Venezia
Gli splendori della Laguna di Venezia
Quante sono le isole della Laguna veneta? Innumerevoli!
Essa è come un ricamo di “sorelle d’acqua” grandi e piccole, a volte distanti fra loro, altre volte così vicine da apparire un tutt’uno, ma tutte inscindibilmente legate in un’unità di cultura, arte e tradizioni. Giudecca è l’isola più estesa e vicina alla città, separata da questa dal Canale della Giudecca appunto, il cui nome sembra derivare dal confino degli ebrei. Essa offre la visita al “Convento e Chiesa di Santa Maria delle Zitelle”, un istituto per fanciulle povere sorto nel XVIII secolo, noto per la rarità dei lavori femminili che qui si preparavano, fra cui i famosi merletti veneziani, che gareggiavano con i prodotti degli altri opifici e fabbriche presenti sull’isola, come il colossale Mulino Stucky, in stile nordico ed oggi in ristrutturazione.
Maestosa, poi, si staglia la bianca mole della “Chiesa del Redentore”, fatta erigere dal Senato a ringraziamento della cessazione della peste del 1576, che si ricollega, in un gioco di rimandi e di citazioni classiche, a San Giorgio Maggiore, posta sulla vicina isola omonima che “chiude” con la Giudecca il bacino di fronte a San Marco. Entrambe le chiese sono opera di Palladio, spesso artefice di architetture scenografiche, come dimostrano le imponenti facciate e la pavimentazione in bianca pietra d’Istria sul sagrato di S. Giorgio.
Ma la più nota fra le isole è certamente il Lido, immerso in un’atmosfera da sogno, fra miti e mondanità, frequentato da intellettuali, divi e registi che l’hanno reso famoso in tutto il mondo come sinonimo per eccellenza di stazione balneare. Una striscia di terra sabbiosa a difesa di Venezia: il Lido è stato così per secoli fino a quando, quasi improvvisamente nel 1857, nacque il primo stabilimento bagni, precursore delle moderne e attrezzatissime strutture balneari e alberghiere odierne. La sua vera ricchezza, oltre alla fine e dorata sabbia, fra le più pregiate al mondo, è la vicinanza alla splendida Venezia, ma anche il famoso Casinò, il più suggestivo campo da golf italiano, l’impareggiabile Mostra del Cinema costituiscono un richiamo di prim’ordine per il turismo più raffinato, uniti all’ormai lunga storia di questa terra, amata dai più illustri personaggi del XX secolo. Il tono di quest’isola, insomma, è decisamente signorile come testimoniano i suoi “simboli”, l’Hotel des Bains e il Grand Hotel Excelsior, edifici sfarzosi e d’imponente monumentalità, dove tuttavia regna la quiete che s’addice ai loro frequentatori.
Non meno nota è la deliziosa Murano, formata da cinque piccole isole separate da canali. Qui, fin dal Medioevo, i soffiatori trasformano gli oggetti d’artigianato in vere e proprie opere d’arte come è illustrato magnificamente nel “Museo dell’Arte Vetraria”, che conserva testimonianze di questa tradizione dai tempi più antichi all’interno del notevole “Palazzo Giustinian” (1680). Fra i gioielli dell’isola va inoltre annoverata una delle maggiori chiese della Laguna, la “Cattedrale di San Donato” (iniziata nel VII sec. e completata nel XII), con la sua splendida abside a porticato e uno dei più bei pavimenti in stile veneto-bizantino, dove le coloratissime tessere di mosaico marmoreo si alternano a quelle di vetro provenienti dalle antiche fornaci dell’isola.
Una passeggiata fra le centinaia di bancarelle e negozi che affollano rive e antiche stradine è quanto accomuna l’isola del vetro a Burano, isola pittoresca dagli straordinari colori delle case che paiono dipinte da pittori naif, che deve la sua fama ai merletti di grande fantasia e delicatezza, da sempre la principale risorsa dell’isola insieme alla pesca. E’ dunque di rigore una visita al “Museo del Merletto”, di fianco al quale, nello splendido Palazzo del Podestà ha sede la “Scuola del Merletto”, fondata a fine ‘800 con l’intento di conservare e tramandare i segreti d’un artigianato divenuto arte. Burano si estende in realtà su quattro isolette divise da canali e ad essa è collegata, tramite un ponte di legno, Mazzorbo, antico nucleo d’epoca romana ed in seguito punto di raccolta di profughi dei vicini centri, che conobbe il massimo sviluppo intorno al Quattrocento, periodo del quale conserva numerose tracce in chiese e palazzi, segni dell’antico prestigio.
A pochi chilometri da Burano si trova l’incantevole Torcello, uno dei più fiorenti centri della laguna fino al XVI secolo, abitata fin dall’epoca romana quando, fra il V e il VII secolo, la gente della città di Altino, sulla terraferma, vi si trasferirono per sfuggire alle orde barbariche. Ora restano soltanto la “Cattedrale di Santa Maria Assunta”, il tempio più antico della laguna, risalente al VII sec. e contenente capolavori dell’arte musiva ravennate veneziana ed, accanto ad essa, la “Chiesa di Santa Fosca”, a pianta circolare, una delle più alte espressioni dell’arte religiosa veneziana. Sulla stessa piazza sorgono poi i palazzi gotici dell’Archivio e del Consiglio, che arricchiscono ulteriormente un paesaggio magico e romantico, con affascinanti di spazi verdi.
Sempre nelle vicinanze di Burano, racchiuso fra gli alti cipressi verde scuro, c’è l’austero monastero, ingentilito da due piccoli chiostri, di San Francesco del Deserto, da cui l’isola prende il nome, che secondo la tradizione venne fondato dal Santo d’Assisi ed è tutt’oggi abitato da una comunità di frati francescani che vivono isolati dal mondo.
Fra le terre della Laguna una menzione speciale meritano anche l’Isola di Sant’Erasmo, detta “degli orti” perché ricca di fiorenti coltivazioni di verdure, da sempre prelibatezza venduta sui banchi del mercato di Rialto; la solitaria e affascinante San Lazzaro degli Armeni, abitata da una comunità di religiosi Armeni Mechitaristi, che nel convento conservano una ricca biblioteca con alcuni preziosissimi codici miniati, oltre a mantenere attiva una tipografia che da secoli stampa volumi di pregio; San Pietro in Volta dal caratteristico porto peschereccio dove, attorniata da basse case di pescatori, pochi palazzotti, orti e vigne, si nota la bella facciata neoclassica della chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro, la cui ricostruzione su un precedente edificio secentesco è terminata nel 1844 e, infine, Pellestrina, ricca di palazzetti e case secenteschi, caratteristici dell’architettura isolana, ma anche di edifici di culto, quali la graziosa chiesa di Sant’Antonio, dei primi del ‘700 come il “Tempio Votivo dell’Apparizione”, dalla particolare forma ottogonale e impreziosito da due torrette, o quali l’arcipretale di “Ognissanti” e l’abbandonato “Monastero dei SS. Vito e Modesto”.
Anche le altre isole presentano elementi artistici e culturali di un certo interesse, sono fiorenti nel verde di orti e vigneti, avvolte in atmosfere singolari, fra i molti colori e profumi o custodiscono storie e segreti fra la magia delle acque, molte però sono purtroppo già da tempo disabitate, ma alcune delle quali in via di recupero: insomma, infinite sorprese attendono chi si trovi in viaggio fra le antiche tradizioni dell’arcipelago e le sue molte attrattive.
IL FESTIVAL DEI SAPORI
E’ una vera festa quella che ha luogo ogni giorno sulle tavole dei veneziani e l’invitato d’onore è il pesce: non mancano primi piatti succulenti e secondi deliziosi, sempre serviti con ottimi vini e dolci “storici”, per un risultato complessivo tale da soddisfare anche i palati più raffinati.
Infatti, nei molti ristoranti che ospitano i personaggi del bel mondo così come nelle osterie nascoste fra le calli, i piatti vengono preparati con amorevole cura e con un ossequioso rispetto per la tradizione, come testimonia il fatto che spesso mantengono il nome in dialetto. E’ questo il caso dei “bigoli in salsa”, i famosissimi bucatini di farina integrale con una salsa di cipolle e acciughe, delle “sarde in saòr”, sarde fritte marinate con cipolle, aceto, pinoli e uvetta, o infine del baccalà mantecato, risultato di un’accurata lavorazione dello stoccafisso, così come di molti altri piatti di pesce, tutti gustosissimi, fra i quali si distinguono il raffinato filetto di branzino o l’altrettanto delicato carpaccio di tonno.
Vero e proprio caposaldo della cucina locale sono le seppie in umido con polenta, così come i numerosi risotti marinari o alle verdure (piselli, asparagi, zucca, zucchine e molti altri ancora) o i pesciolini fritti, per lo più granchi e sarde, che vengono spesso preparati anche da asporto. Un po’ più tradizionali, ma non per questo meno saporiti, sono il risotto al nero di seppia o le linguine all’astice, che tuttavia ricevono un tocco d’eccezione dalla infinità varietà di spezie, molte delle quali importate da secoli dall’Oriente, con il quale Venezia commercia fin dai tempi della Serenissima.
Un ultima menzione è necessaria per i gustosi e variati tipi di ravioli di pesce e per anguilla e branzino, elementi fondamentali della gastronomia locali preparati in molti modi diversi, ma non solo: cappone, anatra e faraona, prelibatissime cacciagioni, forniscono la materia prima per elaborati ragù o paté, oppure vengono serviti come secondo, proprio come quaglie, piccioni ed agnello, talvolta ripieni e sempre accompagnati dalle freschissime verdure della zona.
Per chiudere un lauto pranzo la tradizione offre un’ampia scelta di biscotti secchi, in mille forme ed aromi, come gli zaleti, a base di granoturco ed uvetta, tipici dei “bacari” (le osterie, dal nome del dio Bacco) dove vengono gustati intinti nel vino, i famosi baicoli, delle fettine di pane zuccherato e friabile dalla forma sottile e allungata, o gli essi, fatti con una pasta ricca di uova e burro a forma di S e innumerevoli altri ancora, senza mai tralasciare la vastissima disponibilità in materia di vini, Soave, Pinot, Cabernet, Tocai e Cartizze, per citarne alcuni, da abbinarsi a seconda delle portate scelte, sempre deliziosi.