Udine

Udine, nel cuore del Friuli

Narra una curiosa leggenda che il colle su cui sorge il Castello simbolo di Udine, sia stato costruito con la terra trasportata negli elmetti dei soldati di Attila, per consentire al feroce condottiero di godere dello spettacolo di Aquileia in fiamme.
Non si sa quanto ci sia di vero in questo racconto, quel che è storicamente accertato è che Udine effettivamente seguì le sorti del patriarcato aquileiese e delle dominazioni veneziana, francese ed austriaca che si susseguirono sul territorio, sin da quando cominciò il suo sviluppo intorno al XIII secolo. 

Siamo nel centro della regione, in una posizione geografica privilegiata tra il sud e il nord-est d’Europa, nella città che meglio simboleggia la mentalità e la personalità della gente friulana, con la sua riservata e quieta accoglienza.  
Il cuore palpitante di Udine è Piazza Libertà, considerata da molti “la più bella piazza veneziana della terraferma”; qui spicca la Loggia del Lionello, dal nome dell’orafo udinese che la costruì nel 1448, alternando pietra rosa e bianca e sull’altro lato della piazza le cinquecentesche Loggia e Chiesa di S. Giovanni, con la raffinata Torre dell’Orologio. Sotto questa Torre sorgeva anticamente il portone di accesso principale al Castello, a cui oggi si può invece accedere mediante un porticato in stile gotico e veneziano a rampe e gradinate, che dall’Arco Bollani (progettato dal Palladio) sale fino al Castello. Il suo imponente edificio è stato restaurato in seguito ai danni di un terremoto nel 1976 e sostituisce quello andato distrutto in un altro terremoto nel 1511. Al suo interno vi è il grandioso salone d’onore, dove si riuniva il Parlamento della Patria del Friuli, con affreschi del Tiepolo, dell’Amalteo e del Grassi.  Sul colle si possono visitare anche la Chiesa di Santa Maria (VII secolo), con un campanile cinquecentesco di 43 metri, sormontato dall’altro simbolo di Udine, un angelo girevole dall’indice puntato; la Casa della Contadinanza, dove si riunivano i contadini e che offre una splendida vista sulla città; la Casa della Confraternita, unico edificio non distrutto dal terremoto e risalente al XV secolo.
Da Piazza Libertà si può percorrere via Mercatovecchio, visitando gli angoli più caratteristici della città, e raggiungere la prima vera piazza di Udine, quella dove il vissuto è palpabile, Piazza Matteotti-San Giacomo.  
Ma Udine è soprattutto la “città del Tiepolo” e una visita qui significa in primo luogo ammirare i capolavori di questo grande artista. I suoi affreschi sono custoditi nel Duomo, un edificio romanico-gotico, che subì molti rimaneggiamenti interamente a spese della famiglia Manin, che poté così inserirvi i propri monumenti funebri, e nell’Oratorio della Purità, accanto al Duomo, dove si possono ammirare la grandiosa “Assunta” e la Madonna vestita di bianco e di azzurro; ma il massimo ciclo di affreschi è custodito nel Palazzo Arcivescovile, che vanta opere quali “La caduta degli angeli ribelli”, “Rachele che nasconde gli idoli”, “Il Giudizio di Salomone”.

Terminata la visita alla città, vale la pena percorrere un itinerario attraverso alcune interessanti località del suo comprensorio.

Palmanova
Eccoci in quella che dagli studi urbanistici rinascimentali venne considerata la perfetta realizzazione della “città ideale”. Il piano della città-fortezza di Palma è infatti assolutamente sorprendente: essa è a forma di stella simmetrica con nove punte e una piazza centrale, dalla quale si diramano sei strade radiali, circondata tutt’intorno da fortificazioni veneziane e francesi.
Essa venne progettata nel 1593 da un gruppo di ingegneri della Repubblica di Venezia, allo scopo di difendere il confine orientale della Serenissima dalle scorrerie dei turchi e dai tentativi di egemonia dell’Austria.
Da visitare le fortificazioni, le tre porte, l’antica “piazza d’armi”, i palazzi del provveditore generale e del governatore alle armi, il duomo, nonché il Civico Museo Storico e il Museo Storico Militare.   

Aquileia
Lasciando il mare e dirigendosi verso l’interno della provincia, prima di entrare nella città di Udine, non si può perdere una visita a quella che fu una delle maggiori città dell’Impero Romano, Aquileia. La sua area archeologica, con i resti del Foro Romano, della Via Sacra, del Porto Fluviale, delle mura, delle case, oltre al più vasto mosaico pavimentale del mondo all’interno della Basilica Patriarcale, in memoria dei tempi in cui Aquileia fu sede vescovile, è di una tale eccezionalità da essere stata considerata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Da visitare il Museo Archeologico Nazionale che conserva migliaia di reperti del periodo romano.  

Cividale del Friuli
Non si può lasciare Udine e la sua provincia, senza soffermarsi a Cividale del Friuli, l’antica Forum Iulii, fondata nel 50 a. C. da Giulio Cesare e in seguito divenuta capitale del primo ducato longobardo. Importanti testimonianze storiche, in particolare di ascendenza longobarda, si possono ammirare nel Museo Archeologico Nazionale, nel Museo Cristiano e nello splendido Tempietto Longobardo, con stucchi e affreschi dell’VIII secolo. Sul fiume Natisone, si erge il Ponte del Diavolo, simbolo di Cividale e luogo di grande suggestione, se si pensa alla leggenda secondo la quale il masso su cui poggiano le sue due arcate sarebbe stato scagliato dal diavolo in persona.

Villa Manin
La Villa Manin di Passariano (Codroipo) è un complesso scenografico ed armonico, realizzato ed ampliato gradualmente dalla famiglia Manin, fra il ‘600 e il ‘700, per manifestare esteriormente il grado di potere e ricchezza raggiunti.
In questa suggestiva e storica dimora, soggiornò l’ultimo Doge di Venezia Ludovico Manin; vi trascorse la notte tra il 27 e il 28 Agosto 1797 Napoleone Bonaparte insieme a Giuseppina Beauharnais e venne firmato il trattato di Campoformio tra Francia e Austria il 17 ottobre 1797.
La Cappella conserva delle pregevoli sculture di Giuseppe Torretti, il maggiore scultore veneziano del Settecento. Splendidi i giardini della Villa, che presentano, secondo il gusto dell’epoca, diversi angoli con gruppi statuari rappresentanti scene mitologiche, oltre a piante rare, prati, giochi d’acqua, laghetti, colline.   

San Daniele
Inoltre, nei dintorni di Udine, una meta d’obbligo è San Daniele, una ridente cittadina collinare, piena di bellissimi monumenti, ma nota soprattutto per il suo delicatissimo prosciutto crudo, alla cui conoscenza e degustazione è dedicata un’importante kermesse eno-gastronomica chiamata “Aria di festa”, che ha luogo ogni anno nel mese di Agosto.

Gemona del Friuli

La città, situata nel cuore del Fiuli, fu ripetutamente colpita da tremendi terremoti, ma venne sempre ricostruita. Girare tra la sue viuzze dove tutto è necessariamente cambiato, significa confrontarsi con quello che ha rappresentato per il Friuli il terremoto del 1976.
Emblema della rinascita della città e della regione stessa è il Duomo di Santa Maria Assunta, uno degli esempi più notevoli di architettura religiosa romanico-gotica esistente in Friuli. Attraverso la caratteristica via Giuseppe Bini, si raggiunge il Palazzo Comunale e proseguendo il Castello Medioevale, che domina il centro storico da un’altura.

Lignano Sabbiadoro
Rimanendo sulla costa, si incontra la località che Hemingway soprannominò “Florida d’Italia”, Lignano Sabbiadoro, il cui suggestivo nome richiama il colore caldo e inconfondibile dei suoi otto chilometri di arenile. A seconda delle diverse esigenze sul tipo di vacanza desiderata, si può soggiornare in uno dei tre comprensori di Sabbiadoro, Pineta e Riviera, che si susseguono senza soluzione di continuità.

Gastronomia e trdizioni culinarie
Così come questa terra, anche la gastronomia del Friuli rappresenta una riuscita sintesi di tradizioni alimentari differenti, tra cui svettano quella mitteleuropea, quella veneta e quella slava, il tutto permeato da un forte influsso di cucina popolare, che ha saputo creare piatti molto gustosi da materie prime molto povere.
A Udine, ci si può deliziare con tutta la semplicità e il gusto della cucina friulana, provando il frico (formaggio cotto con patate e cipolle), il muset e brovada (cotechino servito con rape inacidite) e la celebratissima gubana, un dolce tipico delle valli del Natisone a base di uva secca, uva passa, cedro candito e innaffiata con la grappa, presente in tutte le tavole del Friuli in varie versioni.
Una menzione  a parte merita la cucina carnica, una cucina saporitissima e stagionale, basata sui prodotti semplici e genuini della montagna, ma utilizzati in combinazioni inedite: farine di mais e grano saraceno, carne suina, selvaggina, funghi, patate, fagioli, frutti di bosco, erbe, oltre a latte e formaggi, serviti con spezie, frutta secca e aromi. Il piatto più caratteristico della cucina carnica sono i “cjarsòns”, un tipo di agnolotti ripieni a ricotta, in cui il dolce si sposa armonicamente col salato.  
Certamente, oltre a tutte queste delizie, non si può lasciare questa terra senza assaggiare il dolcissimo prosciutto di San Daniele o quello leggermente affumicato di Sauris e l’ottimo formaggio Montasio.
Una menzione a parte meritano i vini, che vantano una tradizione antichissima risalente ai Greci e ai Romani, testimoniata dai numerosi reperti quali anfore, vasi vinari e bicchieri rinvenuti ad Aquileia. Anche se non è più possibile sorseggiare il vino “Pucino” prediletto presso la corte di Augusto e raccomandato dall’imperatrice Livia come elisir di lunga vita, secondo quanto ci ha tramandato Plinio il Vecchio, ancora oggi in queste zone si producono vini eccellenti, e si può spaziare da robusti rossi (Merlot, Cabernet Sauvignon, Refosco dal Peduncolo Rosso, Terrano, Pinot Nero), a profumati bianchi (Tocai Friulano, Verduzzo Friulano - ottimo quello di Ramandolo-Malvasia istriana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Ribolla, Riesling, Sauvignon, Traminer Aromatico) oltre al raro Picolit, considerato un prelibato “vino da meditazione”, per concludere con le grappe speciali, tra cui la monovitigno bianca, la stravecchia e le acqueviti aromatizzate alla frutta.  

 

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