Pavia
Pavia e provincia
Pavia, capoluogo lombardo sulle rive del Ticino, è una tranquilla città universitaria, che presenta tutte le caratteristiche di una città giovane e costantemente popolata da studenti, che rendono viva la vita notturna e brulicante quella di giorno, tanto da costituire la maggior parte della popolazione. Quasi d’obbligo dunque, accostandosi a Pavia, visitare l’Università, caratterizzata da molti cortili, e che possiede addirittura un museo sulla storia di questa istituzione, che si racconta risalirebbe ai tempi del re longobardo Lotario, anche se fu poi Carlo IV a fondarla effettivamente nel trecento.
Seguendo il filo della storia, si capisce subito che Pavia è stata una città molto importante attraverso le varie epoche, e che tra vicende alterne e fatti storici ha molto da raccontare. I Romani, che sono stati anche coloro che diedero alla città il tipico “tracciato” romano, la battezzarono “Ticinum”, e i misteriosi Longobardi la elessero capitale del loro regno, trasformando il nome della loro città in “Papia”.
Eventi storici che hanno lasciato tracce da scoprire, con gli occhi e con il tatto, e con un po’ di curiosità; camminando per le vie di Pavia infatti, ci si rende conto della fitta presenza di edifici religiosi di grande pregio, fatto che si spiega facendo un salto all’indietro nel tempo, ad una Pavia medievale, fatta di strade strette e piene di voci, città fondamentale perché costituiva uno dei punti di passaggio di una delle più antiche ed importanti vie di pellegrinaggio dell’antichità, la Via Francigena. Occhi stupiti ed ammirati di antiche genti devono aver guardato con la stessa meraviglia di noi oggi edifici come la Chiesa di San Michele, importante monumento di epoca romanica dalla caratteristica facciata, che presenta una vera e propria “collezione”di sculture medievali, un’autentica selva di figure umane e mitologiche che emergono dalla pietra, scolpite dalla luce.
Ma anche la Basilica di San Teodoro, caratterizzata da tre navate e da tre absidi, dedicata al Santo vescovo della città, riflette ancora lo spirito di epoche lontane. Raggiungendola attraverso un percorso fatto di strette stradine chiuse da alte case, si incomincia a respirare un’atmosfera medievale, che culmina all’interno dell’edificio, con gli affreschi di epoca medievale e rinascimentale dalla delicata bellezza che rivestono le sue antiche pareti.
San Pietro in Ciel d’Oro, che deve il suo nome al caratteristico soffitto fatto di scaglie d’oro, completa la panoramica delle chiese romaniche in Pavia; nota anche come sede della tomba del filosofo Severino Boezio, e della tomba del dottore della chiesa Sant’Agostino, rinvenuta quasi casualmente dopo anni in cui si era persa memoria della sua esatta collocazione. Oggi una splendida arca, monumento funebre in marmo, realizzato dai celebri scultori Maestri Campionesi, fitta di guglie e personaggi, si erge ad indicare e a celebrare il luogo di sepoltura del Santo.
Tuttavia resta difficile pensare a Pavia senza parlare della sua celebre Certosa, dedicata alla Madonna delle Grazie, edificio religioso dal grande fascino, dalla splendida facciata bianca, nato per volontà della nobile dinastia dei Visconti che lo destinò a mausoleo di famiglia.
Il Duomo, che spicca per la sua grandiosa cupola sopra i tetti delle case, è frutto invece dell’opera di grandi artisti italiani come Leonardo e Bramante, che riuscirono, insieme ad altri, a creare una struttura di grande impatto.
Ma non bisogna dimenticare che Pavia fu anche la città di due importanti dinastie come i Visconti e gli Sforza, che oltre a commissionare edifici religiosi, contribuirono a disegnare il volto della città attraverso i secoli. Così nacquero spazi come l’armonica Piazza Grande, sulla quale si affaccia un edificio pubblico dal grande valore storico, il Broletto, risalente circa al 1200, che vanta il primato di essere stato, secondo quanto racconta la leggenda, il primo in Lombardia, e probabilmente il più antico della regione. Tra gli edifici importanti per ricostruire la storia antica della città emergono anche le tre antiche torri che spiccano su Piazza Leonardo Da Vinci.
Il Teatro Fraschini rappresenta ancora oggi uno spaccato del 1700, epoca in cui venne edificato, e conserva l’impronta elegante e solenne che il suo architetto, Galli Bibiena, gli volle conferire.
LA PROVINCIA
Lomello
Secondo quanto si racconta, Lomello fu lo scenario del matrimonio tra Teodolinda e Agilulfo. Ancora oggi l’atmosfera di questo tranquillo centro, incanta col suo fascino. Da ammirare la Basilica di Santa Maria Maggiore, con la sua particolare pianta medievale e il suo Battistero.
Vigevano
Vigevano è la città a giusto titolo considerata la “Principessa” della Lomellina. Il suo cuore è costituito dalla bella piazza porticata ricca di negozi e dominata dalla svettante torre del Castello, chiamata Torre del Bramante, che è possibile, e consigliabile, visitare. Qui Ludovico il Moro lasciò un’impronta energica nell’architettura della città.
Vigevano, che nel passato è stato un centro commerciale di grande attività, continua oggi questa tradizione commerciale, nota soprattutto per la produzione di calzature. A questo proposito vanta anche un museo, davvero particolare, il Museo della Calzatura.
Sartirana
Antichi documenti, ricondurrebbero il suo misterioso nome ad una famiglia di origini romane, l’antica gens Satria, ma la sua fama oggi è soprattutto legato al castello con il suo alto torrione; edificato per ordine di Gian Galeazzo Visconti, vanta il primato di essere il Castello più grande della zona, e tra le sue pareti rivestite di un mantello frusciante di edera, prendono posto raccolte affascinanti come il Museo degli Argenti.
Mortara
Mortara è un piccolo centro celebre per un fatto gastronomico: la produzione del salame d’oca, a cui tradizionalmente è addirittura legato un particolarissimo palio con tanto di stendardi e sbandieratori. Ma a Mortara sono da ammirare anche esempi di architettura come la pregevole Chiesa di Santa Croce che conserva al suo interno alcune interessanti opere.
Bereguardo
Il nome di questa località richiama subito alla mente una lunga storia che ancora oggi continua. Fin dai tempi più antichi infatti, tra le due sponde del Ticino, esisteva un ponte, uno degli undici che erano posti sul fiume, e che dopo essere stato distrutto, fu sostituito da un nuovo ponte, questa volta formato da chiatte, sul quale ancora oggi è possibile passare per assaporare un paesaggio dolce ed inedito, per sentirsi, almeno un istante, parte di un dipinto romantico.
Passeggiate gastronomiche nel Pavese
Chi crede che il salame sia sinonimo di suino, a Mortara si dovrà ricredere. In questa località infatti, sin dai tempi più antichi , sussiste la tradizione gustosa del salame d’oca, una raffinata delizia che risalirebbe addirittura, secondo la storia e la leggenda, al duca di Milano, Ludovico il Moro. La fantasia gastronomica non si ferma però qui, e ha portato alla concezione di tutta una serie di prodotti alimentari a base d’oca, come il raffinato patè di fegato d’oca e una fantasiosa varietà di salumi.
Tra i primi piatti, l’oca viene impiegata per cucinare il tipico ragu d’oca, insaporito da pepe, aglio, cipolla e verze, simile alla “casseula” a base di saporito brodo d’oca, oppure il petto d’oca con foie gras e polenta in crostini, piatto di origine antica, molto sostanzioso, in cui un tocco di marsala esalta i sapori più delicati.
Particolarità gastronomiche che si possono gustare nella zona del Pavese, sono senza dubbio anche le rane, che vengono portate in tavola cucinate in una varietà di modi, fritte oppure in guazzetto.
Anche le lumache si prestano a comporre piatti particolari, mentre il riso compare praticamente ad accompagnare ogni portata, rivendicando in questo modo il suo valore di predominanza nella Lomellina, sin dai tempi più remoti.
Appartiene al passato, ma è più che mai attuale, la fama dei caratteristici asparagi di Cilavegna, che la leggenda narrerebbe che fossero già molto apprezzati dai romani.
Per il salame di suino, è celebre invece la città di Varzi, dove questo prodotto vienepreparato secondo la tradizione, che lo vuole caratterizzato dalla cosiddetta “grana grossa”.
Il tartufo, tubero da sempre considerato un alimento per i palati più delicati, viene spolverato su svariate pietanze, esaltato dal sapore corposo dei vini della zona.
Tra i dolci, celebri sono le tipiche Offelle di Parona, delicati biscotti, insieme alla torta di mandorle tipica della zona di Varzi.
E per accompagnare un pasto di tutto rispetto, non si può certo dimenticare la vocazione vinicola che da sempre caratterizza l’Oltrepò pavese, che annovera una vasta produzione di vini per tutti i gusti, bianchi e rossi, a seconda dei piatti che devono accompagnare. Tra i bianchi spiccano nomi quali il Pinot e il Riesling, mentre per accompagnare piatti di carne, vengono indicati rossi come il Bonarda e il Barbera.