Puglia e archeologia

Tesori archeologici

Omnis Apulia divisa est in partes tres”, così scriveva Giulio Cesare, riferendosi a tre distinte regioni della Puglia: la Daunia al nord, la Messapia al sud, la Peucezia al centro. Quest’ultima coincideva grossomodo con la “Terra di Bari”, ed era abitata da un popolo leggendario dalle origini oscure, i Peucezi, che con i loro insediamenti e i loro apporti in ambito artistico e culturale, costituirono il “sostrato archeologico” originario su cui si andarono a sovrapporre i segni del passaggio di tutte le popolazioni che dominarono la Puglia nel corso dei secoli, dai romani ai longobardi, dagli arabi ai bizantini, dai normanni agli svevi, dagli angioini agli aragonesi.

Avvicendamenti e culture raccontate dai ben 15 Musei storico-archeologici presenti sul territorio della provincia di Bari e di Andria/Barletta/Trani, e da altrettanti itinerari “all’aperto”.
Il primo itinerario parte da Bari, città che in epoca romana vide crescere enormemente il proprio prestigio, grazie al porto e alla posizione geografica privilegiata e alla confluenza tra Oriente e Occidente. Proprio a Bari, nel Monastero di S. Scolastica e soprattutto in quello di S. Francesco della Scarpa, sono venute alla luce alcune strutture abitative unitamente a un ricco corredo di oggetti di uso comune risalenti alla fase repubblicana ed imperiale, mentre resti di un pavimento musivo di una domus di età severiana sono stati rinvenuti sotto la Cattedrale. Molti invece gli elementi architettonici “reimpiegati” (greci, ma soprattutto romani e bizantini) in epoca medievale nella costruzione di alcune chiese romaniche, di cui non si conoscono i contesti originari: capitelli, colonne, mensole e trabezioni databili tra il IV e il VI secolo, nella Basilica di S. Nicola; colonne e capitelli romani e  bizantini nella Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio e in quella di San Gregorio; basi decorate, cornici, portali, mensole e capitelli (IV-VI sec.) nella Cattedrale.        
Nella Molfetta “parva sed elegans”, la principale attrattiva è costituita dal “Parco Archeologico del Pulo”, una stazione di grotte abitata dal neolitico (VI-IV millennio a.C.) fino all’età del bronzo recente (XIII-XII sec. a.C.). Reperti provenienti dal Pulo, dalle città limitrofe di Terlizzi, Bisceglie, Ruvo, Canosa ed Egnazia, dal Salento e dalla Daunia (vasi apuli a figure rosse, terracotte, monete, armi, bronzi, anfore da trasporto ripescate dai fondali antistanti il porto) sono custoditi nel Palazzo del Seminario Regionale Pugliese.
A Bisceglie, si può seguire un itinerario a sé stante degli almeno quattro “Dolmen” rinvenuti: il Dolmen Frisari, quello Albarosa  e quello dei Paladini, mentre il più famoso resta quello della Chianca, risalente all’età del bronzo recente, intorno al XIII-XII secolo a.C.
Da non perdere il suggestivo e remoto complesso rupestre delle Grotte di Santa Croce, risalenti all’età del paleolitico medio (90.000-40.000 anni fa), i cui resti, insieme al materiale archeologico proveniente dalle altre aree preistoriche del territorio (dolmen, Cave Mastrodonato), sono custoditi nel Museo Archeologico.
A Trani, sono state scoperte tracce della dominazione longobarda nella Chiesa di San Martino, nel Soccorpo di Santa Maria Cattedrale -dove viene conservato il Sacello Martyrium di San Leucio, protovescovo di Brindisi- e nel Museo Diocesano dove sono custodite lastre del VI-VII secolo. Singolari testimonianze di una colonia ebraica sono state rinvenute in alcune vie del centro storico (la Giudea, Schola Nova, Sinagoga), e nella Sinagoga medievale dell’XI-XIII secolo.
Barletta si distingue per le sue rilevanti evidenze archeologiche, esposte nel Museo Civico Archeologico, ospitato dal Castello di Carlo V, dove si potranno ammirare i corredi di sepolture dei villaggi rinvenuti nel 1870. Vicino all Chiesa del Santo Sepolcro troviamo il “Colosso”, un'imponente statua bronzea risalente all’età tardo-imperiale e raffigurante un Imperatore trionfante in abbigliamento militare, identificato con l’imperatore Eraclio. Nella vicina Canne della Battaglia, si trovano i resti della Cittadella, tra cui alcune abitazioni, fattorie e ville romane, oltre al complesso religioso comprendente tre Edifici di culto e il Sarcofago che conteneva le spoglie di S. Ruggero. Nei pressi del complesso religioso c'è l’area ove si svolse la famosa battaglia.
Ultima tappa di questo primo itinerario è Monopoli, centro storico d'impronta medievale, rinascimentale e barocca. Scavi eseguiti nel soccorpo della Cattedrale hanno portato alla luce una stratificazione databile tra il V secolo a.C. e l’Alto medioevo e i resti della Chiesa preromanica, oltre ad una “trozzella” bronzea assai rara. Merita una visita la Villa Meo Evoli, una vera oasi di cultura dove poter ammirare una scelta Collezione archeologica di ceramiche attiche, apule, lucane e campane a figure rosse, di vasi corinzi e una bellissima galleria di ritratti ellenistico-romani. I viali della Villa ospitano inoltre statue ed elementi architettonici intrecciati alle edere del giardino.

Un secondo itinerario lungo la Via Traiana, la strada voluta nel 109 a.C. dall’imperatore Traiano come variante dell’antica via Appia, si snoda attraverso i comuni di Bitonto, Ruvo, Canosa, Altamura e Gravina.
A Bitonto, si può ammirare una piccola collezione di crateri, brocche, coppe, olle databili tra il IV e il III sec. a.C. esposte nel Museo Civico E. Rogadeo. Altra attrattiva è il bellissimo mosaico pavimentale policromo dell’XI-XII sec. raffigurante un Grifo, scoperto nella Basilica paleocristiana del V-VI sec. rinvenuta sotto la Cattedrale.
Ruvo rappresenta una delle stazioni archeologiche più importanti della Puglia, rinomata in particolare per i “favolosi vasi” e per tutti gli altri reperti divenuti oggetto di una raffinata collezione, messa insieme dai fratelli Giulio e Giovanni Iatta tra il 1820 e il 1835 e ospitata dal Museo Archeologico Nazionale. Uno spaccato della città antica dall’età del ferro (V-VI sec.) all’età romana e altomedievale, può essere ammirato sotto la Cattedrale. Sotto la Chiesa del Purgatorio si può invece visitare la “Grotta di San Cleto”, una cisterna appartenente ad un complesso termale risalente alla metà del II sec. d.C..
Canosa, la capitale della regione per almeno otto secoli, nonché un importante centro di cultura e arte, presenta un percorso archeologico molto interessante: cinque basiliche (tra cui quella paleocristiana di S. Leucio del V-VI sec.), due Templi antichi (tra cui il Tempio romano di Giove Toro del II sec. d.C.), e in territorio extraurbano l’Arco di Terenzio e il Ponte sull’Ofanto, capolavoro dell’ingegneria romana. Da visitare inoltre la Cattedrale e il Battistero di S. Giovanni, con la sua complessa pianta dodecagonale, e il Museo Civico Archeologico, presso la Fondazione di Palazzo Sinisi.
Ad Altamura, il luogo più suggestivo è rappresentato dal Pulo, una stazione cavernicola di pastori nomadi transumanti risalente al neolitico. In località “La Croce” si possono osservare resti di villaggi dell’età del ferro (IX-VIII sec. a.C.). Da visitare la “Tomba degli Ori”, risalente al II sec.a.C., intitolata ad una fanciulla anonima sepolta con tutto il suo raffinato corredo, e i resti delle due grandi Muraglie megalitiche del IV sec.a.C.. La maggior parte dei reperti rinvenuti nella zona sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale.
A Gravina troviamo l’Habitat rupestre del rione “Fondovico” e della “gravina di Padreterno” con la Chiesa di San Michele, di Santa Maria degli Angeli, di Santa Maria della Stella e la Cripta di San Vito Vecchio. Vicino la suggestiva area archeologica sull’altura di Botromagno, un agglomerato protourbano ascrivibile al VII sec a.C. Il Museo Pomarici-Santomasi è un’illustre istituzione culturale che raccoglie varie collezioni del patrimonio archeologico e artistico cittadino.

Il terzo itinerario archeologico consigliato percorre la via per Taranto, toccando i comuni di Rutigliano, Conversano, Gioia del Colle e Noci.
Rutigliano costituisce la località ideale per approfondire la conoscenza del mitico popolo dei Peucezi, il cui retaggio storico-culturale può essere ammirato nelle sale del Museo Archeologico che conserva i reperti rinvenuti.
Conversano, tipica città medievale arroccata su un colle, presenta un’area di grande interesse archeologico immersa in una secolare vegetazione, quella del Castiglione, comprendente il Casale, la Torre quadrangolare e i “Laghi” di Conversano, conche di origine carsica con cisterne adibite alla conservazione dell’acqua.
Gioia del Colle è rinomata per il suo Parco di Monte Sannace, un’area archeologica di eccezionale portata, comprendente l’Acropoli, i resti della Chiesa medievale di Sant’Angelo, la zona degli Edifici pubblici e le Tombe monumentali. Il Museo Archeologico sito nel castello federiciano, consente di approfondire la conoscenza della storia di Monte Sannace attraverso i materiali e i corredi funerari rinvenuti.
Infine, a circa 8 Km dalla località di Noci, al centro di un villaggio medievale abbandonato, si può visitare la Chiesa preromanica di Santa Maria di Barsento, eretta dai monaci romani nel 591 con il contributo economico dei genitori di papa Gregorio Magno.

Un aspetto interessante di questi percorsi storici è che vengono spesso a sovrapporsi o addirittura a coincidere con gli itinerari enogastronomici delle Strade dell’olio e del vino, create per consentire al visitatore una fruizione territoriale più completa, comprensiva anche dei prodotti agroalimentari tipici della regione, tra i quali possiamo citare il Pane di Altamura e il formaggio Canestrato pugliese prodotto nella zona di Corato. In particolare, in provincia di Bari, esistono attualmente tre Strade dell’Olio extra vergine di oliva DOP Terra di Bari, e tre Strade del Vino, intessute di aziende vinicole, cantine aperte ed enoteche: la Strada degli Antichi Vini Rossi (itinerario turistico di Canne della Battaglia, Valle dell’Ofanto, città di Barletta e Canosa), la Strada del Vino Castel del Monte (Trani, Ruvo, Bitonto, Castel del Monte) e la Strada dei Vini della Murgia Carsica (Altamura, Conversano, Gioia del Colle, Gravina, Rutigliano, Cassano Murge, Castellana Grotte).

 

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