Potenza

Potenza, capoluogo della Basilicata

Di Potenza traccia un quadro divertente la scrittrice americana Katherine Hooker, in occasione di un viaggio all’interno della Basilicata nei primi anni del ‘900. La signora trova la città estremamente affascinante: “…L’autunno adorna di colori le piccole case, benché frutti e legumi siano messi a seccare per utilità, vengono appesi con tale grazia da sembrare pure decorazioni”.

Poco è cambiato da allora e ancora oggi nei piccoli paesi, il turista può ammirare questa tradizione e non può resistere alla tentazione di portare via con sé un po’ di peperoncino lucano.
Potenza, situata nell’alta valle del Basento, sta al centro dell’itinerario che da Salerno porta a Taranto, dal Tirreno allo Ionio, tra due sponde del mar Mediterraneo. È quindi una città al centro di importanti vie di comunicazione e di un complesso processo di crescita economica che l’ha portata in pochi decenni a diventare, da piccolo borgo arroccato su una collina, ad una città di 70 mila abitanti, destinata ad erogare i servizi per tutta la regione.
Città ricca di suggestioni, di storia e di tradizioni, conquista per la bellezza del paesaggio incontaminato, per l’ospitalità e il perenne sorriso della gente, per la cucina ricca di sapori antichi. Luogo dall’identità complessa, è impossibile visitarla senza avvertire un sottile alone di magia.
La città rispecchia il carattere del suo fiero popolo che, come ha scritto Leonardo Sinisgalli, il fu poeta di Montemurro “…vive bene nell’ombra. Dove arriva fa il nido, è di poche parole. Quando lavora non parla, non canta. Dove c’è troppa gente il lucano si eclissa, dove c’è troppo rumore il lucano si infratta”. Forse per questa atavica riservatezza, Potenza non si mostra e ben pochi ne conoscono l’architettura, le tradizioni, la storia.
Eppure Potenza vanta una storia antichissima, fatta dell’intreccio di mille culture, del passaggio di tanti popoli, dai greci ai romani, dai bizantini ai normanni, dagli svevi agli aragonesi.

Qui si rifugiarono i Lucani, dopo la distruzione di una loro città da parte dei Romani nel III secolo a.C. Nel Medioevo la città fu occupata dai Longobardi e dopo la conquista normanna fu sede di una contea. Città regia sotto gli Svevi, perse l’autonomia con Carlo D’Angiò che la rase al suolo per reprimere una rivolta di nobili.
Due gravi e distanziati terremoti la devastarono, uno nel 1273 e uno nel 1694 e ci volle un secolo prima che potesse recuperare l’antico aspetto. Finalmente nel 1807 divenne capoluogo della Basilicata al posto di Matera.
Un altro terremoto nel 1857 e l’unificazione della penisola portarono alla ricostruzione degli edifici danneggiati e al miglioramento delle comunicazioni stradali e ferroviarie.
Il 23 novembre 1980 la terra tremò ancora con un’intensità del 9° grado della scala Mercalli. In seguito a questa ennesima catastrofe, edifici pubblici e privati, quali la Chiesa di San Michele e il Teatro Francesco Stabile, vennero restaurati grazie a un piano di recupero del centro storico.
 
Nell’impatto con Potenza, occorre dunque superare la prima impressione di città moderna, con edifici per la maggior parte ricostruiti secondo le più avanzate tecniche antisismiche; bisogna visitarla attentamente, alla ricerca dei luoghi della memoria e delle testimonianze che si sono salvati dalla devastazione dei terremoti.
Il punto di partenza è il ponte sul fiume Basento, un capolavoro di ingegneria contemporanea. Il centro della città si trova nella stretta piazza Matteotti, su cui si affaccia il palazzo del Comune. Un itinerario pedonale consente di percorrere il cuore antico della città lungo la via Pretoria, considerata il “salotto” di Potenza, con i suoi negozi eleganti, i caffè e le pasticcerie, e passando per Piazza Pagano, anche se innumerevoli sono i vicoli e le piazze in cui ci si può avventurare.
Tappa obbligata è il Duomo: dedicato a San Gerardo, fu rifatto alla fine del ‘700; conserva un piccolo rosone e l’abside della costruzione del XII secolo. Altro importante luogo di culto è la Chiesa di San Michele Arcangelo, che venne ampliata nel 1849, ma conserva un aspetto romanico. Da non perdere anche la Chiesa di San Francesco d’Assisi, costruita nel XII secolo su un precedente oratorio, che presenta nella facciata un portale con belle ante intagliate del ‘400. All’interno è conservato il sepolcro rinascimentale De Grasis, con lunetta a rilievi e alcuni dipinti, tra i quali la tavola duecentesca della Madonna del Terremoto, di stile bizantino. Nel rione Santa Maria si può visitare invece il Museo Archeologico provinciale, che conserva un’importante raccolta di manufatti preistorici e protostorici e una piccola sezione etnografica, con armi e opere plastiche greche e romane.
Ma Potenza significa anche folclore e feste popolari: ogni anno il 29 maggio si rinnova l’antica sfilata dei turchi, che precede di un giorno la festa di San Gerardo, patrono della città. La festa trae origine da un prodigio che si sarebbe verificato proprio nel mese di maggio: la leggenda narra che una schiera di angeli apparsa in cielo seminò il panico tra i saraceni che stavano ormai impadronendosi della città. I Potentini attribuirono il miracolo a San Gerardo e per questo la sfilata è in suo onore.
Potenza offre al visitatore anche nuovi percorsi: una moderna superstrada invita a seguire l’itinerario dei maggiori castelli lucani. Il più famoso è il castello di Melfi, che domina la “città cara al cor di Federico II”, che di essa fece il centro politico, culturale e commerciale del regno e la prescelse quale sede per la promulgazione delle “Constitutiones Melphitanae”, redatte da Pier delle Vigne.
Poco distante, si trova un altro maniero voluto da Federico II nel 1242, il castello di Lagapesole, che da una collina domina lo splendido paesaggio dell’Appennino lucano a nord di Potenza.

Spostandosi più a nord si può raggiungere Venosa, paese natale di Orazio, il grande poeta della Roma imperiale, con il suo imponente castello aragonese del XV secolo. Ma l’orgoglio di Venosa è la Chiesa delle Trinità, una delle meraviglie del Medioevo, di cui è rimasta solo la facciata. Nelle vicinanze, su una altura che domina la valle del Bradano, troviamo Acerenza, con la sua Cattedrale, un tempio romanico-pugliese risalente al 1100 che è sicuramente uno dei monumenti più pregevoli della Basilicata.

Da non perdere anche una visita alla splendida Maratea, nel golfo di Policastro, nel solo tratto di Lucania che si estende sul mar Tirreno. Questa località presenta una fascia costiera di rara bellezza, dalla quale è anche possibile osservare un complesso di otto torri quadrate, erette strategicamente su alture per difendersi dalle incursioni saracene o corsare. In vetta al Monte San Biagio la statua del cristo Redentore, alta 22 metri e con un’apertura di braccia di 19,  svetta maestosa nel cielo ed è seconda soltanto al Cristo di Rio de Janeiro.

 

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