Igiene orale

Igiene orale e alimentazione

Una buona digestione incomincia dalla bocca. Questa parte del corpo, dai mille significati simbolici, è da sempre oggetto di attenzioni. Con essa parliamo, ci nutriamo, esprimiamo emozioni e seduciamo. Una bella dentatura è importante per fini estetici ma anche e soprattutto per mangiare e digerire bene. I denti non curati, oltretutto, possono anche costituire la via d’accesso per svariate infezioni dell’organismo. Per tutti questi motivi, dunque, appare chiaro come una corretta igiene orale, sia fondamentale non solo per fini estetici, ma per assicurare un adeguato stato di salute a tutto il nostro organismo, incominciando dai processi digestivi.
Il fatto di masticare bene un alimento, innanzitutto, ci consente di digerirlo meglio. In prima istanza perché nella saliva sono presenti degli enzimi che iniziano a digerire l’amido presente nei cibi. Con la masticazione ne riduciamo le dimensioni, aumentando così la superficie esposta all’attacco enzimatico e incrementandone quindi la velocità e l’efficacia. In secondo luogo, il fatto di sminuzzare i cibo e farlo quindi arrivare allo stomaco in piccoli pezzi (i boli alimentari), per i motivi sopra citati  ne riduce il tempo di permanenza e quindi, in ultima analisi, velocizza il processo digestivo.
Ultimo, ma non meno importante, alcuni batteri responsabili di intossicazioni o infezioni alimentari resistono meglio al basso pH gastrico se si trovano all’interno di un grosso boccone, giungendo a volte vivi nell’intestino, perché il tempo passato in ambiente acido risulta diminuito. In pratica, masticando poco e male, si riduce l’effetto battericida dei succhi gastrici.
Masticare bene è dunque fondamentale per poter digerire meglio: ecco perché è importante che si curi l’igiene orale.

Perché lavarsi i denti
Per una bocca sana e un bel sorriso è indispensabile innanzitutto che si conoscano i principi  che regolano l’igiene della bocca e, ancora di più, è fondamentale la perseveranza nella loro applicazione. Pulirsi i denti regolarmente e nella giusta maniera è infatti il solo modo per mantenere la nostra bocca in buona salute.
Incominciamo quindi dallo spazzolino. I denti andrebbero lavati dopo ogni pasto, perché i residui di cibo favoriscono la formazione della placca batterica, responsabile di infiammazioni gengivali e carie. L’azione meccanica dello spazzolino invece la rimuove in maniera tanto più efficiente quanto più lo spazzolino è in buone condizioni. In linea di principio esso andrebbe cambiato ogni tre mesi, perché poi l’azione meccanica delle setole diventa via via meno efficiente e in più la carica batterica presente su di esse inizia a crescere in maniera significativa.

Placca, tartaro e carie: se li conosci, li eviti
Per meglio comprendere perché la pulizia del cavo orale sia così importante e come attuarla al meglio, è importante individuare bene i suoi nemici: placca, tartaro e carie.
La placca batterica è una patina che ricopre i denti ed è costituita da residui alimentari, frammenti di cellule ma soprattutto da milioni di batteri aggregati tra loro, che trasformano i residui di cibo e in particolare gli zuccheri, producendo acidi dannosi per lo smalto e portando spesso alla formazione delle carie dentali. Infatti, gli acidi prodotti dai batteri, in particolare lo streptococcus mutans e il lactobacillus acidophyuls, causano la demineralizzazione dello smalto dentario e questo rappresenta lo stadio iniziale della formazione della carie dentaria. Essa è infatti una lesione dovuta alla dissoluzione dei sali minerali che costituiscono lo smalto, il durissimo tessuto che riveste il dente. In seguito, gli enzimi prodotti dai batteri provocano la distruzione delle proteine che compongono la parte organica del dente, che inizia a fare male. Una volta avviati i processi di distruzione, non esiste purtroppo nessun modo per riparare i tessuti e riportarli allo stato di salute iniziale.
Le sostanze prodotte dal metabolismo batterico, inoltre, sono la causa principale delle gengiviti.
Se non rimossa, la placca dopo 24 ore comincia a calcificarsi formando il tartaro. Esso è costituito da depositi solidi e calcificati, aderenti alla superficie del dente. Le zone dove più facilmente si accumula sono le fossette dei denti posteriori, gli spazi interdentali e il colletto (cioè la parte del dente vicina alla gengiva). Il tartaro può quindi formarsi sulla superficie dei denti oppure all’interno della tasca gengivale, dove spesso assume  il colore nero, per via dell’ossidazione dell’emoglobina presente nel sangue che irrora i tessuti. E’ costituito per il 70-80% da sali inorganici, di cui il 40% circa è calcio, il 20% fosforo ed il resto è dato da sodio, manganese, carbonato e floruro. L’unico sistema per rimuoverlo, una volta che si è formato, è l’intervento del dentista, che lo asporterà manualmente o con ultrasuoni. La difesa migliore consiste nell'evitare che il tartaro si formi, rimovendo la placca e i residui di cibo dopo ogni pasto
Il nostro stile di vita ci porta però sempre più spesso a consumare spuntini e pasti fuori casa e non sempre c’è il tempo o la voglia di lavarsi i denti. Questa operazione andrebbe invece effettuata almeno tre volte al giorno ed in particolare la sera prima di andare a dormire. Durante la notte, infatti, la riduzione della secrezione salivare e dei movimenti di guance e lingua favoriscono lo sviluppo dei batteri e l’accumulo della placca.

Non solo spazzolino

Oltre allo spazzolino poi, è necessario utilizzare altri strumenti, quali il filo interdentale, lo scovolino, il collutorio e lo specchietto angolato. E, naturalmente, il dentifricio.
Come abbiamo visto infatti, la placca tende ad accumularsi nei posti dove è più difficile rimuoverla: tra questi rientrano senz’altro gli interstizi dentali. I filo interdentale diviene così indispensabile per rimuovere i residui di cibo che potrebbero restare incastrati per ore, divenendo terreno fertile per i batteri. Non a caso, infatti, le carie scelgono spesso proprio questi posti per svilupparsi. A questo strumento, sarebbe utile abbinare lo scovolino, disponibile in diversi calibri, che ci aiuta ad eliminare la placca dagli spazi sottogengivali.
Uno dei protagonisti della nostra igiene orale, però, è il dentifricio. Oltre a regalarci un alito fresco, infatti, è preparato in diverse formulazioni in grado di soddisfare le esigenze di tutti. Esistono dentifrici che alleviano l’eccessiva sensibilità alle basse temperature, altri che promettono di rendere i nostri denti più bianchi, altri ancora che, grazie ad una leggera azione abrasiva, ci garantiscono una pulizia più profonda. Particolarmente interessanti, poi, sono quelli che, insieme ad una spiccata azione antibatterica, contrastano l’abbassamento del pH tipico del dopo pasto, promettendo un’azione della durata di parecchie ore, così da sopperire ad eventuali mancanze dovute ai pasti fuori casa.
Completano il cerchio i colluttori, utili per favorire la rimozione della placca e per l’igiene di tutta la bocca, i chewingum specifici per la pulizia dei denti, fondamentali per tutte le occasioni in cui non li si possono lavare, le pastiglie rivelatrici della placca, che la colorano rendendola quindi visibile per una rimozione completa e lo specchietto angolato, indispensabile per controllare la salute degli angoli più nascosti dei nostri denti.  

L’importanza di uno spazzolino sempre in forma
È dimostrato che uno spazzolino nuovo rimuove l’85% di placca in più rispetto ad uno usato. Una variazione di efficacia davvero notevole, che invita a riconsiderare la frequenza con la quale normalmente si cambia lo spazzolino da denti: per disporre di un valido strumento di prevenzione, che agisca sempre al massimo della sua performance, sarebbe necessario cambiare lo spazzolino almeno una volta ogni tre mesi, per un totale di quattro spazzolini all’anno. Cambiare regolarmente lo spazzolino è importante anche per evitare che si trasformi in un ricettacolo di batteri: spesso, infatti, le setole non mostrano segni di usura evidenti ma la loro carica batterica rischia di essere troppo elevata.  
In Europa si cambiano, in media, 1,3 spazzolini all’anno per persona. Il segnale per capire quando cambiarlo è dato dalle setole, che appaiono usurate. La raccomandazione dei dentisti è di farlo ogni 3 mesi.

L’amico dentista

Infine, per garantire alla nostra bocca un duraturo e ottimale stato di salute, ricordiamoci di farla controllare dal dentista almeno una volta all’anno. Questo professionista infatti, sarà in grado di darci consigli mirati per le nostre esigenze e problematiche e potrà intervenire tempestivamente in caso di carie o altre affezioni della bocca. In questa sede è opportuno ricordare che ormai da anni, in ottobre, Mentadent promuove il mese della prevenzione dentale, offrendo visite di controllo completamente gratuite presso i medici dentisti che aderiscono all’iniziativa. Approfittiamo dunque di quest’occasione per offrire alla nostra bocca la salute che merita: mai come in questo caso, infatti, prevenire è decisamente meglio che curare!

Le dolci insidie
Come si sa, gli zuccheri, in particolar modo quelli semplici, sono il pericolo numero uno per i nostri denti, poiché favoriscono l’insorgenza della carie.
Purtroppo, limitare il consumo di caramelle e dolciumi in generale è certamente un valido aiuto, ma non è sufficiente. Spesso infatti una gran quantità di zucchero si cela dentro agli alimenti più comuni, come yogurt, cereali e perfino gli hamburger. Per renderci conto delle dimensioni del fenomeno, basti pensare che, ad esempio, un ghiacciolo contiene l’equivalente di 7 zollette di zucchero, mentre un hamburger ne contiene 5 e un cucchiaio di ketchup una. Se poi consideriamo quelli naturalmente presenti negli alimenti, come la frutta o la pasta, ecco che il computo arriva a circa 18 zollette giornaliere. Per questo lavarsi i denti è indispensabile, sia dentro che fuori casa.

LO SPAZZOLINO DA DENTI
Non tutti gli spazzolini sono uguali: come scegliere allora quello che fa per noi? Innanzitutto, bisogna partire dall’impugnatura: deve consentirci una presa salda e agevole al tempo stesso, in modo da poter essere manovrato facilmente all’interno della bocca. Di conseguenza, se abbiamo una bocca piccola, è bene che lo sia anche lo spazzolino, che deve avere setole né troppo morbide (non rimuoverebbero correttamente la placca) né troppo dure, perché ci ferirebbero le gengive. Ricordiamoci inoltre che, per quanto tecnologico sia lo spazzolino, non può fare tutto da solo, ma affinché rimuova correttamente la placca è necessario che lo si utilizzi nella giusta maniera.
Per prima cosa, bisogna evitare di adoperarlo come si vede nelle pubblicità televisive: non c’è nulla di più sbagliato. Il movimento orizzontale, infatti, non rimuove la placca ma, al contrario, la sposta negli interstizi dentali, dove poi è più difficile toglierla. In più le setole, mosse parallelamente alla gengiva, contribuiscono a distaccarla dai colletti dentali, provocando in questo modo il suo arretramento e, in alcuni casi, l’erosione del colletto, che assume il caratteristico aspetto a colpi d’ascia.
Com’è allora, il movimento giusto da fare? Innanzitutto lo spazzolino andrebbe sempre mosso in direzione perpendicolare alle gengive, dall’alto in basso per l’arcata superiore e al contrario per quella inferiore. Al contrario, il solo risultato che otterremmo sarebbe quello di spostare la placca sotto il bordo gengivale. Ovviamente, non bisogna trascurare il lato all’interno della bocca, che va spazzolato nella stessa maniera.
Per quanto riguarda i denti posteriori, invece, la cosa migliore sarebbe procedere con movimenti da dietro in avanti e viceversa.
Da non dimenticare, infine, la pulizia della lingua. La maggior parte delle imbarazzanti alitosi,  infatti, è proprio causata dalla proliferazione della flora batterica presente sulla sua superficie. Ricordiamoci quindi, quando ci laviamo i denti, di passare lo spazzolino (va bene anche quello normale, ma ne esistono di appositi) anche in questo punto della bocca, in modo da garantirci sempre un alito fresco e profumato.

 

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