Napoli e dintorni

Napoli e la sua provincia

Napoli è certamente una delle città più belle ed interessanti, non solo in Italia, ma nel mondo intero, grazie anche al suo clima mite, al fortissimo calore della sua gente e agli impagabili scenari offerti dal suo golfo. E’ inoltre una città ricchissima di storia e di tradizioni, di tracce di culture diverse ancora oggi ben visibili nell’arte, nella cultura e nella lingua stessa.
Le sue fondamenta videro la luce oltre 2500 anni or sono, grazie allo stanziamento di coloni greci. La città raggiunse presto un grande splendore, dovuto soprattutto all’influenza dell’Impero Romano, in seguito al decadere del quale si vide, però,  costretta a subire una lunga serie di dominazioni straniere. Tuttavia secoli di passaggio di popoli diversi hanno contribuito all’arricchimento culturale ed artistico di Napoli. Oggi il suo centro storico, ancora densamente abitato ed attraversato da arterie tipiche quali “Spaccanapoli”, “San Gregorio Armeno” e “Via dei Tribunali”, presenta un patrimonio artistico unico al mondo. Si va dai resti dell’originario impianto urbanistico greco agli splendori del ‘600 e del ‘700, mentre tra le chiese più belle si annoverano Santa Chiara e il Gesù Nuovo, San Lorenzo Maggiore e il Duomo, dove ancora si venera il sangue miracoloso di San Gennaro. Da guardare con rinnovata ammirazione la Piazza del Plebiscito,  con la chiesa di San Francesco di Paola e quella di San Domenico Maggiore, recentemente riportate al loro massimo splendore.

CAMPI FLEGREI
Terra “ardente”, che mutua il nome dal greco “flegraios”, a causa dell’attività sismica secondaria che la contraddistingue, nei Campi Flegrei si trovano le fumarole della Solfatara e si avvertono frequentemente fenomeni di bradisismo (innalzamento e abbassamento della crosta terrestre), ma si possono godere anche splendidi panorami, in particolare dal Monte di Procida e da Capo Miseno.
I Campi Flegrei comprendono un’estesa zona che dalla conca di Agnano, ad est di Napoli, con la sua importante stazione termale e la riserva naturale degli Astroni, giunge sino a Cuma.  
A Pozzuoli, oltre che la Solfatara, si può ammirare l’Anfiteatro Flavio, il Tempio di Serapide ed il suggestivo Rione Terra. Proseguendo si incontrano i laghi d’Averno e le Grotte della Sibilla e del Fusaro, con la splendida Casina Vanvitelliana. Molto interessante è poi Baia, con l’imponente Castello Angioino, sede del Museo dei Campi Flegrei, e l’importante Parco Archeologico di quella che era considerata la più lussuosa stazione balneare dell’antichità. A Cuma, infine, è possibile visitare gli scavi dell’originario insediamento greco, con l’Acropoli,  il Tempio di Giove e il famoso Antro della Sibilla.

VESUVIO, ERCOLANO, POMPEI
Il Vesuvio, che si staglia sul Golfo di Napoli con i suoi 1281 metri di altezza, è raggiungibile dalle cittadine di  Ercolano, Torre del Greco e Boscotrecase, mentre comodi sentieri permettono di raggiungerne la cima, dalla quale il panorama è davvero indimenticabile. Il Vesuvio è famoso per essere l’unico vulcano continentale attivo in Europa, anche se si trova in fase di riposo dall’ultima eruzione del 1944. Tuttavia fu proprio una sua catastrofica eruzione nell’agosto del 79 d.C. che sommerse di cenere Ercolano e Pompei, poste alle sue falde. Gli scavi, condotti fin dal ‘700, hanno permesso di riportare alla luce, pressoché intatti, i due impianti urbanistici mentre gli innumerevoli  reperti, visibili oggi in parte presso il Museo Nazionale di Napoli, in parte nei due Antiquarium locali, testimoniano la ricchezza e la vivacità commerciale delle due  cittadine. Pompei, la più grande, contava quasi 20.000 abitanti ed oggi presso i suoi scavi, di una ricchezza senza pari, spiccano in particolar modo l’Anfiteatro, il Foro, le Terme, la Basilica, la Villa dei Misteri e la Casa di Giulio Polibio.
La città odierna è inoltre sede del Santuario della Madonna del Rosario, meta ogni anno di migliaia di fedeli.

SORRENTO E CAPRI
Sorrento, unitamente a Piano e a Meta, è il tradizionale centro di villeggiatura della magnifica Penisola Sorrentina, costituendone senza dubbio la località più bella e famosa. Si staglia al di sopra di un mare limpido ricco di pittoresche insenature, dove gli hotel sono immersi negli inebrianti profumi degli agrumeti. Dal punto di vista artistico Sorrento offre svariati motivi di interesse:  il Duomo, il Sedile Dominova e il Museo Correale di Terranova, ed un artigianato tipico altamente rinomato. Facilmente raggiungibile in macchina, in treno o in aliscafo, la città è anche sede degli Incontri Internazionali del Cinema.
Altra meta famosa in tutto il mondo è l’isola di Capri, conosciuta per le incomparabili bellezze naturali costituite dai “Faraglioni” e dalla “Grotta Azzurra”, ma anche per la sua “piazzetta”, raggiungibile in funicolare dal porto di Marina Grande e divenuta da tempo tappa obbligata  dela mondanità internazionale, che ama perdersi nelle sofisticate botteghe delle stradine adiacenti. Capri, tuttavia, conserva anche affascinanti testimonianze del suo lontano passato, nell’Acropoli greca risalente al IV-V sec. a. C., nei Bagni di Tiberio e nella Villa Jovis.
Di grande suggestione, poi, Marina Piccola, l’Arco Naturale e Anacapri, da cui si raggiunge in seggiovia Monte Solaro, ed ancora la Villa Museo di San Michele e la Certosa di San Giacomo.

ISCHIA E PROCIDA
Il Golfo di Napoli, oltre a Capri, vanta altre isole che sono autentiche gemme, quali Ischia e Procida.
Ischia, in un lontano passato collegata ai Campi Flegrei, è la maggiore delle isole del golfo, famosa per il clima mitissimo, la lussureggiante vegetazione a la numerosa varietà di impianti termali. Ischia Porto è il comune con maggior movimento turistico, dotato di alberghi, negozi e locali tipici, mentre ad Ischia Ponte, più raccolta, è  possibile visitare il magnifico Castello Aragonese. Gli altri comuni isolani sono Casamicciola , con i maggiori impianti termali; Lacco Ameno; Forio, con la bella Chiesa di San Soccorso; e più interni, Barano, con la splendida spiaggia dei Maronti e Serrara Fontana , da cui si possono raggiungere il Monte Epomeo e il caratteristico isolotto di Sant’Angelo.
Tra Ischia e la punta di Capo Miseno si distende invece la piccola e pianeggiante Procida, decisamente meno frequentata della vicina Ischia, ma particolarmente affascinante per i colori pastello delle semplici case dei pescatori della Corricella e del Porto, rimaste intatte nel tempo, per la famosa e suggestiva Processione del Venerdì Santo, per la caratteristica Chiesa di San Michele e per Chiaiolella, con l’incantevole oasi naturale dell’isolotto di Vivara.

NOLA, CASTELLAMMARE, VICO
Altra famosa e suggestiva processione è quella “dei Gigli”, a Nola, cittadina a 20 km da Napoli. Si svolge in occasione della festa di San Paolino, a fine giugno,  quando caratteristiche guglie di legno e cartapesta, alte fino a 20 metri , sfilano per la città.
All’inizio della Costiera Sorrentina, affacciata sul golfo omonimo, si trova invece la città di Castellammare, sede di un importantissimo cantiere navale. A Castellammare si possono ammirare ancora, in prossimità delle attuali Terme, i resti  delle ville dell’antica Stabia, che come Pompei subì l’eruzione del Vesuvio, ma sono anche da visitare il Duomo del ‘500, il Castello Angioino e l’Antiquarium.
Vico Equense, ridente cittadina posta a picco sul mare, è un’altra ambita meta turistica, grazie agli stabilimenti balneari, ai prodotti tipici dell’artigianato e alla grande vivacità culturale e artistica, oltre ad essere la patria indiscussa della “pizza a metro” . Da Vico è possibile raggiungere i bellissimi boschi del Monte Faito, che dall’alto dei loro 1131 metri di altezza offrono panorami di grande suggestione, anche se sono raggiungibili più velocemente con la funivia  che parte da Castellammare.


LA GASTRONOMIA NAPOLETANA

Frutta e agrumi per tutti i palati
Intere generazioni di napoletani si sono formate, e ritornano oggi a formarsi,  con pane, pasta, verdure, legumi, pomodori e olio d’oliva,  che sapientemente combinati in modi diversi a seconda del luogo, tuttora costituiscono la “dieta napoletana”, scarsa di grassi e proteine animali. Un ritorno, dunque, a quella cucina che scienza medica e letteratura avevano definito “povera”, ma che rasenta la perfezione per l’apporto dei principi nutritivi indispensabili ad una sana alimentazione.
Grande vanto dei napoletani è però aver saputo scoprire l’enorme pregio dei “nuovi” prodotti (patate, melanzane, peperoni e peperoncini, pomodori, fagioli bianchi e rossi, fagiolini, zucca gialla) che, utilizzati con estro e fantasia, fecero assurgere la cucina artigianale ai fastigi dell’arte gastronomica.
Altro vanto dei napoletani è la limonicoltura: essa è sviluppata essenzialmente nella Penisola Sorrentina e lungo la Costiera Amalfitana, dove il limone, insieme all’arancio, ha trovato un ideale habitat. Nella Penisola Sorrentina il ricorso gastronomico al limone ha radici antiche, come dimostra il gran numero di piatti della tradizione popolare, tra i quali figurano, ad esempio, tagliatelle al limone, sgombro al limone in forno, coniglio al limone, rosolio al limone e il “limoncello”, un antico liquore casalingo, assai gustoso, diventato ormai molto diffuso e rinomato in tutto il resto d’Italia.

La nobiltà dei latticini
Tra i numerosi formaggi freschi tipici campani primeggiano la mozzarella e il fiordilatte, latticini assai graditi e nutrienti. L’incomparabile sapore della mozzarella proviene dal latte intero delle nere e selvagge bufale, che introdotte in Italia dai Longobardi, vengono allevate nel Casertano e nella piana del Sele. Formaggio “a pasta filata”, ha forma tondeggiante, pezzatura varia che si distingue in due tipi principali: da 20 a 100 grammi, detto “bocconcino”, l’altro dai 200 ai 600 grammi, che è la tipica mozzarella, così detta dalla “mozzatura”.
Dalla massa di pasta lavorata, un “caciaro” stacca una porzione che si aggira sui 4 chili. Da questo pezzo un altro “caciaro” stacca ulteriori porzioni, ponendo le mani in modo ravvicinato a guisa di tenaglia. Queste porzioni, se prodotte solo con latte di bufala, vengono etichettate con il marchio di garanzia Dop Mozzarella di Bufala Campana. La pasta è di colore bianco perlaceo, ha sfoglie sovrapposte, sapore gradevolmente acidulo con vago odore di muschiato.
Il fiordilatte, altro formaggio a pasta filata, è invece prodotto con latte intero di vacca agerolese. Il metodo di lavorazione non si differenzia di molto da quello della mozzarella. La pellicola esterna è di colore bianco, la pasta è compatta e ricca di latticello, il sapore dolce acidulo.

Il vino nella storia di Napoli
Come non ricordare Alfonso d’Aragona che, in occasione di una visita a Napoli di Federico II, fece installare delle fontane dalle quali “zampillarono vino Moscadello, Greco di Torre e Fiano”? E come tacere dei monaci Olivetani, che nei terreni che circondavano il convento, alle porte di Napoli, impiantarono vitigni di Falanghina e di Greco? E come non citare il famoso medico e gastronomo francese, Giovanni Liebault, ospite di Re Ferdinando d’Aragona, che lasciò scritto: “Falerno, Aglianico e Vesuvio sono adatti per coloro che sono completamente indeboliti, che vanno soggetti frequentemente a svenimenti e sincopi, per le troppe veglie notturne o per avere comunque un qualche indebolimento del corpo”?
Oggi tra i principali vini campani troviamo: “Gargnano” e “Lettere”, due vini del Napoletano di lunga vita e tradizione. Nascono entrambi dall’uvaggio di Aglianico, Palummino, Sciascinoso, Suppezza, Surbegna e Castagnaro ed hanno un colore rosso rubino, profumo vinoso con sentore di viola e di lampone.
“La Falanghina”, grande bianco nato nel Napoletano e poi trapiantato, con ottimo esito, nel Beneventano e nel Casertano, un vino che ben conoscevano ed apprezzavano i Romani, tant’è ch’era venduto negli opsoratores (ristoranti riservati alle famiglie ricche) insieme al Falernum, al Cecubo, al Cumano (l’attuale “Biancolella”) ed al Seberniano (l’attuale “Piedirosso” o “Per’ ‘e Palumme”).
Altro bianco d’eccezionale bontà è l’”Asprinio”, che Luigi Veronelli avvicina ai vinhos verdes portoghesi e al greco Retsina. Quando è fresco di botte, e perciò poco resinato, era il vino preferito di Papa Paolo III Farese e di quanti, scrittori e poeti, pittori e scultori, sostavano a Napoli, bevendolo, appunto fresco di botte, alla Riviera di Chiaia, nella cantina di Vincenzo ed Antonio Triunfo.
Un vino di antico lignaggio è il “Coda di Volpe”, che con piccole aggiunte di “Verdeca” dà quell’eccezionale bianco imbottigliato sotto la denominazione di “Vesuvio” o di “Lacryma Christi”. Il “Lacryma Christi” è il vino che fece scrivere ad Alfred De Musset, nel suo “Les caprices de Marianne”, quell’aneddoto secondo il quale Lucifero, scacciato dal Paradiso, ne avrebbe rubato un lembo, portandolo sulla terra a formare il Golfo di Napoli. Addolorato per questa perdita, Gesù Cristo avrebbe pianto e le sue lacrime sarebbero cadute sopra e intorno al Vesuvio: da qui sorse poi la vite del “Lacryma Christi”. Sulla leggenda tornò ne “La Pelle”, Curzio Malaparte invitando gli amici a bere “questo sacro, antico vino”.
Un cenno particolare meritano due grandi vini bianchi irpini: il “Greco di Tufo” ed il “Fiano”. Il ”Greco di Tufo”  nasce dall’uva omonima con l’aggiunta di “Coda di Volpe”, ha un colore giallo dorato ed un bouquet caratteristico, con evidenti sentori di pesca e di mandorle. Il Fiano è un antichissimo vitigno cosi descritto da Plinio: “Le api dettero il cognome di Apiana, a causa della loro avidità  (a succhiare gli acini)… il vino, prima dolce, acquista con gli anni austerità”. Il “Fiano” ha un’altra qualità quasi eccezionale tra i bianchi: è straordinariamente longevo. Luigi Veronelli lo definisce “vino superbo e di eccezionale avvenire”; Mario Soldati: “acidulo, fresco, con uno strano retrogusto di nocciola tostata”; Burt Anderson:  “E’ un vino di colore paglierino con un elegante e strutturato corpo; il bouquet si distingue per l’odore di pera e di nocciole tostate; l’aroma per la sua straordinaria finezza”.
Infine gli altri pur eccellenti vini del Napoletano: il “Capri” bianco e rosso, il “Calitto” bianco e rosato, l’ ”Ischia” bianco e rosso e il “Piedirosso” (meglio noto come “Per e Palummo”).

 

Registrazione newsletter

Iscriviti per ricevere la nostra newsletter