Pompei Ercolano
Le aree archeologiche
POMPEI, ERCOLANO E TORRE ANNUNZIATA
Reperti di ceramiche ed armi in pietra fanno risalire i primi insediamenti umani nell’area di Pompei all’età del bronzo (VIII sec. a.C.), mentre una cinta muraria costruita con blocchi di lava e alcuni piccoli nuclei di abitazioni, databili intorno al VII sec. a.C., rappresentano la prima testimonianza certa della fondazione della città.
Costruito su un contrafforte, creato da una colata lavica preistorica, il territorio urbano era solcato dal fiume Sarno, che costituiva un comodo sbocco verso il mare; esso era inoltre circondato da vigne e terreni fertili che, avvicinandosi alla sommità del vulcano, si trasformavano in fitti boschi ricchi di selvaggina. Dopo aver subito l’egemonia di Greci, Etruschi e Sanniti, la città venne assoggettata dai Romani (III sec. a.C.) fino a diventare una colonia vera e propria nell’80 a.C., assimilando lingua, costumi ed architettura della capitale.
Pompei era, insomma, in piena espansione, con circa 20.000 abitanti ed una fiorente economia, quando il 24 agosto del 79 d.C. il Vesuvio si svegliò e la sommerse di lava, insieme alle vicine Ercolano e Stabia. Uno strato di circa sette metri di cenere e lapilli ricoprì edifici ed abitanti impegnati nelle loro attività quotidiane, lasciando ai posteri una perenne testimonianza della tragedia ed un vero “tesoro storico”.
La città venne poi dimenticata e fu solo nel 1748, sotto il regno di Carlo di Borbone, che iniziarono le prime esplorazioni: il Vesuvio e la terribile distruzione esercitarono infatti un immenso fascino sui viaggiatori settecenteschi che contribuirono, insieme alla passione per le rovine tipicamente romantica, a dare notevole impulso agli scavi anche per tutto l’800.
Ciò che continua ad affascinare di Pompei e la rende, dal punto di vista storico ed artistico, un luogo unico al mondo è la possibilità di poter ricostruire la vita quotidiana di un’intera città romana, l’opportunità di conoscere ogni minimo aspetto della realtà di un centro dell’Impero, ricco e popoloso, in tutte le sue attività commerciali, artigianali, pubbliche e private. Le diverse tipologie abitative, dalla villa lussuosa ai modesti appartamenti, gli elementi d’arredo ed ogni utensile o suppellettile, le terme, i templi, le botteghe, il foro, le strade, i giardini, gli affreschi, l’architettura e i mosaici: tutto ciò che le fonti storiche e la letteratura avevano evocato, è testimoniato a Pompei.
Passeggiando fra le sue strade, dove calchi in gesso riproducono le figure di quanti sono stati resi immortali dall’eruzione, si ha davvero l’impressione di vivere in quel passato così remoto, di assimilarne non solo le nozioni storiche, ma di penetrarne realmente lo spirito. Ed è dunque ovvio che la straordinarietà di questo immenso patrimonio sia stata riconosciuta ufficialmente anche dall’UNESCO nel 1997, inserendo Pompei, Ercolano e Torre Annunziata fra i più importanti gioielli del mondo.
Ercolano, che copiò nella geometrica regolarità del suo impianto la pianta di Napoli, sorse verso il IV sec. a.C. e verso la fine del I divenne centro di villeggiatura per l’aristocrazia romana. Appare dunque, se comparata con Pompei, più tranquilla, dedita soprattutto alle attività marinare ed alla pesca, ricca di verde e di vigneti. Era una cittadina abitata da circa 5.000 abitanti, con una superficie piuttosto ridotta, ma l’originale carattere della sua architettura e delle decorazioni dà l’impressione di un centro più signorile e raffinato. Fra le numerose differenze con Pompei va poi segnalato il fatto che Ercolano non fu investita da cenere e lapilli, ma da un’alluvione fangosa proveniente dalle pendici del vulcano, che solidificandosi, ha costituito per secoli la migliore difesa sia contro gli agenti atmosferici che contro gli scavatori clandestini. Le sue testimonianze sono quindi altrettanto importanti e significative, poichè ci hanno tramandato la realtà di un’altra città romana, più piccola ed elegante, certo simile a quella di molti altri centri minori dell’Impero.