Imperia
Imperia: la riviera dei fiori
Il profumo e lo splendore del mare, i colori vivaci dei fiori e delle rosse buganvillea, l’esotismo delle palme e la mitezza del clima ci danno il benvenuto in questa piccola e privilegiata riviera, che ha ispirato nel passato innumerevoli pittori, poeti e scrittori spingendoli a raccontare questi luoghi, e che non mancherà di affascinare profondamente anche il visitatore moderno.
In un piccolo territorio, che si può girare facilmente e in tempi brevi, si concentrano mare e spiagge assolate, colline, montagne e boschi sconfinati, borghi medievali arroccati sui declivi, in cui avventurarsi alla ricerca di antiche chiese, case, torri e castelli.
Gli itinerari consigliati sono molteplici e riescono a rappresentare e a suggerire l’invidiabile varietà e ricchezza di questo territorio speciale, protetto a nord dalle Alpi Marittime ed esposto a sud alle piacevoli brezze marine.
Partiamo dalla sua città principale Imperia, che deve il suo nome al fiume Impero, che separa i due antichi borghi rivali di Oneglia e Porto Maurizio. Prima di venire fusi in un unico comune nel 1923 (unione simboleggiata dalla costruzione del palazzo comunale in un luogo equidistante sulla strada che collega i due centri) le due località furono protagoniste di un’accesa rivalità, che si manifestò nella concorrenza commerciale, nella diversa gestione amministrativa e addirittura in violente faide familiari. Oggi esse rappresentano due facce della stessa medaglia, due prospettive della stessa città.
Si può cominciare la visita da Oneglia, paese natale del celebre ammiraglio genovese Andrea Doria, passeggiando per il suo nucleo ottocentesco, tra la centrale via Bonfante, i suoi portici, le sue gallerie e i negozi più raffinati della città, e Piazza Dante, su cui si affaccia l’ex palazzo comunale. Ci si può quindi avventurare nella parte vecchia della città, tra le caratteristiche case dei pescatori e il Palazzo dei Doria. Al confine orientale della città, in via Palestro, si possono ammirare i resti dell’antica cinta muraria, costruita per volontà dei Savoia e nei pressi il complesso settecentesco degli Scolopi e la Chiesa dell’Annunziata, con la sua facciata neoclassica.
Ma gli angoli più affascinanti della città sono senza dubbio quelli che vedono il trionfo della vegetazione, come le palme, i cipressi, gli ulivi, che sulle pendici di Capo Berta nascondono la Casa Rossa (dimora del poeta Angiolo Silvio Novaro), o le esotiche palme africane del lungomare, dal cui molo di Levante si può godere una vista sull’intero golfo e sulle retrostanti montagne.
Da non perdere un giro tra i negozi di gastronomia locale in via San Giovanni e in via dell’Ospedale, e al mercato coperto di via Doria.
Chi volesse invece saperne di più sulla storia secolare del simbolo per antonomasia della Liguria, può visitare il Museo dell’Olivo in via Garessio.
Sul promontorio del Parasio, ecco l’altro volto di Imperia, Porto Maurizio, antico e suggestivo borgo da percorrere tra stradine strette e tortuose. L’impronta è medievale e dal suo nucleo si può godere di una splendida vista sul golfo. Da visitare l’oratorio e la casa natale di San Leonardo, patrono della città di Imperia, l’oratorio di San Pietro, e il Duomo dedicato a San Maurizio, in stile neoclassico.
Ma il paesaggio di Porto Maurizio acquista tutto il suo splendore, soprattutto grazie a due elementi fondamentali: la macchia mediterranea, che ha qui trovato il suo habitat ideale, combinandosi perfettamente con le esigenze del turismo nei borghi della Marina e della Foce; e il mare, tiepido tutto l’anno, che si sposa a caratteristiche spiagge tra cui La Spiaggia d’Oro, considerata una delle più belle della Riviera.
L’importanza del mare nel destino di Imperia è confermata dall’attesa manifestazione biennale delle Vele d’Epoca e dal Museo Navale del Ponente.
Ma la Riviera merita di essere conosciuta anche nei suoi angoli più nascosti e impensati, e a questo scopo suggeriamo quattro semplici e interessanti itinerari, che si differenziano per il punto di partenza prescelto.
Partendo da Imperia-Oneglia, ci si può addentrare in varie valli (Valle del Prino, Valle dell’Impero, Valle del Maro, Valle dell’Arroscia) toccando diverse località:
Pieve di Teco
Capoluogo della Valle dell’Arroscia, da sempre centro commerciale di grande importanza, per la sua cartiera, le sue concerie, la sua squisita produzione di formaggi e di vini. Da visitare corso Ponzoni, sotto i cui splendidi portici si alternano numerose botteghe artigiane, l’ex Convento degli Agostiniani e la maestosa Collegiata di San Giovanni Battista, con le sue tele d’autore; ma il luogo più suggestivo si trova a fondovalle, dove un curioso complesso formato da un frantoio, un ponte levatoio e il Largo della Forca era un luogo anticamente deputato alle esecuzioni capitali.
Diano Aretino
Formato dalle borgate di Costa e Chiesa, tra una meravigliosa vegetazione di uliveti e boscaglie, dal punto d’osservazione della cappella abbandonata di San Carlo, offre un bellissimo panorama sulle valli dianesi. Da visitare la Parrocchiale col suo polittico cinquecentesco. Da qui si può cominciare la discesa verso il mare.
Diano Castello
E’ uno dei borghi medievali della Riviera più ricchi di storia e di opere architettoniche. Da vedere i resti della cinta muraria, gli affreschi del ‘400 custoditi dalle chiese romaniche dell’Assunta e di San Giovanni, e la Parrocchiale barocca di San Nicola, che stagliandosi sul panorama è immediatamente visibile a chi arriva dalla costa. D’estate un corteo storico in costume rende il borgo ancora più suggestivo.
Diano Marina
Ed eccoci finalmente sul mare, un mare bellissimo, pulito e trasparente, tanto da meritare la bandiera blu. La città è stata ricostruita come centro turistico dopo il terremoto del 1887 ed è il capoluogo del golfo dianese. Qui tra limoni, aranci, agavi e palme, si può godere di un clima mite e piacevole tutto l’anno, unito a belle spiagge sabbiose dai bassi fondali.
San Bartolomeo al Mare
Altra località turistica di spicco, tra le più attrezzate della costa, vanta uno splendido paesaggio grazie alle sue siepi di buganvillea e le verdi colline. Durante la stagione estiva non bisogna perdere il famoso Concorso Internazionale di Esecuzione Vocale e Strumentale per Giovani Talenti.
Cervo
Un autentico gioiello architettonico, grazie alla sua scenografica Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, uno dei più rilevanti esempi di architettura barocca in Liguria. Fu curiosamente costruita grazie alla pesca del corallo (per questo detta anche “dei Corallini”) e diventa ideale scenario estivo per i concerti del Festival Internazionale di Musica da Camera. Sulla sommità del colle, il castello di Clavesana fa da contraltare alle magnifiche baiette ai suoi piedi, nascoste tra le rocce e amene oasi di tranquillità.
Un altro itinerario può partire dalla costa ovest della Riviera, al confine con la Francia, con come prima tappa le grotte dei Balzi Rossi, cioè la più importante zona archeologica ligure. In queste rocce rossastre, ha vissuto l’uomo 200 mila anni fa e importanti reperti sono conservati nel Museo Preistorico.
Spostandosi di pochi Km, sul promontorio della Mortola, si possono visitare i Giardini di Villa Hanbury, uno spettacolare parco botanico in cui, in 18 ettari di vegetazione, la macchia mediterranea si sposa perfettamente con le specie esotiche più diverse, quali palme, cactus, piante asiatiche e della foresta australiana.
Ventimiglia
Ultima città italiana prima del confine francese, presenta vari volti, che possono caratterizzare altrettanti differenti percorsi di visita. C’è una Ventimiglia archeologica e romana, specchio di un’epoca assai prospera per la città, con il teatro, la porta di Provenza, le insulae, le domus, le terme e i pavimenti a mosaico. C’è il borgo medievale, con la cinta di mura, gli stretti vicoli, le case, gli archivolti in pietra e la Cattedrale dell’Assunta. E infine c’è l’anima moderna di Ventimiglia, percepibile sul lungomare e nel centro città, con la Chiesa di Sant’Agostino.
Bordighera
Ciò che colpisce di questa località è la lussureggiante vegetazione, che la rende il palmeto più a nord d’Europa, e il clima così mite che ci si dimentica dell’inverno. Qui non solo è piacevole intraprendere piacevoli passeggiate sul lungomare respirando l’aria profumata, ma anche perdersi nel labirinto di vicoli e archi di pietra per ammirare le bianchissime facciate dei numerosi palazzi e ville Liberty di fine 800’, tra le quali va segnalata Villa Garnier, di fronte al porto. Se capitate da queste parti tra luglio e settembre, potrete divertirvi sul serio assistendo al “Festival Internazionale dell’Umorismo”.
Un altro itinerario consente di abbinare la costa e la sua mondanità con i boschi e le rocce delle Alpi, alla ricerca di piccoli antichi paesi e della tranquillità della campagna.
Ospedaletti
Fondata dai leggendari Cavalieri di San Giovanni e considerata la perla della Riviera dei Fiori, questa tranquilla e gradevole località colpisce con la sua vegetazione sub tropicale unita ad una urbanizzazione discreta e signorile. Tra palme, eucalipti, ville e giardini, ci si può avventurare sia nell’antico borgo, tutto asserragliato sulla riva del mare e anticamente formato di poche casupole di pescatori, visitando la Chiesa di Sant’Erasmo, , sia nella città nuova, tra ville, alberghi, ristoranti e caffè. Le due torri saracene del 1500 sembrano ancora montare la guardia.
Sanremo
Eccoci nella città dei fiori, che dominano il paesaggio nei giardini, nelle serre, lungo le strade, sui terrazzi. Sanremo è una città accogliente tutto l’anno, soprattutto dal punto di vista climatico. Si può visitare la sua parte più antica, conosciuta come la “Pigna”, con le sue viuzze ripide, le piccole piazzette, il Santuario della Madonna della Costa e Villa Nobel, antica residenza del celebre scienziato svedese e oggi centro culturale. Oppure ci si può immergere nell’atmosfera mondana, simboleggiata dall’edificio del Casinò, costruito nel 1905 e tentare la fortuna tra tavoli verdi, roulettes e slot-machines.
Molto intensa anche la vita artistica e culturale della città, grazie alle stagioni concertistiche e teatrali, alle mostre d’arte e alle rassegne. Impossibile dimenticare che a Sanremo si svolge a febbraio il Festival della Canzone Italiana, celebre in tutto il mondo.
Numerosi anche gli appuntamenti sportivi, quali la classicissima Milano-Sanremo di ciclismo, il Rallye automobilistico e le regate veliche di Pasqua. Ma Sanremo significa anche mare e fondali bassi e accessibili, uniti ad attrezzatissimi e confortevoli stabilimenti balneari.
Bajardo
Situato nell’area di influenza sanremese, nella Valle Intemelia, sorge questo caratteristico borgo medievale, sovrastato dai ruderi della chiesa di San Nicolò. Qui, nel giorno di Pentecoste, si svolge la pittoresca festa di “Ra Barca”, durante la quale gli abitanti del luogo danzano in cerchio sulla piazza, intorno ad un albero gigantesco e cantano una ballata che rievoca la leggenda del tragico amore della figlia del conte di Bajardo per un marinaio, entrambi condannati a morte proprio nel giorno della solennità annuale.
Ceriana
Capoluogo della Valle Armea, tipico borgo rurale costruito ad anelli concentrici intorno alla collina, presenta due notevoli edifici sacri, quali la Chiesa di Santo Spririto e la Parrocchia di San Pietro. Ma la località è famosa soprattutto per la produzione dell’olio d’oliva e per la coltura degli ottimi fagioli dell’Angelo.
L’ultimo itinerario suggerito attraversa l’incantevole Valle Argentina, tra piccoli santuari e antichi frantoi.
Taggia
Adagiata su una collina, questa località racchiude un autentico tesoro di palazzi e opere d’arte. L’imponente cinta muraria testimonia la necessità di difenderla dai saraceni, che la misero “a ferro e a fuoco”, non distruggendone però il prezioso patrimonio artistico. Il Convento dei Padri Domenicani conserva preziosi affreschi e dipinti che rappresentano la più importante pinacoteca del Ponente ligure. Un altro vanto di Taggia è la deliziosa “oliva taggiasca”, introdotta dai monaci Benedettini nel XII secolo e dalla quale si ottiene un olio particolarmente pregiato.
Triora
Ed eccoci nel “paese delle streghe”, così definito in seguito ad un processo tenuto nel 1588, in cui un gruppo di donne del posto, che si riunivano di notte in un luogo isolato, vennero considerate colpevoli della carestia e condannate per “stregoneria”. Per saperne di più, si può visitare il museo etnografico e della stregoneria, o addirittura acquistare nelle numerose botteghe una delle curiose bambole-fattucchiere o i liquori della strega e latte di lumaca, basati su vari intrugli di grappa ed erbe aromatiche.
Badalucco
Un borgo veramente caratteristico, che oltre a un’importante sagra sullo squisito stoccafisso che ogni anno a settembre attira numerosi gourmets, vanta un prestigioso gemellaggio con la città californiana di San Francisco, dove si tiene il più importante Festival d’arte degli stati Uniti. E questo non a caso, dato che i suoi vicoli silenziosi, sono animati da moderne sculture, ceramiche e murales, come in una permanente galleria d’arte all’aria aperta.
La gastromia
La cucina della Riviera ne riproduce curiosamente i profumi e i sapori e, nonostante la sua sobrietà o addirittura la proverbiale “povertà”, risulta molto gustosa e appetitosa. Gli ingredienti base sono l’olio d’oliva, le verdure e le erbe aromatiche, utilizzate per insaporire ogni tipo di pietanza. Persa (maggiorana), timo, alloro, salvia, cerfoglio, bietoline, piselli, carciofi, zucchine “trombetta”, zucca gialla, sono, a seconda delle stagioni, gli elementi naturali di torte verdi di sottilissima sfoglia di pasta, e di cipolle ripiene.
Il piatto principe è la celebrata focaccia ligure, condita con formaggio, olive, cipolla a seconda della fantasia del fornaio e che si può gustare in qualsiasi momento della giornata. Da provare la “piscialandrea”, una varietà di pizza dell’imperiese, così chiamata perché pare piacesse all’ammiraglio Andrea Doria, condita con sugo di pomodoro, capperi, olive, aglio e origano.
Tra i primi piatti sono eccellenti i ravioli e il minestrone di verdura, dei quali il famoso “preboggion” ligure (un mazzetto di erbe selvatiche) costituisce in un caso il ripieno e nell’altro il condimento. Immancabili ovviamente le trenette, le troffie e gli gnocchetti conditi con la salsa al pesto, ottenuta con basilico, aglio, pinoli, formaggio grana e pecorino e olio d’oliva.
Tra i secondi piatti, trionfano le carni bianche e si possono provare: il coniglio in casseruola di coccio (allevato solo con erbe e fogliame, senza mangime), la tasca di capretto, farcita con erbe odorose e arrostita, nonché l’agnello e la selvaggina.
Da provare anche le numerose varietà di pesce appena pescato e cotto alla griglia, tra cui gli ottimi totani ripieni, le frittelle di “gianchetti”, le acciughe ripiene e il merluzzo salato, magari da accompagnare ai fagioli bianchi lessati.
Tra i dolci, troviamo il castagnaccio (a base di farina di castagne bagnata in acqua e arricchita di pinoli, uva sultanina e zucchero), le “cubaite” (cialde di mele e nocciole), i “frisciöi” (frittelle di mele), le “pansarole”, una sorta di “crostolo” al sapore di anice, fritto nell’olio e da gustare con lo zabaglione caldo.
Per accompagnare tutti questi piatti non mancano degli ottimi vini, resi ancora più pregiati dalla tradizionale difficoltà nella loro produzione, dal momento che la Liguria non è una regione a tradizione viticola, ma è riuscita comunque a ricavare coltivazioni pregiate di vigneti grazie ad angusti terrazzamenti. Tra i rossi troviamo il “Rossese di Dolceacqua”, un vino generoso, di sapore morbido e aromatico. Appartengono alla D.O.C. “Riviera Ligure di Ponente” alcuni eccellenti bianchi, quali il “Vermentino”, un vino asciutto, fresco e armonico e il “Pigato”, di sapore asciutto, pieno, leggermente amarognolo mandorlato.