Vibo Valentia

Vibo Valentia e dintorni

Abbandonando l’autostrada A3 e imboccando la SS 522 subito dopo Lamezia Terme, si fa la conoscenza con Pizzo Calabro. Appollaiata su una cima dirupata, con le sue viuzze strette, i tanti negozi ed i balconi ricchi di fiori profumati, Pizzo si lascia ammirare per la suggestiva posizione panoramica, per l’elegante Piazza della Repubblica -cuore e salotto della città- e per il Castello fatto costruire da Ferdinando d’Aragona nel 1492. A pochi passi dal castello degna di attenzione è la collegiata barocca di San Giorgio, del ‘600. Da visitare anche la Chiesa di San Francesco e la statua della Madonna del Buon Consiglio (fine ‘500). Pizzo è nota anche per i gelati, per la pesca del tonno e per la presenza di bravi ceramisti che hanno impreziosito in modo originale facciate di case.

Scendendo verso la bianca sabbia della spiaggia, non può restare inosservata Piedigrotta, una chiesetta ricavata in una grotta tufacea vicinissima al mare, contenente un presepe con decine di figure lavorate nello stesso tufo da uno scultore locale.
Scivolando più a sud lungo la SS 522, dopo pochi chilometri si arriva a Vibo Marina, incantevole centro marittimo peschereccio e turistico. Di grande importanza strategica, il porto -di età greca con rifacimenti romani e medioevali- garantisce collegamenti nazionali ed internazionali e permette interessanti escursioni estive giornaliere alle vicine Isole Eolie. Ricco di fascino lo spettacolo del rientro delle barche da pesca nella zona portuale, la vendita all’asta del pesce e la costruzione delle barche in legno eseguita tramite antiche tecniche dei maestri d’ascia.
Procedendo ancora lungo la strada costiera si incontra Bivona, importante centro industriale e balneare ricco di monumenti artistici, tra cui il Castello edificato nel 1250 da re Carlo Angioino e il Complesso architettonico della Tonnara, chiaro ed inequivocabile esempio di archeologia marina esistente in Calabria.
Briatico è la successiva meta dell’itinerario ed offre panorami romantici ed acque cristalline. Rinomata per il suo affascinante lungomare, per la frenetica mutevolezza della costa -ora spiaggia, ora scogliera, ora baia- la ridente cittadina si lascia apprezzare pure per la ricchezza di locali dove poter gustare una inconsueta ed originale gastronomia marinara, tra cui zuppe di pesce, calamaretti fritti, tonno alla graticola e la frittura di “pisci surici”.
Briatico è anche centro storico e culturale: proprio sulla riva del mare è possibile osservare l’austera Rocchetta, ossia quel che resta di una torre di avvistamento (XVI secolo) a protezione della costa dalle incursioni piratesche dell’epoca, e nella parte vecchia dell’abitato le vestigia del Castello Medioevale. Superando lo scoglio delle Galere dalla forma di una balena e così chiamato secondo la leggenda per la presenza di celle adibite a prigioni, la costa si mantiene viva, frizzante ed accogliente sia per la natura prodigiosa, sia per il proliferare di villaggi turistici, di campeggi e di luoghi di divertimento.
Ed ora una visione paradisiaca attende il viaggiatore: si giunge a Tropea, la scintillante regina della costa tirrenica calabrese. La sua vocazione turistica le conferisce un’atmosfera esotica ed un’ammirazione unica, tanto che viene giustamente viene definita la “Saint Tropez” del Sud.
Tra colline verdeggianti e rupi arenarie sporgenti sul mare, Tropea sembra scolpita da un geniale scultore mentre è sul punto di precipitare sulle trasparenti e verdazzurre acque. Le origini della cittadina si perdono nel passato, ma Greci, Romani, Arabi, Normanni ed Aragonesi hanno lasciato evidenti tracce delle loro relative occupazioni. Lo splendido centro marinaro vanta una sapiente e florida attrezzatura turistica con villaggi, stabilimenti balneari e complessi alberghieri per tutti i gusti.
Da visitare proprio nella rada tropeana, accoccolata sulla cima di un grosso scoglio, la chiesa di Santa Maria dell’Isola di origini basiliane, rifatta in epoca gotica, già grangia benedettina ed alle dipendenze del Monastero di Montecassino. Molto suggestiva poi la Cattedrale normanna, al cui interno si può ammirare un Crocifisso nero, ligneo del XV secolo, ed ancora la chiesa della Michelizia, con la riproduzione della bellissima icona bizantineggiante “Madonna col Bambino”. Singolari ed oggetto di ammirazione da parte di migliaia di turisti le dimore nobiliari ed i decorosi palazzetti (secolo VXI-XVII) con portali in granito o materiale tufaceo ed i balconi in ferro battuto.
Oltre Santa Domenica di Ricadi e San Nicolò, vivaci frazioni di Tropea, si erge incantevole e maestoso Capo Vaticano, propaggine estrema dell’altopiano del Poro, da cui si osservano sublimi panorami di sogno che suscitano intense emozioni.
Il paesaggio ha un sapore classicheggiante ed il mare, incontaminato e trasparente, invita alla contemplazione. Le spiagge dorate arse e riarse dal sole mediterraneo, gli scogli neri e lucenti, la vegetazione lussureggiante, i fiori multicolori e profumati evidenziano uno scenario fiabesco dove Arte e Natura si sono unite in matrimonio per una festa ininterrotta e mirabile.
Nelle giornate limpide si possono afferrare con lo sguardo l’Etna, le Isole Eolie e Capo Palinuro. Una pletora di villette, alberghi e punti di ristoro accolgono gioiosamente il turista offrendogli gustose specialità gastronomiche della cucina locale ed un tranquillo soggiorno.
Percorrendo il costone dell’Altopiano del Poro, si approda in Costa Viola, dove sorge Nicotera. Di origini antichissime,  la cittadina è caratteristica per la posizione stupenda di leggero pendio su di un terrazzo dal quale si scorge il golfo di Gioia Tauro. Dal punto di vista storico-artistico sono da visitare la Cattedrale ed i resti del settecentesco Castello normanno.

Ricongiungendosi alla SS 18 si può proseguire alla volta di Vibo Valentia, città di antichissima origine che le schizofrenie della storia resero prima gloriosa e poi mortificarono al punto che nell’XI secolo  venne rasa al suolo, ma poi successivamente riedificata da Ruggero di Altavilla.
Oggi Vibo Valentia è capoluogo di provincia, occupa una suggestiva posizione panoramica, è ricca di interessi culturali, artistici, archeologici, marittimi e religiosi. Meritano di essere visitati il Castello normanno con le quattro torri di epoca diversa (Normanna, Sveva, Angioina, Aragonese), fatto edificare dallo stesso Ruggero d’Altavilla, il Duomo costruito nel 1600, la chiesa di Santa Ruba, in territorio di San Gregorio d’Ippona, avanzo di oratorio di possibili origini basiliane del periodo normanno (XI-XII sec.) interno barocco con caratteristica cupola a trullo su corpo cilindrico; le chiese del Rosario, di San Michele, dei Cappuccini; i resti delle Terme Romane e mura greche (V secolo a.C.).

Imboccando ora la SS 182 lungo la vallata del fiume Mesima,, ci si inoltra fino a raggiungere Soriano Calabro, cittadina nota per essere epicentro epicentro culturale del folklore e per la fiorente attività artigianale. I famosi mostaccioli -biscotti dalle sculture antropomorfe, faunistiche e floreali-, i dolci di farina e miele, la produzione di oggetti in vimini e giunco e la lavorazione delle terre cotte, la rendono meta ambita e riposante. Nel palazzo municipale è sempre esposta una mostra dell’artigianato calabrese. Degno di attenzione è il grande convento di San Domenico, edificato nel 1510.
Da Soriano si riparte in salita alla volta di Serra S. Bruno, centro di primaria importanza religiosa ed arcinoto per la Certosa fondata nel XII secolo per merito della possente linfa spirituale di Brunone di Colonia che dette origine all’Ordine certosino. La cittadina è immersa nello splendore rivitalizzante delle Serre, che sono un pezzo di polmone calabrese dove si estendono i più antichi e fitti boschi del Mediterraneo. Serra S.Bruno è centro di culto religioso ed è arricchita di splendide chiese, fra cui la Basilica di S. Maria del Bosco, fatta costruire da Ruggero il Normanno, la chiesa Matrice di S.Biagio, le chiese dell’Addolorata, dell’Assunta, dello Spinetto. Da visitare anche il Calvario -un’opera monumentale con iscrizioni in latino, greco ed ebraico e sul retro la “Crocifissione”, un latorilievo- e il Dormitorio, tempietto che custodisce i resti della spelonca dove visse gli ultimi dieci anni e morì (6 ottobre 1101) San Bruno. Il Monastero vero e proprio, a pochi passi dalla chiesa di S.Maria, è circondato dal silenzio millenario dei boschi e dalle preghiere dei certosini chiusi nelle celle.
Serra S.Bruno è pure centro di richiamo culturale, artistico ed artigianale. Palazzi, opere d’arte, maestri nella lavorazione del granito, del ferro, del marmo e del legno nobilitano la cittadina e mantengono elevata la curiosità del visitatore. Pietanze gustose preparate con funghi, ottimi formaggi, ricotte, spaghetti alla serrese, prelibata cacciagione e dolci tradizionali possono allietare il palato di esigenti viaggiatori.
Mongiana, a soli 15 minuti da Serra S. Bruno, offre boschi rigogliosi, aria salubre, corsi d’acqua limpida, stimolanti itinerari ecologici che alimentano la disponibilità al piacere di un contatto benefico con la natura. E’ possibile visitare la bella Villa Vittoria ed i resti delle fonderie pubbliche borboniche, interessante esempio di archeologia industriale.
Ripercorrendo a ritroso la SS 110, superando Serra S. Bruno, Spadola e Vallelonga, si arriva al Lago Angitola, oasi avifaunistica protetta e curata dal WWF. Zona umida di notevole interesse nazionale, naturale habitat per uccelli acquatici ed una eterogenea varietà di fauna, esercita un richiamo notevole per gli amanti della natura e induce nel visitatore l’ansia della ricerca e della scoperta.
Nelle adiacenze del lago si possono raggiungere i comuni di Maierato, centro agricolo in splendida posizione, Monterosso Calabro, caratteristico borgo medioevale sulle falde del Monte Coppari, sede di un importante museo della civiltà contadina e artigiana della Calabria e Filadelfia, cittadina nata dalle rovine di Castelmonardo (distrutta dal terremoto del 1783) caratterizzata da una struttura geometrica perfettamente simmetrica, con i quattro quartieri in posizione speculare tra loro e rispetto al centro costituito dalla famosa piazza quadrata.
Ridiscendendo verso la costa, si giunge nuovamente a Pizzo, dove era iniziato il nostro itinerario.

Delizie di Calabria e specialità tutte vibonesi
Genuina e fantasiosa, dai sapori forti e decisi, la cucina calabrese è una tra le più sane e gustose del mondo.
Pasta fatta ancora in casa e condita con ricchi ragù fatti con carne di manzo, vitello, maiale e agnello; minestre a base di legumi; piatti a base di carne di agnello, capretto e capra; peperonate e melanzane ripiene, al forno, fritte con le acciughe e cucinate in tanti altri modi; innumerevoli altre verdure e prodotti dell’orto; le salsicce, le soppressate e i capicolli di maiale; la famosa provola silana; una ricchissima varietà di dolci tradizionali; e naturalmente l’olio d’oliva, le olive e il peperoncino.
Chi si trovi a visitare la provincia di Vibo Valentia potrà deliziarsi con questi prodotti agroalimentari e piatti “base” della gastronomia calabrese, innaffiati dagli eccellenti vini D.O.C. prodotti nella regione, come il Cirò, il Bivongi, il Crati, il Greco di Bianco, il Lamezia, il Pollino, il Savuto.
A questo già ricco “bagaglio” enogastronomico il vibonese aggiunge produzioni e ricette tipiche della zona, come la “fileia”, una speciale versione locale della pasta fatta in casa arrotolando la sfoglia su pezzi di fil di ferro.
Nelle località costiere, è ricca l’offerta di piatti di mare, tra cui i più classici sono il pesce spada - cucinato arrostito o alla marinara, con il pomodoro e il prezzemolo - e il tonno alla graticola. Briatico in particolare è famosa per la zuppa di pesce e i calamaretti fritti. A Nicotera provate anche il luccio marino.
Pregiatissimi e assai gustosi i latticini del Monte Poro. A Serra S.Bruno, i frati della Certosa di S.Bruno producono, in scarsissima quantità, il formaggio “vacchino”. La località e famosa anche per i funghi, la selvaggina e il dolce tipico “compittu”.
Soriano Calabro vanta la maggiore produzione, nelle forme più varie, di una specialità calabra che abbellisce i banchi di tutte le feste di piazza: i “mostaccioli”, dolci impastati  con farina e miele in figure tradizionali. Ottimo anche il miele locale.
Tropea è famosa per le sue verdure e soprattutto per la celebre “cipolla rossa”, a cui è dedicata una sagra in giugno.
Come le altre provincie calabre, anche Vibo Valentia ha una netta vocazione vitivinicola, differenziata e ben definita. Tra gli ottimi vini locali ricordiamo il Limbadi, fine vino da pasto, e il Rossano, prodotto nei dintorni dell’omonima cittadina, dal colore rubino ed alto tenore alcolico.

La dolce "rossa" di Tropea
Nelle terre di Tropea e del suo comprensorio viene coltivata la famosa cipolla rossa di Tropea, che si differenzia dalle altre qualità esistenti sia per la particolare bontà sia per le eccezionali virtù terapeutiche, riconosciute da eminenti dietologi internazionali. Conosciuta in tutto il mondo come la “Rossa di Tropea”, questa regina delle gigliacee si caratterizza per il gusto dolce e saporito e il colore violaceo della buccia. Il suo aroma impreziosisce i piatti tipici della cucina calabrese ma anche le specialità di prestigiosi ristoranti internazionali: in Francia, ad esempio, alcuni menù propongono una magnifica Soupe aux dignons de Tropea.
Questo bulbo di straordinaria bontà è miracoloso per la salute: molto nota per la sua azione diuretica (se consumata cruda), la cipolla rossa di Tropea ha anche notevoli proprietà antibiotiche, cura i reumatismi cronici, combatte l’obesità, le malattie cardiovascolari e l’infarto e ha persino proprietà energetiche per chi soffre di problemi di virilità.

 

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