Roma segreta

Roma segreta: i luoghi della Capitale lontani dal turismo di massa
 
Con PaesiOnLine.it alla scoperta dei tesori nascosti della città più bella del mondo 
 
Sono stati ben ventuno milioni i turisti che nel 2017 hanno affollato le strade e visitato i monumenti di Roma. La Città Eterna è sempre più protagonista in Italia e in Europa, e spesso sono proprio i visitatori stranieri che contribuiscono alla (ri)scoperta dei luoghi della città, dimenticati o poco interessanti per i viaggiatori del Bel Paese.
 
PaesiOnLine, portale del Network Valica dedicato al mondo dei viaggi, vuole gettare luce su tutti quei luoghi di Roma che non godono – purtroppo o per fortuna, secondo i punti di vista – della visibilità e del turismo di massa.
 
Acquario Romano 
No, non stiamo parlando della struttura che dovrebbe aprire in estate all’EUR, ma dello storico Acquario Romano, che sin dal 1887 fa bella mostra di sé in Piazza Manfredo Fanti, a poche centinaia di metri dalla Stazione Termini.
 
Una struttura dalla storia inizialmente sfortunata: fu usato come acquario solo per dieci anni, divenne poi una sorta di spazio aperto dove si tenevano ogni genere di spettacoli e, negli anni Trenta, fu addirittura usato come magazzino.
 
Negli anni Ottanta, quando si era addirittura proposto di abbattere questo bell’edificio di stile umbertino, iniziò un lungo restauro, concluso nel 2002 con la destinazione finale a Casa dell’Architettura. Location più adatta, del resto, sarebbe difficile trovarla: l’Acquario Romano, con la sua enorme ed elegante sala centrale, è il simbolo della rinascita dell’Urbe nel periodo post-unitario.
 
Orti di Galatea 
Tentacolare ed enorme, Roma è una città che sa nascondere bene i suoi segreti. Uno dei meglio conservati è quello degli Orti di Galilea dove, negli anni Ottanta, i politici di tutti gli schieramenti si ritrovavano lontani dalle folle dei giornalisti per discutere di questo o quell’altro provvedimento.
 
Ancora oggi pochissimi conoscono gli Orti di Galilea, uno spazio verde incastonato tra il Parco San Sebastiano e il Parco degli Scipioni, non lontano dal Circo Massimo, che purtroppo non è visitabile.
 
Cimitero acattolico 
Inglese, protestante o acattolico. Il cimitero di Testaccio, in zona Porta San Paolo, è celebre proprio perché vi si trovano le sepolture di tutti coloro che non erano fedeli cattolici, generalmente stranieri ma con alcuni casi di italiani celebri.
 
Un cimitero che ricorda il Père-Lachaise di Parigi o quello di Staglieno a Genova, con sepolture monumentali ed eleganti scorci. Splendida la statua dell’Angelo del dolore, il culmine della sepoltura di Emelyn Eldredge Story, mentre colpiscono nella loro semplicità le tombe di Antonio Gramsci e del poeta inglese Percy Bysshe Shelley.
 
Quartiere Coppedè 
Un altro dei luoghi da visitare assolutamente a Roma è il Quartiere Coppedè. Più che di “Roma nascosta”, qui si potrebbe parlare di “Roma svelata”, poiché la zona è ogni giorno transitata da tantissimi romani e pendolari. 

Il quartiere, anche se in realtà si tratta più di un agglomerato di ville e palazzi monumentali, prende il nome da Gino Coppedè, l’architetto che lo progettò nei lontani anni ’10 del Novecento. La zona corrisponde a un complesso di edifici (circa 45 unità in tutto) situati nel quartiere Trieste, tra via Tagliamento e piazza Buenos Aires, sviluppato attorno al nucleo centrale di piazza Mincio, con la storica Fontana delle Rane in mezzo. 
 
Tutto il quartiere ha uno stile univoco e unico, riconoscibile e identificato dal grande arco d’entrata posto in via Tagliamento. Davvero una tappa imperdibile per tutti gli amanti di architettura, ingegneria ed estetica.
 
Giardino degli aranci 
Last but not least: il Giardino degli Aranci. Un’altra delle visite da mettere in agenda per scoprire i tesori di una Roma nascosta è quella al cosiddetto Giardino degli Aranci, nome che indica il Parco Savello. 
 
La zona, posta sul mitico colle Aventino, nel rione Ripa, rappresenta uno dei terrazzi belvedere più identificativi di Roma, ma molto meno nota dei cugini Pincio e Gianicolo.
 
Il giardino deve la sua nomea alla presenza delle piante di aranci amari, piuttosto numerosa per la connotazione del luogo. Il parco, così come lo vediamo oggi, fu progettato nel 1932 dall’architetto Raffaele De Vico, con l’intento ultimo di farlo diventare area pubblica di primo livello, con tanto di panorama suggestivo su Roma.
 

 

 

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