Visitare Rovigo

Rovigo: piccola destinazione, grande emozione! 
Partono con la mostra dedicata al Delta del Po gli eventi che rendono ancora più imperdibile la città de Polesine e i suoi dintorni. 
 
Quante ricchezze custodiscono e rivelano le piccole destinazioni italiane suscitando meraviglia per tanta bellezza che lascia intravedere storie del passato e di popoli provenienti da ogni dove?
Anche Rovigo e il Polesine, terra tra due fiumi, sono legate alle antiche civiltà sviluppate dove la terra era fertile. Una storia che emerge osservando i numerosi reperti custoditi nei Musei Archeologici di Rovigo, Adria e Fratta Polesine in cui il visitatore, grande o piccolo che sia, viaggia indietro nel tempo. Dall’Età del Bronzo ai commerci del sale e dell’ambra provenienti da Oriente. Stili di vita… vissuta si svelano negli oggetti di uso e di culto che abbattono i confini avvicinando Occidente e Oriente.
L’acqua scorre ovunque: Adria, Fratta Polesine, il centro storico di Lendinara attraversato dall’Adigetto. Lungo questi corsi, oggi, eleganti edifici costruiti da grandi Mecenati sono stati valorizzati da sapienti restauri promossi da amministrazioni attente a rendere queste sedi sia luoghi di cultura, sia spazi perfetti per eventi aziendali. 
 
PRIMAVERA DA NON PERDERE …A ROVIGO 
Mostre, eventi, tour culturali ed enogastronomici. Arte e territorio si fondono nella affascinante Rovigo, icona di un Polesine tutto da scoprire e da gustare, in una primavera in fiore pronta ad offrire straordinarie bellezze e un programma spettacolare.

A Palazzo Roncale, gli appassionati d’arte potranno ammirare i tesori artistici della Fondazione stessa. Un pretesto già di per sé interessante per un insolito week end tra marzo e aprile, magari in occasione dei ponti di Pasqua. Senza dimenticare i grandi tesori che la città offre nell’accogliente centro storico.

Da Piazza Vittorio Emanuele II a Piazza Garibaldi e insieme la Camera di Commercio, il Templio della Beata Vergine del Soccorso, detto la Rotonda, il Teatro sociale, infine il Museo dei Grandi Fiumi all’interno del Chiostro degli Olivetani, una visita a dire poco incantevole per comprendere storia, ambiente, eccellenze del territorio. 


Alla scoperta della città e del territorio
 
Rovigo, meta ancora tutta da scoprire, offre itinerari culturali di grande suggestione immersi in un’atmosfera che privilegia la qualità della vita e l’amore per la terra. La vivace proposta turistica di Rovigo, capoluogo di quel magico sud del Veneto, riserva continue sorprese. 
Perché non lanciarsi in un suggestivo programma di itinerari alla scoperta dell'anima della città e del territorio? Alla ricerca delle sue tracce medievali, ma non solo. Per comprendere la storia antica che lega le civiltà sviluppatesi lungo i fiumi e dunque anche il territorio della provincia di Rovigo, stretto tra i corsi terminali dei due maggiori fiumi italiani, l’Adige e il Po, basta visitare il Museo dei Grandi Fiumi, all’interno del Chiostro degli Olivetani che raccoglie prevalentemente materiali archeologici provenienti, quasi esclusivamente, da ricerche e raccolte effettuate in anni diversi nel Medio e Alto Polesine. I materiali archeologici presenti documentano la storia del Polesine dall'età del Bronzo al periodo rinascimentale. Questo lo rende interessante anche per i più piccoli che vogliono percorre un lungo pezzo di storia antica grazie a una serie di bellissimi allestimenti scenografici e videoclip. 

L’anima di Rovigo si vede poi addentrandosi verso il centro. Passando per Piazza Vittorio Emanuele, piazza principale del centro storico, vero cuore pulsate di Rovigo su cui si affacciano il Palazzo Roverella e il Palazzo Roncale, la Loggia dei Nodari, sede del Municipio, l’Accademia dei Concordi, principale istituzione culturale della città.  Spicca poi, quasi a dare il benvenuto, la colonna con il leone veneziano, testimone dell’ex appartenenza alla Repubblica Ducale di Venezia.
Pochi passi e si incontra Piazza Garibaldi con la statua finanziata nel 1896 da tutti i comuni polesani. Spazio di formazione ottocentesca risale al 1808 e nel pavimento si possono intravedere i resti della chiesa demolita di Santa Giustina. Guardandosi attorno, oltre allo storico Caffè Borsa, si trova il Teatro Sociale, uno dei più famosi della tradizione veneta, dove sono giunti molti nomi della lirica divenendo una grande passione dei rodigini. Venne eretto fra il 1817 ed il 1819, rispecchiando la convinzione dell'epoca che considerava il melodramma come il genere di spettacolo meritevole della massima considerazione ed è la migliore testimonianza della melomania dei rodigini, nonostante le ristrettezze economiche, coltivavano fin dal seicento. La costruzione, di stile neoclassico, presenta un atrio a portico, un fastoso foyer decorato con pitture e una sala con platea e quattro ordini di palchi. Nel portico alcune lapidi ricordano avvenimenti rilevanti nella storia del teatro come ad esempio l’incendio che lo distrusse nel 1902 o il debutto, nel 1914 del tenore Beniamino Gigli. 

Adiacente al Teatro Sociale, la Camera di Commercio il cui insediamento risale intorno alla metà dell'800 costringendo una ristrutturazione del piano terra e la conseguente nuova disposizione degli spazi. Fu creato il Salone della Borsa e ampi spazi per le contrattazioni dei commercianti. Furono riservati altresì dei locali per l'Ufficio di Posta e Telegrafo che vi rimase fino al 1931. E' del 1929 la realizzazione del Salone del grano nel corpo centrale, con la grande volta a botte vetrata, costituita da riquadri di vetro sostenuti da una struttura in legno e ferro, e il pavimento a mosaico con al centro gli stemmi della Provincia e della Camera. Un vero spettacolo! Dal 2014 il Salone del Grano, dopo 5 anni di ristrutturazione è diventato spazio per meeting ed eventi. Ma c’è un vero tesoro nascosto tra le viuzze del quartiere ebraico.

E il Tempio della Beata Vergine del Soccorso detto La Rotonda, un vero gioiello dalla pianta ottagonale che all’interno sorprende con un doppio ciclo pittorico del ‘600 costituito da 22 grande tele che celebrano i Podestà o provveditori veneziani che si sono susseguiti a capo della città e 8 tele che raccontano le storie della Maria, oltre all’altare tutto dedicato alla Madonna come segno di devozione per i 115 eventi ritenuti prodigiosi e pubblicati nel 1595 in un opuscolo illustrato dal cronista locale Celio Nicolo. Il Tempio, realizzato nel XVI secolo da Francesco Zamberlan, allievo di Palladio, è davvero emozionante. Entrando si nota subito il contrasto tra l’essenzialità degli esterni e la ricchezza decorativa dell’interno, vero e proprio scrigno d’arte dove nessuna superficie è lasciata libera di dipinti e sculture. Da sottolineare il ciclo pittorico del seicento ad opera di diversi protagonisti della pittura veneta tra cui Francesco Maffei, Andrea Celesti e Alessandro Varotari. 



Pochi passi per riprendersi da tanta bellezza e dall’altro lato delle piazze si giunge in uno spazio arioso e sempre verde. All’orizzonte si scorgono le Due Torri, resti dell’antico castello medievale: Torre Donà, la più alta delle due torri, e Torre Grimani detta Torre Mozza, la più piccola, sono circondate dai resti di un muro fortificato. La nobile famiglia d'Este di Ferrara fece fortificare la città di Rovigo nel Medioevo e fece costruire un castello insieme alle torri di difesa. Rovigo riuscirà a sorprendere anche per i suoi esempi di archeologia industriale come il quartiere polivalente, detto Cen.ser (Centro Servizi – Rovigo Fiere), un complesso di edifici, oggetto di recupero e trasformazione d’uso dell’antico zuccherificio di Rovigo: qui trovano sede, oltre a differenti spazi per convegni ed esposizioni, il consorzio universitario CUR ed il polo tecnologico che conta un incubatore di start-up, un PopLab ed un centro di nanotecnologie.

I dintorni di Rovigo
 
I dintorni di Rovigo fanno parte di quel patrimonio artistico culturale di cui talvolta si ignora la grandezza e unicità. Dove storia e natura, tradizione e innovazione si fondono in un territorio ricco di eccellenze ancora poco conosciute, alla scoperta di un turismo capace di sorprendere diversamente nelle varie stagioni. 
A soli 16 km da Rovigo è possibile raggiungere Fratta Polesine, famosa anche per la presenza di Villa Badoer e per le vicende di personaggi illustri legati alla storia del Risorgimento italiano.

Villa Badoèr, detta La Badoèra, firmata da Antonio Palladio e costruita tra gli anni 1556-1563 su commissione di Francesco Badoèr. È la prima villa in cui l'architetto vicentino utilizza pienamente un pronao con frontone in facciata. Le sale del piano nobile sono finemente decorate da grottesche di bellissima invenzione dal Giallo Fiorentino. 
L'edificio, insieme alle altre ville palladiane del Veneto, è inserito dal 1996 nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. 

Vale la pena di visitare anche il Museo Archeologico Nazionale di Fratta, inaugurato nel 2009 presso le Barchesse di Villa Badoer. Rappresenta l’esito di oltre 40 anni di ricerche in Polesine, in particolare relativa alla tarda età del bronzo. I materiali esposti, sicuramente tra i più considerevoli in ambito europeo, sono riconducibili ai villaggi che popolano l’antico fiume tra il XII e il X secolo a.C. Il nucleo di manufatti più importanti risalgono al villaggio di Frattesina e alle due necropoli ad essa correlate rinvenute in località Narde e Fondo Zanotto. L’occhio verrà attratto anche da Villa Grimani-Molin-Avezzù, col suo prezioso ciclo di affreschi e la sua magnifica architettura risale al XVI secolo. Contemporanea alla vicina Villa Badoer, è diventata, anch’essa, edificio di prestigio di Fratta Polesine. Gli ambienti interni presentano una decorazione ad affresco basata principalmente sui temi dell’amore e della fecondità.  
 
Poco distante la Casa Museo Giacomo Matteotti, recentemente restaurata nelle strutture e negli arredi, ospita eleganti e sobrie ambientazioni originali nei primi due piani e nel sottotetto l’ampia e approfondita sezione documentaria. La Casa Museo, permette di immergersi, nella vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti, straordinario protagonista della storia italiana del novecento. Fratta è terra di Risorgimento ed ogni secondo weekend di novembre viene rievocato l’evento storico di una cena carbonara a Villa Grimani Molìn Avezzù e la festa di San Martino la domenica. 

Lendinara, a circa 10 km da Rovigo.
Da visitare assolutamente il Santuario della Beata Vergine del Pilastrello, luogo di devozione mariana sia in passato che tutt’oggi, sviluppatasi già a partire dal ‘500 attorno ad una scultura lignea della Beata Vergine con il Bambino, divenuto in seguito sede di una comunità monastica benedettina olivetana e arricchitosi di una ricca collezione di opere d’arte di scuola veneta tra i quali i pittori Paolo Veronese e il Tintoretto e gli scultori veneziani Morlaiter e Marchiori. Da non perdere anche la Piazza Risorgimento, piazza principale con l’antica ed elegante Torre dell’Orologio e l’imponente Palazzo Pretorio (XV sec.), Palazzo Malmignati, il Teatro Ballarin che ha un programma di spettacoli di tutto rispetto e un altissimo numero di abbonati e Palazzo Boldrin che dopo una encomiabile ristrutturazione è oggi sede della Cittadella della Cultura con una Biblioteca che custodisce libri del 500 e 600. Su tre piani sale meeting di varia capacità e testimonianze del Risorgimento. Infine non si può perdere Villa Dolfin-Merchiori con un parco immenso che d’estate diventa teatro di spettacoli all’aperto.

Ritornando verso Rovigo in una piccolissima frazione di Villamarzana, si scorge una elegante villa cinquecentesca, annoverata tra le ville venete, leggermente nascosta dall’ampio parco piantumato. E’ Villa Cagnoni Boniotti, un luogo affascinante per cerimonie, concerti ed eventi aziendali. La Villa nasce in seguito al processo di riconversione dei capitali da mercantili ad agrari che, a partire dalla seconda metà del ‘500, ebbe notevole impulso. Infatti, secondo alcuni documenti, l’anno di costruzione del complesso risalirebbe al 1589. La Villa, inoltre, venne utilizzata dai Carbonari, che hanno lasciato tracce evidenti: durante i lavori di restauro sono emerse tracce dell’esistenza di un tunnel segreto che corre sotto la Villa e si narra che esso continuasse sino a raggiungere Fratta Polesine. 
Da Rovigo andando verso est si può visitare Adria, cittadina antica che ha dato il nome al Mare Adriatico. Fondata dagli Etruschi, è tra le città più antiche del Veneto (X – VI a.C.), porto di fiume, punto strategico dei trasporti fluviali dell’era paleo veneta. Qui sarà possibile la visita guidata al Museo Archeologico Nazionale che raccoglie preziosi reperti di arte greco-romana-etrusca ed una passeggiata nel centro storico, per concludere con la Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo e la suggestiva Cripta.
Anche il piccolo comune di Canaro, a 20 km da Rovigo, vale una sosta per visitare il MUVIG, nuovo museo virtuale dedicato alle opere di Benvenuto Tisi da Garofolo che qui, grazie ad installazioni multimediali, si possono ammirare in un percorso suggestivo, particolarmente adatto alle scolaresche.
 
Infine va menzionato il Museo della Giostra di Bergantino, a 50 km da Rovigo, nell’alto Polesine, che assieme a Melara costituiscono il cuore pulsante del distretto della giostra dove sapienti mani artigiane, contaminate da tecniche di ingegneria aerospaziale, costruiscono giostre per i parchi divertimento di tutto il mondo.
 
Non solo arte e architettura sul territorio ma agriturismi e fattorie didattiche situate nei dintorni di Rovigo, votati al green, lasciano scoprire i tratti caratteristici della provincia di Rovigo che fonda le sue radici nella ruralità che, oltre a custodire un grande patrimonio di tradizioni, rappresenta una delle voci economiche più importanti della zona legate a distretti orto-frutticoli capaci di offrire prodotti di alta qualità, certificati e presenti nei più importanti mercati nazionali ed esteri, dove si possono fare piccole degustazioni e naturalmente… acquisti!!

 

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