Vini d'Abruzzo

In Abruzzo cresce la voglia di qualità

L'Abruzzo è una piccola regione caratterizzata da una grande varietà di territorio, dove si coniugano realtà di solito separate, come mare e montagna, riserve naturali e centri storici. 130 chilometri di costa adriatica, assolata e godibile da primavera fino all’autunno, fronteggiano elevati massicci appenninici, tanto che dalla spiaggia i turisti possono scorgere le cime innevate del Gran Sasso e della Maiella che raggiungono quota 3.000 metri di altezza.
E’ grazie a questi monti - i più alti dell’Appennino - che chiudono profonde valli come baluardi, che l’Abruzzo ha mantenuto pressoché intatte nel tempo le sue tradizioni.
Ma d’altra parte la presenza di centri storici lungo le vie di comunicazione tra la costa e l’interno o nei punti di intersezione tra nord e sud oggi è la testimonianza più forte di genti solo apparentemente chiuse e conservatrici, ma in realtà sempre disponibili all’innovazione e al viaggio, alla comunicazione e all’ospitalità.
In inverno la montagna abruzzese permette di praticare un turismo sportivo incentrato sullo sci, mentre in estate la montagna d’Abruzzo ha un suo particolare fascino grazie ai Parchi Nazionali e regionali, alle aree protette o alle oasi naturalistiche, dove vivono il camoscio, la lince, l’aquila, l’orso.
La regione è caratterizzata da un numero di aziende viticole molto alto: sono circa 30 mila le piccole imprese agricole quasi tutte a conduzione familiare; circa la metà producono solo per autoconsumo, l’altra metà conferisce il prodotto ad una quarantina di cantine sociali, mentre poco più di 150 aziende private immettono direttamente sul mercato i propri vini imbottigliati. I vitigni coltivati in maniera preponderante sono sostanzialmente due, il Montepulciano per i rossi e il Trebbiano Abruzzese (che tra i trebbiani rappresenta quello dalle migliori potenzialità) per i bianchi, a cui si aggiungono il Trebbiano Toscano, il Sangiovese e la Malvasia. La tradizione abruzzese è altresì ricca di varietà autoctone che si sono selezionate con il passare degli anni e che sono uscite indenni dal flagello della fillossera. Attualmente sono molti e apprezzabili gli esempi di recupero di queste uve tipiche, a cominciare dalla Passerina e dal Montonico in provincia di Teramo, dal Pecorino nelle province di Chieti e Pescara, e dalla Cococciola nel chietino. Limitato si è invece dimostrato l’uso dei vitigni internazionali, in particolare dello Chardonnay.

Per quanto riguarda il sistema delle denominazioni, l'Abruzzo presenta quattro D.O.C., più una sottozona a D.O.C.G., che fa salire a quattro il loro totale.  Oltre alle D.O.C., l'Abruzzo conta anche diversi vini I.G.T.: “Alto Tirino”, “Colli Aprutini”, “Colli del Sangro”, “Colline Frentane”, “Colline Pescaresi”, “Colline Teatine”, “Del Vastese o Histonium”, “Terre di Chieti”, “Valle Peligna”, che spesso fanno uso delle uve autoctone precedentemente citate. L'interesse verso queste produzioni è molto alto perché esse costituiscono un patrimonio che può arricchire e qualificare in maniera decisa l'offerta enologica abruzzese.
Dal punto di vista produttivo, in l'Abruzzo sta diminuendo la vendita di vino sfuso e sta crescendo quella in bottiglia. Questo è sintomo di una vivacità imprenditoriale che vuole passare dalle grandi quantità di vino alla qualità delle sue proposte tipiche. Molte grandi aziende storiche abruzzesi stanno intraprendendo questo percorso, offrendo vini di buona qualità a prezzi davvero vantaggiosi. Attualmente la media produttiva di questa regione è ancora piuttosto elevata, ma le cose stanno velocemente cambiando. Il volume di vini D.O.C. ha raggiunto ormai il milione di ettolitri, contro i 500 mila di una decina d'anni fa. In totale la regione produce circa 3,8 milioni di ettolitri di vino, per una superficie che supera di poco i 35.500 ettari.

Trebbiano d'Abruzzo D.O.C.
Il più importante e rinomato bianco della regione è prodotto in un’area che tocca tutte e quattro le province abruzzesi (L'Aquila, Chieti, Teramo e Pescara). Citato già da Plinio il Vecchio nella sua "Storia Naturale", questo vino sembra essere originario della Campania. Era già noto ai tempi dei Romani, tra i quali però non godeva di una fama particolarmente positiva. Quello che oggi è uno dei più noti ed apprezzati bianchi italiani, all'epoca riscuoteva uno scarso successo presso i bevitori romani più raffinati, mentre era particolarmente gradito ai soldati dell'impero.
La vinificazione del Trebbiano d’Abruzzo è tecnicamente molto delicata, come avviene in generale per la maggior parte dei vini bianchi. Questi, infatti, sono facilmente soggetti ad alterazioni di tipo microbico e a fermentazioni anomale. Per questo motivo il processo di vinificazione tende all’immediata estrazione del succo dal frutto, in maniera molto delicata, in modo che la fermentazione riguardi solo la parte liquida e non le bucce.
Il Trebbiano d’Abruzzo è ottenuto dalle uve Trebbiano Abruzzese (detto Bombino Bianco) e/o da Trebbiano toscano, con l’eventuale aggiunta di altre uve della zona per un massimo del 15%. Il colore è generalmente giallo paglierino, all'olfatto offre un odore tipicamente vinoso, gradevole e discretamente aromatico; al palato esso si presenta asciutto, sapido e vellutato. Queste caratteristiche lo rendono idoneo ad accompagnare i gradevoli piatti della tradizione locale, in particolare il formaggio "incanestrato", la scamorza appassita e la minestra di farro, oltre ovviamente a piatti a base di pesce e uova.

Montepulciano d'Abruzzo D.O.C.
E’ il grande e rinomato rosso della regione. Coltivato da oltre due secoli, questo vitigno si è rapidamente diffuso, andando ad occupare, come per il Trebbiano, le vigne distribuite in tutte le province della regione. La tipologia più nota e diffusa è il Rosso che viene prodotto con uve del vitigno Montepulciano, più un'eventuale aggiunta (massimo 15%) di altre uve rosse non aromatiche della zona. Il suo colore è piuttosto complesso: è un rosso rubino intenso con evidenti sfumature violacee, mentre invecchiando mostra la tendenza ad assumere colorazioni piuttosto aranciate. Il Rosso, che presenta una gradazione minima di 11,5°, possiede il classico aroma vinoso e in bocca si presenta morbido, asciutto e leggermente tannico. Questo vino è ottimo per accompagnare il tradizionale formaggio Pecorino di Farindola (caso unico in Italia di formaggio ottenuto con caglio suino) e quelli di Atri e Penne, oppure con le Mortadelle di Campotosto (salami leggermente affumicati di carne suina, venduti a coppie) e gli stufati a base di carni rosse o cacciagione.
Una seconda tipologia di questa D.O.C., forse meno conosciuta ma altrettanto valida, è il Cerasuolo. Questo vino viene prodotto con le stesse uve del Rosso mediante breve macerazione tanto che in questo caso si produce un rosé dal color ciliegia più o meno carico. Il suo aroma è molto gradevole, fine e fruttato, mentre il sapore è secco, armonico, decisamente delicato, con una nota finale di mandorla. Il Cerasuolo si abbina particolarmente bene ai primi piatti a della tradizione abruzzese, in particolare ai famosi Maccheroni alla Chitarra (si chiamano maccheroni ma in realtà sono spaghetti casalinghi, ottenuti con uno strumento a corde chiamato appunto "chitarra") e al Brodetto Pescarese (una zuppa a base di pesce dell'Adriatico ad esclusione del pesce azzurro, cotto con peperoni e/o pomodoro).

Montepulciano d’Abruzzo Colline teramane D.O.C.G.
Il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane, grazie alle sue caratteristiche organolettiche uniche e alle metodologie di produzione tipiche del territorio, dal 2003 da semplice sottodenominazione del Montepulciano d'Abruzzo D.O.C. si può fregiare della prestigiosa Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
La zona di produzione di questo vino è ristretta solo a pochi comuni situati sulle colline a Nord di Teramo.
Si ottiene a partire da almeno il 90% di uve Montepulciano, con l'eventuale aggiunta di Sangiovese in percentuale massima del 10%.
Il vino deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di due anni di cui almeno uno in botti di rovere o di castagno e sei mesi di affinamento in bottiglia.
Esso può inoltre assumere la qualifica di Riserva se sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore ai tre anni.
Il suo colore, rubino intenso con sfumature violacee, tendenti all'arancione con il protrarsi dell'invecchiamento, è molto simile al Rosso di Montepulciano. Il suo odore è però più caratteristico, intenso ed etereo mentre in bocca questo vino si presenta asciutto, pieno e robusto ma, allo stesso tempo, armonico e vellutato. Il Colline Teramane, avente una gradazione minima di 12,5°, è ideale da degustare assieme a piatti robusti, quali carni rosse e cacciagione oppure insieme a formaggi stagionati, quale ad esempio il Pecorino di Farindola e la Ventricina Vastese, il tipico salume prodotto con carne di maiale tagliata a cubetti, sale e peperone dolce.

Cerasuolo d'Abruzzo D.O.C.
Prodotto nelle province di Chieti, L'Aquila, Pescara e Teramo

Controguerra D.O.C.
In una piccolissima area posta all'estremità settentrionale della regione, troviamo l’ultima area D.O.C. Sui pendii delle colline che non superano i 450 metri di altitudine, si coltivano le uve da cui si ottengono diverse tipologie della medesima D.O.C. Tra i vini ottenuti miscelando diverse varietà di uve abbiamo il Rosso, un vino piuttosto tannico, prodotto anche nella versione Riserva; il Novello, un rosso dal sapore fruttato, da bere giovane con i salumi locali; il Bianco, dal sapore secco leggermente amarognolo, adatto per la cucina di mare; il Bianco Frizzante, molto fresco da accompagnare ai formaggi non stagionati; lo Spumante, bianco, dal bouquet persistente e dal perlage fine; e il Passito, prodotto nella versione bianca e rossa, adatto per i dolci locali, quali i mostaccioli, i confetti di Sulmona e il tradizionale torrone. Sempre all'interno della stessa denominazione, con un minimo dell'85% di uve dei vitigni corrispondenti, si producono infine diverse tipologie di rossi (Cabernet, Ciliegiolo, Merlot, Pinot Nero) e di bianchi (Chardonnay, Malvasia, Moscato Amabile, Passerina e Riesling).

 

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