Minervino Murge
Minervino Murge
Città della Puglia Imperiale
La leggenda fa risalire le origini di Minervino alla battaglia di Canne del 216 a.C., quando uno dei soldati romani, rifugiatosi nella zona, si innamorò di una pastorella di nome Sofia e la sposò nel tempio di Minerva.
La storia invece documenta origini più remote attestate dai recenti ritrovamenti archeologici in diverse contrade del territorio, dove sono stati rinvenuti frammenti di ceramica del II millennio a.C. e altri oggetti di bronzo o ceramica dei secoli VIII e VII a.C.
Il primo nucleo abitativo si insediò lungo l’impluvio che scende dalle Murge denominato “Matitani”. Le condizioni dell’insediamento indigeno di epoca dauna, in quella che fu l’antica “Murgantia”, particolarmente fiorente nell’VII-III secolo a.C., ebbero un repentino arresto intorno al II secolo a.C, causato probabilmente dall’arrivo dei Romani.
Le notizie su Minervino si fanno scarse fino al IX secolo d.C. quando l’Annalista Salernitano riporta il saccheggio di Minervino da parte dei Saraceni nell’862 e poi nell’875 di un centro abitato probabilmente già posizionato sulla collina a nord.
In documenti dell’alto medioevo si menziona ancora Minervino, e in particolare in un documento conservato nell’Abbazia di Montecassino dell’anno 1000, si cita una spelonca del SS. Salvatore (attuale Grotta di San Michele) in “civitate Minervine”.
Alla dominazione bizantina seguì l’invasione normanna e nel 1042 Minervino venne proclamata tra le 12 Contee Normanne, con primo conte il feudatario Ramfrido di Altavilla. In questo periodo fu anche istituita la sede vescovile (1048), con il primo vescovo Innacio.
Successivamente si alternarono diversi feudatari di cui ricordiamo Giovanni Pipino che eresse l’attuale castello, il suo “nido d’aquila”, e Pirro Del Balzo sposo di Maria Donata Orsini, i feudatari che fecero costruire le due Torri storiche della città, e che il 24 Giugno 1468 nel castello di Minervino diedero alla luce la figlia Isabella Del Balzo, che poi diverrà regina d’Italia.
Altri Baroni furono i Carafa, i Del Tufo, i Pignatelli, i Tuttavilla. Proprio dalla famiglia Pignatelli si annovera un illustre concittadino, il Papa Innocenzo XII, al secolo Antonio Pignatelli, che trascorse gran parte della sua infanzia a Minervino all’ombra del fratello Marzio, a cui si deve il ritrovamento dell’affresco della Madonna del Sabato e l’erezione dell’omonimo Santuario.
Definito Balcone delle Puglie per la sua posizione dominante, Minervino Murge è un piccolo gioiello di arte e cultura. Siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in un paesaggio di straordinaria bellezza tra panorami mozzafiato e una vista che spazia dal Vulture al Gargano fino al Golfo di Manfredonia, che il visitatore può ammirare dalla villa che ospita il monumento più rappresentativo della città, il Faro Votivo, costruito in epoca fascista (1932) proprio per essere un punto luminoso di riferimento per il territorio.
Il nucleo centrale del paese è costituito dalla Scesciola, la parte più antica, di tipico impianto urbanistico medievale, annoverato tra i Borghi Autentici d’Italia. Passeggiando lungo i suoi vicoli si possono ancora ammirare angoli particolarmente suggestivi, caratterizzati da facciate di case collegate da tipici archi e scale in pietra. Domina il centro storico la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta, dalla facciata imponente in pietra, che conserva l’antico Crocifisso miracoloso, e il Castello Normanno-Svevo nelle cui antiche stanze è allestita la mostra Archeologica “Quando l’Ofanto era color dell’ambra”, stanze che ospitarono nel 1503 il valoroso Cavaliere Bayard (Pierre de Terrail III), al quale la tradizione dolciaria ha dedicato il noto Panetto di Minervino, dolce tipico a base di fichi secchi, uva passa, mandorle, profumi di arancio e vin cotto.
Da non perdere la visita alla Grotta di San Michele, che sorge in una grande cavità carsica ai piedi di Minervino in uno scenario naturale imponente che da più di un millennio è luogo di culto, e alla Chiesa della Madonna della Croce, piccolo gioiello rupestre avvenne nell'anno 1628 dall'allora Vescovo di Minervino Altobello Carissimi.
La tradizione enogastronomica, rivela un patrimonio invidiabile di sapori e saperi e rivive, come in un racconto, nella sublime arte del convivio dei ristoranti locali.
Da assaggiare le famose cime di rapa di Minervino, insignite del marchio D.E.C.O., i prelibati formaggi delle antiche masserie, la salsiccia di maiale a punta di coltello, le pietanze della tradizione contadina esaltate dall’inconfondibile olio extravergine d’oliva, completando l’esperienza del gusto con un assaggio dei superlativi vini delle cantine locali.
Nel periodo autunnale a farla da padrone è il noto fungo cardoncello, prodotto principe dell’Alta Murgia, prelibato alimento conosciuto e gradito fin dai tempi degli antichi romani, ritenuto da altri espressione di forze soprannaturali e definito “cibo degli dei”.
Nell’ultimo weekend di ottobre il fungo cardoncello è celebrato nella rinomata sagra, richiamo per migliaia di turisti e appassionati di enogastronomia.
Da vedere
Il Museo archeologico
Il 19 maggio 2002 il museo è stato riaperto e, in occasione dell’inaugurazione, è stata presentata la mostra archeologica intitolata “Quando l’Ofanto era color dell’ambra”.
L’esposizione del museo comprende anfore, vasi, utensili di vario genere e armi risalenti al primo millennio a.C., fino a giungere ai primi secoli dell’impero Romano, periodo nel quale erano presenti sul territorio ville patrizie.
Segnaliamo il tesoretto con sedici monete d’argento provenienti dalla Campania, da Arpi, e dalla città di Corinto testimonianza della vivace attività commerciale presente in quest’area nel III sec. a.C.;i pregiati gioielli in ambra,oro, argento e bronzo del VI e V sec. a.C.;il cratere da simposio e lo strigile di chiara derivazione greca; spade e cinturoni.
Chiesa e Grotta di San Michele
Situata ai piedi di Minervino, la grotta di San Michele è una cavita carsica la cui formazione risale al Quaternario (2 milioni d'anni fa), periodo in cui quest'area, sino ad allora sommersa, comincia ad innalzarsi sul livello del mare.
Le prime testimonianze scritte, riferentesi a questa grotta, sono reperibili in una pergamena conservata nell'Abbazia di Montecassino, e datata 12 febbraio dell'anno 1000. Antico luogo di culto micaelico, la Grotta ha un interesse storico, artistico e speleologico.
La tradizione ha due date per celebrare S. Michele: il 29 settembre festa della dedica di una basilica romana al culto del Santo e l'8 maggio festa dell'apparizione dell'Arcangelo sul Gargano.
Info e prenotazioni visite straordinarie
Parrochia San Michele Arcangelo - Tel./fax 0883/691036
e-mail: quisutdeusminervino@libero.it
Servizio guida: cell. 340/3358673 – 3495718094
Nota: In caso di pioggia, per motivi di sicurezza, la grotta è inagibile
Faro
Il Faro è un monumento eretto nel 1932 ad esaltazione del fascismo e dei suoi caduti. Alto 34 metri il monumento richiama nei suoi elementi architettonici i simboli del fascismo.
Lo stesso Mussolini offrì £ 10.000 per la costruzione, affidata all'architetto fascista Aldo Forcignanò.
La costruzione iniziata con la posa della prima pietra il 28 ottobre 1923, fu compiuta in nove anni. Inaugurata il 29 giugno 1932, alla presenza del Segretario del Partito Fascista, Starace, che rappresentava lo stesso Mussolini.
Santuario Madonna del Sabato
La chiesa della Madonna del Sabato, protettrice della città, fu costruita verso la metà del XVII secolo su di una grotta basiliana scavata nel tufo, dove fu trovata dipinta sul muro un'immagine della Vergine col Bambino, oggi sull’altare della cripta.
Leggende narrano del ritrovamento di tale opera: la prima vuole che durante una battuta di caccia, alla quale partecipava anche il Principe Pignatelli, barone della Città, un cane si sia infilato in un'apertura del terreno e non sia più venuto fuori. Guidato dai latrati dell'animale, qualcuno della comitiva si rese conto trattarsi di una grotta, nella quale fu appunto scoperta l'immagine sul muro. Da allora la Madonna del Sabato fu proclamata Patrona di Minervino.
Al di là della leggenda con molta probabilità il culto della Madonna del Sabato è stato introdotto a Minervino dai pastori transumanti. Questa ipotesi è stata avvalorata dalla testimonianza di un gruppo di abitanti di Vastogirardi (IS) che hanno identificato la Madonna del Sabato con la Madonna delle Grazie, effige molto cara ai pastori molisani che erano soliti portarla con se durante i loro tragitti stagionali di transumanza.
Il Santuario sorge infatti al centro tra i tratturelli Canosa – Monteserico – Palmira e Monte Carafa – Minervino: strade secondarie di smistamento rispetto ai tratturi insieme ai quali costituivano quella che Gabriele D’Annunzio chiamava l’ “erbal fiume silente” che collegavano le province Abruzzesi con le pianure Pugliesi: luoghi di transumanza.
Cattedrale Santa Maria Assunta
Dedicata alla Vergine Assunta, fu sede dei Vescovi minervinesi dal XI secolo sino al 1818 (anno in cui la diocesi fu soppressa). Riedificata sull'area della precedente costruzione di età normanna, fu consacrata nel 1608.
La facciata, in pietra calcarea bianca, presenta un rosone romanico, e tre portali rinascimentali. Su quello di destra, un altorilievo medioevale della Vergine col Bambino, reperto forse dell'antica costruzione.
Sulla sinistra si leva il campanile, opera rinascimentale ricostruita nel 1924 a seguito di un crollo. L'interno, coperto da tetto a capriate lignee, è a tre navate divise da colonne.
Sull'altare maggiore (sec.XVIII) è collocato un tempietto in marmo in cui è conservato il Santissimo Crocifisso, denominato "Crocifisso Nero", pregevole opera lignea del XVII secolo.
Chiesa Maria SS. di Costantinopoli
Costruita agli inizi del XVIII secolo dal canonico Gerolamo Massari, la chiesa di Costantinopoli è ubicata nel borgo medievale “Scesciola”. La chiesa molto piccola conserva sull’altare, di granito rossastro, l’immagine della Vergine con il bambino dipinta sul muro di epoca imprecisata.
In un documento del 1720 riportante un elenco delle chiese dedicate alla Vergine esistenti a Minervino, si accenna a questa chiesa, che appunto secondo questo documento sarebbe stata costruita dal principe Pignatelli nel luogo dove era stata rinvenuta una "miracolosissima" immagine della Vergine, dipinta sul muro.
Borgo Antico
Minervino Murge fu abitata fin dalla preistoria. Il primitivo centro sorse probabilmente tra l'VIII e il VII secolo avanti Cristo. Dal III secolo a. C. se ne perdono le tracce fino all'Alto Medioevo.
Ripetutamente distrutta dalle incursioni saracene e dalle rappresaglie bizantine, in epoca normanna fu sede vescovile (di cui fu privata nel 1818) e capoluogo di contea; nel XV secolo passò sotto la signoria dei principi di Taranto e poi fu feudo di famiglie signorili: Del Tufo, Pignatelli, Carafa, Tuttavilla. Questi ultimi la tennero fino all'abolizione del feudalesimo.
Il nucleo più antico della cittadina è la “Scesciola” , caratterizzata da un labirinto di viuzze dall’andamento irregolare, rampe, povere case imbiancate a calce, aggrappate alle pendici della collina e strette le une alle altre in un continuo susseguirsi di archetti in tufo. Numerose sono le edicole sacre, testimonianza di una fede profonda.
Chiesa del Purgatorio
Dedicata a S. Francesco d'Assisi, fu costruita insieme ad un annesso convento dei Frati Minori Osservanti (sito dove attualmente si trova l'edificio Scuole Elementari "Pietrocola", in Piazza Trento e Trieste) tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV secolo da Ramondello Orsini Principe di Taranto e dalla moglie, Maria d'Enghien, proprietari del feudo minervinese.
Fu restaurata e rinnovata nel XVII secolo dal Principe Marzio Pignatelli.
Da ammirare il bellissimo baldacchino barocco in legno dorato dell'altare maggiore, voluto dal Principe Marzio Pignatelli nel 1600, e il coretto sovrastante l'ingresso dal quale il principe e la sua famiglia assistevano alle funzioni religiose, accedendovi tramite un corridoio collegato con il Castello che attraversa il convento adiacente.
Al suo interno l'ancona d'altare in legno dorato con la Vergine e le anime purganti; l'altare a destra di Santa Filomena e a sinistra della Desolata.
Accanto all'altare di Santa Filomena vi è la pietra tombale del duca Orazio Tuttavilla Calabritto (1693).
Lama Matitani
Lama Matitani fiancheggia a est il centro abitato di Minervino, caratterizzandone fortemente la morfologia; la lama delinea, infatti, a est e a nord lo sperone su cui insiste l'abitato.
La lama nasce a sud del centro del paese e termina a nord nella zona della grotta di San Michele, dove confluiscono altre lame minori, Lama Cipolla e il Canale delle Rondinelle. Le acque raccolte dalle lame, confluiscono nel canale Cavallaro.
Il paesaggio per chi si affaccia sul lato est di Minervino, appare quello tipico murgiano: i fianchi della lama si presentano brulli, con la roccia calcarea affiorante e con le praterie steppiche, peculiare habitat dell'area murgiana, a cui è legata la presenza di una importante popolazione del grillaio, il falco naumanni, specie prioritaria di grande valore conservazionistico-scientifico.
L'area costituisce la più estesa zona steppica dell'Italia peninsulare, caratterizzata dalla presenza di due habitat prioritari: Praterie su substrato calcareo (Festuca-Brometaria) con fioriture di Orchidee e i percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-brachypodietea). Tra le specie dell'avifauna presente, oltre al grillaio, si segnala la presenza del Lanario, altra specie prioritaria.
Torre Civica dell'Orologio
Eretta come osservatorio a difesa del centro abitato nel XV secolo su commissione della famiglia Orsini – Del Balzo, feudatari di Minervino Murge, divenne successivamente torre campanaria.
Di recente la torre ha subito un processo di restauro che l'ha riportata agli antichi splendori donandole un caratteristico colore giallo. Il vecchio ingranaggio dell’orologio (XIX sec.) è stato restaurato ed è attualmente esposto all’interno dalla Torre.
Castello Normanno Svevo
La costruzione dell'ala più antica risale ai normanni, presumibilmente nel 1042 e fu terminata agli inizi del 1300, come attestato da uno stemma del feudatario Giovanni Pipino posto all'ingresso di una torre negli ambienti che oggi ospitano la mostra archeologica "Quando l'Ofanto era color dell'Ambra".
Utilizzato per secoli come fortezza, ricordiamo gli assedi e le battaglie del 1341 e del 1350 tra la famiglia dei Pipino e quella dei Del Balzo, il castello conobbe nella prima metà del 1600 una serie di profonde modifiche a opera dei Principi Pignatelli, feudatari tra il 1619 e il 1657, che lo trasformarono in una lussuosa dimora, aggiungendo tutto il corpo anteriore e la facciata, che un ampio cortile separa dalla parte normanna.
In questo periodo fu costruito un corridoio interno che collegava il castello alla chiesa di San Francesco, al fine di far assistere alle funzioni religiose i componenti della nobile famiglia all'interno della struttura protetta.
Nel castello soggiornò per qualche anno il Cavalier Bayard , eroe francese noto come il cavaliere senza macchia e senza paura, protagonista della guerra tra spagnoli e francesi nei primi anni del cinquecento. Oggi il castello ospita gli uffici del Comune.
Pernottare e mangiare
La Tradizione
Ristorante tipico dove il bravissimo Giacomo di Noia, il titolare, ci delizia con tantissimi piatti del territorio che conservano le tradizioni contadine.
Non si finisce mai, tantissimi piatti con ingredienti di verdure che si intrecciano i con le diverse paste, formaggi, carni. Un menù particolarmente variegato ed riadattato anche per chi ha problemi di intolleranze.
LA TRADIZIONE –Cucina Casalinga di Giacomo Di Noia F.lli
Via Imbriani 11/13 – Minervino Murge - Tel. 0883/691690 - e-mail: info@osterialatradizione.net - www.osteriatradizione.net
Possibilità di alloggio presso: Le Casette
Masseria Barbera
Dove il titolare Riccardo Barbera in questo magnifico parco che circonda la masseria, vi accoglie con molto calore.
Un menù sofisticato ma che rispecchia la tradizione vi accompagna in questo percorso enogastronomico.
Le favette tostate, le erbe di rape, le cime di zucchine e le sue magnifiche paste, le carni del luogo. Naturalmente non mancano i buonissimi dolci tipici.
Luogo ideale per chi vuole fare la propria cerimonia di nozze o grandi feste.
MASSERIA BARBERA
s.p.230,km 5.850 - Minervino Murge
Tel 0883692095 cellulare 3683705725 - Info@masseriabarbera.it - www.masseriabarbera.it - chiuso lunedì
Ristorante Cantina Brandi
OSTERIA CANTINA BRANDI
Calata Brandi 7 - Minervino Murge
Tel 0883693624 - info@osteriacantinabrandi.it - www.osteriacantinabrandi.it
L'artigiano dei cesti
Emozioni d'altri tempi: in paese vi attende Vincenzo Carlone, nella sua storica cesteria rurale.
Qui troverete tutta la storia di questo mestiere, dai cesti fatti a mano ed esportati in tutto il mondo, al piccolo laboratorio di imbottigliamento, fino ai corsi di cesteria che Vincenzo svolge con molta passione, per far proseguire questa bellissima attività che l'ha portato in tutto il mondo.
Attenti alle emozioni, perché Vincenzo vi parla con il cuore e non nasconde le sue emozioni d'altri tempi.
CESTERIA RURALE
Poggioreale San Lorenzo 2/A - Minervino Murge
Tel. 0883694422 - cell 3886072457 - vincesteria@libero.it -
http://www.cesteriarurale.com/
Percorso dei vini DOC e DOCG Castel del Monte, ottenuto da uve Nero di Troia e Bombino
Azienda Agricola COLLE PETRITO a.r.l.
Via Mingone 13 - 70055 Minervino Murge (BA)
Tel/Fax 0883/695912 (Francesco Giuliano) - 329/1005320 (Antonio Bellini)
e-mail: collepetrito@libero.it - www.collepetrito.it
TORMARESCA
Gli ultimi 35 anni di vitivinicoltura pugliese si raccontano presso la TENUTA BOCCA DI LUPO di TORMARESCA con i nomi di spicco mondiale come Piero Antinori, Renzo Cotarella, Lamberto Gancia, Federico Castellucci, Davide Gaeta, Antonio Calò, Carmine Liuni.
Il Presidente Giuseppe Palumbo ci accompagna in questo splendido percorso di un’azienda conosciuta in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi vini, e delle sue due tenute, una a Minervino e una a San Pietro Vernotico.
Nella grande Tenuta Bocca di Lupo sembra di vivere un sogno, un luogo che non si vorrebbe lasciare mai, il palazzo con i suoi arredi, le sue sale ed i suoi marmi, il suo giardino con le erbe aromatiche, le grandi cantine dove “TUTTO SUCCEDE” e poi da ogni lato che si guarda, solo filari di vigneti immensi e per incanto all’orizzonte si vede un promontorio, come una fotografia, la Basilicata e il Vulture che troneggia!
Gli ospiti illustri, buyer da tutto il mondo hanno la possibilità di soggiornare e godere della buonissima ristorazione che viene offerta, con grande classe ma con la giusta informalità che mette a proprio agio i commensali, degustando i grandi vini che questa splendida azienda produce.
I vini biologici di Castel del Monte prodotti dalla tenuta Bocca di Leone: Pietrabianca Doc, Trentangeli Doc, Bocca di Lupo Doc e l'ottimo Moscato di Trani Doc Kaloro.
I vini classici Chardonnay e Néprica IGT, oltre all'olio Extra Vergine di Oliva prodotto con le olive Celline e Coratina.
E nel Salento presso la Masseria Maìme, il Roycello, il Calafuria, il Fichimori, il Torcicoda e il Maseria Maime, tutti IGT con i vitigni del Fiano Pugliese, del Negroamaro e del Primitivo.
TORMARESCA – Soc. Agricola a.r.l.
Presidente Giuseppe Palumbo
Tenuta Bocca di Lupo - Loc. Tofano - 70055 Minervino Murge (BT)
Tel. 0883/692631 – fax 0883/698315
Masseria Maime
S.P. per Torre San Gennaro km. 5 - 72027 San Pietro Vernotico (Br)
Tel. 0831/671046 – Fax 0831/655981
e-mail: tormaresca@tormaresca.it - www.tormaresca.it