Alitosi

L'imbarazzante alito cattivo

Prezzemolo, menta, salvia, anice, liquirizia… chi ha problemi di alito cattivo sa benissimo che masticare cibi che contengano queste essenze serve solo per ottenere un miglioramento temporaneo. Ma allora contro l’”alitosi” bisogna rassegnarsi all’idea di parlare a debita distanza dal nostro interlocutore, oppure esistono dei rimedi efficaci e duraturi contro questo imbarazzante problema?
In un’epoca in cui l’aspetto fisico è di fondamentale importanza nei rapporti sociali e nella vita lavorativa di tutti i giorni, l’alito gioca un ruolo fondamentale, specialmente per chi è a contatto con il pubblico. Non c’è cosa più imbarazzante infatti, di doversi interfacciare con altre persone, magari a distanza ravvicinata, sapendo di avere l’alito pesante. Un problema enorme, non certamente recente, visto che alcuni rimedi risalgono addirittura all’epoca egizia o romana. Il più delle volte si cerca di risolverlo con caramelle e alimenti rinfrescanti, non sufficienti però a ripristinare e soprattutto mantenere la bocca fresca, perché le cause dell’alitosi, la maggior parte delle volte, sono da imputare alla presenza di problemi a livello del cavo orale o, più raramente, risiedono al di fuori di esso. Ecco perché la freschezza conquistata con le sostanze aromatiche introdotte si rivela spesso assolutamente transitoria. Vediamo allora di capire perché questo disturbo si manifesta e se esistono rimedi efficaci per combatterlo e addirittura prevenirlo.
 
Cos’è l’alitosi
In generale, l’alito sano non ha alcun odore, tranne ovviamente nel caso in cui si sia appena ingerito un alimento: se invece l’odore c’è ed è pesante, è opportuno indagarne la causa. Innanzitutto, esistono due tipi di alitosi. Quella transitoria e quella patologica e persistente. La prima è tipica di alcuni momenti della giornata ed è legata ad azioni particolari, mentre la seconda è conseguente alla presenza di alcune patologie sistemiche o, più frequentemente, del cavo orale. In effetti, queste ultime costituiscono il 90% circa delle cause di alitosi, dovuta per lo più alla produzione di composti solforati da parte dei batteri presenti all’interno della bocca. Questi sono normalmente presenti, ma in alcuni casi possono proliferare in maniera anomala, fino ad arrivare a superare la quota di 30 parti per bilione: oltre questa soglia le sostanze volatili maleodoranti prodotte dal loro metabolismo possono essere oggettivamente captate dal naso umano. Esiste anche un terzo tipo di alitosi, meglio nota come pseudo alitosi o alitofobia, che riguarda la paura costante di alcune persone di avere l’alito cattivo. In questo caso il problema non è reale, ma psicologico e rappresenta una manifestazione di un disagio più grande.
 
Alitosi batterica
Cominciamo allora col descrivere le alitosi di origine batterica che, come abbiamo visto, sono le più comuni. Il cavo orale è un habitat ideale di svariati tipi di microrganismi, che vi arrivano tramite il cibo e che qui trovano le giuste condizioni di temperatura, umidità e pH per riprodursi, grazie anche ai residui alimentari che costituiscono per loro una privilegiata fonte di nutrienti. Molti di questi batteri sono addirittura utili per la salute di denti e gengive, poiché con la loro presenza impediscono il proliferare di altri potenzialmente dannosi, contribuendo così a mantenere l’equilibrio della microflora orale. Però, in certe situazioni un po’ fuori dall’ordinario, come ad esempio lo stress psicofisico o l’assunzione di antibiotici, alcuni tipi di batteri, gli anaerobi per la precisione (quelli cioè in grado di moltiplicarsi anche in assenza di ossigeno), riescono a prendere il sopravvento, provocando la putrefazione delle sostanze organiche proteiche presenti nella saliva, nei residui alimentari (contenuti anche nella placca) e nel sangue, in caso siano presenti gengiviti o parodontiti. Da queste si liberano i cosiddetti composti solforati volatili, caratterizzati dall’avere degli odori sgradevoli. Tra questi si annoverano, ad esempio, il metilmercaptano, la sostanza che si ritrova anche nei cavolfiori che stanno marcendo, il solfuro di idrogeno, tipico delle uova andate a male, l’acido isovalerico, che ricorda i piedi sudati e altri composti amminici, quali la cadaverina e la putrescina, classici delle carni in decomposizione. Insomma, come quadretto è ben poco allettante ed è facile comprendere allora per quale motivo l’alito cattivo possa a tutti gli effetti risultare estremamente invalidante ai fini dei rapporti sociali.
 
La diagnosi Fortunatamente, quando le cause sono batteriche, è possibile attuare un’efficace cura e prevenzione, che ovviamente parte dal dentista. Bisogna perciò accertare che non vi siano patologie del cavo orale, come ad esempio quelle che coinvolgono i tessuti gengivali e che solo l’intervento dello specialista può riuscire a risolvere, perché anche le più accurate norme igieniche da sole non bastano. E’ il caso ad esempio della piorrea, una patologia in cui i germi si annidano all’interno delle tasche gengivali, intaccando l’osso di sostegno dei denti: solo la cura di un esperto parodontologo è in grado di rimediare al problema. In caso di alito cattivo persistente, infatti, questo specialista è la prima persona a cui ci si debba rivolgere, per stabilire anche tramite esami radiologici, strumentali e di laboratorio, la presenza di patologie. Esiste a questo proposito uno strumento, l’Halimeter, in grado di determinare e misurare la quantità di composti volatili presenti nell’alito, di grande aiuto durante la diagnosi e la terapia dell’alitosi. Una volta scoperta la causa, è il momento di passare alla cura.
 
I rimedi per l’alitosi: l’igiene della lingua Esistono innanzitutto dei rimedi sintomatici, volti cioè a contrastare il cattivo odore dell’alito, senza però agire sulle cause. Molti hanno una secolare tradizione alle spalle, come ad esempio il masticare delle erbe profumate quali il prezzemolo, la salvia o il basilico oppure i più moderni prodotti a base di clorofilla. Alcuni poi ricorrono all’utilizzo frequente di colluttori o caramelle alla menta, ma queste abitudini sono in grado di risolvere il problema solo temporaneamente, perché non appena si esaurisce la presenza delle sostanze aromatiche in bocca, il problema si ripropone. La vera cura dunque non deve essere mirata a coprire il cattivo odore, ma a eliminarne le cause. In primo luogo quindi, come abbiamo detto, bisogna verificare che non vi siano delle patologie parodontali, nel qual caso invece bisognerà curarle. Se sono assenti, invece, l’abitudine di spazzolare delicatamente anche la lingua quando ci laviamo i denti potrebbe contribuire in maniera sensibile al miglioramento della situazione, poiché spesso i batteri responsabili del cattivo odore si annidano in questa parte del corpo, che invece viene solitamente esclusa dalla quotidiana igiene orale. Spazzolandone delicatamente il dorso, si può ridurre fino al 50% la produzione di composti organici solforati. Anche l’utilizzo regolare del filo interdentale e un adeguato impiego dei colluttori, combinati con dei dentifrici ad attività antisettica, al fine di ridurre la placca batterica, si rivelano efficaci nei casi di alitosi fisiologica.
 
Freschezza non significa purezza
Avere un alito fresco non significa necessariamente avere un alito puro. Molti prodotti infatti si limitano a coprire il cattivo odore con essenze rinfrescanti, non eliminando però il problema. Ci sono invece dei dentifrici appositamente studiati per combattere l’alitosi: essi contengono delle sostanze antibatteriche in grado di contrastare efficacemente la moltiplicazione dei batteri responsabili della formazione dei cattivi odori.
 
Alimentazione e alitosi
Esistono dei cibi, quali l’aglio o la cipolla e alcune spezie, definiti alitogeni, proprio perché direttamente responsabili dell’alito cattivo. Essi infatti contengono delle sostanze che, una volta assorbite, entrano nel torrente circolatorio e vengono eliminate solo una volta che passano dai polmoni, insieme all’aria espirata: pertanto, determinano una condizione nota come “alitosi transitoria”, che permane fintanto che tutte le sostanze in questione non siano state completamente eliminate. Anche l’assunzione di alcol o di taluni farmaci può rendersi responsabile di un alito maleodorante, poiché viene ridotta la produzione della saliva, elemento importante per l’autodetersione della bocca. Non è infatti un caso che in tutte quelle situazioni in cui la sua produzione è ridotta, come al risveglio o dopo un digiuno prolungato, il problema dell’alitosi si riproponga in tutta la sua interezza. La scarsità di saliva infatti determina in primis una concentrazione delle sostanze maleodoranti, che quindi si sentiranno molto di più e in secondo luogo consente un aumento del pH che favorisce la moltiplicazione dei batteri anaerobi.   Alitosi extraorale Se invece, dopo un’attenta e scrupolosa anamnesi eseguita da un parodontologo o un otorino, si stabilisce che l’alitosi è extraorale, cioè dovuta a patologie non localizzate nella bocca, il problema si fa più complesso e ci si dovrà rivolgere allo specialista competente per eliminarne la vera causa. C’è da osservare che questo tipo di alitosi rappresenta una percentuale esigua sui casi totali, anche perché l’alito cattivo non rappresenta solitamente il primo sintomo che viene notato dal paziente. Spesso le malattie responsabili sono il diabete mellito, l’insufficienza renale cronica o gravi malattie epatiche che compromettono i normali equilibri metabolici. Non è invece vero, e questo è un luogo comune da sfatare, che l’alito pesante dipenda da problemi digestivi: l’alitosi da cause gastriche è infatti molto rara, tanto da rappresentare appena l’1% dei casi totali.
 
Alitofobia o pseudoalitosi
Decisamente più difficile si rivela invece trovare una cura adeguata nel caso in cui l’alitosi sia psicologica. Innanzitutto bisogna spiegare chiaramente al paziente che il risultato dei test diagnostici (e in questo caso l’utilizzo dell’Halimeter si rivela fondamentale) è negativo, quindi fargli capire che questa sua convinzione è in realtà il sintomo di un disagio diverso. L’utilizzo dell’Halimeter si rivela altresì fondamentale in quei casi in cui, invece, il paziente sia stato accompagnato da un parente e sia assolutamente convinto di non avere nulla. Spesso i soggetti alitofobici durante la loro infanzia hanno avuto un genitore con problemi di alitosi e sono quindi assolutamente convinti di esserne affetti a loro volta, rifiutando anche l’evidenza fornita dall’Halimeter. In questi casi, la sola soluzione è l’intervento di uno psicologo, che aiuti il paziente a superare le sue paure.
 
L’amico dentista
Alla luce di quanto detto finora dunque, possiamo dire che nella stragrande maggioranza dei casi l’alito cattivo è un problema legato alla bocca e può essere risolto in maniera abbastanza semplice, grazie all’intervento di uno specialista parodontologo. Nei casi più banali, una più accurata igiene orale, rivolta in particolare al dorso della lingua, riesce ad essere di notevole aiuto per risolvere il problema; negli altri casi invece, solo l’intervento dello specialista potrà rivelarsi risolutivo. Ad ogni modo, anche se non abbiamo problemi di alitosi patologica, ricordiamoci di effettuare annualmente una visita di controllo presso un medico dentista: ne trarranno giovamento la nostra salute e il nostro sorriso.
 
Un aiuto dai chewing-gum
I chewing-gum possono essere un alleato prezioso per la freschezza dell’alito, poiché gli aromi, strettamente compenetrati nella gomma, si liberano lentamente, gradualmente e a lungo. Gli ultimi prodotti lanciati sul mercato, hanno perfino un effetto balsamico, caratteristica che fino a oggi era esclusiva delle caramelle. Il mentolo e l’eucaliptolo, appunto, aggiunti sia nella gomma che nella confettatura, consentono un rilascio di vapori balsamici graduale e più duraturo ed efficace nelle gomme. Sono in più dei validi alleati del nostro sorriso, poiché impediscono a tè e caffè di depositarsi sui nostri denti insieme alla placca, macchiandoli. Con l’aggiunta di appositi enzimi o più semplicemente del bicarbonato di sodio, si ridona splendore ai nostri denti. Non dimentichiamoci infine della loro azione salutistica: molte gomme svolgono anche la funzione di integratori, essendo arricchite in vitamina C, utile soprattutto ai fumatori. E proprio per chi vuol smettere di fumare, i chewing-gum sono un valido alleato, poiché rappresentano un sostituto psicologico della sigaretta. Masticare gomme aiuta a concentrarsi ed è un ottimo antidoto in tutte le occasioni in sui sia necessario scaricare la tensione o essere particolarmente attenti, perché aiuta ad allontanare la sonnolenza e stimola la vigilanza.
Le cause principali dell’alitosi Il 90% dei casi è originato da una igiene orale non corretta; Il rimanente 10% da: - carie dentaria, protesi e ricostruzioni dentali mal eseguite o danneggiate, gengiviti e piorrea; - ingestione di alimenti e bevande alitogeni (aglio, cipolla, particolari spezie aromatiche, peperoni, carni affumicate, alcuni pesci, alcuni formaggi, caffè, birra, vino e alcolici); - tabagismo (sigarette, pipa, sigari, tabacco da fiuto e da masticare); - farmaci antistaminici, antidepressivi, diuretici e ansiolitici; - malattie sistemiche (diabete mellito, epatopatie gravi, insufficienza renale cronica); - problemi gastrici, sinusiti e tonsilliti; - periodi di digiuno, che comportano una minore produzione di saliva, meccanismo primario per la detersione orale.
Tratto da: www.dentisti-italia.it
 
I rimedi per contrastare l’alitosi - una scrupolosa igiene del cavo orale; - utilizzo del filo interdentale almeno una volta al giorno; - spazzolamento dei denti dopo ogni pasto (con spazzolino a setole artificiali e dentifrici contenenti “fluoro”); - spazzolamento  in profondità del dorso della lingua (anche con lo stesso spazzolino che si usa per lavarsi i denti, ma ancora meglio con uno specifico puliscilingua che riesce in modo più efficace a ripulire il terzo posteriore della lingua: la parte che da verso la gola); - uso regolare di un buon collutorio a base di sostanze ad azione antisettica; - limitare il consumo di cibi e bevande in grado di provocare l’alito cattivo (vds. paragrafo “quali sono le cause che determinano l’alitosi”); - ridurre sostanzialmente l’uso del tabacco; - ridurre l’uso dell’alcol che provoca disidratazione del cavo orale favorendo lo sviluppo dei batteri che provocano l’alitosi; - bere molta acqua durante la giornata, favorendo in tal modo la produzione di saliva, elemento primario per la detersione del cavo orale. Tratto da: www.dentisti-italia.it

 

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