Livorno

Livorno e dintorni

Livorno sorge su un’area posta a sud della foce dell’Arno e si estende sulla bassa e rocciosa costa tirrenica. La sua provincia, che si estende fino a Piombino e all’Isola d’Elba, prende il nome di Riviera degli Etruschi, che qui dimorarono. Le spiagge e la verde macchia mediterranea, a sud di Livorno, sono scenari poco intaccati dalla presenza dell’uomo e conservano ancora oasi protette.

Livorno è per certi aspetti una città decisamente strana nell’ambito della colta toscana. E’ una città che trova le sue radici nella storia, quando nel 1421 la famiglia de’Medici di Firenze la trasformò da piccolo villaggio in uno dei più importanti porti del Mediterraneo.
Ma oggi, dopo la guerra, il fascino di Livorno non risiede più soltanto nei pochi ma pregevoli resti medicei, ma soprattutto nei suoi colori, nel clima dolce e mite tutto l’anno, nella sua allegra confusione e particolarmente nei suoi odori. Per gli amanti del mare di scoglio, Livorno significa profumo di mare.
Già dal 1577, quando venne fondata la Città Nova, progettata dal Buontalenti che tracciò il nuovo perimetro a forma di pentagono, numerose comunità straniere affluirono in questo luogo libero e moderno, che con gli anni ha sempre mantenuto questa sua prerogativa. Nei secoli a Livorno si sono stabiliti ebrei sefarditi, greci ortodossi, armeni, olandesi, inglesi, francesi i quali, senza ghetti, hanno potuto vivere nel pieno rispetto delle proprie ed altrui convinzioni religiose e politiche.

Uno dei luoghi più caratteristici della città è la Venezia, un quartiere in stile barocco attraversato dai Fossi, canali che la percorrono e ne ricordano la somiglianza con la famosa città veneta. E’ in questi canali che nacque la famosa beffa delle “teste di Modigliani”che esprime al meglio da un lato l’estrosità dei livornesi e dall’altro il loro spiccato senso per lo scherzo.
La Venezia è strutturata come un’isola percorsa da ponti e canali e fu ideata come quartiere commerciale per attività di carico e scarico di merci provenienti dal porto.
In questo quartiere si svolgono periodicamente manifestazioni e mercati antiquari, tra i quali vale la pena ricordare Effetto Venezia che per dieci giorni, alla fine di luglio, anima la zona con spettacoli, rappresentazioni teatrali, concerti e mercati. In queste giornate è possibile visitare i fossi Medicei con un caratteristico battello che consente una suggestiva visione di Livorno dall’acqua.
Durante questa navigazione passerete vicino alla Fortezza Vecchia preziosa e bellissima fortificazione a tre vertici, costruita nel ‘500 a guardia della cittadina, su progetto del celebre Antonio da San Gallo. Al suo interno sono da notare i resti del Mastio di Matilde di Canossa (sec. (XI), il Torrione pisano (1241) e la Rocca del 1377. Nell’antistante Piazza Micheli sorge il monumento simbolo di Livorno: i quattro mori, eretto dal Granduca Ferdinando I e realizzato da Pietro Tacca nel 1626.
Merita una menzione anche la Torre del Marzocco, la cui costruzione sembra risalire alla prima metà del 400 per opera della Repubblica Fiorentina.
Nelle vie del centro rimangono alcuni pregevoli palazzi ottocenteschi ma purtroppo buona parte della città antica venne rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale.
Per gli amanti delle cose un po’ stravaganti o militaresche, una tappa d’obbligo nel centro sarà il famoso “Mercatino Americano”, situato in Piazza XX Settembre. Questo mercato attinge le proprie merci dalla vicina base americana di Camp Darby a Tirrenia, e spesso è possibile trovarvi prodotti, introvabili in Italia.

Dal Porto, dove se possibile, è interessante visitare la sede dell’attuale Yacht Club ricavata da un edificio mediceo pregevolmente e fedelmente ristrutturato negli anni 70 dall’architetto Spadolini, ci si incammina verso il lungomare.
Questa zona si estende per diversi chilometri ed è quella che fece la fortuna della città nel corso del XIX secolo, quando Livorno si affermò come primo centro balneare della Toscana e fu meta di attrazione per le vacanze di intellettuali, artisti e nobiltà.
Lungo l’ottocentesca promenade (oggi Viale Italia), palazzi ottocenteschi, stabilimenti balneari resi famosi dalle commedie del Goldoni e dai dipinti del Fattori si fondono con il complesso novecentesco dell’Acquario e della Terrazza Mascagni, oggi completamente ristrutturata e riportata ai suoi antichi splendori.
Nell’interno, a pochi passi dal viale a mare la splendida ottocentesca Villa Mimbelli ospita il Museo Fattori, dove oltre ad essere conservate numerose opere del famoso pittore livornese, spesso vengono organizzate mostre di importanza e levatura nazionale.
Tornando alla Terrazza Mascagni, con un unico sguardo si abbracciano il porto, la storica Torre della Meloria, la Gorgona, la Capraia e l’Accademia Navale, fondata nel 1881 e tutt’oggi simbolo del profondo legame di Livorno con il mare.
Per gli amanti dello sport, in queste acque la prima domenica di luglio si disputa il Palio Marinaro, antica gara remiera organizzata fra i vari rioni fin dalle origini della città. Dal 25 aprile al primo maggio la città invece si veste a festa per ospitare il Trofeo Velico Accademia Navale, che giunto al suo diciottesimo appuntamento, raduna barche ed equipaggi tra i più importanti del Mediterraneo.

Proseguendo la passeggiata si giunge ad Ardenza, dove i granducali “Casini”, tredici palazzine a semicerchio realizzate su disegno dell’architetto Cappellini, testimoniano le tradizioni turistiche della città.
La strada litoranea torna poi a salire lungo il “Romito” una scogliera di pietra rosata di rara bellezza da cui si accede ad un mare particolarmente limpido ed indicato per la pratica degli sport subacquei.
Prima però di lasciare Livorno per avviarsi sui passi della storia della Riviera degli Etruschi una tappa d’obbligo è il Santuario di Montenero, sulla collina che sorge alle spalle della città. Il Santuario si può raggiungere anche con la funicolare, con partenza da Piazza delle Carrozze. Dal Piazzale antistante il Santuario si gode di un panorama veramente unico e all’interno della Chiesa vi è una raccolta di particolarissimi ex voto che nel corso dei secoli sono stati portati prevalentemente dai marinai e dai loro familiari per chiedere la grazia e la protezione della Vergine, dal mare.

Imboccando nuovamente la litoranea ecco Quercianella, immersa nel verde delle pinete della macchia mediterranea, tra i profumi e i colori di tamerici, lecci, oleandri e ginestre, e Castiglioncello, nota località di villeggiatura ricca di storia e cultura, che affonda le sue radici nell’epoca etrusca, anche se la sua fama è strettamente legata all’arte figurativa italiana del secolo scorso. E’ qui, infatti, che sul finire del 1800, si riunivano grandi pittori come Fattori, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati ed altri, che nel silenzio della campagna ed in armonia con la natura, diedero vita alla nuova corrente pittorica della Macchia.
A Castiglioncello, per gli amanti del pesce, la prima domenica di giugno, si svolge la festa del pesce dove ci si riunisce intorno ad una gigantesca padella per gustare pesce fritto appena pescato.

Verso gli Etruschi
Percorrendo le antiche vie romane dell’Aurelia e dell’Emilia, che ancora oggi collegano i nove comuni della Provincia, è possibile seguire le tracce dei primi grandi popoli che hanno vissuto in questi luoghi: dalla civiltà villanoviana a quella etrusca e romana, attraverso un percorso archeologico che passando da Rosignano, Cecina, Bibbona, giunge fino a Campiglia Marittima e poi a Baratti e Populonia.

Rosignano Marittimo
Rosignano sorge in posizione panoramica sulle verdi colline interne, a pochi passi dal mare e per le sue origini etrusche e romane del suo primo nucleo abitativo, offre interessanti spunti ai cultori della storia antica.
In epoca medievale il paese divenne un castello fortificato, dominato prima da Pisa e poi dai Conti della Gherardesca. In seguito, con il Granducato Mediceo, fu ampliato. Il Castello di Rosignano, di aspetto mediceo, ma del IX secolo, ospita oggi la sede del Museo Civico Archeologico, allestito nel Palazzo Bombardieri.

Cecina
Il territorio comunale di Cecina si estende in una dolce pianura attraversata dall’ultimo tratto del fiume omonimo e lungo una decina di chilometri di costa. La sua posizione privilegiata la rende meta turistica conosciuta in tutta Europa. Di origine etrusca e poi romana, verso la fine del ‘500 fu di proprietà dei Medici che vi costruirono un porto ed una ferriera, chiamata Magona, per la produzione della ghisa, utilizzando la materia prima proveniente dall’isola d’Elba.

Bibbona

Situata nella Val di Cecina, Bibbona fonde i due paesaggi tipici della Toscana marittima, quello collinare e quello della pianura litoranea.
Bibbona apre le porte alla Maremma con le sue colline ed il folto bosco della Magona. Per chi ama immergersi nella natura-cultura, non potrà mancare una passeggiata nel Parco della Magona, all’interno del quale, in estate, è possibile effettuare piacevoli passeggiate e percorsi trekking con visite guidate.

San Vincenzo
Graziosa stazione balneare, San Vincenzo ha una larga e lunga spiaggia su cui sorge una bella torre pisana del 1300.
La sua vicinanza con altre località di interesse storico come Sassetta, Suvereto, Bolgheri, ma anche Volterra e Siena, offre opportunità di escursioni e visite, mentre per gli amanti della natura il Parco di Ripigliano invita a lunghe passeggiate nel verde. Il vicino complesso delle Terme di Caldana è ideale per la cura del corpo e dello spirito.

Piombino
Patria storica del Regno Etrusco e città-fabbrica, questo centro sorge sull’omonimo promontorio che si affaccia sull’arcipelago toscano. La storia urbanistica di Piombino, riveste particolare importanza perché legata alla presenza del grande Leonardo da Vinci, che vi si recò elaborando studi e progetti, di cui sono rimasti alcuni schizzi e disegni nei suoi antichi manoscritti. La testimonianza più antica della cinta muraria di Piombino è il Torrione, del 1212 e merita una visita l’Abbazia di San Antimo, del 1337, costruita sulle rovine di una precedente chiesa romanica, conserva al suo interno un originale Chiostro del 1470 realizzato da Andrea Guardi.

Populonia e i Parchi della Val di Cornia
Poco distante da Piombino, incontriamo Baratti antico porto etrusco e poi romano che nell’antichità fu importante centro per la lavorazione ed il commercio del ferro dell’isola d’Elba.
Intorno alla rada si sviluppa la Necropoli Etrusca di Populonia, con sepolture avvenute dal IX al III a.c. Dal Golfo si sale al paese di Populonia, antico borgo racchiuso tra mura del 1300 e da cui si gode un meraviglioso panorama dell’arcipelago toscano.
I parchi archeologici di Baratti e Populonia, fanno parte dei sei parchi della Val di Cornia che comprendono quello di Sterpaia e Ripigliano, quello archeominerario di San Silvestro, quello di Montioni e quello di Poggio Neri. Nei mesi di luglio e agosto, il Parco archeologico di Baratti e Populonia propone un’apertura notturna fino alle 23, con attività di lavorazione di ceramica ed osservazione delle stelle.

Alla scoperta dei buoni sapori della tavola
Miscuglio di sapori di mare e di terra, tradizioni portate da popoli lontani attraverso il suo porto: queste le peculiarità della cucina livornese.
Piatto forte di questa cucina, conosciuto in tutta Italia, è il Cacciucco, sorta di zuppa di pesce di taglia piccola, con un bel sugo tirato e saporito su una base di pane abbrustolito. Gli esperti sostengono che il Cacciucco sia oltre al miscuglio di ingredienti diversi, anche quello di ricette diverse provenienti da tutte le parti del mondo, come accade nei porti di mare. Al Cacciucco, si affiancano poi le triglie alla livornese ed il baccalà o lo stoccafisso caratterizzati dalla preponderanza di pomodoro.
Per la merenda, una golosità da non perdere è la Cecina, ovvero la torta di ceci, a Livorno anche chiamata 5e5, perché un tempo si pagava 5 lire per la torta e 5 lire per la focaccia che la racchiude.
Per concludere degnamente una cena alla livornese non potrà infine mancare un Ponce alla livornese, cocktail di caffè e rhum preparato nel modo più tradizionale dallo storico bar livornese Civili.

Cacciucco alla livornese
Pulire bene tutti i pesci di taglia piccola (scorfano, gallinella, tracina, palombetto). Il palombetto va spellato e tagliato a tronchetti di 6/7 centimetri. Pulire e tagliare a piccoli pezzi anche del polpo e delle seppie. Far rosolare aglio, salvia e peperoncino in mezzo bicchiere d’olio d’oliva. Appena l’aglio comincia a rosolare bagnare con il vino e quando sarà evaporato mettere nella pentola i polpi e le seppie. Dopo pochi minuti aggiungere i pomodori, salare poco e continuare a cuocere per un altro quarto d’ora. Unire infine gli altri pesci e le cicale e proseguire la cottura per venti minuti. Le teste dei pesci, cotte con gli odori, vanno passate e versate nella casseruola. Servire su fette di pane abbrustolite e agliate. Accompagnare il piatto con un vino rosso giovane.

Terre del Sassicaia
La storia dei vini della Costa degli Etruschi comincia nel 1970, quando entra in commercio il Sassicaia, ormai divenuto uno dei miti dell’enologia mondiale. Ma in questa zona, vi è stato addirittura il riconoscimento di tre zone Doc: Montescudaio, Bolgheri e Val di Cornia. Territorio piccolo, ma grandi vini. Nella zona di Montescudaio trionfano i vini tradizionali quali trebbiano, vermentino e malvasia per i bianchi, e ovviamente sangiovese per i rossi. A Bolgheri, dove alle uve nostrali si affiancano quelle importate si producono sauvignon, cabernet franc e merlot. Questa è le sottozona del Sassicaia. Infine nella Val di Cornia troviamo, oltre al tipico Sangiovese, Pinot bianco, grigio e curiosità quali l’ansonica e il biancone di Portoferraio. Questa è l’unica delle tre zone Doc a prevedere per il rosso anche la tipologia” riserva” con un invecchiamento minimo di tre anni.

 

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