Genova

Genova: un destino legato al mare

Genova, porto sul Mediterraneo e crocevia di traffici con tutti i paesi su di esso affacciati, ha da sempre affidato il proprio destino al mare. E d’altra parte non poteva essere altrimenti: l’anfiteatro di colline che la chiude a nord, ha sempre portato questa città a guardare avanti e a fondare su questo aspetto la propria identità.
E oggi come allora, proprio il Porto Antico di Genova, dove brillanti banchieri e mercanti costruivano le loro fortune, è il luogo più significativo per vivere la città, alla quale è stato restituito grazie all’intervento dell’architetto genovese Renzo Piano, che lo ha trasformato in un suggestivo spazio per la cultura e il tempo libero. I moli e le banchine sono divenuti passeggiate sul mare, sono state realizzate nuove aree per feste e concerti ed è stata introdotta una nuova caratteristica struttura, il Bigo, che è la ricostruzione di una tipica gru montata sulle navi da carico, dotata di un ascensore panoramico e girevole che consente una vista di Genova dall’alto a 360°. Un’altra splendida prospettiva si può godere dalla Lanterna, il vecchio simbolo della città, grazie a visite guidate.

L’area portuale presenta inoltre altre rilevanti strutture, quali l’Acquario, unico in Europa per le dimensioni delle vasche, la piazza delle Feste (che diventa una pista di ghiaccio nei mesi invernali), la via del Mare dedicata a Fabrizio De Andrè, le palazzine del Seicento.
Da non dimenticare la recente nascita della Fiera Internazionale, ribattezzata dai genovesi “Fiera del mare”, che ogni anno ospita un’importante manifestazione il “Nautico”, la grande rassegna internazionale presente ormai da quarant’anni sulle imbarcazioni da diporto, che trovano a Genova un’ottima collocazione nei ben attrezzati porticcioli turistici già esistenti, che saranno presto integrati da altri nuovi e modernissimi approdi.
Dunque, Genova città di mare e porto sul mare, ma non solo. E’ una città indiscutibilmente affascinante e invitante, con un clima mite tutto l’anno, un serpeggiante lungomare dove si affacciano caratteristiche spiaggette vicinissime al centro cittadino e dove trionfano piante e alberi mediterranei o persino esotici, come pini marittimi, agavi, pitosfori, fichi d’India, palme. Eppure è molto facile che di primo acchito la città non piaccia e che appaia “detestabile e noiosa” come accadde a Montesquieu o addirittura che risulti totalmente invisa, come è evidente nel giudizio di Dante: “Mare senza pesce, monti senza legna, uomini senza onore, donne senza pudore”. Ma è comunque altrettanto probabile rimanerne catturati e colpiti, in particolar modo dopo averla conosciuta a fondo e averne assimilato lo spirito. Questo fu il caso di due illustri scrittori, quali Charles Dickens, che nel 1843 in “Pictures from Italy” scrisse: “Quel giorno non avrei mai creduto d’arrivare fino al punto di sentirmi attratto perfino dalle pietre delle vie di Genova, e di ripensare a quella città con affetto, come al luogo in cui avevo passato molte ore di quiete e di felicità”, e Gustave Flaubert che nel 1845 scrisse ad un amico: “…ora sono in una bella città, una vera bella città, Genova. Cammino sul marmo, tutto è di marmo: scale, balconi, palazzi”.
E come dare torto al romanziere francese quando all’improvviso, in alcuni spazi aperti del centro storico, appare il marmo delle severe facciate delle chiese genovesi, a strisce bianche e nere o con sfarzosi lineamenti barocchi, o quello dei maestosi palazzi nobiliari con i loro imponenti portoni, gli interni affrescati, gli atrii, la rigogliosità dei giardini pensili.
Percorrendo a piedi via Garibaldi, la via simbolo del potere raggiunto dalle grandi famiglie genovesi nel Seicento, ci si potrà soffermare ad ammirare Palazzo Rosso e Palazzo Bianco, che conservano le opere di artisti genovesi e dei grandi rappresentanti della scuola fiamminga; oppure gli esuberanti giardini pensili di Palazzo Doria-Tursi, gli affreschi dei Palazzi Angelo Spinola e Pallavicino, il ninfeo di Palazzo Podestà. Lasciando via Garibaldi, si incontrano altri palazzi storici, quali il palazzo cinquecentesco del Principe Andrea Doria, il Palazzo Spinola dei Marmi, il Palazzo Giustiniani, il Palazzo Reale, il Palazzo Ducale, il cuore del potere dell’antica Repubblica e il Palazzo San Giorgio, da cui Marco Polo dettò il “Milione”. L’itinerario a piedi può proseguire con la visita agli altri eleganti edifici di via Balbi, con una piacevole passeggiata lungo la via porticata XX Settembre e quindi lungo la “promenade” sul mare di Corso Italia.
Gli amanti dei musei non possono perdere una visita al Museo d’Arte Orientale, molto apprezzato in Estremo Oriente per l’abbondanza di pitture, stampe e armature, e il Museo Navale, che ripercorre la storia marinara della città.
Ma il cuore palpitante di Genova batte soprattutto nel labirinto dei “caruggi”, tra vie strette recanti i nomi delle antiche corporazioni, slarghi e piazzette, dove si respira un’aria familiare e dove si può abbandonare ogni percorso predefinito e seguire solamente la propria ispirazione. Qui, l’occhio del visitatore attento potrà scoprire autentici tesori, meraviglie di arte e di architettura, ma anche piccole botteghe d’antiquariato, mercatini ed esposizioni di ogni tipo, nel contrasto stridente tra raffinati edifici e case modeste, addossate gli uni alle altre.
Sotto i portici di Sottoripa, si può cogliere l’autentica essenza della vita quotidiana di Genova, con i suoi ritmi vivaci e il vociare degli abitanti impegnati a fare la spesa, ma anche rivivere quell’atmosfera di antico bazar, cui giungevano i prodotti più svariati, portati dalle navi cariche approdate al porto; qui ancora oggi si possono trovare generi alimentari provenienti da ogni luogo del mondo: couscous dal Nordafrica, olive kalamata e ouzo dalla Grecia, uova d’anatra imperiale, pinne di pescecane e vino dalla Cina.
Ma anche l’opulenta e potente Repubblica Marinara di Genova dovette difendersi alle spalle: lo testimonia la cinta muraria costruita nel Seicento, considerata la più lunga al mondo dopo la muraglia cinese, raggiungibile mediante la funicolare dall’ultima stazione Zecca-Righi e visitabile con una piacevole passeggiata panoramica, che nelle giornate serene consente di vedere tutta la costa ligure con lo sfondo dell’Appennino.
Genova non ha periferia, ma tante città satellite, appartenenti allo stesso comune, ricche di ville, con architetture esotiche e vegetazione tropicale, nelle quali d’estate gli antichi genovesi andavano a villeggiare. E’ molto interessante osservare questo lato romantico e “floreale” di Genova, visitando il parco montano della Villa della Duchessa di Galliera a Voltri, il giardino e le pagode orientali di Villa Pallavicini a Pegli e il Parco Serra Groppallo a Nervi.
E’ inoltre un’ottima idea dedicare una giornata ai dintorni di Genova, magari con una minicrociera in battello con destinazione Camogli, uno splendido piccolo borgo marinaro che appare completamente chiuso dal suo arco di alte case affacciate sul mare, San Fruttuoso e la sua suggestiva Abbazia, Recco ed infine la spiaggia e la pineta di Arenzano.

La cucina genovese: semplicità e sapore
Così come la città, anche la cucina genovese è inevitabilmente legata al passato e alla situazione geografica e climatica: nessuna grande coltivazione per mancanza di terra e molti piccoli orti ritagliati sui pendii e sui declivi e davanti solo la grande risorsa del mare. Una cucina necessariamente sobria e povera, anche per la proverbiale parsimonia degli abitanti di questa piccola regione, ma non per questo meno ricca di sapori particolari. Gli ingredienti base delle sue ricette sono tendenzialmente semplici e vedono il trionfo dell’olio d’oliva e delle erbe aromatiche, spontanee e coltivate, utilizzate per dare maggiore sapore.
E’ molto curioso che il piatto principe della cucina genovese si possa tranquillamente acquistare nelle panetterie: la focaccia, povera ma gustosissima, cosparsa con l’ottimo olio d’oliva della riviera ligure e di sale. Famosa è la focaccia di Recco, fatta di due strati di pasta sottile, farciti da uno strato di formaggio molle tipo stracchino. E’ consigliabile assaggiarla al mattino, quando è calda e appena sfornata. Anche se potrete trovare numerosi ristorantini dove assaggiare tutti i piatti tipici, non potete non conformarvi al piacevolissimo costume locale di uno spuntino in una delle antiche friggitoie della città, dove si possono assaggiare alcune specialità cotte nel forno a legna o fritte in padella, quali la farinata di ceci, a base di farina di ceci, acqua e olio, i “friscieu”, frittelle ripiene di lattuga o cipolle, la “panissa” (un impasto di farina di ceci, tagliata a strisce e fritte in padella), le frittelle di baccalà, le torte salate e le verdure ripiene.
Tra i primi piatti, spiccano le trenette e le trofie al pesto (il celebratissimo sugo fatto con basilico fresco “doc” di Genova Prà, aglio, formaggio pecorino o parmigiano, pinoli e olio extra-vergine DOP Riviera Ligure), i pansoti alla genovese conditi con sugo di noci, e i ravioli di pesce conditi col “tuccu” (un gustoso e denso ragù). Ricca la scelta tra le minestre e le zuppe, tra cui il classico minestrone alla genovese, il “ciuppin” (a base di pesce e verdure) e la “mesciua”, a base di ceci, fagioli e frumento.
Tra i secondi piatti a base di carne, bisogna assolutamente provare la “cima alla genovese”, una sacca di vitella cucita e riempita di un composto di prosciutto cotto, uova, piselli, parmigiano e pinoli, pressata con un peso e servita fredda tagliata a fette, e il coniglio cucinato secondo varie ricette, tra cui quelle alle olive e alle erbe.
Tra i secondi piatti di pesce, il piatto principe è il “cappon magro”, un piatto opulento e scenografico, composto da una piramide di diverse varietà di pesce, cotti separatamente e poi sovrapposti a strati, su una base di pane biscottato secco bagnato nell’aceto, il tutto condito con una ricca salsa e decorato con medaglioni di aragosta e gamberoni e uova sode. Ricca è l’offerta di branzini, pagelli e orate, cotti alla griglia o al forno e di piatti in umido, quali la “burrida” di stoccafisso (con pomodori, acciughe, capperi, olive e gli immancabili pinoli), e il “bagnun de anciue”, acciughe cotte in sugo rosso, presentate con crostoni di pane. Il tutto può essere accompagnato dalla rinomata torta pasqualina (ripiena di bietole, ricotta e uova) e i funghi alla genovese (cotti con patate, aglio e basilico).
Nel parlare dei dolci, non bisogna dimenticare che l’antica tradizione dolciaria genovese deriva dai contatti col Medio Oriente: la frutta candita è una specialità “importata” dalla Siria, mentre è originaria di Sidone nel Libano l’acqua di fiori d’arancio, ingrediente base del pandolce, il tipico panettone genovese basso e poco lievitato, arricchito di frutta candita, pinoli e uvetta. Ottimi anche i canestrelli, biscotti di pasta frolla spolverati di zucchero a velo.
E per finire, i vini. Occorre ricordare che la Liguria non è una regione a tradizione viticola, ma è riuscita comunque a ricavare coltivazioni pregiate di vigneti grazie ai terrazzamenti. Da questi si ottengono molte tipologie di vini di ottima qualità. Si può dunque accompagnare una tipica cena genovese con un buon Vermentino, un Rossese o un Pigato o se sarete fortunati anche con qualche bottiglia di Coronata, dal tipico aroma di zolfo.

 

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