Mantova

MANTOVA E SABBIONETA. DUE CITTA’, UN SOLO SITO


Mantova e Sabbioneta rappresentano per l’UNESCO la sintesi assoluta delle teorie urbanistiche rinascimentali, improntate alla continua ricerca della forma perfetta da dare alla città. In quest’angolo estremo di Lombardia (a Sud – Est, tra Veneto ed Emilia Romagna), generazioni di Gonzaga si confrontarono con il tema della Città Ideale. I loro ambiziosi sogni di immortalità si concretizzarono in segni di pietra che attraverso i secoli sono arrivati sino a noi suscitando ancora oggi la meraviglia dei visitatori.

 

Mantova dall’alto – ph. Roberto Merlo

 

A Mantova, dal XIV al XVII secolo, l’abitato di antiche origini etrusche venne a più riprese smontato e rimontato: si fatica a immaginare, dove ora si estende la maestosa piazza Sordello, un quartiere denso di case popolari. I signori di Mantova costruirono edifici, modificarono gli assi viari e disegnarono nuove prospettive, seguendo i precetti del più grande architetto e urbanista del XV secolo, Leon Battista Alberti, con un solo obiettivo: realizzare una scenografia adatta alla rappresentazione del proprio potere. Il nucleo è Palazzo Ducale, reggia costruita “a forma di città”, che ospita uno dei più famosi capolavori di Andrea Mantegna: la Camera Picta conosciuta anche come Camera degli Sposi. Attorno si estende Mantova, città costruita “a forma di reggia”. Oltre la terza cerchia di mura, edificato su quella che allora era un’isola, sorge Palazzo Te, destinato all’otium e all’allevamento dei cavalli, luogo di feste e di cocenti passioni. Uno spazio separato in cui tutto poteva succedere, come raccontano ancora oggi gli affreschi sorprendenti di Giulio Romano.

 

Sabbioneta dall’alto – ph. Danilo Malacarne

 

 

A Sabbioneta un unico grande uomo, Vespasiano Gonzaga Colonna, ereditò l’abitato (paludoso e malsano) che nell’arco di circa 30 anni (dal 1556 al 1591) trasformò in uno spazio urbano elegante, razionale e ben organizzato.

 

Statua di Vespasiano – ph. Lara Casali

Come un abile alchimista, Vespasiano seppe manipolare l’argilla fino a farne un centro urbano solido e compatto, che lui, esperto architetto militare, volle rendere inaccessibile ai nemici. Sabbioneta venne progettata come una fortezza, con una spessa cinta muraria a forma di stella, ancora oggi praticamente integra, impenetrabile alla moderna artiglieria, che racchiudeva un labirinto di strade a scarto improvviso (a baionetta), e un intreccio di mura che rallentava l’assalto degli invasori. Forse per questo, non trovando l’uscita, il tempo qui si è fermato, lasciandoci una città sospesa, con i palazzi e le atmosfere ancora intatti: l’interminabile Galleria degli Antichi, il raffinato Teatro all’Antica, progettato da Vincenzo Scamozzi, il massiccio Palazzo Ducale, dove ancora oggi domina con gesto imperioso e benedicente l’immagine del suo fondatore.

Le due città sono ricche di gioielli architettonici che rappresentano la cultura del Rinascimento, e regalano scorci che rievocano un passato glorioso popolato di artisti, intellettuali, architetti, condottieri, dame e cavalieri, mercanti e artigiani. Visitando le sale affrescate ed esplorando gli angoli meno frequentati, basta un piccolo sforzo di fantasia per sentirsi immediatamente immersi in quell’epoca di grandi imprese e ambizioni.

Oggi però Mantova e Sabbioneta si confrontano anche con il futuro.  A Mantova l’architetto Joseph Grima ha realizzato l’Arcipelago di Ocno, una piattaforma galleggiante che reinterpreta il rapporto con l’acqua, elemento distintivo della città. Posto sulla superficie del Lago di Mezzo, qui è possibile partecipare a sedute di yoga, assistere a concerti, contemplare il cielo estivo stellato da una visuale del tutto inedita.

 

L’arcipelago di Ocno, Lago di Mezzo – Mantova – ph. Nicola Biasiolli

 

A Sabbioneta le sale di Palazzo Ducale si aprono sempre più a esposizioni di arte contemporanea di respiro internazionale, mentre il Teatro all’Antica diventa prestigiosa e suggestiva sede di convegni e cicli di conferenze con relatori di fama.

Anche se distanti quasi quaranta km, Mantova e Sabbioneta rappresentano un unicum imprescindibile, due realtà diverse ma complementari, poste nel centro della Pianura Padana, immerse in un avvicendarsi di campagne coltivate, aree golenali, riserve naturalistiche. E’ qui che si snoda la ciclovia Mantova – Sabbioneta un itinerario percorribile in bici, lungo circa 50 km, che, attraversando paesi di campagna, imponenti manufatti idraulici, piccole pievi rurali, collega i due centri storici e si inserisce nelle due più importanti arterie ciclabili d’Europa: l’Eurovelo 7 (da Capo Nord a Malta) e l’Eurovelo 8 (dalla Spagna alla Grecia).

 

Il ponte di barche di Torre d’Oglio, uno dei più suggestivi passaggi della ciclovia Mantova e Sabbioneta – ph. Mariangela Busi

 

Per i turisti è stata realizzata la Mantova e Sabbioneta Card: una tessera del costo di 20 Euro, valida 72 ore, che consente di visitare, con una formula estremamente vantaggiosa, i principali musei e monumenti del sito e utilizzare il collegamento bus tra le due città. Vale davvero la pena passare un fine settimana a Mantova e Sabbioneta, i due centri storici che l’UNESCO ha definito “la rappresentazione delle due principali forme urbanistiche del Rinascimento: la città che si trasforma e la città di nuova fondazione”!

Per scoprire di più sul sito e sul territorio:

www.mantovasabbioneta-unesco.it

www.turismo.mantova.it

 

 Mantova e Sabbioneta Patrimonio Mondiale

 Mantova Città d’Arte e di Cultura

 Visit Sabbioneta

 

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