Friuli Venezia Giulia

Regione Friuli Venezia Giulia

Piccolo compendio dell’universo”: così lo scrittore Ippolito Nievo definì il Friuli- Venezia Giulia. E in effetti  questa piccola regione, a statuto speciale dal 1963, situata nell’estremo nord est d’Italia, al confine con l’Austria e la Slovenia, vede alternarsi nello spazio di cento chilometri, montagne e mare, ghiacciai e spiagge, colline disseminate di castelli e pianure tessute di fiumi, natura incontaminata e importanti testimonianze storiche, artistiche e architettoniche. Realtà diverse, ma facilmente raggiungibili: in una sola ora di macchina si può cambiare radicalmente clima e paesaggio e passare dalle innevate e gelide montagne, al dolce clima del litorale Adriatico, con le sue spiagge affollate di turisti.
Un territorio ridotto, di circa un milione e trecentomila abitanti, suddiviso amministrativamente in quattro province, ognuna delle quali rappresenta una sintesi ben riuscita di varietà etniche, linguistiche e culturali.
Un itinerario in questa regione, può partire dalle due città con atmosfera mitteleuropea e balcanica, l’affascinante capoluogo Trieste e l’asburgica Gorizia, ai confini della Slovenia, per scendere poi verso le coste adriatiche e incontrare l’incantevole Grado e quindi Lignano, famosa per le sue “sabbie dorate”. A questo punto non resta che risalire verso l’interno per approdare ad Aquileia di romana memoria, alla “tiepolesca” Udine e verso i passati fasti longobardi di Cividale del Friuli, per poi concludere con Pordenone, sullo sfondo delle Prealpi e della verde campagna friulana.
Da non dimenticare, infine, che quasi metà del territorio del Friuli è coperto dalle montagne, Alpi Giulie Occidentali, Alpi Carniche, Dolomiti Orientali, che offrono al turista innumerevoli possibilità di praticare sport sia estivi che invernali e di avventurarsi in appassionanti escursioni di grandissimo interesse ambientale e naturalistico.

Trieste
Trieste è una città che ha mantenuto intatta la sua vivacità di città di mare e di frontiera, di porto internazionale di sbarco e di scambio tra il Mediterraneo, i Paesi dell’est e la mitteleruropa, soprattutto dopo che nel 1717 fu dichiarata porto franco, sotto il regno di Carlo VI d’Asburgo.
Qui la storia più remota parla attraverso le testimonianze romane, quali l’Arco di Riccardo, il Teatro e la Basilica Forense sul colle di San Giusto, altura dove si stagliano anche due tra i monumenti medievali più rilevanti della città: la Cattedrale di S. Giusto, con la sua facciata trecentesca irregolare, il suo caratteristico rosone e i preziosi mosaici delle sue absidi, e il Castello, imponente roccaforte posta a difesa della città.
Ma l’impronta più autentica e più sentita a Trieste, è quella della storia recente, della tradizione asburgica e cosmopolita che si respira nelle vie del centro, dove si susseguono eleganti e maestosi edifici, tendenzialmente di impostazione neoclassica, ma anche di stile eclettico, liberty e neogotico, oltre a numerosi luoghi di culto di confessioni religiose diverse. Una delle zone più suggestive e ricca di richiami storici è il Borgo Teresiano, edificato nel 1700 per volontà di Maria Teresa, con le sue strade che si incrociano ad angolo retto, secondo uno dei primissimi esempi di pianificazione urbana “razionale”; i triestini lo chiamano familiarmente “Ponte Rosso”, con riferimento al canale che lo attraversa e che rappresenta un sicuro ormeggio per le barche.
Cuore della città e simbolo del suo destino diviso tra terra e mare, è la scenografica Piazza Unità d’Italia, dal cui fianco aperto sul mare si scorgono alcuni suggestivi tratti della costa triestina. Nei paraggi si possono ammirare altri raffinati palazzi, quali il Municipio, la Prefettura e il Palazzo Carciotti, un’illustre esempio di architettura neoclassica.
Quando d’inverno la bora soffia impietosa sulla città, non c’è niente di meglio che seguire l’abitudine triestina di rifugiarsi in uno dei caffè storici del centro, come il Caffè Tommaseo o il Caffè San Marco, sulle orme degli illustri artisti e letterati quali James Joyce, Rilke, Winkelman, ma anche i nostri Umberto Saba e Italo Svevo, che si dettero qui appuntamento, tra il 1700 e il 1900, attirati dal forte sentimento di libertà intellettuale e dal grande fermento culturale che si respirava nella città. Chi volesse seguire e approfondire altre reminescenze letterarie può visitare il Museo Sveviano, che racconta la città ai tempi di Svevo e raccoglie le opere del grande scrittore triestino.
Un’ultima tappa consigliata è quella al Castello di Miramare, uno dei musei statali italiani più visitati, con le sue caratteristiche “bianche torri” cantate dal Carducci. Tra le tante sale, merita una visita la “sala del trono”, dove potrete ammirare tutti i ritratti dei componenti della famiglia Asburgo divenuti imperatori del Sacro Romano Impero.
Da non dimenticare che, se capitate in città durante la seconda domenica d’ottobre, potrete ammirare il golfo di Trieste pieno di migliaia d’imbarcazioni, in occasione della Barcolana, una regata velica internazionale divenuta, da un’originale raduno locale di appassionati della vela, un evento di livello mondiale, iscritto nel Guinnes dei Primati.
Altri appassionati possono trovare a Trieste ulteriori attrattive: quelli di speleologia possono visitare la “Grotta del Gigante”, la più grande cavità turistica del mondo, che potrebbe contenere l’intera Basilica di San Pietro e che può essere raggiunta comodamente anche prendendo il famoso “Tram di Opicina”, unica tramvia a fune esistente in Europa, che si inerpica dalla centrale piazza Oberdan fino a raggiungere Opicina e il Carso, da cui si può godere di una speciale e inedita vista sulla città.

Gorizia

Dopo la visita al capoluogo, si può raggiungere l’altra città di atmosfera mitteleuropea, Gorizia, la “città giardino”, che si guadagnò nei secoli l’appellativo di “Nizza Austriaca”, per l’equilibrio impeccabile, che continua a permanere, tra architettura e verde pubblico e privato. Purtroppo, la maggior parte dei monumenti e delle testimonianze artistiche sono andate distrutte durante la seconda guerra mondiale, ma Gorizia non mancherà di incantarvi con l’atmosfera particolare e inebriante che si respira in ogni angolo, dal Borgo Medievale, alle viuzze del centro storico, dalle raffinate ville degli inizi del Novecento alle caratteristiche botteghe dell’ex ghetto. La città si sviluppò intorno a un colle, su cui domina il Castello, sede per quattro secoli del conte di Gorizia e simbolo della città. La sua chiesa più famosa è quella barocca di Sant’Ignazio, che richiama lo stile di molte chiese austriache, con le coperture in rame e le cupole a forma di cipolla. Camminando per i vicoli del borgo medievale, si possono visitare la graziosa e trecentesca Chiesa di Santo Spirito, il Palazzo Formentini e il maestoso Palazzo Attems Petzenstein. Tra le vie del centro, spicca invece il Duomo, col suo splendido interno in stile rococò, i suoi altari barocchi e la pietra tombale con l’effigie di Leonardo, l’ultimo conte di Gorizia.

Grado
Non si può lasciare la provincia Gorizia senza visitare la sua “Isola d’Oro”, Grado, che dell’isola conserva tutte le caratteristiche, pur essendo collegata sin dal 1936 a un sottile terrapieno che porta alla  terraferma mediante un ponte girevole. Percorrere quei sei chilometri che collegano l’isola alla realtà è realmente emozionante e sembra quasi di sentire nell’aria le eco degli Aquileiesi che fuggivano da Attila per rifugiarsi qui. Grado è una località  dai mille volti: così come la misteriosa e suggestiva laguna che la circonda cambia colore e aspetto a seconda dell’orario e delle maree, così Grado cambia volto a seconda della prospettiva da cui la si guarda e da cosa ci si aspetta: può essere un antico borgo pieno di suggestioni storiche e artistiche, con le basiliche secolari di S. Eufemia e di S. Maria delle Grazie; un moderno centro balneare, con la lunga spiaggia sul lato meridionale dell’isola, gli alberghi, gli eleganti negozi; un pittoresco villaggio di pescatori, con le sue calli e le piccole botteghe artigiane; o ancora una stazione di cura, un centro di benessere, grazie alle sabbiature e alle cure talassoterapiche a cui è possibile sottoporsi nelle sue terme.

Lignano Sabbiadoro
Rimanendo sulla costa, passando alla provincia di Udine, si incontra la località che Hemingway soprannominò “Florida d’Italia”, Lignano Sabbiadoro, il cui suggestivo nome richiama il colore caldo e inconfondibile dei suoi otto chilometri di arenile. A seconda delle diverse esigenze sul tipo di vacanza desiderata, si può soggiornare in uno dei tre comprensori di Sabbiadoro, Pineta e Riviera, che si susseguono senza soluzione di continuità.

Aquileia
Lasciando il mare e dirigendosi verso l’interno della provincia, prima di entrare nella città di Udine, non si può perdere una visita a quella che fu una delle maggiori città dell’Impero Romano, Aquileia. La sua area archeologica, con i resti del Foro Romano, della Via Sacra, del Porto Fluviale, delle mura, delle case, oltre al più vasto mosaico pavimentale del mondo all’interno della Basilica Patriarcale, in memoria dei tempi in cui Aquileia fu sede vescovile, è di una tale eccezionalità da essere stata considerata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Da visitare il Museo Archeologico Nazionale che conserva migliaia di reperti del periodo romano.  

Udine
Ed eccoci finalmente nel centro della regione, laddove, attorno al colle del leggendario Castello che ancora oggi costituisce il monumento più conosciuto, sorge Udine, la città che meglio simboleggia la mentalità e la personalità della gente friulana, con la sua riservata e quieta accoglienza.  Il cuore palpitante della città è Piazza Libertà, considerata da molti “la più bella piazza veneziana della terraferma”; qui spicca la Loggia del Lionello, dal nome dell’orafo udinese che la costruì nel 1448, alternando pietra rosa e bianca e sull’altro lato della piazza le cinquecentesche Loggia e Chiesa di S. Giovanni, con la raffinata Torre dell’Orologio. Sotto questa Torre sorgeva anticamente il portone di accesso principale al Castello, a cui oggi si può invece accedere mediante un porticato in stile gotico e veneziano a rampe e gradinate, che dall’Arco Bollani (progettato dal Palladio) sale fino al Castello. Ma Udine è soprattutto la “città del Tiepolo” e una visita qui significa in primo luogo ammirare i capolavori di questo grande artista. I suoi affreschi sono custoditi nel Duomo, nell’Oratorio della Purità, dove si possono ammirare la grandiosa “Assunta” e la Madonna vestita di bianco e di azzurro; ma il massimo ciclo di affreschi è custodito nel Palazzo Arcivescovile, che vanta opere quali “La caduta degli angeli ribelli”, “Rachele che nasconde gli idoli”, “Il Giudizio di Salomone”.

Cividale del Friuli
Non si può lasciare Udine e la sua provincia, senza soffermarsi a Cividale del Friuli, l’antica Forum Iulii, fondata nel 50 a. C. da Giulio Cesare e in seguito divenuta capitale del primo ducato longobardo. Importanti testimonianze storiche, in particolare di ascendenza longobarda, si possono ammirare nel Museo Archeologico Nazionale, nel Museo Cristiano e nello splendido Tempietto Longobardo, con stucchi e affreschi dell’VIII secolo. Sul fiume Natisone, si erge il Ponte del Diavolo, simbolo di Cividale e luogo di grande suggestione, se si pensa alla leggenda secondo la quale il masso su cui poggiano le sue due arcate sarebbe stato scagliato dal diavolo in persona.

San Daniele
Inoltre, nei dintorni di Udine, una meta d’obbligo è San Daniele, una ridente cittadina collinare, piena di bellissimi monumenti, ma nota soprattutto per il suo delicatissimo prosciutto, alla cui conoscenza e degustazione è dedicata un’importante kermesse eno-gastronomica chiamata “Aria di festa”, che ha luogo ogni anno nel mese di Agosto.

Pordenone

L’ultima provincia da visitare è infine Pordenone, l’antica Portus Naonis, che grazie alle attività portuali crebbe e si sviluppò, mantenendo però anche un certo curioso isolamento.
Si può cominciare la visita della città da corso Vittorio Emanuele, la via porticata e signorile del centro storico, ammirando i portali, gli affreschi e le eleganti balconate  in pietra di molti prestigiosi palazzi, tra i quali: il seicentesco Palazzo Gregoris, il Palazzo Mantica, il Palazzo Ricchieri, che ospita all’interno il Civico Museo d’Arte, con opere di Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone. Chiudono il corso il Palazzo Comunale e il Duomo-Concattedrale di San Marco, in stile romanico-gotico, con accanto lo svettante campanile di 72 metri, considerato uno dei più belli d’Italia; all’interno della cattedrale è conservata la bellissima pala della “Madonna della Misericordia” e altri affreschi del Pordenone e del Tintoretto.  

Un connubio di tradizioni culinarie
Così come questa terra, anche la gastronomia del Friuli rappresenta una riuscita sintesi di tradizioni alimentari differenti, tra cui svettano quella mitteleuropea, quella veneta e quella slava, il tutto permeato da un forte influsso di cucina popolare, che ha saputo creare piatti molto gustosi da materie prime molto povere.
Seguendo lo stesso itinerario geografico anche dal punto di vista dei sapori, si può partire assaggiando la cucina triestina, con le sue ricette di ascendenza asburgica: tra i primi piatti spicca la iota, un gustoso minestrone  a base di fagioli, patate e crauti. Tra i secondi, si può spaziare dai piatti di carne, quali il gulasch o la porcina (carne di maiale bollita presentata con senape e kren), alle infinite ricette a base di pesce, tra cui la granzevola alla triestina, il baccalà alla triestina, gli scampi alla busara, la zuppa di canocchie. Tra i dolci, predominano quelli derivati da ricette austriache, come lo strudel.
Se volete invece assaggiare piatti di influenza mitteleuropea, dovete provare la cucina goriziana, con le sue diverse specialità di gnocchi a base di fegato, di semolino, di pane e  quelli speciali di patate con le susine, insaporiti con burro fuso, cannella e un sottile velo di zucchero. Tra i secondi ottimo il keiserfleish, un carrè di maiale affumicato, servito con kren fresco e crauti, e i vari tipi di selvaggina. Tra i dolci, avrete l’imbarazzo della scelta tra la pinza (tradizionale focaccia dolce pasquale), la potiza (a base di pasta lievitata ripiena di frutta secca), le palatschinken (omelette ripiene di cioccolata e marmellata di albicocche).
Spostandosi verso Udine e Pordenone, ci si può deliziare con tutta la semplicità e il gusto della cucina friulana, provando il frico (formaggio cotto con patate e cipolle), il muset e brovada (cotechino servito con rape inacidite) e la celebratissima gubana, un dolce tipico delle valli del Natisone a base di uva secca, uva passa, cedro candito e innaffiata con la grappa, presente in tutte le tavole del Friuli in varie versioni.
Certamente, oltre a tutte queste delizie, non si può lasciare questa terra senza assaggiare il dolcissimo prosciutto di San Daniele o quello leggermente affumicato di Sauris e l’ottimo formaggio Montasio.
Una menzione a parte meritano i vini, che vantano una tradizione antichissima risalente ai Greci e ai Romani, testimoniata dai numerosi reperti quali anfore, vasi vinari e bicchieri rinvenuti ad Aquileia. Anche se non è più possibile sorseggiare il vino “Pucino” prediletto presso la corte di Augusto e raccomandato dall’imperatrice Livia come elisir di lunga vita, secondo quanto ci ha tramandato Plinio il Vecchio, ancora oggi in queste zone si producono vini eccellenti, grazie alle ben otto zone DOC. Per cui, a seconda delle ricette, si può spaziare da robusti rossi (Merlot, Cabernet Sauvignon, Refosco dal Peduncolo Rosso, Terrano, Pinot Nero), a profumati bianchi (Tocai Friulano, Verduzzo Friulano - ottimo quello di Ramandolo-Malvasia istriana, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Ribolla, Riesling, Sauvignon, Traminer Aromatico) oltre al raro Picolit, considerato un prelibato “vino da meditazione”, per concludere con le grappe speciali, tra cui la monovitigno bianca, la stravecchia e le acqueviti aromatizzate alla frutta.  

 

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