Foggia
Foggia: cuore de "La Daunia felice"
Narra la leggenda che, intorno all’anno 1000, nelle acque di un pantano, laddove oggi a Foggia sorge Piazza del Lago, venisse rinvenuta un’antica icona della Madonna avvolta da alcuni drappi. L’immagine miracolosamente emersa venne trasportata dai pastori nella Taverna del Gufo, attorno alla quale sorse un primo nucleo di case che raccolse gli abitanti dell’antica città di Arpi.
Passarono i secoli e nel 1731 un terribile terremoto rase al suolo Foggia. La Sacra Icona scampò incredibilmente al disastro e mostrò il suo volto ai foggiani. Da allora non esiste un vero foggiano che non senta una profonda devozione per la Madonna dei Sette Veli, protettrice della città.
E’ speciale l’atmosfera che si respira in occasione della Festa a Lei intitolata, un’aura particolare, solenne, intrisa di profonda e devota sacralità.
D’altra parte, il connubio folklore e religione è molto forte in tutta la regione e si manifesta a Foggia con altre importanti ricorrenze, quali La Festa dell’Immacolata, dove un elemento fortemente simbolico nell’immaginario popolare come il fuoco, diviene oggetto di divertenti competizioni; il pellegrinaggio verso il Santuario dell’Incoronata, legato all’apparizione della Vergine ad un pastore nel bosco di Cervara, mentre molto vivi e sentiti sono anche la devozione di S. Biagio, la Festa di S. Anna e il culto dei morti.
L’anima celebrativa e sacra della città ha trovato nel tempo anche più sfarzose manifestazioni: la Chiesa Madre di Foggia fu il suggestivo teatro delle nozze regali tra il principe ereditario Francesco e l’arciduchessa Maria Clementina d’Austria nel 1797, mentre l’elegante Palazzo Dogana fu la sede del ricevimento. Giovanni Paisiello compose per l’occasione l’opera “La Daunia Felice”, che venne eseguita quale benaugurante accompagnamento alla serata.
“Daunia” è infatti il primo nome dato al territorio della Provincia di Foggia, derivante dall’antico re Dauno. La denominazione definitiva fu quella che noi ben conosciamo, Capitanata, legata all’amministrazione bizantina e ai suoi “catapani”: parliamo di un’area di 1.175 Kmq, comprendenti 203 Km di coste, la più grande pianura peninsulare d’Italia, rilievi montuosi e spettacolari boschi sul Gargano e nella Foresta Umbra, ed il tradizionale paesaggio brullo e color ocra dell’entroterra pugliese.
Foggia sorge proprio al centro di tale territorio, cuore del Tavoliere delle Puglie, una città che ha dovuto subire pesantemente le devastazioni della seconda guerra mondiale, durante la quale i bombardamenti misero in ginocchio la popolazione. Eppure Foggia, segnata e colpita al cuore anche da altri fenomeni successivi quali la speculazione edilizia, la massiccia emigrazione e l’usura, ha sempre rialzato orgogliosamente la testa, forte di una terra assolata e generosa, uno dei luoghi meno piovosi d’Italia, da dove provengono vini eccelsi, un celebre grano duro, saporitissime olive e pregiati oli extra-vergini.
Ma non è solo il patrimonio agroalimentare ad aver reso giustamente celebre questo angolo di Puglia, perché la città offre il suo volto più antico e affascinante anche nelle interessanti vestigia del centro storico: il meraviglioso Arco di Federico II è l’unica parte rimasta dell’antico palazzo che l’imperatore fece costruire in virtù della posizione strategica di Foggia tra nord e sud, tra oriente e occidente ed è l’emblema del periodo di massimo splendore del capoluogo della Capitanata. Al grande imperatore e al recente progetto della “Grande Foggia” si richiama anche Piazza Federico II, con il sontuoso pozzo-fontana dove svettano colonne di travertino, archi e aquile imperiali. Cuore del centro storico è la Cattedrale, risalente al XII secolo, dove trovano espressione diversi stili artistici, dal romanico al barocco, dal gotico al neoclassico. Ma il tesoro più suggestivo è custodito all’interno: nella cappellina a lato dell’altare maggiore, su un pregevole altare, si può ammirare il Sacro Tavolo di Santa Maria dell’Iconavetere, o Madonna dei Sette Veli, a cui, come già abbiamo segnalato, si fa risalire la fondazione della città.
Vicinissimo alla Cattedrale, si può ammirare Palazzo de Maio, risalente al 600’, e sostare in Piazza del Lago, dove la tradizione colloca il ritrovamento della sacra icona. Percorrendo invece l’asse portante del centro storico di Foggia, via Arpi, a cui si accede da Porta Grande, l’unica superstite della cinta muraria fatta distruggere da Federico, si incontrano le chiese di Santa Chiara, S. Tommaso, Sant’Agostino e San Giovanni di Dio.
Via Arpi fa da angolo anche al complesso della Dogana Antica, che venne istituita nel quindicesimo secolo per regolamentare la transumanza delle greggi che attraversavano il Tavoliere delle Puglie provenienti dall’Abruzzo. Il terremoto portò uno spostamento della Dogana che trovò la sua collocazione in Palazzo Dogana, oggi sede dell’Amministrazione Provinciale.
Ma il più importante luogo sacro della città resta la Chiesa delle Croci, aperta al culto nel 1742 e originata da alcune croci impiantate da un frate per indicare il percorso della Via Crucis, su ognuna delle quali i fedeli fecero innalzare delle edicole.
Ma Foggia si contraddistingue anche per la sua notevole offerta culturale e museale: i quattro musei e il Parco Archeologico di Passo di Corvo affiancano l’espressione di una cultura artistica più recente incarnata dal Teatro intitolato al grande compositore foggiano Umberto Giordano, un’opera neoclassica realizzata dall’ingegnere Luigi Oberty ed inaugurata il 10 maggio del 1828.
Allontanandosi dalla città in qualunque direzione da nord a sud, si avrà la possibilità di scoprire l’incredibile varietà di forme di questo territorio davvero unico. In particolare, per scoprire la bellezza paesaggistica e naturalistica della costa garganica, è consigliabile percorrere la strada che collega Manfredonia a Mattinata, per poi continuare sulle litoranee in direzione di Vieste, Peschici e Rodi Garganico.
Manfredonia
Manfredonia vanta sin dal nome un capostipite assai illustre: Manfredi, il figlio di Federico II, che ne decretò la nascita, vista l’impossibilità di vivere nell’antica colonia romana di Siponto, a causa dei terremoti e della malaria. È una città vivace e tipicamente mediterranea che per la posizione privilegiata venne considerata da sempre uno scalo commerciale di prim’ordine, e crocevia nel passaggio di imperatori, papi, templari e cavalieri di Malta, diretti al Santuario dell’Arcangelo Michele. Sarà molto piacevole passeggiare sul lungomare, nella zona del porto e del borgo antico, compiendo al contempo alcune interessanti visite di carattere culturale, tra cui il castello svevo-angioino con l’annesso Museo Archeologico Nazionale, la Cattedrale, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa di San Domenico.
Mattinata
Già il nome di questa località, derivato dall’antica Matinum, ne suggerisce la luminosità e lo splendore. I colori sono quelli dei mandorli, degli albicocchi e dei fichi d’India che la pervadono con le loro fragranze sul versante collinare dov’è adagiata. Due monti sembrano farle da sentinelle, il Monte Saraceno e il Monte Sacro, sin dai tempi in cui il poeta Orazio ne cantò la bellezza selvaggia. L’altro colore è il bianco accecante delle sue caratteristiche case scavate nella pietra e affacciate su un mare dalle mille sfumature di blu. Maestosi i due faraglioni della Baia dei Mergoli, che emergono dal mare di una costa variegata nell’alternarsi di spiagge, rocce e grotte.
Vieste
Accoccolata su uno sperone di roccia a picco sul mare, con candide architetture e strette viuzze di memoria orientale, sorge Vieste, una delle più antiche città della Daunia, identificata con l’antica “Apeneste”. Simbolo della città è il “Pizzomunno”, un grande monolito che si erge nella spiaggia che conduce a Pugnochiuso, avvolto da un misterioso alone di leggenda: si narra di un bellissimo giovane innamorato di una ragazza viestana, trasformato in pietra dalle crudeli sirene folli di gelosia per questo amore innocente.
Da visitare alcune testimonianze del passato, il borgo medievale, il castello di Federico II, le necropoli, la Cattedrale, ma anche le bellezze naturalistiche che hanno reso Vieste una meta turistica ambita a livello internazionale: incantevoli spiaggette, misteriose grotte ed anfratti, meravigliose baie.
Peschici
Eccoci nella località definita da tempo immemorabile la “Perla del Gargano”; non è difficile scovarne le ragioni, che sfavillano davanti agli occhi non appena si raggiunge questa cittadina morbidamente adagiata su un promontorio. Il mare ha qui dei colori indescrivibili per intensità e sfumature, e brilla nelle insenature, sulle spiagge, nelle grotte, alternandosi al verde degli ulivi, dei faggi e dei pini.
Ma Peschici è in grado di soddisfare non solo gli amanti della natura, ma anche tutti coloro che vogliano andare alla ricerca delle vestigia del passato: il centro storico è formato da intricate viuzze che rivelano a tratti piccole, suggestive chiesette. Da vedere anche il maestoso castello, l’Abbazia di S. Maria di Calena, i siti archeologici di Mannacora e le torri utilizzate nel sedicesimo secolo per avvistare i nemici che minacciavano le coste dal mare.
Lucera
Nell’entroterra del Foggiano, ecco Lucera, un’interessante località che rivela tra le sue strette e dritte strade medievali, un mirabile sincretismo architettonico tra elementi gotici, rinascimentali e barocchi. Da visitare l’anfiteatro romano, costruito durante il I secolo dell’Impero, quale luogo di incontro e intrattenimento. La sua forma ellittica racchiude l’arena, dove si tenevano spettacoli ginnici e finte battaglie navali, ma soprattutto, lo spettacolo più amato dai nostri illustri antenati, le acclamate lotte tra gladiatori e belve feroci.
Sul Monte Albano, si staglia la Fortezza svevo-angioina, con le sue quattro porte e le ventiquattro torri, tra cui le due superbe torri circolari sul lato rivolto alla città. Il Palatium fu inizialmente fatto erigere da Federico II, per poi venire successivamente inglobato dalle mura di cinta fatte costruire da Carlo I d’Angiò. Una volta in città, vale la pena visitare anche la Cattedrale, intitolata all’Assunta S. Maria Patrona di Lucera, nel cui nome la città era stata liberata dai musulmani da Giovanni Pipino di Barletta.
Margherita di Savoia
A est di Foggia, sul litorale, non lontano da località quali Barletta e Trani, ecco Margherita di Savoia, così chiamata nel 1879 in onore della Regina.
Margherita costituisce una zona umida, ricca di bellezze naturali e paesaggistiche, dove nidificano molteplici specie di uccelli, tra cui gli eleganti fenicotteri rosa. Questa località è giustamente rinomata per le saline, fondate dagli Illiri nel lontano 200 a.C., e le cui proprietà terapeutiche erano note sin dai tempi della battaglia di Canne, quando Annibale, dopo la faticosa guerra, soggiornò in una località detta Salapium, a pochi chilometri a nord dell’odierna Margherita.
Tutt’oggi il celebre stabilimento termale di Margherita utilizza le acque provenienti dalle vasche salanti delle saline, adatte a vari usi idroterapici per la loro ricchezza in iodio e bromo. L’altro grande orgoglio della città è la sua splendida spiaggia di sabbia vellutata che si distende per quaranta chilometri dalle foci dell’Ofanto fino a Manfredonia.