Piemonte
Regione Piemonte
In Piemonte il legame tra l’uomo e la natura è antico e indissolubile. In tal modo si spiega la presenza di grandi città come Torino accanto ad intatti paesaggi montani, come il Parco del Gran Paradiso. UIna Regione punteggiate da cittadine, borghi, castelli che racchiudono antichissimi tesori d’arte.
Il territorio delle Langhe offre anche interessanti scorci cittadini, con centri quali Alba, Bra e Cherasco. Alba, che entrò ufficialmente nella storia in epoca romana, nell’89 a.C., con il nome di Alba Pompeia, vide il passaggio di molti Signori, tra cui Federico Barbarossa, ma la sua impronta è di carattere medievale. Spiccano le numerose case-torri, i vicoli tipici, le piazze movimentate e gli imponenti edifici, sia religiosi che civili: come il Duomo di San Lorenzo, che conserva un notevolissimo coro ligneo, il vicino Palazzo del Comune, la Chiesa di San Domenico in stile gotico primitivo e quella barocca della Maddalena. Alba è famosa anche per la Fiera del Tartufo, nata nel 1929 dalle feste della vendemmia, che fece conoscere i rimonati prodotti di questa terra.
Bra, anticamente Brayda, sorse intorno all’anno Mille ed è ricchissima di chiese e palazzi barocchi, dove si nascondono importanti dipinti, affreschi e sculture. Simboleggiata dalla Zizzola, curioso edificio ottagonale di fine ‘700, Bra spicca per la suggestiva piazza Caduti per la Libertà, in accentuata pendenza e di forma irregolare, per l’imponente Palazzo Traversa e per la Chiesa di Santa Chiara, di gusto rococò.
Cherasco, nata verso la metà del XIII secolo su un’ampia terrazza che guarda la Langa, fu teatro di importanti avvenimenti storici e questo movimentato passato si riflette nelle sue architetture dalle nobili forme, in palazzi e chiese che spaziano dall’età romanico-gotica a quella barocca.
Adiacente a quello delle Langhe, a sinistra del fiume Tanaro, si snoda il territorio delle colline del Roero, sulle cui pareti a picco è possibile osservare una miriade di fossili animali e vegetali. In questa zona i boschi coprono un sesto del territorio, alternandosi alla coltura del pesco, di antica tradizione e a quella della vite, già presente in epoche remote e diffusasi in maniera massiccia all’inizio del secolo. Il centro più importante è Canale, che colpisce per le suggestive architetture e per il castello duecentesco, un’imponente costruzione quadrangolare situata al centro dell’abitato e circondata da un parco dove si scorgono considerevoli tracce medievali. A Canale, inoltre, sorge l’Enoteca Regionale del Vino Roero.
L’altra area ad altissima vocazione vitivinicola ed enoturistica, il Monferrato, si suddivide in Alto e Basso Monferrato, il primo facente capo alla provincia di Asti, il secondo a quella di Alessandria.
La provincia di Asti è un verdissimo territorio di boschi, vigneti e colline, che vanno dai 123 del capoluogo ai 759 di Roccaverano e praticamente ovunque sui crinali dei colli svettano caratteristici paesini, castelli turriti e bastioni. Asti è un antico villaggio ligure, che nel XIII secolo divenne uno dei più potenti comuni d’Italia, con il diritto di battere moneta. Oggi la città conserva numerose testimonianze del suo ricco passato, tra cui molte delle 120 torri esistenti nel medioevo e caratteristici edifici in tufo e mattoni. Si stagliano in tutta la loro imponenza la Torre Rossa a 16 facce, il cui basamento risale al periodo romano-augusteo, la Cattedrale gotica del XIV secolo, la più grandiosa del Piemonte ed i palazzi medievali e rinascimentali, tra i quali Palazzo Alfieri, casa natale di Vittorio Alfieri ed ora sede del Museo Alfieriano e del Centro Nazionale di Studi Alfieriani.
Il suggestivo paesaggio della provincia di Asti vede il susseguirsi delle sue valli intervallato dagli ordinati vigneti che producono vini famosi, testimoni di una rara armonia tra insediamenti umani e territorio. L’Alto Monferrato abbonda anche di tradizioni religiose, testimoniate da splendide architetture sacre, soprattutto in stile romanico, caratterizzate da fiancate imponenti e absidi tondeggianti, finestre a bifora e bassorilievi, quali l’Abbazia di Vezzolano e il Santuario della Madonna di Crea.
L’area collinare del Basso Monferrato, che forma un tutt’uno con la zona dell’Ovadese, dell’Acquese, dei Colli Tortonesi e di Valenza, offre anch’essa una rinomata viticoltura ed è caratterizzata da piccoli paesi di antico insediamento rurale e da una rete diffusa d’incastellamento di origine medievale. Casale Monferrato è l’anima economica e storica dell’intera zona, una città d’arte e cultura che ha vissuto per secoli da protagonista le vicende storiche del Piemonte, vedendo passare sulle sue pietre i Marchesi del Monferrato, i Gonzaga e i Savoia. Il suo centro storico spicca per il nucleo medievale e le vie rinascimentali, mentre di rilevanza nazionale sono la Sinagoga ed il Museo d’arte e oggettistica ebraica. I suoi dintorni, inoltre, vantano un importante patrimonio ambientale e naturalistico, tutelato dal Parco Fluviale del Po. Sulle rive del fiume più lungo d’Italia si adagia anche Valenza, nota per essere considerata la capitale europea della lavorazione dell’oro e delle pietre preziose. Già sulla via verso la Liguria si trova invece Tortona, circondata dai colli dall’alta vocazione vitivinicola; di origine preromana, offre notevoli testimonianze storiche e architettoniche, così come Novi Ligure, nei cui dintorni, tra boschi e vigneti, troviamo l’antichissima Gavi, dominata dalla roccaforte dell’XI secolo, nella quale soggiornò anche il Barbarossa. Merita una visita “riposante”, poi, Acqui Terme, fondata dai Romani e già allora nota per le sue terme, che ancora oggi offrono acque salso-bromo-iodiche sulfuree a 75°.
Facendo una tappa nell’area novarese, con la sua felicissima posizione tra i colli e la campagna, a breve distanza dai laghi d’Orta e Maggiore, si scoprirà una terra tranquilla e silenziosa, dotata del fascino particolare che le viene dalle campagne soleggiate, interrotte da corsi d’acqua e filari di pioppi, da cascinali sparsi, dal gracidare delle rane e dal volo degli aironi.
Ci si sposti ora nelle prealpi in provincia di Torino, precisamente nel Canavese, che ha in Ivrea la sua città principale, famosa per l’imponente Castello dalle Torri Rosse, costruito nel 1358 da Amedeo VI di Savoia. Sono numerosi e splendidi anche gli altri castelli del Canavese, ma questa zona spicca soprattutto per il meraviglioso patrimonio ambientale, che ha il proprio fiore all’occhiello nelle Valli Orco e Soana, dove è compresa una delle più importanti e più belle aree protette d’Italia: il Parco Nazionale del Gran Paradiso, dall’incredibile ricchezza floristica e faunistica. Di recente inaugurazione è poi il Parco La Polveriera, presso il Lago San Michele, il quale fa parte dei Cinque Laghi della Serra d’Ivrea (San Michele, Campagna, Sirio, Pistono, Nero). Fra gli oltre 200 specchi d’acqua del Canavese, incastonati tra valli e montagne, da ricordare anche il Lago Candia, compreso nel primo Parco Provinciale italiano.
Sempre nell’arco prealpino, precisamente nelle Valli di Susa e del Pinerolese, si possono incontrare altre sorprese, nascoste tra i monti e le vallate ricoperte da boschi millenari. A difesa della Valle di Susa venne posto il Forte di Exilles, oscuro maniero di montagna depositario di leggende terribili, come quella della “maschera di ferro”. C’è poi lo spettacolare Forte di Fenestrelle, un’imponente opera di architettura militare che si arrampica su un versante con una scalinata di quasi quattromila gradini, che salgono e scendono per quasi 600 metri di dislivello. Nel Pinerolese spiccano il Castello di Osasco del XIII secolo, con un ampio parco e le torri ottagonali e alla periferia di Pinerolo la meravigliosa Villa Il Torrione, dalle linee sobrie e dagli ampi saloni.
Poco distante, nei pressi di Saluzzo, una delle città di origine medievale più affascinanti del Piemonte, troviamo il Castello di Manta, legato alla storia dei Marchesi di Saluzzo e celebre per gli splendidi affreschi della sua Sala Baronale, uno dei rari cicli pittorici del periodo gotico a soggetto laico.
La gastronomia Piemontese
Non è facile concentrare in poche righe tutta la straordinaria varietà di prodotti tipici del Piemonte, né le innumerevoli preparazioni, delizia per i palati, che da essi sono scaturite.
Tra i prodotti piemontesi spicca innanzitutto il tartufo, che per le condizioni climatiche e la presenza di particolari essenze vegetali e sostanze minerali, è ricercato dai buongustai di tutto il mondo. In particolare è famoso il tartufo bianco di Alba, celebrato in una grande fiera annuale, che trova il proprio ambiente ideale nei boschi di querce, ma si può scovare anche lungo le sponde dei corsi d’acqua o nei fossati popolati di salici e pioppi. Il suo consumo ideale è a crudo, affettato con il tagliatartufi e posto su “tajarin” al burro e salvia, risotti alla piemontese, carne cruda all’albese e sull’insalata di porcini od ovuli reali.
Grande tradizione piemontese è quella dei formaggi, grazie all’allevamento delle razze Bruna e Frisona, che producono quantità ingenti di ottimo latte. Ciò ha dato luogo al riconoscimento di ben sei formaggi Dop ed uno Doc, tipicamente piemontesi, escludendo la produzione di Gorgonzola e Grana Padano, che come in altre zone della Pianura Padana avviene anche in Piemonte. Il Bra è un formaggio Dop crudo e semigrasso, caratteristico della pianura torinese, cuneese e delle Langhe, simile al Dop Raschera, composto con latte vaccino, caprino ed ovino e prodotto solo nell’alto Monregalese. Il Murazzano Dop, o Toma delle Langhe, è un formaggio grasso a pasta molle, prodotto con latte di pecora praticamente solo nel territorio del comune dal quale prende il nome. C’è poi la Robiola di Roccaverano Dop, di latte misto vaccino e ovino; il Castelmagno Dop, che fonde le caratteristiche del grana e del gorgonzola e viene prodotto in “tiratura limitata” nel comune omonimo e in altre piccole borgate della Val Grana, in provincia di Cuneo; la tipica Toma Piemontese Dop, a pasta morbida o a pasta semidura. Il Doc è il Grasso d’Alpe, o Bättelmatt, una sorta di fontina della Val d’Ossola, formaggio d’alpeggio con una produzione limitata a 350 quintali l’anno.
Ai formaggi è d’abitudine accompagnare i salumi. Tra i classici piemontesi troviamo i “bergna”, prosciuttini di pecora o montone, la mortadella di fegato e lo “spalot”, spalla di maiale cotta con antichi sistemi, ma il più tipico è il “salam ‘d la duja”, ossia il salame dell’olla: un insaccato di puro suino stagionato e conservato in olle di terracotta o vetro, in mezzo alla sugna.
Per lusingare il palato con le ricette tipiche i piemontesi offrono gli agnolotti, innanzitutto, il primo piatto principe della tavola e i “tajarin”, pasta fatta in casa e cotta nel brodo, per poi essere condita con una generosa grattata di tartufo. Nel Vercellese troviamo la “panissa”, risotto legato alla tradizione e sostanzioso piatto unico, mentre un classico secondo piemontese è costituito dal “gran bujì”, un misto d’autore di carni bollite, accompagnate da stuzzicanti salse. Altra tipica ricetta regionale è la “bagna caöda”, trionfo della semplicità e del sapore nelle verdure fresche (prima fra tutte il cardo gobbo di Nizza Monferrato) immerse nella bollente salsa di olio, aglio e acciughe.
Fra i dolci spiccano i tipici e ormai famosi biscotti Krumiri di Casale Monferrato e gli Amaretti di Pallanza, la torta di nocciole, prodotta con le pregiate nocciole piemontesi, lo “sambajon”, lo zabaione, specialità torinese. Tipica tradizione piemontese è lavorazione del cioccolato; fu propio a Torino, infatti, che nel ‘600 il cacao appena arrivato dall’America stuzzicò la fantasia dei pasticceri, che crearono vere e proprie leccornie, quali l’ancora famosissima “gianduja”, deliziosa miscela di cioccolato e nocciole.