La Spezia
La Spezia e il Golfo dei Poeti
La Spezia è una città moderna, che deve il suo sviluppo alla costruzione dell’Arsenale Militare Marittimo (1860-1865) e che custodisce anche il preziosissimo Museo Navale, ricco di ogni sorta di navi, dai modelli dell’antichità egizia e romana, a quelli più recenti e sofisticati della Marina italiana, ma anche europea. L’originalità dei reperti storici in esso preservati ne fa un museo unico nel suo genere, che ben simboleggia l’intera storia di questa città, da sempre legata ai traffici marittimi.
Ed infatti essa va fiera del suo splendido lungomare, verde di cedri, palme e magnolie e adornato di fiori come i suoi rilassanti Giardini pubblici, che testimoniano il clima estremamente mite di cui gode, proprio come le sue verdeggianti colline e la ridente vegetazione dei suoi dintorni, che le donano una bellezza naturalistica rara ed una grande varietà di panorami.
Ma La Spezia offre anche la visita ad una moderna cattedrale ed alla chiesa di S. Maria Assunta, dove è possibile ammirare molti dipinti di un certo rilievo nonché una splendida invetriata dell’Incoronazione della Vergine di Andrea della Robbia, a cui fanno riscontro le belle vetrate liberty del Palazzo del Conservatorio.
Tutto il golfo, di cui La Spezia è il centro, presenta una fantastica alternanza di testimonianze storiche e bellezze paesaggistiche, tale da lasciare senza fiato i visitatori, ma non senza parole i poeti, che qui dimorarono numerosi in ogni epoca. Il canto profondo di Petrarca, Shelley, Montale, D.H. Lawrence o Pasolini, per citarne solo alcuni, ha immortalato queste terre nell’olimpo della poesia e nell’immaginario collettivo, tanto da renderlo famoso con il nome di Golfo dei Poeti.
L’unica strada che lo costeggia conduce, fra ampi squarci panoramici e folti boschi e pini, ad alcune fra le più rinomate località liguri, in un susseguirsi di baie raccolte tra scogli ed eriche, vigneti ed uliveti, che cedono talvolta il posto a chiese e castelli, anch’essi affacciati sul mare.
Un tuffo nel Medioevo ci attende nel delizioso Convento degli Olivetani a Le Grazie, che custodisce notevoli affreschi di soggetto religioso, a testimoniare il fervore culturale dei monaci nel Medioevo.
E la meraviglia cresce non appena si giunge a Porto Venere, pittoresco borgo che mantiene intatto l’incanto dei paesi marinari, con il suo bel Castello, la Chiesa di San Lorenzo, il cui interno è abbellito da preziose opere d’arte, fra cui una magnifica raccolta di cofanetti d’avorio arabo-fenici e bizantini in sacrestia, e l’antichissima Chiesa di San Pietro (1277), posta su un promontorio e circondata dai resti delle mura medievali.
Da Porto Venere si raggiunge facilmente per mare l’isola Palmaria, splendido parco naturale, ricco di verde e di belle spiagge, che ammalia i visitatori con le sue suggestive grotte; alle sue spalle, vi sono altri due isolotti, Tino, zona militare con divieto d’attracco, e Tinetto, minuscolo scoglio molto interessante dal punto di vista archeologico, poiché presenta i resti di due cappelle paleocristiane.
Giardini selvaggi d’agave e ginestra, orti, palme, limoni e aranci ci accompagnano nel viaggio in cima a ripide falesie fino all’altra città-fortezza medievale, regina della marineria come Porto Venere e ad essa perennemente ostile, Lerici, posta sul versante opposto del golfo. E’ d’obbligo una visita al bel Castello di San Giorgio, più volte modificato tra il XII e il XVI secolo, che nasconde al suo interno un’antichissima cappella gotica dedicata a S. Anastasia (1250), posto a picco su un mare meraviglioso, che nel Golfo dei Poeti sfiora ogni possibile tonalità di blu e gareggia, per intensità di colori, con la lussureggiante natura di coste e colline che in esso si specchiano. Fra i mille splendori di questa zona da scoprire e visitare vanno certo ricordate le caratteristiche ville di S. Terenzo, che custodiscono memorie lontane in un’atmosfera suggestiva e fantastica, che ci riporta ai tempi in cui Villa Magni ospitò Shelley e numerosi personaggi illustri si fermarono a Villa Marigola.
Le specialità gastronomiche
Pesci e crostacei, verdure ed erbe spontanee, cereali e carni di animali da cortile, un sapiente impiego dell’olio d’oliva: ecco gli ingredienti d’una cucina fatta di profumi intensi e d’una grande freschezza, capace di proporre numerose interpretazioni dei propri piatti tipici, ogni volta diversi se solo ci si sposta di quei pochi chilometri che separano le località costiere e collinari della provincia spezzina.
A La Spezia un buon pasto inizia sempre con un antipasto a base di acciughe ripiene e fritte, accompagnate magari da un bel piatto di cozze alla marinara, per poi proseguire con il famoso stoccafisso in umido con polenta, in grado di saziare anche i più affamati.
Per chi invece preferisce porzioni più ridotte ma assai variate, le tavole locali offrono i caratteristici “gattafin”, frittelle di erbette selvatiche avvolte in sottile pasta sfoglia, che hanno una variante in quelle al baccalà.
I ravioli al ragù di carne, la “mesciua” (un appetitoso insieme di ceci, fagioli e farro, fatti bollire separatamente e poi riuniti in una sola zuppa con l’aggiunta d’olio d’oliva e pepe) e il gustoso coniglio alla cacciatora, ottimo anche impanato e fritto, costituiscono l’alternativa ideale per gli amanti dei sapori più “campagnoli”, che potranno scegliere anche fra diversi contorni, basati principalmente sulle molte erbe spontanee.
Per aperitivi o spuntini a metà giornata è d’obbligo la farinata, simile ad una focaccia di farina di ceci dalla colorazione giallo-ambrata, dovuta sia all’olio d’oliva che alla tradizionale cottura in forno a legna.
Un vinello asprigno, un bianco di Biassa, Campiglia o Marinasco, una fetta di castagnaccio o della saporitissima torta d’erbe, per citare solo i più rinomati dolci tipici, completano il viaggio fra i piaceri culinari del capoluogo di provincia.
Ma anche i centri minori hanno le loro specialità, fra cui primeggiavano i pregiati datteri di mare, preparati in forma di zuppa o serviti soli come antipasto, la cui raccolta è ora proibita, poiché per aprire le rocce ricche di questi sublimi frutti era ormai abituale il ricorso agli esplosivi, che causava gravi ripercussioni ambientali. A Porto Venere, tuttavia, ci si consola con le ottime cozze, qui coltivate fin dall’800, servite alla marinara, ripiene (con mortadella, parmigiano, uova, maggiorana), fritte o al pomodoro per condire risotti e spaghetti e con l’infinita varietà di sapori offerti da un mare estremamente generoso, come le saporite cicale, buone per brodo, zuppe e fritture, ed orate.
A Lerici, infine, la fa da padrone il polpo, servito sia come antipasto, lessato, con un po’ di prezzemolo tritato, uno spicchio d’aglio ed olio d’oliva (a cui si possono aggiungere succo di limone ed origano), sia come pietanza, accompagnato da patate in bianco, ma anche preparato in tegame col pomodoro.