Calabria

Regione Calabria

Giacomo Casanova fu tra i viaggiatori illustri che visitarono la Calabria negli anni più bui di questa terra, di cui egli non tracciò un quadro molto lusinghiero: “L’arcivescovo di Cosenza, uomo intelligente e ricco, volle ospitarmi in casa sua. A tavola, feci con slancio le lodi del vescovo di Martorano, ma criticai spietatamente la sua diocesi e poi tutta la Calabria, con tanto mordente che l’arcivescovo fu costretto a riderne con tutti i suoi ospiti…”. Ma una giovane dama difese tenacemente la sua terra con argomenti validi legati ai paesaggi incantevoli che la Calabria offriva: “trovò cattiva la satira che avevo fatta del suo paese e mi dichiarò guerra”. Casanova, messo in difficoltà, se la cavò in qualche modo “la calmai dicendole che la Calabria sarebbe stato un paese adorabile se solo un quarto dei suoi abitanti fosse assomigliato alla Calabria”.

La Calabria è una regione circondata dal mare, ma caratterizzata da un territorio collinoso, con montagne che superano i 1700 metri (Parchi del Pollino, Aspromonte, Sila). Questa peculiarità, associata al clima mite e ventilato, le conferisce un grande potenziale enologico, ben rappresentato dai suoi vini.
Gli antichi Greci che colonizzarono la regione la ribattezzarono “Enotria” (terra del vino) proprio per l’alto grado di vocazione per la viticoltura. Fu questo popolo ad introdurre l’arte di coltivare la vigna e di vinificare tanto che si pensa che alcuni vitigni tuttora utilizzati, come il Gaglioppo, il Greco Bianco e il Mantonico abbiano origini elleniche.

Prodotti tipici

Quella calabrese è una cucina fantasiosa e genuina, dai sapori forti come la sua gente, ma in cui hanno trovato mirabile mescolanza le varie culture che nel corso dei secoli hanno abitato la regione.
U murseddu”  è il piatto tipico per eccellenza della città, a base di frattaglie e di interiora di vitella, condito con sugo di pomodoro e pepe rosso piccante, servito nella caratteristica “pitta”, un pane morbidissimo a larga ciambella e senza crosta. Questo piatto, che ancora oggi viene consumato nelle trattorie del centro storico  a metà mattinata, è talmente tipico da risultare difficilmente imitabile.
Assolutamente da provare anche “A Tiana”, un tegame nel quale vengono mischiati pezzi di capretto, piselli, carciofi, patate, mollica di pane e spezie per poi rosolare il tutto al forno, e i “butirri”, fatti da un guscio di pasta fresca di latte con un cuore di burro.
Ottimi gli insaccati di carne di maiale, tra cui la soppressata e la salsiccia, dato che l’intera regione predilige l’allevamento di questo animale, di cui si dice che “non si jetta nenti” (non si butta nulla).
Tra i dolci spiccano i Taralli, i Mustaccioli e le Cozzupe, il tradizionale dolce pasquale. Ottime inoltre le “Crucette”, fichi secchi tagliati a metà, disposti a croce e ripieni di noci, cannella, cedro candito e cotti al forno, magari accompagnati da un Malvasia di Catanzaro (16° circa), un vino da dessert dolce e morbido. Tra i vini è da provare anche il Vino Cirò DOC, un vino rosso e rosato proveniente dalla zona del crotonese, ma ormai noto in tutto il mondo. Consigliabili anche i vinelli locali tipici della collina catanzarese.  

 

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