratteristiche quali il profumo discretamente intenso e persistente e il gusto secco, sapido e caratteristico, che ben si adattano alle famosissime trofie al pesto. Tra le altre tipologie, oltre al Bianco, al Rosso, al Rosato, al Bianchetta Genovese, al Vermentino, segnaliamo il Passito e lo Spumante. Entrambi questi vini si ottengono da uve a bacca bianca; i passiti hanno colori più intensi, sapori e profumi più ampi, caldi e suadenti, mentre gli spumanti presentano aromi più delicati, fini e i sapori più freschi e leggeri. Entrambi sono vini da accompagnare con i dolci locali, come il pandolce, il castagnaccio e i canestrelli.

Riviera Ligure di Ponente D.O.C.
Nel Ponente Ligure si producono le due denominazioni che, insieme al Cinque Terre, sono le più rinomate della regione. Il Riviera Ligure di Ponente è una denominazione particolarmente estesa, che va dai comuni immediatamente ad Ovest di Genova sino alle vigne ai confini con la Francia. Una delle tipologie più note è il Pigato, prodotto con uve omonime, caratterizzato da un colore giallo paglierino più o meno carico, un odore intenso, leggermente aromatico e un sapore asciutto, pieno, lievemente amarognolo. Questo vino è, forse, quello più indicato per accompagnare le tradizionali trenette al pesto. La denominazione comprende un altro bianco ed un rosso: il Vermentino, che può essere designato dalle sottodenominazioni geografiche "Albenga", "Finale" e "Riviera dei Fiori", ed il Rossese, con il caratteristico sapore morbido, ideale per carni bianche e per verdure ripiene.

"Pornassio o Ormeasco di Pornassio D.O.C."
Questo vino precedentemente faceva parte della DOC Riviera Ligure di Ponente, ma dal 16/09/03 ha ottenuto il riconoscimento D.O.C.. La denominazione “Pornassio” o “Omreasco di Pornassio” esiste nelle tipologie Rosso, Sciac-tra', Rosso Superiore, Passito e Passito liquoroso. Il vino appartenente a questa Denominazione può essere ottenuto solo a partire da uve di vitigni Dolcetto o Ormeasco, in percentuale non inferiore al 95%, mentre il restante 5% può provenire da vitigni a bacca di colore analogo non aromatici autorizzati. La zona di produzione comprende 13 comuni in provincia di Imperia, ove è possibile degustare il  Pornassio Rosso (11°), caratterizzato da un colore rosso rubino vivo ed un odore vinoso, che ne sottolineano il gusto asciutto e gradevole, di medio corpo, con una vena amarognola, che esalta il sapore delle carni di agnello. Questo vino è disponibile anche nelle versioni Superiore, con una gradazione minima di 12,5°, Passito (16,5°) e Passito Liquoroso (18°). La farinata e le formaggelle locali invece esaltano il gusto secco, fresco ed armonico del Pornassio Sciac-tra’, che si presenta di un bel colore rosato corallo ed ha un odore vinoso delicato e gradevole.  

Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua D.O.C.
Si tratta dell'ultima piccola area D.O.C. della Liguria, ai confini con il territorio francese. Prodotto quasi esclusivamente con uve dell'omonimo vitigno, questo vino ha un colore granato, all'olfatto presenta sentori vinosi intensi ma delicati, mentre al palato offre un sapore morbido, aromatico e caldo. Il Dolceacqua viene commercializzato solo con una gradazione minima di 12° mentre, se questa supera i 13° e se il vino è invecchiato un anno, può fregiarsi della qualifica di Superiore. Le caratteristiche di questo rosso fanno sì che esso si sposi bene con i formaggi locali, con le carni di coniglio e agnello e con le verdure ripiene.

 

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