La costiera amalfitana

La costiera amalfitana

Una costa lunga e frastagliata, dove mare, roccia e vegetazione si fondono in scenari magici, dove vengono custodite testimonianze di antiche civiltà che armonizzano con racconti e miti formando un ampio mosaico: sensazionali bellezze ambientali ed artistiche costituiscono l’inestimabile patrimonio di questo tratto di costa e si fondono in un romantico intreccio di natura e cultura, che rende indimenticabile per il visitatore ogni soggiorno sulla costiera amalfitana e cilentana.

Innumerevoli sono gli artisti d’ogni epoca “incantati” da uno dei paesaggi più belli d’Italia, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1997, che l’hanno immortalato nelle loro opere o ne sono stati ispirati e vi hanno ambientato racconti e film, da Roman Polanski al Nobel per la letteratura Steinbeck, da Picasso a Klee a Carrà, da Ibsen a D.H.Lawrence, ispirato per “L’amante di Lady Chatterly”, ed ancora Wagner, Hemingway e moltissimi attori e personaggi famosi, che hanno eletto questa terra a cornice idillica dei loro amori.

Il senso del potere della natura sull’uomo, la forza dell’evento naturale, la bellezza dei contrasti e dei siti impervi, che qui trovano la loro apoteosi, hanno costituito motivo di grande ispirazione artistica particolarmente per gli artisti romantici, ed è proprio dalla fine del ‘700 che questo magico tratto di costa viene inserito negli itinerari dei viaggiatori stranieri. I forti contrasti fra il sole mediterraneo e gli scoscesi dirupi di roccia calcarea dalle forme particolarissime, le profonde incisioni prodotte da antichissime erosioni, la ricchezza geologica così come della vegetazione rendono la Costiera Amalfitana uno degli angoli più suggestivi della penisola, ma a renderla unica è la diffusa e radicata antropizzazione del paesaggio, quella fusione preziosa fra natura e lavoro dell’uomo che è qui fatta a monumento vivente, vera celebrazione della paziente opera millenaria con cui l’uomo ha tentato di adattare l’ambiente circostante alle sue esigenze, pur nel rispetto pieno delle forze e degli equilibri naturali.

Sono circa 270 km. di strada da Massa Lubrense a Sapri, nome caro al Risorgimento italiano per la tragica spedizione di Pisacane nel 1857: un percorso costellato da località celeberrime, scavato nella roccia viva, che domina il mare e si snoda seguendo l’andamento tormentato della costa; un percorso lungo il quale gli abitati si aggrappano alle rocce e crescono fra le terrazze a vigne e gli agrumeti, dove mare e montagna s’incontrano creando uno scenario sensazionale.

Percorrendo la statale 145 fra oleandri, fichi d’india ed ulivi, s’incontra ben presto il primo gioiello del golfo di Salerno, Positano, antico borgo di rara bellezza, con le sue case bianche e le coperture a volta tipicamente mediterranee esso è sede di villeggiatura d’élite dall’epoca romana, quando l’imperatore Tiberio decise di lasciare Roma in preda alla paura d’essere avvelenato.

Diventò poi parte della Repubblica di Amalfi e fu uno dei centri commerciali più importanti del mondo, in gara con Venezia (IX, X e XI sec.), ma il suo vero periodo di splendore fu nel XVI e XVII secolo, quando le sue navi arrivarono ovunque e trafficarono spezie, sete, legni pregiati e ogni sorta d’oggetti preziosi col Vicino e Medio Oriente: è a quest’epoca di enorme ricchezza che risalgono “le magnifiche case barocche, che ancora si ergono contro il monte, decorate con quanto di meglio si era trovato nel mondo”, come scrisse Steinbeck. Un’importante richiamo è poi costituito dalla “Moda Positano”, nota in tutto il mondo e qui disponibile nelle numerose botteghe, eleganti e colorate, che affollano le strette viuzze.

La Costiera amalfitana, tra l’azzurro del suo mare ed il verde dei Monti Lattari, conserva secoli di storia, che si leggono nel suo patrimonio ambientale, storico ed artistico.
Rinomata è la sua produzione artigianale di carta (la carta di Amalfi) e l’artigianato, più in generale, ha un ruolo importante per la costa d’Amalfi anche in funzione del recupero della tradizione di questi luoghi. Ne sono esempio i cestari delle piccole botteghe di Tramonti…
L’itinerario comincia dall’affascinante Positano, “un posto di sogno”, come lo definì Steimbeck. Qui sulla piccola piazza dedicata a Flavio Gioia,si affaccia la Chiesa di S. Maria, sorta sui ruderi di un monastero benedettino altomedioevale; costruita in stile romanico e modificata nel ‘700, presenta una grande cupola maiolicata.
Ritornando lungo la strada costiera, dopo pochi tornanti, si incontra Praiano, l’antica Plagianum, e Furore, con le case sparse, quasi poste a strapiombo sul mare, dove si apre l’insenatura del famoso Fiordo con il pittoresco villaggio dei pescatori, dove si produce il pomodorino a “piennolo”, caratteristicamente conservato in grappoli appesi ad un filo di spago.

Dopo pochi chilometri si può già distinguere la piccola gemma della costiera, Conca de’ Marini sulla cui costa si apre la Grotta dello smeraldo, un vero miracolo della natura, dalla particolare e caratteristica colorazione smeraldina delle acque. Amalfi, visibile già da Conca, è il luogo incantevole dove Ercole volle dare sepoltura alla bella ninfa che diede il nome a questa terra.
Una piacevole e panoramica passeggiata è quella verso la diroccata Torre dello Ziro da cui è visibile Capo di Conca.
Legata ad Amalfi, soprattutto per le vicende storiche, è Atrani, che sorge in una piccola insenatura, tra le pareti a picco e il mare. Adagiata su un contrafforte roccioso è Ravello (350 m. s.l.m.), forse la più suggestiva tra le cittadine della penisola sorrentina, dal clima dolcissimo e saluberrimo. La ricchezza dei monumenti, la pace e la tranquillità ne fanno una delle località turistiche più ambite del mondo, con le sue ville e le caratteristiche case dallo stile arabo-siculo, immerse nel magico paesaggio che tanto incantò il Boccaccio e Wagner.

Più all’interno è Scala, arroccata al centro dei Monti Lattari, avvolta dalla natura, tra colline e montagne, patria delle castagne e del tipico “marrone di Scala”.
Altra piccola perla è Minori, incastonata in una caratteristica insenatura e guardata dalle tipiche torri d’avviso. Scrive Antonio De Simone: “la sorte ha voluto giungessero fino a noi i resti della Villa Romana di Minori, posta in una situazione geografica particolarmente felice, che, tra i monumenti romani della costa amalfitana, è certo il più cospicuo e significativo”.

Più avanti si incontra Maiori: in molte parti della cittadina, si intravedono ancora i resti delle mura e torri costruite nel IX secolo a difesa del territorio. Poco lontano dal centro della cittadina, lungo i tornanti della costa, si giunge alla Badia di S. Maria de’Olearia, incassata in una grotta e articolata su tre livelli, i cui affreschi sono tra i più importanti dipinti murali campani degli inizi del Medioevo.
Da Maiori è possibile raggiungere Tramonti, racchiusa in una valle e protetta dalla Torre di Chiunzi. Centro tipicamente agricolo, ha legato il suo nome, oltre che all’artigianato, anche alla tipica preparazione della pizza.
A qualche chilometro da Maiori è Cetara, la cui attività principale è senza dubbio la pesca e la tradizionale lavorazione delle acciughe. Vietri sul Mare, celebre per le sue ceramiche, è l’ultima meta della bellissima costa d’Amalfi, definita “divina” dai poeti, tutta pervasa dal dolce intenso profumo del suo caratteristico ed unico Sfusato amalfitano.

 

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