Capri

Capri: la perla del Mediterraneo

Famosa per le prodigiose bellezze naturali, la storia millenaria, il clima mite ed un paesaggio luminoso, l’isola di Capri è una delle mete preferite dal turismo internazionale, certamente la più amata da un pubblico elegante e cosmopolita.

Abitata sin dal Paleolitico, quando ancora era parte della penisola Sorrentina, Capri è come quest’ultima formata da terreni calcarei, di origine sedimentaria quindi e non vulcanica come le altre isole del Golfo di Napoli; nell’VIII secolo a.C. fu poi raggiunta dai Greci, ma il suo periodo più ricco fu quello degli imperatori Augusto e Tiberio (quest’ultimo vi dimorò dal 27 al 37 d.C.), che vi lasciarono ville sontuose, oggi un vero e proprio tesoro archeologico. Inoltre, altri imperatori soggiornarono a Capri e molti nobili romani la visitarono, inaugurando quella tradizione tutt’oggi viva secondo la quale l’isola è luogo amato da teste coronate, industriali, uomini politici, artisti e letterati provenienti da ogni parte del mondo, che le hanno dedicato canti, racconti, immagini e leggende. In seguito essa subì le incursioni saracene e il dominio di Longobardi, Normanni, Angioini, Aragonesi e Spagnoli; nel XVII e XVIII secolo, poi, attraversò un nuovo periodo di fortuna, strettamente dipendente dal grande rigoglio politico e artistico di Napoli, testimoniato dalle stupende architetture di chiese e conventi che si possono ammirare nei due centri urbani, Capri ed Anacapri.    
In quel periodo a CAPRI fu restaurato e consolidato uno dei monumenti più straordinari e suggestivi dell’isola, la Certosa di San Giacomo, fondata nel 1371 dal conte Giacomo Arcucci, che la dotò di rendite e prerogative tali da assicurare ai Certosini un benessere perpetuo: la chiesa, con la grandiosa distesa delle sue volte a crociera, a botte e a padiglione, costituisce un’incomparabile capitolo dell’architettura tipica caprese, grazie anche alla rara bellezze del Chiostro piccolo e del Refettorio, che ospita i quadri del pittore tedesco K. W. Diefenbach.
Allo stesso periodo appartengono la chiesa del SS. Salvatore, eretta tra il 1661 e il 1685, con l’annesso convento delle teresiane e la ex-cattedrale di S. Stefano, costruita nel 1685 sulle rovine dell’omonimo convento benedettino, armoniosa nella realizzazione delle cupole e delle volte estradossate delle cappelle laterali, che s’affaccia sulla piazza Umberto I, nota come “la Piazzetta”. Il famoso “salotto del mondo”, circondato da caffè i cui ombrelloni hanno ospitato generazioni di intellettuali, politici e divi del cinema, si apre in realtà nel luogo dove i greci avevano posto l’acropoli e tutt’intorno ad essa si snoda il quartiere medievale.
Altrettanto celebre è la villa tiberiana per eccellenza, Villa Jovis, una grandiosa costruzione a strapiombo sul mare, quasi un villaggio con un quartiere imperiale, uno per la servitù,  uno termale, ricco di leggende e di un impareggiabile panorama, ulteriormente impreziosito dai non lontani resti del Faro romano. Dalla loggia, infatti, lo sguardo spazia su tutto il Golfo di Napoli, la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana e le meraviglie della natura si moltiplicano se dal giardino della villa si prosegue nel contiguo e fiorito Parco Astarita, lungo un costone roccioso coperto di verdi cespugli, sovrastante un mare d’indicibile bellezza.
Restano invece pochi ruderi della residenza preferita da Augusto, costruita in riva al mare e ancora oggi nota come Palazzo a Mare, mentre è conservata in tutta la sua imponenza la Grotta di Matermania, grandioso antro naturale trasformato in ninfeo (ampia sala con abside) dai Romani, che l’avevano probabilmente consacrata alla dea Cibele (loro “Mater Magna”, da cui il nome della grotta), oltre ad arricchirla di una splendida decorazione a stucchi e mosaici.
Proseguendo lungo uno stretto sentiero si giunge all’Arco Naturale, vero prodigio della natura sospeso fra il mare e il costone della montagna, parte superstite di una grande grotta che s’addentrava nella montagna; oppure, procedendo in direzione opposta, ci si affaccia su uno dei panorami più leggendari dell’intero Mediterraneo, quello sui Faraglioni e, poco più in là, su Marina piccola, ambiente balneare elegante e ricercato, con i suoi stabilimenti, le belle spiagge, gli anfratti e gli scogli, tra cui quello mitico delle Sirene, dedicato dai pescatori, originari abitanti di questo luogo da sogno, alle mitiche incantatrici. Proprio da qui parte, infine, un’altra delle meraviglie capresi, Via Krupp: fatta costruire all’inizio del secolo e donata al Comune dal magnate tedesco dell’acciaio, questa strada è una vera opera d’arte, somigliante ad un serpente che con le strette spire avvolge il monte. Un cenno ancora meritano i Giardini di Augusto, un delizioso angolo di natura “creato” dall’uomo a strapiombo sul mare verde-cobalto, dove su una serie di terrazze, costruite su livelli differenti, sono stati disposti in mirabile ordine piante e fiori provenienti dai luoghi più disparati, ma anche l’antica “Scala Fenicia”, realizzata in età greca e a lungo unica via di comunicazione fra Capri ed Anacapri, essa sale quasi in verticale lungo la montagna.
ANACAPRI si trova in un’ampia e verdeggiante piana alle pendici del Monte Solaro, caratterizzato da una rigogliosa vegetazione e dalla cui sommità si gode di un’incomparabile vista sia dell’isola che della costa amalfitana. Sebbene essa abbia caratteristiche urbane diverse da Capri, anche Anacapri è incantevole e dotata di luoghi interessanti, come il caratteristico quartiere di “Le Boffe”, dove fra un susseguirsi di vicoletti si conservano le più antiche caratteristiche architettoniche del luogo, non lontano dalle quali si trova anche il suggestivo Belvedere Migliera, a termine dell’omonima via che attraversa a monte il territorio di Anacapri.
Numerose sono poi le chiese, fra cui si distinguono la graziosa S. Michele (1698-1719), detta anche “del Paradiso Terrestre” poiché il pavimento in maiolica ne riproduce alcune scene, con la pianta ottagonale inscritta in croce greca e dei notevoli altari in legno, dipinti ad imitazione del marmo, e la caratteristica S. Sofia, centro religioso e sociale del paese, costruita nel ‘500 ma ampliata e modificata più volte nei secoli successivi con l’aggiunta di cappelle laterali, di un campanile e della notevole facciata settecentesca che da armonia all’intero complesso.
Luogo assai romantico e suggestivo, invece, è quello dove si ergono i ruderi del Castello Barbarossa, sulle rupi a nord-est del paese, che, immerso in una verdeggiante macchia mediterranea, oggi oasi WWF, costituisce la maggiore delle diverse fortificazioni presenti sull’isola e ricorda la più terribile incursione subita, nel 1535, ad opera del corsaro algerino detto “Barbarossa”.
Di non minore interesse è la Villa di Damecuta, costruita probabilmente da Tiberio, le cui parti più significative sono lo spettacolare Belvedere, la Loggia, alla cui estremità era ubicato l’alloggio imperiale, e l’incantevole torre medievale, sotto alla quale sono i resti di un’alcova situata in un incavo roccioso, simile a una grotta, preceduta da un terrazzino sospeso sull’abisso. Ad essa si accedeva per lo più dal mare, anche attraverso la famosissima Grotta Azzurra, un’antica cavità di origine carsica, il cui ingresso è alto soltanto un metro sul livello del mare, non consentendo così l’illuminazione e dando luogo alla spettacolare colorazione azzurra, che ne fa una delle più affascinanti attrazioni dell’isola: la luce penetra infatti per rifrazione attraverso un’ampia apertura sottomarina, creando magici riflessi sulle pareti. Questo luogo meraviglioso era un tempo usato dai Romani come ninfeo, come dimostrano le antiche statue di marmo ritrovate nel fondale, e custodisce i segreti delle molte leggende su di essa raccontate, che contribuiscono ad accrescere l’atmosfera surreale che la pervade. Un ultimo cenno merita Villa San Michele, oggi museo, che il medico svedese Axel Munthe donò al suo paese dopo avervi lungamente lavorato. Essa sorge sul vasto complesso archeologico di Capodimonte ed al suo interno conserva ambienti e reperti d’origine romana, mentre dalla terrazza è possibile godere d’uno spettacolare panorama.


ALLA SCOPERTA DEI PIACERI DELLA GASTRONOMIA CAPRESE
La cucina locale è a base di pesce e verdura, conditi prevalentemente da olio d’oliva ed arricchiti dalla fantasia della gente costiera, che da sempre utilizza i deliziosi prodotti locali per imbandire la tavola in una festa di colori e sapori tali da fare invidia agli impareggiabili panorami che si godono dall’isola. È di rigore, qui, accostare il pomodoro all’aglio e al peperoncino o la pasta agli ortaggi ed al pesce: così è nata la cucina mediterranea, che a Capri viene insaporita dall’uso magistrale e costante di menta, aglio, basilico, prezzemolo, maggiorana, cipolla, origano, ma anche acciughe, capperi, olive, per dare alle pietanze un gusto deciso ed inconfondibile.
La carne rossa non ha mai avuto un posto di rilievo, anche perché eccessivamente cara per le tasche di contadini e pescatori, che preferivano tenere per sé i pesci meno richiesti dal mercato e prepararli in molti modi diversi, quali ad esempio le alici (buonissime fritte) o seppie e calamari, ottimi in umido o ripieni di uva passa e pinoli.  Fra i primi meritano un posto d’onore le linguine al sugo di cernia o di scorfano ed i prelibati vermicelli alla polpa di riccio, ma soprattutto i rinomati ravioli alla caprese, la cui pasta è esclusivamente a base di farina ed acqua, mentre il ripieno è composto da caciotta, uova, parmigiano e maggiorana; il tutto viene poi condito con un sugo di pomodoro passato e basilico, per un risultato finale veramente squisito. Numerose sono poi le minestre, con fresche verdure o con pesce e frutti di mare, che accoppiando i sapori tipici del mondo contadino con quelli del mare ci riportano alla genuinità d’una volta. Preparato in molti modi diversi, è un mollusco a dominare la scena dei secondi, il totano, ottimo ripieno di formaggi misti (caciocavallo, ricotta e caciotta) impastati con le teste dei totani stessi, saltati in padella con aglio e olio ed infine cotti al forno con poco pomodoro. Molti pesci vengono invece semplicemente cotti alla griglia, per coglierne meglio il delicato sapore, oppure al forno, come le orate al vino bianco e limone, e accompagnati unicamente dagli inconfondibili pomodorini del Vesuvio, come nel caso delle aragoste. Ed ancora Capri offre alici marinate agli agrumi, triglie alla marinara con acciughe, gamberetti con la rucola e l’ormai famosa insalata caprese, con mozzarella, pomodoro, basilico e olio di Anacapri. Completano un buon pasto ottimi vini e il profumatissimo liquore di produzione locale, il limoncello, ultimo della lunga serie di piaceri riservati da questa ricca e fertile isola.

 

Registrazione newsletter

Iscriviti per ricevere la nostra newsletter