Biella

Biella: terra di Santuari

Biella: Arte e cultura

È difficile in poco spazio parlare delle importanti opere d’arte e d’architettura del Biellese. Questo territorio è ricco di storia, documentata a partire dai ritrovamenti di resti preistorici fino alla moderna architettura.

Tra questi il Borgo Medievale di Biella Piazzo, raggiungibile con la panoramica funicolare con partenza da Piazza Curiel; il centro storico di Masserano, con i suoi portici, antica sede del principato Ferrero Fieschi; il Ricetto di Candelo, uno dei meglio conservati in Italia, a pianta pentagonale, difeso da una cinta muraria costruita in ciottoli a spina di pesce, è costituito da circa 200 edifici che erano utilizzati come cantina-deposito; il Battistero (IX secolo), la Cattedrale di Santo Stefano (Duomo), la Chiesa di San Sebastiano a Biella.

Annesso a quest’ultima è l’antico monastero con lo splendido chiostro, in fase di restauro, che ospita il Museo del Territorio Biellese. Numerosi sono i castelli, testimoni di un passato feudale. Tra questi quelli di Gaglianico (X secolo e seguenti), uno dei più belli del Piemonte, di Verrone (XII secolo e successive ricostruzioni), di Sandigliano (il Torrione attribuito al XV secolo e la Rocchetta, più antico), di Massazza (XII secolo), di Castellengo (X secolo), di Castelletto Cervo, di Roppolo.

Molti manieri sono residenze private, per cui visitabili solo all’esterno.

Il Biellese è terra di grandi artisti del passato e del presente; ricordiamo i Galliari (XVIII e XIX secolo) originari di Andorno, famiglia di pittori e scenografi, alcuni impegnati anche al Teatro Regio di Torino a alla Scala di Milano; Lorenzo Delleani di Pollone, uno dei maggiori esponenti della pittura romantica di paesaggio; in tempi recenti Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, protagonisti dell’Arte Povera e Ugo Nespolo, uno dei maggiori artisti italiani viventi.

Il Biellese offre poi alcuni significativi esempi di archeologia industriale. Numerosi edifici risalenti al XIX secolo sono un punto di riferimento obbligato per chi vuole conoscere le forme della prima industrializzazione piemontese. Tra questi la Trappa di Sordevolo è uno dei più antichi; gli edifici lungo il torrente Cervo, tra i quali si evidenzia il complesso dei lanifici Sella; i lanifici della Valle di Mosso e della Valsessera con la Fabbrica della Ruota, uno degli esempi più interessanti di archeologia industriale presenti in Italia.

Santuari: Devozione e religiosità
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Il più noto è sicuramente quello di Oropa, tra i primi in Europa per importanza. Situato in una suggestiva conca, il luogo sacro è legato al culto della Madonna Nera, detta appunto Santa Vergine dell’Oropa.
La tradizione popolare vuole che iniziatore del culto cristiano ad Oropa fosse Sant’Eusebio, Vescovo di Vercelli, nel IV secolo d.C.. Il Santo avrebbe recato con sé la statua di legno della Vergine, scolpita da San Luca, trovandola in Gerusalemme e portandola ad Oropa.
La costruzione di una vera e propria chiesa è documentata nel 1200; da allora il Santuario si è espanso per ospitare e contenere sempre piu numerosi fedeli, fino a trovare l’aspetto attuale.
L’insieme monumentale è composto ora dal Chiostro con la Basilica Antica, dalla Basilica Nuova e dai corpi laterali, dove sono state ricavate più di 200 moderne stanze per ospitare i pellegrini.
La visita al Santuario di Oropa è ben più di una gita in un posto famoso. Restano impressi i suoi silenzi, il suo cielo limpido, il crepitio dell’acqua che sgorga dalla centrale fontana del “Burnell”, i suoi verdi prati, dove è possibile sostare anche per un pic nic.
Da visitare, nelle gallerie che percorrono gli edifici, la raccolta degli ex-voto, una testimonianza tangibile della devozione verso la Vergine Bruna; l’esposizione di flora e fauna della Valle Oropa; il Sacro Monte e, su richiesta, l’Osservatorio Metereosismico, la Biblioteca e il Tesoro del Santuario.

La figura della Madonna è venerata nel Biellese anche nel Santuario di Graglia.
L’ariosa e pittoresca Valle Elvo, circondata da boschi di castagni e faggi, fu scelta nel XVII secolo dal Parroco del paese, Don Nicolao Velotti, quale luogo ideale per la costruzione, sul Colle di San Carlo, di un Sacro Monte, costituito da un Tempio di notevoli dimensioni e ben cento cappelle. Purtroppo il progetto iniziale naufragò e nel 1655 fu deciso di elevare sul Colle della Divina Bontà una grandiosa Basilica. L’interno della Basilica è impreziosito dalla splendida cupola ottagonale, decorata nel 1870 da Fabrizio Galliari e dalla cappelletta dedicata alla Madonna di Loreto. Il soggiorna al Santuario di Graglia è reso piacevole anche dallo splendido verde circostante e dalla salubrità dell’acqua, che sgorga direttamente dalle sorgenti montane.

Poco dopo il paese di Campiglia, nella Valle del Cervo, una suggestiva strada nel verde porta ai 1020 m. del Santuario di San Giovanni Battista di Andorno.
L’origine di questo luogo sacro è sconosciuta: attorno al Simulacro del Santo, trasportato qui in tempi antichi e venerato in una grotta naturale, sorse nel XVII secolo la Chiesa primitiva.
Questa fu in seguito ingrandita fino all’aspetto attuale, con il suggestivo chiostro con “Burnell”, il porticato e la chiesa sullo sfondo. San Giovanni è collegato con una strada, non del tutto carrozzabile, attraverso la Galleria Rosazza, con il Santuario di Oropa.

Ai tre maggiori, si affiancano altri Santuari, detti Minori, ma non meno suggestivi e ricchi di storia e di arte.
Tra questi ricordiamo:
la Madonna delle Grazie di Banchette, fine XI secolo a Pettinengo;
la Vergine Annunziata di Trivero Brughiera, inizio XVI secolo;
la Madonna delle Nevi del Cavallero, fine XVII secolo a Coggiola;
la Madonnina di Sala Biellese, XVII secolo;
la Novareja, XVII secolo a Portula;
il  Mazzucco, XVII secolo a Camandona;
la Madonna della Fontana di Crevacuore.

Natura da scoprire
Accanto all’aspetto industriale, il Biellese offre un ambiente ancora incontaminato da scoprire. Tre sono le Riserve Naturali speciali riconosciute dalla Regione Piemonte: il Parco Burcina; la Riserva Orientata delle Baragge; la Riserva speciale della Bessa.
Tre panorami diversi, ma splendidi luoghi a contatto con la natura, la serenità del canto degli uccelli e il profumo dei fiori. Il parco della Burcina è soprattutto famoso per la fioritura dei rododendri e delle azalee, ma i suoi viali sono sempre immersi in spettacoli esaltanti. Diverso è il paesaggio della Bessa, affascinante e misterioso. Cumuli di pietre accostati gli uni agli altri, si estendono nella pianura, un ambiente naturale di eccezionale importanza. L’aspetto a “savana” delle Baragge e la silenziosa brughiera paiono voler invitare a lunghe cavalcate, immersi in splendidi colori o a tranquille camminate in indimenticabili paesaggi.
Un angolo di natura è racchiuso nell’ Oasi Zegna, che partendo da Trivero attraversa dall’alto, lungo l’omonima Panoramica, tutto il Biellese. I sentieri indicati con appositi cartelli portano alla scoperta di splendidi panorami illustrati da cartelli indicatori, accompagnati da una fauna e una flora di grande interesse naturalistico.
Spettacolare la fioritura di rododendri, da osservare da vicino percorrendo l’omonimo sentiero.
All’Oasi Zegna è possibile osservare il Carabo, un rarissimo coleottero dai colori iridescenti. Le montagne biellesi, che hanno ispirato pittori e poeti, sono un luogo ideale per brevi passeggiate e ardue scalate. Per il riposo dell’alpinista vi sono otto rifugi alpini, posti in alcune delle zone più panoramiche delle alture che circondano Biella. Sui monti e tra le valli si passeggia tra boschi di faggi e castagni, tra marmotte, camosci, fiori di ogni genere, rallegrati dal canto degli uccelli. Ogni angolo del Biellese è una scoperta: come non parlare della Serra, splendida collina morenica affacciata sulla pianura, luogo ideale per scampagnate e mountan bike?


Ci sono inoltre le Valli Biellesi:

Alta Valle Cervo: quasi un dipinto con i suoi pittoreschi paesini arroccati e le tipiche case costruite in sienite; da non dimenticare una visita alla Casa Museo di Rosazza, un angolo di passato rappresentato con le sue tradizioni e i riti della vita quotidiana del tempo che fu.

Bassa Valle Cervo e Valle Oropa: i suoi verdi prati e il fresco dei boschi ne fanno il regno delle passeggiate e dei pic nic. Da non perdere la fioritura dei narcisi al Monte Cucco, un panorama ineguagliabile!

Valle Elvo: ampia e soleggiata, è caratterizzata dal colore verde dei suoi prati che brillano al sole e dalla salubrità delle acque che sgorgano direttamente da fresche sorgenti. E’ il luogo ideale per un soggiorno lontano dalla città. Da provare l’eco endecasillabo al Santuario di Graglia: gridando una parola di undici sillabe da un punto preciso (segnalato da un cartello) l’eco ve la ripeterà tutta!

Valle di Mosso: con la sua splendida vegetazione, è racchiusa in gran parte dell’Oasi Zegna.
Da osservare con curiosità, salendo il Trivero, il campanile storto di Crocemosso, una sorta di Torre di Pisa Biellese.
Recentemente si è costituita l’Associazione Accompagnatori Naturalistici del Biellese, un gruppo di giovani preparati per accompagnarvi nella natura. Anche la sezione locale del WWF organizza escursioni ed immersioni nell’ambiente, aperte a tutti gli amanti di piante ed animali. Un angolo di natura incontaminata si ritrova nell’Oasi WWF della Baraggia di Masserano, nella quale si possono svolgere visite guidate sul “sentiero natura” e alla azienda agricola, oltre a svariate attività didattiche.
 
Enogastronomia e manifestazioni
Per anni la tradizionale cucina biellese è  stata quasi dimenticata, ma recentemente è stata riscoperta e gode di molta attenzione.
La rivalutazione del valore della cucina “povera” ha spinto gli operatori locali a ricercare le origini della saporita tradizione montanara e contadina e a creare gustosi menu.

Sulle tavole biellesi si può trovare la “polenta concia”, una qualità piuttosto molle, condita con abbondante burro e formaggio, il “ris an cagnon”, le minestre alle erbe  o la tipica minestra di latte, riso  e castagne, il salame caldo e l’immancabile “bagna caoda”. Da non dimenticare i funghi, i “capunit”, le tome, le trote di torrente e i dolci: “miasce” della Valle del Cervo, canestrelli e torcetti e il tipico liquore Ratafià d’Andorno.

Ogni anno l’Associazione Biellese Ristoratori organizza l’Autunno Gastroonomico, un’iniziativa creata al fine di promuovere la riscoperta della tradizione culinaria, offrendo ai clienti la possibilità di gustare i prodotti tipici biellesi.

Per innaffiare abbondantemente i piatti tipici, nel Biellese ci sono vini Doc; il Bramaterra, il Lessona  e il Coste del Sesia, prodotti nelle zone orientali; il Canavese e l’Erbaluce (nelle sue tipologie Erbaluce di Caluso, Caluso Passito, Caluso Passito Liquoroso, Erbaluce Spumante Brut), tipici delle zone occidentali.
A questo proposito è d’obbligo una sosta all’Enoteca Regionale della Serra: una suggestiva cantina con volte di mattoni e muri di pietra fanno dell’Enoteca, sita nel maniero medievale di Roppolo, un punto di riferimento per i buongustai. Qui, nelle cinquecentesche cantine con gli scaffali che conservano la caratteristica struttura ad archetti degli “infernotti”, è possibile trovare i vini del Piemonte e della Valle d’Aosta , tutti ammessi previa una severa selezione e una piccola raccolta di antichi attrezzi connessi alla vinificazione.
 

 

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