Forlì-Cesena

Forlì

Il suo antico nome romano era “Forum Livii”, da cui, attraverso i secoli e le genti, è derivato il nome attuale di Forlì. Attraverso epoche, albe e tramonti, questa incantevole località ha vissuto vicende di un passato indomabile e ricco di storia.
Molte dominazioni accomunarono il suo divenire a quello di numerose altre città, ma nessuna riuscì a domarla, tanto che Forlì può vantare di essere già stata repubblica intorno all’anno mille.

I Forlivesi, videro lo sguardo sicuro di Federico II di Svevia, conobbero Guido da Montefeltro, celebre personaggio storico, uomo di cultura e condottiero, che rivestì importanti cariche politiche; la città fu inoltre retta dall’intrepida Caterina Sforza e da quel celebre Cesare della discussa famiglia Borgia, sempre attorniata da una nebbia sottile di mistero e di inquietudine.
Tracce, frammenti di storia, brandelli silenziosi di un passato che si può ancora leggere. Lo si capisce osservando il monumento ad Aurelio Saffi, personaggio politico durante la Repubblica Romana del 1849, a cui sono dedicati una piazza nel centro della città ed un monumento. Forlì, forse ancor più di altre città, probabilmente anche per la sua struttura raccolta, insegna la storia dei suoi personaggi attraverso le piazze, ampie e solari, che si aprono sulle strade. Così si corre per Via Caterina Sforza, Piazza Oderlaffi, Corso Mazzini, e si impara, si sogna.

Si scopre che anche un fascino discreto e raccolto come quello di Forlì può regalare sorprese inaspettate. La delicata Ebe del Canova, lo scultore di Possagno le cui opere sono sparse per tutto il mondo, è qui presente alla Pinacoteca in una delle sue versioni, bellissima mentre incede come se camminasse su una nuvola, con il suo calice dorato. Di marmo, ma mai stata così viva, proprio lei il cui nome significa in greco antico “Alba”. Non ci potrebbe essere dunque migliore accoglienza di questa per introdurci alla Pinacoteca dove si possono ammirare anche opere dei celebri pittori italiani Beato Angelico e Guercino, mentre per chi preferisce l’arte più recente, la sezione contemporanea della Collezione Verrocchi soddisferà anche i più esigenti.

Ma le opere d’arte a Forlì non si nascondono solamente nei musei; per il suo passato infatti, Forlì costituisce un prezioso gioiello di arte e di storia. La Basilica di San Mercuriale, caratterizzata dal particolarissimo campanile a pianta quadrata, che si staglia in altezza per oltre 75 metri, è pregevolmente decorata. Vi si accede passando attraverso un portale che è consigliabile ammirare per la bella rappresentazione del “Sogno e adorazione dei Magi”. All’interno, sono splendide la decorazione pittorica e l’ambiente, mentre l’atmosfera introduce al commuovente sarcofago della giovane Barbara Mafredi della famiglia Ordelaffi, moglie di un membro di questa famiglia, storicamente importante per Forlì. Anche il Duomo conserva una bellezza particolare, esaltata all’interno dai pregevoli dipinti del Cignani. All’esterno, le forme del Duomo ricordano quelle di un edificio classico per la composta bellezza, il timpano e le colonne che ne scandiscono la facciata con eleganza.

Cesena
Il mistero del suo nome è racchiuso in un passato etrusco, secondo le storia e la leggenda, e gli Etruschi, si sa, erano un popolo dallo sguardo sorridente e dai molti misteri. Purtroppo, resta difficile oggi, in seguito alle distruzioni che intercorsero nel 1377, leggere la storia più antica della città. Certo è però che la sua vocazione per l’arte ha radici profonde nel passato.

Uno dei suoi autentici gioielli infatti è la Biblioteca Malatestiana, dove vengono conservati antichissimi codici miniati, fregiati dalle pazienti mani di abili amanuensi di cui ancora, almeno per alcuni, si è tramandato il nome. Questo è il caso di Giovanni da Epinal e Francesco da Figline. La biblioteca fu fondata dal condottiero e uomo di cultura Malatesta Novello, ed è davvero unica in Italia per l'integrità e la completezza che la caratterizzano. Tutto qui concorre ad introdurre nella leggenda, come inducono a pensare l'elefantino indiano, simbolo della famiglia Malatesta, che troneggia nelle raffigurazioni, e i banchi originali del 1400.

Ma i segni dei Malatesta si leggono di continuo nel tessuto urbano della città, come nel caso della trecentesca Rocca Malatestiana, concepita come baluardo difensivo e successivamente, come accadde per molte altri edifici di questo tipo, trasformata attraverso i secoli per venire incontro ad esigenze di abitazione per i signori. Tutt’intorno si estende un bel parco, ed è consigliabile anche una passeggiata sulla scalinata che conduce alla Rocca, proprio accanto ad un altro interessante edificio, il Palazzo Comunale. Ancora visibili nella rocca gli antichi camminamenti. Ancora oggi si racconta della storica difesa di Cia degli Ubaldini, donna forte e di leggendario coraggio che per giorni e giorni nel 1357 la protesse dagli attacchi nemici. All’interno di uno dei torrioni si può ammirare un interessante museo della civiltà contadina.

Nel centro della città si condensa poi la vita di tutti i giorni: i Portici, che scandiscono con la loro regolare armoniosità le vie del centro cittadino, si prestano ottimamente per passeggiate e shopping, mentre si procede magari in direzione di altre mete, come ad esempio il Duomo, che si affaccia sull’elegante Piazza Pia o la Chiesa di S. Domenico, proprio in prossimità della Rocca.

Da non perdere anche l'Abbazia del Monte, di storia addirittura millenaria, che ospita al suo interno, splendidamente decorato, una interessante e particolare collezione; vi sono infatti conservati una delle più importanti raccolte di ex voto a livello europeo, rappresentante quadretti di piccolo e a volte piccolissimo formato, donati ai santi dai Fedeli come ringraziamento per una grazia ricevuta per intercessione del Santo.
  
Anche gli amanti del teatro non resteranno delusi; Cesena vanta infatti un teatro celebre, il Teatro comunale Alessandro Bonci, noto anche per un tenore della città che si confrontò in una sorta di sfida canora ad altissimo livello con il celebre tenore italiano Caruso. Le forme del teatro si richiamano al composto stile neoclassico, e la volta è riccamente decorata. Eventi da non perdere a Cesena sono poi il classico mercato del sabato e del Mercoledì, che offre anche il pretesto turistico di visitar la centralissima Piazza del Popolo e di ammirare la fontana dell’artista Masini che da lui prende il nome.

Interessante anche la particolarissima Festa di San Giovanni che ha luogo ogni 24 Giugno e che trasforma la festa del patrono in un evento profumato di lavanda e colorato dalle numerose bancarelle. In questa occasione è infatti tradizione vendere mazzetti di lavanda, trecce d’aglio e fischietti di zucchero.

Una provincia variegata

Gatteo a mare- Gatteo

Qui il celebre “dado” di cui parlava Giulio Cesare fu tratto. L’aneddoto si rifà alla leggenda secondo cui il condottiero Cesare, varcando il fiume Rubicone, che era detto “Pomerium”, e costituiva la linea di confine che nessun esercito in armi avrebbe dovuto sorpassare. A quei tempi antichi Gatteo si chiamava forse “Fundum Catei”, e da accampamento romano è diventato prima fiorente porto medievale, fino ad essere in tempi recenti, rinomata località balneare. Nella zona di Gatteo restano da ammirare numerose chiese, tra cui la bella Chiesa di San Rocco, affrescata.
Da ricordare anche una insolita manifestazione , la curiosa “Festa della micizia”, con sculture di sabbia che in Luglio inneggiano al simbolo della città e all’amore per i gatti.

Sarsina
Città romana, Sarsina affonda però le sue più profonde radici nell’antica storia umbra.
Qui nacque Tito Maccio Plauto, celebre commediografo dell’antichità cui è dedicata l’omonima piazza in quello che era l’antico foro; il centro cittadino è sovrastato dallo sguardo sempre vigile dell’antica Cattedale romana, e fu anche importante per il suo ruolo religioso in quanto sede di Diocesi. Da notare anche la Basilica di San Vicinio, Santo patrono della città, “taumaturgo” in grado di curare gli “indemoniati”, come raccontano antiche leggende.

Forlimpopoli
Il suo nome è legato a quello del celebre Pellegrino Artusi, nato nel 1820, che con la sua opera “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, ha dato all’Italia un’indimenticabile lezione di gastronomia. Da ammirare la Rocca trecentesca, con il suo ponte levatoio, ed il Teatro Verdi, noto leggendariamente per un fatto di cronaca che all’epoca scosse gli animi: il brigante Passatore che con la sua banda derubò i cittadini tra cui anche Artusi sbucando nientemeno che dalle quinte del teatro.

Cesenatico
L’antico porto di Cesena, da cui deriva in sostanza anche il nome, nacque in tempi lontani, e la sua vocazione, da commerciale, divenne presto turistica. Da ricordare l’affascinante Porto e le numerose manifestazioni ed iniziative legate al mare: dal presepe marinaro all’originale museo della marineria.

Castrocaro Terme
Misteriose le origini del suo nome, certe le particolarità che la resero famosa dai tempi più antichi. Già i Romani infatti conoscevano le proprietà delle sue acque, tanto da arrivare a chiamare la località, Salsubrium. Da visitare principalmente le Terme, site in un grande parco.

I sapori genuini delle terre di Artusi

Si incomincia con i primi piatti della più antica tradizione, quelli a base di pasta rigorosamente tirata a mano, e si continuerebbe volentieri senza smettere mai. Dai saporiti tagliolini che si prestano ad essere accarezzati da ogni tipo di condimento, passando per i gustosi cappelletti che ben si prestano ad essere serviti in brodo. I passatelli, più rustici nella loro preparazione genuina, che li vede fatti a base di un nutriente impasto di pane raffermo, uova e formaggio, una vera delizia anche in brodo di pesce. Celebre per questo il rinomato “pesce azzurro”, come alici e sarde, e i gustosi fritti misti.
Decisi anche i sapori dei formaggi, tra cui non vanno dimenticati lo Squacquerone e il celebre Pecorino di Fossa.
I dolci accompagnano la fine di ogni pasto con il loro sapore e i loro invitanti colori, come le varie ciambelle e le fragole servite con il vino, che in queste terre vanta una tradizione di lunga data.
Celebre è infatti il vino Sangiovese, caratterizzato dal colore rosso intenso e dal sapore corposo. Tra i bianchi spicca invece il delicato Trebbiano che ben si accompagna, col suo gusto delicato, ad accompagnare piatti a base di pesce.

 

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