Assisi

La città di San Francesco

Nel cuore dell’Umbria, alle pendici del monte Subasio, sorge Assisi. La collina su cui la cittadina si distende è felicemente esposta verso il sole, e la luce che si rifrange sulle terrazze digradanti sulla valle umbra, rende da sempre indimenticabili le albe e i tramonti di Assisi, che restituiscono al monte, alle case e alle chiese il naturale colore rosa della pietra.

In questo paesaggio elegiaco e luminoso, la natura, l’arte e la spiritualità sembrano parlare un linguaggio universale che invita alla meditazione e al raccoglimento. I ricordi e le suggestioni francescane sembrano sprigionare da ogni dove, ma in primo luogo catturano lo sguardo, che si posa sullo svettante profilo della Basilica, costruita per accogliere le spoglie del Santo.
Poi le chiese, i campanili, le mura trecentesche, le case e i vicoli, dove ha avuto luogo la parabola esistenziale e religiosa dell’uomo che parlò agli uccelli, atto nel quale ce lo consegna eternamente l’iconografia tradizionale.
Francesco nacque ad Assisi nel 1182 da una delle famiglie più in vista della città. Il padre Pietro Bernardone era un ricco mercante di spezie e stoffe, fiorente attività a cui cercò al più presto di avviare il figlio. Ma dopo una fanciullezza spensierata e mondana, Francesco partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, da cui tornò malato e debole a causa di un lungo periodo di prigionia. Questa esperienza parve segnarlo non solo fisicamente ma anche moralmente e da allora cominciò a dedicarsi a opere di carità tra i lebbrosi e al restauro di edifici sacri in rovina, come la Chiesa di S. Damiano.

Questi cambiamenti nella personalità e queste stranezze provocarono la reazione forte del padre che lo diseredò. Si rese addirittura necessario l’intervento del vescovo di Assisi, dinanzi al quale Francesco rinunciò a tutti i suoi beni paterni. Da quel momento, cominciarono ad affiancarglisi i primi seguaci, che come Francesco si vestivano di un semplice saio e di stracci.
Nel 1210 Papa Innocenzo III riconobbe ufficialmente la nascita dell’Ordine dei Frati Minori e approvò la Regola. Francesco prese a viaggiare e a predicare incessantemente in Italia, in Egitto, in Marocco, in Terra Santa, tentando in ogni luogo di fare proseliti. Nel 1224, sul monte della Verna su cui si era ritirato, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza, ricevette le stimmate. Ormai stanco, ammalato e quasi totalmente cieco, trovò ancora la forza di comporre il Cantico delle Creature. Morì il 3 ottobre del 1226 alla Porziuncola in Santa Maria degli Angeli, dove aveva chiesto di essere portato sentendosi vicino alla fine. Due anni dopo papa Gregorio IX lo dichiarò Santo.
Il ricordo di questa toccante e profonda vicenda tra l’umano e il divino, accompagna da sempre i pellegrini, i devoti e i semplici turisti che si accostano alla città di Assisi, scrigno di religiosità e bellezze naturali, ma anche di preziosi tesori d’arte e di storia.

Ricordiamo che Assisi, con il suo Centro Storico, la Basilica del Santo e gli altri Siti Francescani fa parte della Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, con la motivazione che Assisi “costituisce un esempio unico di continuità storica di una città con il suo paesaggio culturale e l’insieme del sistema territoriale” e che i suoi luoghi sono origine del “movimento francescano che ha portato nel mondo un messaggio universale di pace e tolleranza”.
  
L’itinerario di visita suggerito non può non partire proprio dal celeberrimo complesso basilicale, formato da due chiese sovrapposte: l’Inferiore e la Superiore. La prima Basilica e anche la più antica, è in stile romanico lombardo con una sola navata. La sua costruzione cominciò due anni dopo la morte del Santo, la cui salma è oggi custodita dalla piccola cripta, che sui lati conserva anche i corpi dei quattro seguaci più devoti. Splendidi affreschi attribuiti a Giotto, Cimabue e alla loro scuola decorano l’interno. La Basilica Superiore in stile gotico venne invece edificata sulla preesistente nel 1239 e collegata all’Inferiore mediante una scala. Fu concepita come un luogo di raduni e riunioni ufficiali ed è in grado di ospitare su uno speciale trono riservato anche il Papa. Venne affrescata prima da Cimabue e poi da Giotto, che iniziò qui il grande ciclo pittorico delle “Storie di San Francesco”.  

L’Abbazia di San Pietro del XXII secolo presenta una splendida facciata romanica con tre rosoni in corrispondenza con i tre portali, e un interno molto austero, dovuto a un recente restauro che ha eliminato gli altari barocchi.
Proseguendo nel percorso, in Piazza del Comune si trova un altro monumento “Unesco”: il basamento del Tempio romano di Minerva risalente al I sec. a.C., affiancato dalla Torre del Popolo e di fronte al palazzo Comunale. Sotto Piazza del Comune si distende un’altra testimonianza dell’età romana: il foro, di cui si conservano la pavimentazione, la piattaforma del tribunale e le scale per salire al Tempio.

La Basilica di Santa Chiara edificata tra il 1257 e il 1265 su disegno di Filippo da Campello con la tipica facciata a capanna e la navata unica del modello francescano, custodisce il crocifisso che parlò a Francesco chiedendogli di riparare “la sua dimora in rovina”. Francesco vendette le stoffe della bottega paterna e portò al sacerdote di San Damiano il denaro necessario al restauro della Chiesa. Questa fu l’azione che provocò la definitiva rottura di Francesco col padre Bernardone. Il corpo della Santa che aveva fondato l’Ordine delle Povere Dame di San Damiano (Clarisse dopo la sua morte) e che si era presa cura di Francesco prima della sua morte, è custodito nella cripta.

La Cattedrale di San Rufino fu fatta costruire dal vescovo Ugone in seguito a un evento miracoloso, per trasferirvi le reliquie del vescovo Rufino. Di questa originaria struttura restano una bellissima cripta decorata da affreschi e la torre campanaria. La facciata è uno splendido esempio di stile romanico umbro, mentre l’interno fu totalmente rinnovato dall’architetto perugino Galeazzo Alessi che gli conferì un aspetto classicheggiante. Qui si trova il fonte dove furono battezzati S. Francesco, Santa Chiara e Federico II.   
Dopo aver visitato la Chiesa Nuova, sorta presumibilmente laddove sorgeva la casa paterna di S. Francesco, e la Chiesa di S. Maria Maggiore con la caratteristica facciata a capanna, l’itinerario “dentro le mura” termina con la Rocca Maggiore,  una struttura risalente in gran parte al XIV secolo che dall’alto del colle domina tutto il panorama.

Altri quattro suggestivi Siti Francescani attendono il visitatore “fuori dalle mura”. La Basilica di S. Maria degli Angeli eretta tra il 1565 e il 1685 ancora una volta su progetto di Galeazzo Alessi, racchiude al suo interno la chiesetta della Porziuncola, toponimo che sta per “porzioncella”, con riferimento al piccolo appezzamento di terreno che i monaci Benedettini concessero in uso a S. Francesco e i suoi primi seguaci, i quali si dedicarono al restauro della semplice cappella.
Nei pressi della Porziuncola, si trova anche la cosidetta Cappella del Transito, dove il Poverello morì. Dalla Basilica si può raggiungere anche il famoso Roseto senza spine e la Cappella delle Rose. Uno dei luoghi dove Francesco amava rifugiarsi in preghiera era l’Eremo delle Carceri, un’oasi di pace e silenzio immersa nella selva del Subasio, in cui venne successivamente costruito un piccolo convento, poi ampliato. La Chiesa di S. Damiano fu il luogo della conversione di Francesco e la dimora di S. Chiara e delle sue sorelle, mentre il Santuario neogotico di Rivotorto, circondato da lecci secolari, conserva ancora il “Tugurio”, un capanno abbandonato ricoperto di frasche scelto da S. Francesco come dimora quando decise di abbandonare la vita agiata e spensierata per vivere in povertà e “somma umilitate”.  

 

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