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VIAGGIO IN VENETO, TRA CITTÀ D’ARTE, COLLI E VILLE

Veneto, regione incredibile, che racchiude nel proprio territorio una straordinaria varietà di perle. Un luogo da sogno assolutamente unico qual’è Venezia, tante città d’arte, antiche terme rinomate a livello mondiale, le lunghe spiagge dell’Adriatico, le dolcezze mediterranee del Lago di Garda, un infinito susseguirsi di colli punteggiati dalle viti e dalle splendide ville venete, dove la nobiltà veniva a villeggiare tra il ‘400 e il ‘700. E sullo sfondo l’imponenza delle Dolomiti.
Di Venezia non si parlerà mai abbastanza, poiché la sua bellezza è quanto di più originale e raffinato possa esistere al mondo, ma la regione di cui è capoluogo può offrire altrettanti motivi di stupore dinanzi alle proprie bellezze. Il Veneto è famoso anche per la vitalità della sua gente, che si contraddistingue per una vocazione innata all’ospitalità, grazie alla quale potrete assaporare ogni aspetto della ricchezza enogastronomica locale, soprattutto andando a cercare i luoghi dove la pregiata produzione vinicola incontra i prodotti tipici.
Si parta dunque da Verona e dalla sua incantevole provincia, che racchiude le amenità del Lago di Garda e dei colli prealpini che si insinuano nella Valdadige. Pensando a Verona la prima immagine che affiora è la sofferta storia d’amore di Romeo e Giulietta, la cui casa è possibile visitare, ma la seconda è senza dubbio l’Arena, teatro di celebri stagioni liriche e monumento che, con i suoi 1900 anni di storia, rappresenta una delle più grandiose testimonianze di Roma antica.
Ma tra le vestigia romane si incontrano anche il Teatro ai piedi del Colle di San Pietro, due porte, un arco, un ponte ed il reticolato viario cittadino, il cui impianto è rimasto intatto.
Meraviglie dello stile romanico e gotico sono invece la Basilica di San Zeno e il monumentale complesso delle Arche Scaligere, le tombe degli antichi Signori della città, mentre l’arte rinascimentale è documentata nell’elegante Loggia del Consiglio e negli splendidi palazzi e le porte del veronese Michele Sanmicheli.
Fuori dalla città, la provincia di Verona offre preziosi scorci paesaggistici, innanzitutto lungo la sponda orientale del Lago di Garda, la cosiddetta Riviera degli Olivi, che parte da Peschiera e arriva a Malcesine. Peschiera, per lungo tempo località strategica, è caratterizzata dalle antiche fortificazioni veneziane, mentre risalendo verso nord si incontrano paesi tranquilli, come Lazise e Bardolino, ancora in parte racchiusi nelle loro mura medievali, con strade strette, piccole case dai colori vivaci addossate le une alle altre, tra le quali si aprono a tratti passaggi verso il lago. Così è anche Garda, il maggiore di questi piccoli centri, mentre la strada che da qui conduce a Torri del Benaco vanta un paesaggio di rara bellezza, con l’Eremo dei Camaldolesi a sud e la splendida punta San Vigilio a nord, alle cui spalle si stendono ininterrotti vigne e cipressi. All’estremità settentrionale, Malcesine e la sua cerchia merlata annunciano già la Valdadige e il Monte Baldo, “giardino d’Europa”.
Sui colli prealpini della provincia di Verona e su tutta la fascia pedemontana iniziamo ad intravedere le ville venete, tra le quali, in Valpolicella, quella di Pedemonte, opera del Palladio, è una delle più belle. Scendendo verso i colli morenici si incontrano altre ville e borghi ricchi di storia e tradizione vitivinicola, come Soave, Sommacampagna, Custoza, Nogarole e Valeggio, con l’imponente Castello Scaligero del X secolo.
Proseguendo all’interno della regione si incontra , ai piedi dei Colli Berici, la bellissima città di Vicenza, culla del Palladio, che qui lasciò un’ineguagliabile concentrazione delle proprie opere architettoniche. Si stagliano in tutta la loro classica belleza Palazzo Chierici e il suo geniale gioco compositivo di pieni e vuoti, lo splendido Teatro Olimpico, una delle invenzioni più perfette della scenografia teatrale e il capolavoro vicentino dell’artista, Palazzo della Ragione, conosciuto come la “Basilica”. Una reale Basilica, quella di Monte Berico, domina invece la città da un colle, anticipo di quei Colli Berici ricoperti di vigneti e di meravigliose ville: Villa Valmarana “dei nani”, dalle stanze interamente affrescate da Giambattista e Giandomenico Tiepolo; la Rotonda, la più famosa villa palladiana dall’incantata armonia; Villa Verla, uno dei maggiori edifici dello Scamozzi, ma la più originale e meglio conservata è quella della Rocca Pisana, sopra Lonigo, edificata nel 1578 da Vincenzo Scamozzi e senza confronti in tutta la regione.
Altre opere giovanili del Palladio, Villa Godi Valmarana e Villa Piovene-Porto Godi, si stagliano sulle colline che anticipano l’altipiano di Asiago. Ai piedi dell’altopiano dei Sette Comuni, Marostica, sorvegliata da due castelli, uno in collina e uno in pianura, apre le porte delle proprie mura trecentesche per mostrare la famosa piazza a scacchiera, dove ogni due anni si celebra la partita a scacchi “vivente”. Poco oltre si stende invece Bassano del Grappa, con le vicine montagne che fanno da scenario al suo volto medievale e al suo celebre Ponte degli Alpini, costruito in legno nel ‘500 dal Palladio. Passeggiando tra le sue strade sarà immancabile l’incontro con i suoi tipici prodotti: la grappa, che qui vanta antichissime distillerie e la storica ceramica di Nove .
Guardando oltre il massiccio del Monte Grappa, verso oriente, si scorge la bassa collina del Montello, lambita dal corso del Piave e si scende nella provincia di Treviso, la “Marca Gioiosa et Amorosa”. Treviso, lungo il perimetro delle sue mura veneziane, è accarezzata dal fiume Sile, che con rogge e canali si dirama nel cuore della città, creando angoli di grande fascino e poesia. Molte case sono costruite sull’acqua, su una sporgenza di terra, i portici costeggiano i canali, i salici allungano i propri rami sino a sfiorare l’acqua e le antiche dimore nobiliari hanno facciate affrescate rivolte all’acqua. La città, infatti, è anche celebre per i suoi affreschi, uno straordinario patrimonio artistico di cui oggi restano 250 testimonianze, un “unicum” in Italia e in Europa.
Anche la Marca Trevigiana, in un paesaggio di particolare bellezza, offre ville splendide: ai piedi dei Colli Asolani sorge forse la più bella delle ville palladiane, certo la più famosa per gli affreschi realizzati da Paolo Veronese, Villa Barbaro-Volpi, a Maser.
Seguendo la dolce ondulazione dei colli, le architetture medievali e rinascimentali assumono tratti dall’eleganza unica, sino ad arrivare ad Asolo, “perla” della Marca. Borgo dall’aspetto antico, rivolto a mezzogiorno e riparato dai freddi venti del nord, vanta un territorio dalla vegetazione rigogliosa e splendente, degno di una regina. Così fu, infatti, nel lontano 1500, allorché Caterina Cornaro, regina di Cipro, ebbe Asolo in feudo in cambio della grande isola mediterranea. Tra il ‘400 e il ‘500 fu il pittore Giorgione l’interprete più sensibile di questa terra e di questi colli della provincia trevigiana, in particolare della propria città natale, Castelfranco Veneto, deliziosa “città murata”, tra le meglio conservate, sorta intorno alle mura di un vetusto maniero.
Spostandoci di poco più a est ci si immette sulla “strada dei vini del Piave, che corre sulle colline distese a destra e a sinistra del grande fiume “caro alla patria”. Il panoramico percorso è disseminato di pregevoli cantine che sono intervallate, tra un paese e l’altro, da chiesette, case coloniche e cittadine ricche d’arte. Nei pressi del Lago di Follina, ad esempio,  si trova un’abbazia cistercense tra le più belle ed affascinanti del territorio, mentre in alto sui colli il paese di Felletto racchiude un’antichissima chiesa con preziose pitture romaniche, ma bellissime sono le città di Conegliano e Vittorio Veneto: la prima, sul bordo della pianura, si eleva con il Castello dove è ospitato il museo e la Scuola dei Battuti, con un ciclo di affreschi del Pozzoserrato; la seconda, formata dall’unione delle due frazioni di Ceneda e Serravalle, mostra piazzette belle e raccolte come campielli veneziani, con case affrescate ed una pala del Tiziano custodita nel Duomo.
Il viaggio alla ricerca della ricchezza enogastronomica veneta ci porta infine a Padova e alla sua provincia, soprattutto sui Colli Euganei. Padova, in epoca romana una delle più ricche città dell’impero, dal medioevo in poi si è caratterizzata per la sua “libera Università”: sorta nel 1222, oggi nella sua sede, il Bo’, si può visitare il particolarissimo Teatro Anatomico, l’Aula Magna, la cattedra di Galileo, suo prestigioso insegnante, il Cortile Antico, che hanno fatto di Padova la città dotta per eccellenza. Ma il suo ricco passato d’arte e storia si può ritrovare in altre numerose testimonianze, prima fra tutte la Cappella degli Scrovegni, che ospita il più completo e meglio conservato ciclo di affreschi di Giotto, un’opera che illustra la vita della Madonna e di Cristo ed è considerata il massimo capolavoro dell’artista. Fra gli altri tesori padovani si annoverano ulteriori cicli di affreschi, di cui Padova vanta la maggiore concentrazione in Europa, la grandiosa Basilica di Santa Giustina, il Battistero del Duomo, interamente affrescato da Giusto de’ Menabuoi, la Chiesa degli Eremitani, con i resti degli affreschi del giovane Mantegna e la Basilica del Santo. Sant’Antonio da Padova, santo in realtà portoghese, si vide dedicare questa chiesa subito dopo la propria morte, avvenuta nel 1231. La più devotamente frequentata di tutta la cristianità, la Basilica è una mirabile fusione di stili romanico, gotico, orientale e arabo, con enormi tesori artistici al proprio interno, mentre all’esterno, sul sagrato, si staglia un assoluto capolavoro del Rinascimento, la statua del Gattamelata di Donatello. Tutto ciò e molto altro ancora è racchiuso dalla cinta muraria cinquecentesca, una delle più estese in Italia, interrotta da bellissime porte. Uscendo da tali porte il territorio si apre sulle verdi pendici dei Colli Euganei, che nascondono piccoli borghi e preziose architetture, da scoprire girando attorno ad un’altura, entrando in una valle o seguendo una delle infinite strade e stradine che li percorrono. I centri maggiori sono Monselice, sorta su un cono di roccia isolato sul quale si staglia il profilo del suo severo mastio; Este, che tra torri e mura merlate nasconde un prestigiosissimo Museo Nazionale; Montagnana, che stupisce per la lunga cortina muraria duecentesca, perfettamente conservata; Cittadella, un interessantissimo borgo fortificato, anch’esso completamente racchiuso da mura, innalzato dai padovani nel 1220. Tra i piccoli centri spicca Arquà, con la casa del Petrarca, l’Abbazia di Praglia, uno dei più grandi complessi monastici del Veneto e, anche in questa zona, le numerosissime ville sulle rive del Brenta. Gli Euganei sono famosi anche per ospitare il maggiore complesso termale italiano, la cui importanza varca i confini nazionali. Le cure termali, che esistevano qui già in epoca romana, sono mirabilmente inserite nel paesaggio agreste con i centri di Abano, Montegrotto e le appendici di Battaglia e Galzignano, quasi tutti uniti in un’unica grandiosa città termale.

RUSTICI E RAFFINATI SAPORI VENETI
Sia che nasca attorno ai focolari del popolo, che nelle raffinate cucine delle ville signorili, la gastronomia veneta è un ricchissimo connubio di sapori, con una tipicità marcata e di gran qualità, riconosciuta dal gran numero di prodotti a marchio europeo. C’è infatti il riso vialone nano veronese (Igp), caratterizzato dalla dolcezza e dalla purezza delle acque di fontanile in cui viene coltivato, attorno al quale è nata tutta una cucina del riso, con variazioni infinite ed originali, come il risotto con le “sécole”, quei minuscoli pezzetti di polpa che si ricavano tra le vertebre degli animali macellati. Altri prodotti blasonati sono il prosciutto Veneto Berico Euganeo (Dop), i formaggi Asiago (Dop) e Monte Veronese (Dop), gli oli extra vergine d’oliva del Veneto (Doc) e Garda (Dop), per finire con il famoso e gustosissimo radicchio rosso nelle sue tre varietà: radicchio rosso tardivo Treviso (Igp), radicchio rosso precoce Treviso (Igp) e radicchio variegato Castelfranco (Igp), con i quali si preparano innumerevoli ricette fantasiose.
La cucina veneta della “rustica” tradizione prevede poi piatti “poveri” ma sostanziosi, come la polenta e i fagioli: questi ultimi preparati nell’immortale “pasta e fasoi”, minestra più o meno asciutta di cui esistono innumerevoli varianti. Tra la pasta tipica troviamo anche i “bigoli”, una sorta di grossolani spaghetti fatti a mano da mangiare freschi.
In Veneto, però, anche il pesce, di mare e di fiume, ha una grandissima presenza all’interno della gastronomia, dove si incontrano preparazioni come le “sarde in saôr”, prima fritte e poi lasciate macerare per molto tempo in olio, aceto e cipolla. Tra i pesci di mare spiccano i molluschi, i crostacei come la granceola e le raffinate “moleche”, granchi raccolti nel breve periodo di tempo in cui fanno la muta, ossia perdono la corazza e possono offrire tutta la propria squisita tenerezza, e il baccalà, molto popolare e preparato in numerose ricette tipiche, “alla vicentina” con polenta o “mantecato” alla veneziana, quando diventa una soffice crema da spalmare. Regina dei corsi d’acqua dolce è invece l’anguilla, piatto ricercato e gustosissimo.
Le carni offrono particolari preparazioni come il “lievoro” (lepre) in salmì, il “cavreto a lo speo” (capretto allo spiedo), la “pastizzada” (pasticcio di carne di cavallo), il fegato alla veneziana, le trippe e le carni di uccelli, quali la “sopa coada”, ricetta che prevede polpa di piccione alternata a fette di pane, il tutto bagnato con brodo e spezie.
I dolci sono un capitolo prediletto nella cucina veneta, che ne vanta una varietà incredibile: dal celebre pandoro natalizio al meno noto panettone veneziano e alla “pinza” dell’Epifania, una sorta di polenta dolce arricchita di uvetta, semi di anice, fichi secchi e canditi. Con la polenta vera e propria avanzata dal giorno precedente, sbriciolata e impastata con latte, uova, melassa, pane biscottato, cedri canditi, pinoli e uvetta si prepara la rustica “smergiassa”. C’è poi la ricca torta pazientina e la torta sabbiosa, di particolare morbidezza poiché lavorata a lungo con burro e zucchero, la speziatissima “fugassa” di Pasqua, forse il dolce più antico della tradizione veneta, i “baicoli” veneziani, biscotti che compaiono anche in alcuni dipinti del pittore settecentesco Pietro Longhi, la crema fritta, le “fritole” e i “galani” tipici del carnevale e molti, molti altri ancora.     

 

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