Treviso

Treviso: "la città dipinta"

Eccoci in quella che Petrarca definì “la bella contrada”, oppure “e dove Sile e Cagnan s’accompagna”, come recita un verso della Divina Commedia, o infine a “Treviso, che di chiare fontane tutta ride”, secondo Fazio degli Uberti nella sua opera “Dittamondo”.

Ed infatti questa sorprendente città deriva la maggior parte del suo fascino dalle “fonti, i fiumi ed i cagnani”, come si può leggere nei suoi antichi statuti cittadini. Lungo il perimetro delle sue mura veneziane, scorrono le quiete acque del Sile, bene ambientale protetto da una legge regionale. Il suo corso si dirama nel cuore della città attraverso canali, ponti, riviere.
E Treviso è dunque davvero una “città d’acqua”, con case costruite sull’acqua o con le facciate rivolte verso l’acqua; con splendidi palazzi affacciati sulla Riviera; con il “Canal Grande” dei trevigiani; con portici e verdi isolotti, che si alternano in un tessuto urbanistico ed architettonico di assoluto rilievo.
Treviso fu città romana, ma ebbe un grande sviluppo soprattutto in epoca medievale, quando fiorì quella forma d’arte che le avrebbe regalato fama imperitura: gli affreschi. Tra gli affreschi delle facciate e i cicli affrescati negli edifici sacri e civili, si raggiunge un numero di circa 250 testimonianze, un record assoluto in Italia e in Europa. E’ dunque assolutamente felice la definizione di Treviso “città dipinta”, ed è molto interessante abbandonare ogni itinerario predefinito e compiere un giro del centro storico della città a “caccia dell’affresco”, tale ne è la ricchezza.

Se si desidera compiere invece una visita più strutturata, si può partire da Piazza dei Signori, il salotto della città, e ammirare alcuni dei più significativi monumenti della città, tra cui il Palazzo dei Trecento, la Torre Civica e il Palazzo della Prefettura.
Lungo il portico dei Soffioni, si arriva nell’incantevole “Piazzetta della Pietà”, in cui venne stabilito il Monte dei Pegni nel XIV secolo. Da non perdere gli affreschi del Fiumicelli e le tele del Pozzoserrato nella Cappella dei Rettori.
Altre testimonianze rilevanti di architettura religiosa sono le chiese di S. Lucia e S. Vito in Piazza S. Vito e la chiesa di S. Francesco, con la sua bellezza discreta e raffinata, all’interno della quale potrete fare un tuffo nella letteratura trecentesca e visitare le tombe della figlia del Petrarca e del figlio di Dante.
Gli angoli più pittoreschi e di vita vissuta si trovano invece in Piazza del Grano, dove, oltre a visitare la Pescheria, potrete perdervi tra la confusione e il vociare del suo vivacissimo mercato.
Un altro percorso può portarvi ad attraversare il Calmaggiore, la più prestigiosa arteria cittadina, coi suoi splendidi palazzi signorili, prima di giungere in Piazza Duomo, per ammirare le sue bellissime e caratteristiche cupole. Da visitare all’interno della cattedrale la Cripta del 1100 e la pregevolissima pala d’altare del Tiziano.
L’ultimo edificio sacro che merita una visita è la chiesa di S. Nicolò, soprattutto per il pregevole ciclo di affreschi di Tomaso da Modena, collocato nella Sala del Capitolo, nell’attiguo convento.
Un ultimo cenno va fatto al Museo cittadino, che oltre a presentare delle interessanti sezioni dedicate all’archeologia, ad opere pittoriche del Trecento e del Rinascimento, e ad una galleria d’arte moderna, conserva la più originale e importante collezione di manifesti pubblicitari italiani.
La città è inoltre giovane e dinamica e vi conquisterà con le sue attrattive, la sua mondanità, le innumerevoli possibilità di shopping e di divertimento.
Ma Treviso è anche capitale di quella “Marca Gioiosa et Amorosa”, così come l’intero territorio trevigiano venne definito in epoca comunale, in coincidenza col periodo del suo massimo splendore. Seguendo diversi itinerari, se ne possono visitare le località di spicco.

Conegliano
E’ la città più importante della Marca dopo Treviso e l’indiscussa capitale dell’enologia trevigiana. Il suo simbolo è il Castello, posto su una collina in posizione panoramica, a cui si può accedere attraverso piacevoli passeggiate costeggiando le antiche fortificazioni carraresi. Ma Conegliano è anche la città del Cima, e del grande pittore conserva la casa natale e una splendida pala nel Duomo. Cuore di Conegliano è Via XX Settembre, l’arteria principale della città, dove, oltre a pregevoli palazzi signorili con le facciate decorate, sorgono il Duomo e la Scuola dei Battuti, con gli affreschi esterni del Pozzoserrato recentemente restaurati.

Vittorio Veneto
E’ una città bifronte, nata dalla fusione dei due nuclei di Ceneda e Serravalle. Il primo centro è sovrastato dal Castello longobardo di S. Martino in parte visitabile e presenta rilevanti testimonianze architettoniche in Piazza S. Giovanni Paolo I, quali il Duomo settecentesco, la Loggia del Sansovino, il Parco della Villa Papadopoli.
Serravalle colpisce invece per l’incantevole e suggestiva posizione incastonata lungo i pendii delle montagne oltre che per l’incredibile dotazione di opere d’arte che la rende uno dei più importanti centri storici della Marca. Imperdibili il Duomo, che conserva opere del Tiziano e di Francesco da Milano, il Santuario di S. Augusta, la Chiesa di S. Giustina, con il celebre mausoleo di Rizzardo VI da Camino, la Chiesa e il Convento di S. Giovanni Battista, l’incantevole chiesetta di S. Lorenzo dei Battuti.

Asolo
Eccoci nella località considerata la “perla” della Marca, non solo per la sua splendida posizione al centro di bellissimi colli, ma anche per le rilevanti testimonianze culturali e artistiche. Nell’antica cittadina medievale “dai cento orizzonti”, come la definì il Carducci, sono da visitare il Castello della regina Caterina Cornaro, figura storica del Cinquecento veneziano che qui tenne la sua grandiosa corte regale, frequentata da famosi poeti e letterati quali Pietro Bembo (autore de “Gli Asolani”).
Altre suggestioni letterarie si potranno vivere visitando il palazzetto di Eleonora Duse, dove la grande artista dimorò nei suoi ultimi anni.
Da non perdere una visita alla cattedrale (con opere del Lotto e del Bassano), al Convento di S. Luigi, alla chiesa quattrocentesca di S. Caterina, al Convento di S. Anna, alla cosiddetta Casa Longobarda e infine al Museo Civico. Inoltre anche Asolo merita l’appellativo di “città dipinta”, visti i numerosi affreschi sulle facciate delle case e dei numerosi palazzi.
Prima di entrare ad Asolo, vale la pena di sostare a Maser, per visitare uno dei capolavori del Palladio, Villa Barbaro, affrescata da Paolo Veronese e il suo bellissimo tempietto, che è un’originale rivisitazione dell Pantheon classico.
Viceversa, uscendo da Asolo, a soli 8 Km si incontra Possagno, paese natale di Antonio Canova, dove sorge lo splendido Tempio canoviano, con all’interno opere dello stesso scultore, di Luca Giordano e di Palma il Giovane.  

Castelfranco Veneto
La città fortificata venne costruita dai trevigiani per difendersi dai potenti feudatari della zona e dalla temibile concorrenza di città quali Padova e Venezia. Quando l’arrivo della Serenissima pose finalmente fine alle scorrerie, molte prestigiose famiglie patrizie elessero Castelfranco luogo ambito per la costruzione di splendide ville. Ma questa è anche la città natale del Giorgione, del quale si può ammirare una splendida Pala raffigurante la Madonna col bambino, nel Duomo settecentesco di F. Maria Preti. Da visitare anche il Castello e le sue torri d’accesso, il Teatro accademico e altri raffinati palazzi appartenenti a diverse epoche.

Montebelluna
Città ricca e dinamica, deve curiosamente la sua fama al fatto di essere la capitale mondiale dello scarpone da montagna, a cui è stato dedicato un Museo nella Villa Binetti-Zuccareda.
Da visitare Mercato Vecchio, il nucleo originario della città, con la Chiesa di S. Maria in colle che da qui domina sul cuore pulsante di Montebelluna, e diverse ville venete tra cui Villa Biagi, con il Museo Civico Bellona, che conserva alcuni rilevanti reperti paleoveneti.

Oderzo
Questa incantevole cittadina vanta un tessuto urbano di assoluta originalità, col suo labirinto di vicoli, dette Contrade, i numerosi portici e palazzi che costeggiano i corsi d’acqua. La grossa importanza di “Opitergium” in epoca romana è testimoniata dai ricchissimi reperti custoditi nel Museo civico. La città si estende intorno a Piazza Vittorio Emanuele, dove sorgono i monumenti più rilevanti tra cui il Duomo, in stile gotico e rimaneggiato nel ‘400, con tele di Pomponio Amalteo e un dipinto di Palma il Giovane, la Loggia Comunale, il Torresin e Palazzo Ottoboni. Da non perdere una passeggiata lungo Corso Umberto I, ammirando le facciate affrescate dei palazzi signorili del ‘400 e del ‘500.
Nel territorio opitergino vale la pena visitare altri due capolavori del Palladio, Villa Emo Capodilista a Fanzolo di Vedelago e Villa Zeno a Cessalto.

Portobuffolè

Eccoci in un luogo che appare incantato e fuori dal tempo, in quello che è il più piccolo e grazioso Comune del trevigiano. Il centro abitato è formato da un piccolo agglomerato di antiche case situato sul corso del Livenza e raccolto in un’atmosfera di assoluta quiete e silenzio. Da visitare la Piazza Maggiore, dove fino all’800’ si svolgeva una caccia al toro, la Torre comunale, la Loggia e il Duomo. Da non perdere inoltre la Torre di Gaia da Camino, la dimora della discussa figlia del “buon Gherardo”, capitano generale di Treviso, citata da Dante nel Purgatorio “Per altro soprannome io nol conosco, s’io nol togliessi da sua figlia Gaia…”.

A tavola nella “Marca Gioiosa et Amorosa”
Il benessere della Marca Trevigiana traspare anche nella sua gastronomia che si presenta ricca e originale. Il modo migliore per gustarla è quello di girare per le trattorie, i ristoranti, le osterie, le enoteche e soprattutto gli agriturismi, che si stanno diffondendo rapidamente.
Tra gli antipasti spiccano salami molto saporiti, soppresse aromatiche e molte varietà di funghi, magari da accompagnare ad una fetta di polenta o come condimento di gustosissimi risotti.
Tra i primi si possono provare molti tipi minestre, insaporiti con erbe di campo, fagioli, funghi o piselli, o pasticci a base dei tipici “bruscandoi” (luppoli), “sparari” (asparagi bianchi o verdi) o del rinomato radicchio, nelle due varietà radichio rosso di Treviso o variegato di Castelfranco. Il radicchio può essere inoltre preparato in insalata, alla griglia o come base per altre numerose portate.
Tra i secondi piatti, il piatto principe è la “Sopa coada”, una zuppa di carne di piccione, frutto di un’originale ed elaborata preparazione, mentre altre ricette a base di cacciagione e pollame sono quelle de “l’oca rosta col seano” e della “faraona in peverada”. Molto pregiate e richieste anche le trote e le anguille del Sile, cucinate in molti modi appetitosi.
Tra i formaggi, sono da provare l’Asiago e il Montasio D.O.P., il Morlacco e la fresca Casatella, un prodotto contadino tipico della pianura.
Per finire in dolcezza, non si possono dimenticare i dolci, tra cui l’ottimo tiramisù, un dolce nato a Treviso, la “pinza”, le “fritoe”, i crostoli, la zoncolada, oltre a numerose torte a base di frutta, quali crostate e cotognata e le torte di ricotta.
Per accompagnare tutte queste prelibatezze e arrivare a provare un piacevole senso di ebbrezza, non bisogna dimenticare quanto la ricchezza e la diffusione dell’acqua sul territorio trevigiano l’abbia dotato di pregiati vigneti (vino bianco in collina e rosso in pianura). Non a caso qui sono sorte molte strade dei vini, tra cui spiccano quelli del Piave, l’inimitabile Prosecco, quelli dei colli di Conegliano e, infine, i vini del Montello e dei colli Asolani.   

 

Registrazione newsletter

Iscriviti per ricevere la nostra newsletter