Alimentazione infanzia
Fin dall'infanzia… è una questione di gusto
Lo studio mostra che il graduale passaggio dall'alimentazione a base di latte alla varietà degli alimenti assunti durante lo svezzamento non è necessario solo allo sviluppo delle capacità digestive, ma anche, e soprattutto, all'incontro del bambino con il mondo del gusto, determinando le sue scelte alimentari da adulto. Infatti viene posto in evidenza che quanto più i genitori contribuiscono ad intensificare l'esperienza di un'ampia varietà di alimenti nella primissima fase di vita del bambino (dai 6 mesi ai 3 anni), tanto più egli diventerà un adulto in grado di apprezzare tutte le tipologie di gusti.
Il gusto: predisposizione genetica o "educazione"?
Il gusto ha certamente alcune componenti determinate geneticamente,
come hanno dimostrato numerose ricerche internazionali (Tepper BJ, White
EA, Koelliker Y, Lanzara C, d'Adamo P, Gasparini P), ma nell'uomo la
componente genetica nella determinazione delle preferenze alimentari è
fortemente modificata dall'esperienza: ed è quindi proprio grazie a
questa che i genitori possono contribuire in maniera decisiva
all'educazione del gusto dei propri piccoli sin da primi mesi di vita.
Lo studio "Lo sviluppo del gusto nel bambino" evidenzia come, di
fatto, già la vita fetale sia importante nella determinazione delle
preferenze alimentari. Infatti i "sapori" contenuti negli alimenti
ingeriti nella gestazione dalla mamma passano il filtro placentare,
giungono nel liquido amniotico e vengono assunti dal feto, che così ne
fa conoscenza.
Un altro momento particolarmente importante è quello
dell'allattamento: i bambini allattati al seno sono esposti ad un più
ampio spettro di gusti rispetto a quelli alimentati con latte
artificiale e quindi gradiranno maggiormente alimenti diversi quando
saranno più grandi, dallo svezzamento in poi.
Il lavoro educativo: lo svezzamento
L'esperienza gustativa guidata dagli adulti è fondamentale perché
modifica in maniera profonda e determinante la percezione del gusto
degli alimenti nel bambino. Bisogna quindi ridare allo svezzamento
l'importante funzione di "palestra del gusto" che l'industria, costretta
a scelte globalizzate, tende a non incoraggiare. Bisogna inoltre
ricordare che non ci troviamo più in un contesto in cui, per garantire
le migliori possibilità di sopravvivenza e crescita dei piccoli, era
opportuno indirizzarsi verso alimenti molto nutrienti. Nel mondo
occidentale non esistono più reali problemi d'approvvigionamento e le
disponibilità sono praticamente illimitate. Nutrire a sufficienza,
quindi, non è più l'unico obiettivo di chi cura il bambino. Bisogna
imparare a "nutrire correttamente".
C'è dunque spazio per approfondire ciò che è stato, anche per
necessità, ignorato fino ad ora: il gusto e le scelte alimentari, gli
alimenti nutraceutici e i fattori protettivi. La dieta mediterranea,
legata alla scarsità di risorse, ha successo anche per l'introduzione di
alimenti "medicinali" - antiossidanti, anti aggreganti, antibiotici -
in abbondanza. Forti di tutto questo, possiamo scegliere per i più
piccoli non tapioca e manioca, cibi liofilizzati e barattoli d'amido
camuffati da carne. Possiamo offrire loro di meglio, tutti i valori di
una sana alimentazione mediterranea.
E' importante sapere, innanzitutto, che il rifiuto di un nuovo
alimento è inversamente proporzionale al numero di volte in cui viene
proposto al bambino stesso. Un lungo e paziente "impegno" può dare
ottimi risultati: per ottenere che un bimbo si adatti ad un alimento che
normalmente respinge, sono necessari almeno 7-8 tentativi prima che lo
accetti in modo stabile. Esistono certamente in commercio soluzioni più
"rapide", ma sapere che un investimento di tempo e pazienza può
determinare un regime alimentare più variegato (e quindi più completo,
specie per quanto riguarda il consumo di frutta e verdura), è importante
per invitare chi si occupa dell'alimentazione dei piccoli a
perseverare.
Dieta Mediterranea anche per i più piccoli
Come ampiamente riconosciuto anche a livello internazionale, la Dieta
Mediterranea rappresenta la migliore soluzione per soddisfare le
esigenze nutrizionali e proteggere al massimo la salute dell'individuo,
soddisfacendo ampiamente il gusto.
Studi recenti hanno dimostrato che il bambino, fin dal 4° mese di
vita, è in grado di assorbire completamente i carboidrati forniti da una
porzione di pasta. Di 20 piccoli infanti sottoposti ad indagine non
invasiva, nessuno ha prodotto quantità significative di idrogeno: ciò significa che tutti sono stati in grado di digerire ed assorbire i carboidrati contenuti nella pasta.
E per la celiachia? Su 100 bimbi, 1 è predisposto alla celiachia e 99
non lo sono. Ma per tutti è utile iniziare lo svezzamento con la
pastina: anche per quel singolo bambino predisposto alla celiachia, non
vi sono motivi scientifici per predisporre uno svezzamento diverso dagli
altri. Sono infatti i geni, e non l'alimentazione, ad influenzare lo
sviluppo della celiachia.
"Non si tratta, per i nostri bambini, di inventare nuove ricette o
confezioni attraenti: siamo al passaggio dalla preistoria all'era
moderna nella conoscenza dei meccanismi molecolari della percezione. Il
bambino attraversa, dallo svezzamento, uno straordinario percorso di
conoscenza e di manipolazione epigenetica sul suo patrimonio genetico.
Nasce 'dolce' ed impara, con l'esperienza, il sapore (l'umami). La cosa
straordinaria e rassicurante è che queste nuove scoperte non fanno che
sostenere la ricerca, per il bambino, degli alimenti sani della dieta
mediterranea", ha dichiarato Luigi Greco, Direttore del Dipartimento di
Pediatria della Facoltà di Medicina dell'Università di Napoli Federico
II.
"Le preferenze alimentari dei bambini sono fortemente correlate con i
loro comportamenti alimentari: identificare i fattori che le
influenzano è di cruciale importanza per poter aumentare l'accettazione
di alimenti sani. I fattori genetici hanno una rilevanza indubbia, ma la
predisposizione genetica è fortemente modificata dall'esperienza,
quindi dall'esposizione ai diversi gusti fin dalla gravidanza" ha
dichiarato la Dottoressa Gabriella Morini, Docente di Scienze Molecolari
e di Basi Molecolari del Gusto presso l'Università degli Studi di
Scienze Gastronomiche.
I risultati di questo studio sono sintetizzati in due materiali informativi che Garofalo, Slow Food Italia e UNISG hanno messo a punto con obiettivi e destinatari differenti: il primo è uno strumento riservato alla comunità scientifica; il secondo, con un taglio più semplice e immediato, è pensato per le mamme e contiene numerosi consigli e suggerimenti su come far scoprire ai più piccoli il variegato universo dei sapori e su come allenare i sensi e formare il gusto.
"Piccoli con gusto. Quando l'età è tenera, niente di meglio del grano duro" è il titolo della brochure dedicata alle mamme. Dalla prefazione, firmata Valeria Cometti, Responsabile Educazione Slow Food Italia, si legge:
"La fase di crescita di un bimbo in cui al latte materno vengono affiancati altri alimenti è importantissima per lo sviluppo del gusto, per imparare a esser curiosi del cibo e allo stesso tempo attenti a ciò che il nostro corpo richiede per il suo benessere. È in questo arco temporale, dai sei mesi ai tre anni, che si costruiscono le basi per saper scegliere, da grandi, un'alimentazione sana e piacevole. Una vera e propria esplorazione, dove si allenano i sensi e si forma il gusto, grazie alla guida e alla disponibilità di chi nutre e aiuta a crescere: mamma e papà, nonni, tate o altre figure care.
Ci vogliono pazienza e dedizione per insistere e far esplorare quanti più gusti e cibi possibili ai nostri figli: non arrendiamoci ai primi rifiuti, la letteratura e la scienza ci confortano dicendo che dopo aver proposto lo stesso cibo sette o otto volte, un bambino cede all'invito e assaggia. Con un po' di fiducia in noi stessi e ascoltando il nostro istinto, piuttosto che l'ansia di rimpinzarlo o denutrirlo, il più è fatto. Le stagioni e i prodotti freschi del territorio ci aiuteranno a comporre un menù sano e variopinto, ricco di sapori e colori, ma soprattutto la nostra dieta sarà da esempio: non possiamo pretendere che i più piccoli mangino frutta e verdura se noi per primi le evitiamo."
"Pancotto alle verdure", dai 6 mesi
una fetta di pane casereccio raffermo, mezza carota, mezza cipolla o un pezzo di porro, una costa di sedano, un pezzetto di finocchio, mezzo spicchio d'aglio, due o tre cime di rapa, mezzo cucchiaio di parmigiano grattugiato, un cucchiaio di olio extravergine di oliva.
Tagliate a pezzetti tutte le verdure e fatele bollire finché saranno morbide, eliminando l'aglio prima che si disfi. Frullate tutto il resto. Spezzettate il pane e unitelo alle verdure cuocendo finché sarà morbido, aggiungendo altra acqua se necessario. Condite con l'olio e spolverate con il formaggio grattuggiato.
"Minestra sporca", dai 2 anni
due cucchiai di pastina o un pugno di riso, mezz'etto di fegatini di coniglio o di pollo, una costa di sedano, mezza carota, mezza cipolla o un pezzo di porro, mezzo cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato, un cucchiaio di olio extravergine di oliva, prezzemolo tritato.
Mettete sul fuoco una casseruola con acqua, sedano, cipolla, carota e preparate il brodo vegetale. Pulite i fegatini, tagliateli molto finemente e passateli in padella con l'olio. Coprite con il brodo, portate a bollore e tuffatevi il riso o la pasta di piccole dimensioni, che tenga la cottura. Prima di servire insaporite, se lo desiderate, con un pizzico di prezzemolo tritato e spolverate di formaggio.
"Minestra di tenerumi", dai 6 mesi
30-40 g di pastina di piccole dimensioni, due etti di tenerumi (le foglie e i germogli delle zucchine bianche, tenerissimi) , un pomodoro, mezzo cucchiaio di parmigiano reggiano, un cucchiaio di olio extravergine di oliva.
Fate sbollentare il pomodoro, pelato e ripulito dai semi, con i tenerumi tagliuzzati. Frullate la verdura, diluite con acqua, portate a ebollizione e buttate la pastina. A cottura ultimata, spolverate con il parmigiano grattugiato, condite con l'olio e portate in tavola.
"Minestrina di verdure e uovo", dai 2 anni
2 cucchiai di pastina, una patata, una carota, mezzo porro, un etto di verdure di stagione (finocchi, sedano, zucca, lattuga, bietole ecc.), un uovo, un cucchiaio di olio extravergine di oliva, mezzo cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato.
Lavate e pulite bene le verdure, tagliatele a tocchetti e fatele bollire fino a completa cottura. Filtrate il brodo tenendo da parte le verdure. Fate cuocere nel brodo la pastina. A cottura ultimata aggiungete alla pastina alcune cucchiaiate di purea ottenuta frullando le verdure. Fate bollire l'uovo per uno o due minuti, apritelo, prelevate il tuorlo con un cucchiaino e aggiungetelo alla minestra mescolando perché si amalgami bene. Condite la minestra con l'extravergine e il formaggio grattugiato.