Terni

Terni: la città dell'amore

Città del drago. Città dell’amore. Città dell’acciaio.
Si può cominciare a scoprire Terni, partendo dal percorso immaginario che più ci colpisce.
Le origini sono per definizione affascinanti e misteriose, specialmente se avvolte da un alone di leggenda: si racconta di un drago terribile che infestava la campagna ternana, seminando panico e morte tra gli abitanti, fino a quando non venne fronteggiato e ucciso da un giovane temerario.

La narrazione è intrisa di elementi simbolici, per cui il drago rappresenterebbe l’ambiente malsano e paludoso della Piana di Terni all’origine dell’insorgere della malaria che per un certo periodo decimò la popolazione, mentre l’impavido giovane richiamerebbe l’opera di bonifica che risanò il territorio. Il thyrus (drago) in un certo qual modo sopravvive ancora, essendo stato eretto a simbolo di Terni.
Un emblema piuttosto inquietante per una città che vanta come patrono il protettore degli innamorati, San Valentino, che sembrava avere una naturale inclinazione verso l’amore: si racconta che regalasse a tutti i fidanzati una rosa del suo giardino per augurare loro felicità, e che addirittura fosse corso in aiuto di due giovani innamorati ostacolati dalla famiglia per le loro religioni differenti. Le spoglie del santo, vescovo di Terni intorno al 197 e martirizzato nel 273 per aver convertito alcuni ragazzi al cristianesimo, si trovano nella Basilica di S. Valentino, ascrivibile nell’attuale struttura al XVI secolo, ma sorta sulle rovine dell’oratorio costruito dai seguaci di Valentino.
Passare da Terni come centro propulsore di un messaggio d’amore, a Terni come sinonimo di acciaio e di rivoluzione industriale può sembrare un salto molto ardito. Eppure questo fu un passaggio epocale: la costruzione nel 1884 della prima acciaieria, che venne allora considerata “la più bella officina siderurgica del mondo”, e dunque motivo di vanto per la città che venne definita la “Manchester italiana”. La realizzazione del primo stabilimento fu possibile grazie allo sfruttamento della grande quantità di energia fornita dalla Cascata delle Marmore e dal sistema dei fiumi Nera-Velino. Il centenario delle acciaierie è stato celebrato con la costruzione della “Lancia di Luce”, un monumento in ferro e acciaio, progettato da Arnaldo Pomodoro per rendere omaggio alla Terni industriale.
L’acqua che ha dato vita la miracolo industriale è d’altra parte un altro dei fili conduttori di questo territorio, e un itinerario “tematico” davvero coinvolgente può toccare le Cascate, superbo spettacolo naturale con un salto di 160 metri, la valle del Nera e il Lago di Piediluco, un incantevole specchio d’acqua circondato da rilievi ricchi di vegetazione, famoso su scala mondiale per la pratica del canottaggio.
Ma torniamo alla nostra città, immersa in quello che è considerato il cuore verde d’Italia, l’Umbria, e scopriamone i segreti e i tesori, a cominciare dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta, sorta nei primi anni del cristianesimo e divenuta un importante luogo di culto fin dal Medioevo.
La struttura attuale è frutto di un restauro successivo, avvenuto presumibilmente su progetto del Bernini. L’interno preserva rilevanti opere d’arte, tra cui un grandioso altare, un coro ligneo, una tavola, un organo, un frammento di affresco trecentesco. La cripta custodisce le spoglie di Sant’Anastasio, Vescovo di Terni, e uno dei santi protettori della città fino a che San Valentino venne dichiarato quello principale in un consiglio cittadino del 1644. Accanto al Duomo, si possono ammirare i resti del magnificente Anfiteatro Fausto, la principale testimonianza archeologica della romana Interamma. Visitando questi luoghi, ci si può concedere una distensiva passeggiata lungo i giardini pubblici, osservando la vegetazione secolare e a tratti esotica, e alcune sfingi e sculture decorative.
L’altro importante edificio sacro della città è la Chiesa di San Salvatore, un monumento di antichissima origine (si parla dell’VIII secolo, ma è più probabile pensare al XII) denominato anche Tempio de Sole, perché si riteneva che qui anticamente sorgesse un edificio sacro dedicato a questa divinità. All’interno si trovano pregevoli affreschi duecenteschi e trecenteschi e il grande affresco dell’abside raffigurante una Crocifissione.
Su Piazza Europa, una delle tre piazze che rappresentano il centro storico cittadino, sorge l’antico Palazzo Spada, una costruzione rinascimentale raffinata ed austera, la cui progettazione è attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane, morto a Terni in circostanze ancora avvolte nel mistero. L’interno del severo edificio conserva affreschi e decorazioni di epoche diverse.
Un itinerario più ampio della città, può includere anche la visita a numerose altre chiese, tra cui citiamo quella di S. Alò e quella di San Francesco, e a diversi palazzi nobiliari, tra cui il Palazzo Bianchini-Riccardi, il Palazzo Gazzoli e il Palazzo Fabrizi, sede della Pinacoteca Comunale.
Quello ternano è un comprensorio molto ricco, che presenta ulteriori motivi d’interesse storico, culturale  e paesaggistico, e che può essere visitato in ogni periodo dell’anno, considerando anche il piacevole clima mite tipicamente mediterraneo.

Narni
Narni è un incantevole borgo arroccato su un colle e dominato dalla Rocca dell’Albornoz, fatta erigere dal cardinale come simbolo del crescente potere pontificio.
Varie sono le attrattive culturali e artistiche di questa località, tra cui il Duomo di San Giovenale, intitolato al patrono di Narni, la Chiesa di Santa Maria Impensole, grande gemma di stile romanico, la splendida Loggia dei Priori, e il Ponte di Augusto, capolavoro di architettura romana. Nei dintorni sorge la suggestiva Abbazia di San Cassiano, forse la prima abbazia benedettina della zona. Inoltre, nei primi giorni di Maggio, Narni è teatro di una delle feste folcloristiche più significative d’Italia, la “corsa all’anello”.

Acquasparta
Questo  antico borgo medievale entrò a far parte dei possedimenti della chiesa quando il pontefice Sisto V, alla fine del ‘500, ne fece dono alla famiglia Cesi. Palazzo Cesi, un edificio nobile e austero tutt’oggi cuore della cittadina, conobbe un periodo di grande fervore culturale quando, nei primi anni del ‘600, divenne sede della famosa Accademia dei Lincei, che propugnò la fine del dogmatismo aristotelico a favore di un’indagine sulla natura basata sul metodo scientifico. Da visitare anche le sorgenti termali della “fonte dell’Amerino”, e le chiese di S. Francesco, Santa Cecilia e della Madonna del Giglio.

Stroncone

Tipico borgo medievale, e castello strategico, spesso conteso tra Narni e lo Stato Pontificio, si apre in un incantevole vallata coronata da monti, offrendo panorami spettacolari e numerose attrattive ambientali. Da visitare la Chiesa di San Giovanni, la Chiesa Collegiata di S. Nicolò e la Chiesa di S. Michele Arcangelo. Nei dintorni sorge l’Abbazia di San Benedetto in Fundis che testimonia il vasto movimento monastico che si sviluppò sul territorio.    

Orvieto
Il comprensorio orvietano è immerso in un paesaggio di grande varietà, che a terreni di origine vulcanica e zone pianeggianti, alterna dolci colline e i primi rilievi degli Appennini. Terra di oliveti e vigneti, è rinomata per la produzione del vino Orvieto classico D.O.C. Da non perdere il Duomo di Orvieto e la sua facciata maestosa col grande rosone. Molte le grandi opere custodite all’interno, anche se il capolavoro resta la Cappella Nuova, affrescata dal Beato Angelico prima e da Luca Signorelli poi che realizzò il Giudizio Universale. Da visitare inoltre il Pozzo di San Patrizio, opera di Antonio da Sangallo il Giovane, il Tempio Etrusco del V secolo, la Rocca dell’Albornoz, la Chiesa di San Paolo, quella di San Bernardino e quella di Sant’Andrea, da cui nel 1276 papa Innocenzo III bandì la quarta crociata e dove vennero nominati cardinali vari futuri pontefici.
Molti altri interessanti edifici sacri e palazzi nobiliari fanno di Orvieto un grande luogo di arte e cultura.

A tavola nel ternano
La cucina del Ternano si presenta tipicamente mediterranea, con ingredienti semplici e genuini, che danno vita a piatti ricchi e saporiti.
L’acqua è un ingrediente fondamentale, all’origine della bontà, leggerezza e fragranza del famoso pane “sciapo” di Terni, cioè senza sale e dunque molto facile da conservare, e dei numerosi tipi di pasta fatta in casa, tra cui i “manfrigoli”, le “ciriole”, i “picchairelli”, i “lombrichelli”, gli “strozzapreti”, tutti di diverso formato e conditi con gli ingredienti più a portata di mano, tra cui olio, aglio, pomodoro, prezzemolo, peperoncino, e in stagione anche funghi e tartufi. Tipica anche la pizza con sale, olio e rosmarino e la frittata pasqualina a base di zucchine, carciofi e spinaci, ma anche asparagi selvatici, sedano, cipolla, aglio, basilico, prezzemolo, mentuccia. Tra i contorni, ottima la “misticanza”, un’insalata di erbette di campo tipiche della stagione primaverile e invernale, e i fagioli conditi con olio, sale e pepe.
Tra i secondi piatti spicca il pesce d’acqua dolce, fornito in abbondanza dal Lago di Piediluco: ottima la ricetta dei “carbonaretti”, in cui i pesci più piccoli tra il luccio e il persico reale vengono bruciati senza essere puliti; quando la pelle carbonizzata viene tolta si procede al condimento con olio, sale e pepe oppure con aglio, olio e prezzemolo.
Tra le carni, spicca la selvaggina, in particolare la “faraona alla leccarda” e le “palombe alla ternana”, oltre a una grande varietà di saporiti salumi e prosciutti, e le lumache, una squisitezza molto apprezzata oggi.
Tra i dolci, molto famosi quelli di Pazzaglia, un’animata pasticceria di Terni, mentre a Natale trionfa il “Pan pepato”.
Accompagnare un pasto con un buon vino è qui sempre un piacere, specialmente se si tratta dell’Orvieto Doc, dell’Orvieto Classico Superiore, del rosso orvietano o dei vari Doc dei colli amerini, oltre all’ottimo Corbara rosso.
Si conclude poi con un delizioso liquore d’erbe, il Viparo, consigliato come digestivo, ma anche come ricostituente e “generatore di forza” come suggerisce l’etimologia del  nome “vis” (forza) e “pario”(genero).  

 

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