Milano "Liberty"

Milano: capitale italiana del Liberty

Notevoli testimonianze di questo stile elegante, stravagante e divertente si scoprono infatti praticamente in ogni zona della città.

La più alta concentrazione di importanti edifici liberty si trova però ad est di C.so Venezia, nel più elegante dei quartieri ricco-borghesi sorti all'inizio del '900, il periodo in cui il Liberty (già vivo in altri Paesi europei alla fine dell'800) "esplose" a Milano, fondendosi talvolta con l'Eclettismo e le sue audaci commistioni di stili diversi. Questo itinerario vi guiderà alla scoperta di questo "quartiere liberty", dove, grazie anche alla presenza di bei giardini, aleggia un'atmosfera fiabesca che non mancherà di incantarvi.
Partiamo dal n.47 di Corso Venezia (M Palestro), dove si trova uno dei più cospicui esempi di architettura liberty a Milano: la facciata di Palazzo Castiglioni, celebre opera di Giuseppe Sommaruga (1903). Un tempo era ornata da due grandi e formose cariatidi, per via delle quali i milanesi ribattezzarono l'edificio Ca' di Ciapp, "Casa delle chiappe". Per motivi di moralismo, le statue vennero rimosse e trasferite in un luogo piu' nascosto. Da C.so Venezia imbocchiamo Via Serbelloni, dove al n.10 troviamo un'altra opera di Sommaruga: un edificio che è un trionfo di asimmetrie (notate la diversità delle due finestre sopra il portale e quella fra le tre finestre "barocchette" nel corpo avanzato a sinistra e le finestre lisce "stile novecento" in quello arretrato centrale) e stravaganze. Fra queste vi è il citofono che collega l'esterno alla portineria, costituito da un'orecchia umana in marmo, una scultura minore di Adolfo Wildt.

In fondo a Via Serbelloni, svoltiamo a destra nella Via Mozart, fiancheggiata su ambo i lati da graziosi giardini e pervasa da un'atmosfera quasi magica. Qui, all'angolo con Via Melegari, si erge un palazzo altissimo e caratterizzato da audaci commistioni stilistiche: è la famosa Casa Fidia (1930 ca.) dell'architetto Aldo Andreani, noto esponente dell'Eclettismo novecentesco. Notate il profilo sommitale ad archi aperti contro il cielo, la singolare veranda curvilinea e le tre torrette in vetro dell'attico, che conferiscono all'edificio un aspetto un pò fiabesco. L'ingresso si trova al n.2 di Via Melegari, una stradina che pare quasi incantata, con cancelli avviluppati da rampicanti e sul fondo un muro con inquietanti disegni architettonici che sembra sbarrarla. In realtà la strada prosegue nella brevissima Via Maffei, che ci riporta in Via Serbelloni.
Da qui svoltiamo a destra in Via dei Cappuccini, caratterizzata da edifici che oscillano fra l'Eclettismo e il Liberty. Al n.4 spicca un palazzo dall'architettura piuttosto pesante, sede del Consolato del Messico. Di fronte, c'è un magnifico giardino, lussureggiante e popolato da fenicotteri, pavoni e anatre: potete vederli affacciandovi alla cancellata sormontata da grandi lampioni. Notate anche i muri laterali, su cui sono disegnate due facciate con finte arcate e finestre. Svoltiamo quindi a destra in Via Barozzi, i cui palazzi sono un campionario dell'Eclettismo e del Liberty. Al n.2, entrate nel portone aperto per ammirare il bell'atrio e il giardinetto con la palma.

Al termine della strada, all'angolo con Via Mozart, sorge un altro bell'edificio, in stile lombardesco, che presenta in alto una curiosa loggia curvilinea con esili colonne.
Proseguiamo a sinistra sulla Via Mozart, dove al n.21 ammiriamo un'altra particolare facciata liberty, su cui spiccano due grandi figure affrescate e due teste d'ariete scolpite che suggono l'acqua da grondaie.
Svoltiamo poi a sinistra in Via Vivaio: verso il fondo, notiamo un gradevole palazzetto ibrido (n.19), che unisce forme liberty e rococò ad un alto attico con mansarde di gusto parigino, ed una casa pseudogotica (n.23). Subito dopo, i nostri occhi sono attratti dalle vistose decorazioni della celebre Casa Berri Meregalli (1914, Giulio Arata), affascinante esempio di un estremo Eclettismo che combina un Liberty sfrenato (che si esprime soprattutto nei grossi putti del piano superiore) ad elementi neoromanici, neogotici e neorinascimentali.
L'ingresso, all'angolo con Via dei Cappuccini, reca il numero civico 8 scritto in un mosaico dai colori vivaci. Affacciatevi per vedere l'atrio, che simula una cripta alto medioevale e sul cui fondo risalta la testa di una specie di genio alato, inquietante scultura di Adolfo Wildt.

Imboccando Via Cossa raggiungiamo quindi Piazza Eleonora Duse, tutta circondata da bei palazzi, e proseguiamo verso destra, per le Vie Vitali e De Bernardi, attraversando Viale Majno.
Spuntiamo su Viale Piave, una gradevole strada alberata che ci conduce a Porta Venezia. Al termine del viale, sull'angolo della Via Mascagni, si erge il vecchio e raffinato complesso liberty dell'Hotel Diana (1908).
Svoltiamo quindi a destra in Via Malpighi e dopo pochi passi ci troviamo di fronte la spettacolare facciata di Casa Galimberti (1906, G.B. Bossi), tutta decorata con piastrelle policrome dai motivi floreali e graziosissimi balconi di ferro battuto. In fondo alla via, all'angolo con Via Melzo, si trovano un altro bel palazzo liberty ed un garage abbandonato (forse il piu vecchio di Milano), anch'esso pienamente liberty.

 

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