Vini della "Sardegna"

La terra dei "Nuraghi"

Natura incontaminata, ricca produzione agroalimentare, antiche tradizioni artigianali, interessante patrimonio storico-archeologico sono le caratteristiche salienti della Sardegna, la seconda isola del Mediterraneo per estensione, il cui territorio si snoda attraverso fertili pianure, dolci colline e boscosi massicci montuosi, suggestivi anfratti costieri e lunghissimi litorali che si affacciano su acque limpide e trasparenti.

La Sardegna tuttavia merita una visita anche per le molte affascinanti vestigia delle diverse civiltà che passarono sull'isola: oltre alle rovine romane e cartaginesi, alle fortezze genovesi e a una serie di belle chiese pisane, vi si trovano impressionanti testimonianze dell'unica importante cultura indigena fiorita sull'isola, detta cultura nuragica dal nome delle settemila costruzioni di pietra (i famosi nuraghi) disseminate sul territorio.
La vite è presente in Sardegna da tempi remoti; la sua coltura è stata sempre favorita dai popoli che si sono avvicendati nella storia per il controllo dell’isola, a partire dai Fenici per arrivare agli Spagnoli. La produzione però cominciò a diventare stabile soltanto nell’Ottocento, durante il Regno sardo-piemontese, mentre in Europa molti impianti venivano colpiti dall’epidemia di fillossera.
La situazione territoriale appare molto complessa in quanto il susseguirsi ininterrotto di colline e montagne limita lo spazio della pianura, che è solo il 20% della superficie insulare. Il clima è mediterraneo con poche precipitazioni. Solo nell’entroterra, dove l’altitudine diventa notevole, piacevoli brezze mitigano l’afa estiva. L’agricoltura va naturalmente adattata all’eterogeneità del territorio ma occorre sottolineare che, tra le sue varie espressioni, la coltura della vite è la più diffusa nei diversi ambienti, con una superficie vitata di 43.000 ettari. La produzione totale è di circa un milione di ettolitri di vino, con un’incidenza dei D.O.C. e D.O.C.G. vicina al 20%.
Il panorama produttivo della regione è molto ricco e propone una grande varietà di vitigni autoctoni come il Bovale, il Cannonau, il Carignano, il Girò, il Cagnulari, la Malvasia, il Moscato, il Nuragus, il Vermentino e la Vernaccia che danno origine ai principali vini della regione.
I vini sardi sono famosi per la loro notevole qualità. Quelli dell'ultima generazione sono nati dopo gli anni '50 da un'ulteriore selezione di vitigni, dando luogo ad una serie di prodotti a D.O.C. Siamo di fronte a vini di buona struttura, più o meno caldi d'alcool, di corpo, piuttosto equilibrati nelle loro componenti, decisi nelle loro tradizionali caratteristiche, ma morbidi, sapidi o freschi, ricchi di espressioni odorose, di gusto piacevole e portatori di finezza.
Oltre a numerosi vini D.O.C. (tra i quali i bianchi Nuragus di Cagliari, Vermentino di Sardegna, i rossi Monica di Cagliari, Monica di Sardegna, Campidano di Terralba, Carignano del Sulcis, Cannonau di Sardegna, Mandrolisai, i vini da dessert/fine pasto Nasco di Cagliari, Girò di Cagliari, Malvasia di Bosa, Malvasia di Cagliari, Moscato di Sorso Sennori, Moscato di Cagliari, Moscato di Sardegna e il vino ad eccezionale invecchiamento, da 2 a 20 anni, Vernaccia di Oristano), la Sardegna vanta anche un vino D.O.C.G.: il bianco Vermentino di Gallura.
Si contano inoltre, ben 15 vini IGT che sono: il “Barbagia”, il “Colli del Limbara”, l’“Isola dei Nuraghi”, il “Marmilla”, il “Nuoro o Provincia di Nuoro”, il “Nurra”, l’“Ogliastra”, il “Parteolla”, il “Planargia”, il “Romangia”, il “Sibiola”, il “Tharros”, il “Trexenta”, il “Valle del Tirso” e il “Valli di Porto Pino”.

Vermentino di Gallura D.O.C.G.

Questo vino si produce in una ventina di Comuni in provincia di Sassari e in due della provincia di Nuoro, con le uve dell’omonimo vitigno, importato dalla Spagna proprio in queste terre nel secolo scorso.
Si tratta di un vino di nicchia in quanto la quantità prodotta è limitata, ma si stanno compiendo sforzi notevoli per promuoverlo anche sui mercati internazionali.
Già D.O.C. nel 1975, è stato insignito della D.O.C.G. nel 1996. Ha colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli, profumo sottile e delicato, sapore secco e leggermente amarognolo e una gradazione minima di 12°. Con almeno 13° può fregiarsi della qualifica “Superiore”. Va servito in calici ad una temperatura variabile tra i 12 e i 14° a seconda se lo si serve con piatti freddi o caldi.
E’ ottimo da accompagnare ad antipasti e primi a base di pesce e a carni bianche.

Alghero D.O.C.
Questo vino si produce nell’intero territorio del comune di Alghero ed in alcuni comuni della provincia di Sassari nei seguenti tipi: “Bianco”, “Frizzante Bianco”, “Spumante Bianco”, “Passito”, “Rosato”, “Rosso” “Novello”, “Spumante Rosso”, “Liquoroso”, “Torbato”, “Torbato Spumante”, “Sauvignon”, “Chardonnay”, “Chardonnay Spumante”, “Vermentino Frizzante”, “Sangiovese”, “Cagnulari” e “Cabernet”.
Il Bianco deriva dalle uve di uno o più vitigni “raccomandati” e “autorizzati” per la provincia di Sassari, esclusi quelli aromatici. Ha colore giallo paglierino, profumo delicato, sapore armonico e una gradazione minima di 10°. Servito in calici a tulipano svasato a una temperatura di 8-10°C, si accompagna a pecorino sardo e fiore sardo freschi, zuppe di pesce, pesce alla griglia, così come le sue tipologie Frizzante (10,5°) e Spumante (11,5°). La tipologia Passito si ottiene dalle stesse uve del bianco sottoposte ad adeguato appassimento, ha colore giallo oro, odore intenso di frutta matura, sapore dolce e mielato. Con una gradazione di 17,4° si sposa ai dolci tipici sardi. Il Rosato (10,5°) è ottenuto dalle stesse uve del bianco, anche nel tipo Frizzante ed è ideale con formaggi sardi freschi, impanadas, zuppe di farro. Il Rosso (11°) deriva dalle stesse uve del bianco e del rosato, ha colore rubino, odore vinoso e sapore asciutto. Si degusta in calici bordolesi ad una temperatura di 16-18° ed è ottimo con pecorino sardo e porceddu, con fomaggi freschi e impanadas nei tipi Novello e Spumante, con i dolci nel tipo Liquoroso (anche Riserva). Il Torbato (11°), il Torbato Spumante (11,5°), il Sauvignon (11°), lo Chardonnay (11°), lo Chardonnay Spumante (11,5°) e il Vermentino Frizzante (10,5°) sono degli ottimi bianchi ottenuti dall’85% di uve del vitigno omonimo da accompagnare a formaggi freschi, primi piatti regionali, pesci alla griglia. Il Sangiovese (11°), il Cagnulari (11°) e il Cabernet (11,5°) derivano anch’essi dalle uve del vitigno omonimo (almeno 85%) e si accompagnano i primi due a formaggi e impanadas, mentre l’ultimo è ideale con salsiccia, agnello, pollame.  

Arborea D.O.C.
In parte del territorio della provincia di Oristano si producono vini rossi, bianchi e rosati con le seguenti specificazioni: “Sangiovese Rosso”, “Sangiovese Rosato” e “Trebbiano”.
I primi due sono vini da pasto ottenuti da almeno l’85% di uve del vitigno omonimo, con una gradazione minima di 11°. Il Rosso si sposa a salsiccia, agnello, pollame, mentre il Rosato è ideale con formaggi freschi e zuppe di farro.  
Il Trebbiano deriva da uve di Trebbiano romagnolo e/o Trebbiano toscano, ha colore giallo paglierino con riflessi verdolini, profumo delicato e sapore fresco e armonico. E’ un vino da pesce se secco e da fine pasto se amabile ed entrambe queste tipologie possono essere utilizzate per la produzione del tipo Frizzante naturale.

Campidano di Terralba D.O.C.

Questo vino dal colore rosso rubino più o meno chiaro è prodotto in vari comuni della provincia di Cagliari ed in alcuni di quella di Oristano dalle uve di Bovale Sardo e di Bovale di Spagna, con eventuale aggiunta di quelle di altri vitigni a bacca rossa.
Ha odore vinoso e intenso e sapore asciutto, pieno e caratteristico. La gradazione minima è di 11,5°, con un affinamento obbligatorio di 5 mesi, ed è un vino da pasto da servirsi in calici svasati di media capacità.  

Cannonau di Sardegna D.O.C.
Il “Cannonau” è ottenuto dalla vinificazione delle uve dell’omonimo vitigno (almeno il 90%), importato dalla Spagna dove è noto con il nome di Alicante. E’ prodotto in tutto il territorio della regione ed in particolare nel Nuorese, nel Sassarese e nel Cagliaritano. A seconda della provincia di produzione, esistono le sottodenominazioni: “Oliena” (NU), “Capo Ferrato” (CA) e “Jerzu” (NU).
Ha colore rosso rubino, un caratteristico e gradevole profumo e un sapore secco e sapido. La gradazione minima di 12,5° e l’affinamento obbligatorio di 7 mesi dotano questo vino di una marcata corposità e di una notevole struttura.
Esistono cinque varietà di Cannonau: il Rosso, da bersi in calici bordolesi alla temperatura di 16°-18°, è ottimo con paste ripiene o carni bianche in umido; il “Riserva” servito con carni rosse e selvaggina; il “Rosato”, usato per accompagnare carni bianche e pesci saporiti. Partendo dalla tipologia Riserva si ottengono anche il “Liquoroso secco”, vino da meditazione ad alta gradazione, e il “Liquoroso dolce naturale”, ottimo con i dolci secchi serviti a fine pasto.

Carignano del Sulcis D.O.C.
Questi vini rossi e rosati sono prodotti nella zona del Sulcis, nell’estremità sud-occidentale della Sardegna, con le uve di Carignano (minimo 85%) e con l’eventuale aggiunta di altre uve a bacca rossa della zona.
Il “Rosso” (12°), dal colore rosso rubino, odore vinoso e intenso, sapore sapido e armonico e una gradazione minima di 12°, si sposa a pastasciutte con ragù di carne, carni in umido, salsiccia e porchetta. Preferibilmente va servito in calici ballon a una temperatura di 16°-18°. Formaggi stagionati, salumi, carne di agnello e di pollo sono invece ottimamente accompagnati dalle tipologie Riserva (12,5°) e Superiore (13°). Il Rosato e il Novello (entrambi con gradazione minima di 11,5°) si abbinano ad antipasti di salumi, formaggi freschi, zuppe di pesce alla temperatura di 12-14°.    

Girò di Cagliari D.O.C.
Questo vino si produce con le uve del vitigno Girò nella provincia di Cagliari e in una parte di quella di Oristano nelle tipologie: “Dolce Naturale”, “Liquoroso Dolce Naturale”, “Liquoroso Secco o Dry”. La storia di questo vitigno di origine spagnola è molto interessante, soprattutto per la sua grande ripresa dopo l’epidemia di filossera della seconda metà dell’800. Il conferimento della D.O.C. ne ha sancito la consacrazione come uno dei più raffinati vini liquorosi da fine pasto. Il Girò di Cagliari ha un colore rosso rubino, un odore delicato con leggero aroma di uva e sapore gradevole e vellutato. E’ ottimo con dolci a pasta non lievitata, crostate e formaggi stagionati. Nella versione Liquoroso l’odore e il sapore sono più intensi e la gradazione minima è di 17,5°.     

Malvasia di Bosa D.O.C.
La Malvasia, vitigno di origine greca come tutte le altre Malvasie italiane, viene coltivata in varie zone dell’isola, fra cui quella centro-orientale e nei pressi di Bosa (NU) a nord. Con le sue uve si produce questo gradevole vino nelle tipologie “Dolce Naturale-Secco”, “Liquoroso Dolce Naturale”- “Liquoroso Secco o Dry”. Il primo è un vino da fine pasto, da servire a una temperatura di 10-12° in un calice a tulipano con formaggi stagionati e dolci; il secondo è più specificatamente da dessert, da degustare tra i 12 e i 14°.

Malvasia di Cagliari D.O.C.
Con le uve del vitigno Malvasia di Sardegna, nelle province di Cagliari e Oristano, si ottiene questo vino nelle versioni “Dolce Naturale - Secco o Dry” e “Liquoroso Dolce Naturale - Liquoroso Secco o Dry”, dal sapore e fragranza più intensi rispetto ad altri vini ottenuti dal Malvasia. Il Malvasia di Cagliari sia nella versione Secco che Dolce naturale ha colore giallo paglierino tendente al dorato, odore intenso e caratteristico, sapore dal dolce al secco con retrogusto di mandorle tostate. E’ un vino da fine pasto. Il Liquoroso Dolce che, con due anni di invecchiamento può fregiarsi anche della qualifica Riserva, ha una fragranza e un sapore più raffinati e si abbina a dolci di mandorle amaretti, formaggi erborinati.

Mandrolisai D.O.C.
Questi due vini da pasto rossi o rosati sono prodotti nella regione omonima situata tra il Gennargentu e la Barbagia. Le uve base sono quelle di Bovale Sardo, un vitigno importato dagli Aragonesi ed eroicamente sopravvissuto, nella seconda metà del XIX secolo, all’epidemia di filossera grazie alla sua grande capacità di adattamento, unitamente a quelle di Cannonau e Monica. Il Rosso presenta un colore rosso rubino tendente al rosso-arancione con il procedere dell’invecchiamento, un profumo caratteristico e gradevole, un sapore asciutto con retrogusto amarognolo. E’ raccomandabile servirlo in calici bordolesi alla temperatura di 16-18°, accompagnandolo a primi piatti dai condimenti saporiti e carni di maiale. Il Rosato ha colore rosato tendente al cerasuolo, odore gradevole, sapore sapido con retrogusto piacevolmente amarognolo e vellutato. Va servito alla temperatura di 13-14° in un calice a tulipano ampio, con carni bianche, zuppe di pesce e di verdure.   

Monica di Cagliari D.O.C.
Questo vino si produce con le uve del vitigno Monica, nella provincia di Cagliari ed in quella di Oristano nelle versioni Dolce Naturale - Secco o Dry e Liquoroso Dolce Naturale - Liquoroso Secco o Dry. Ci sono diverse ipotesi sull’origine di questa vite basate sull’etimologia del suo nome. Monica, infatti, sembra essere una rivisitazione del termine “Morillo”, forse riconducibile alla denominazione che il vitigno aveva durante l’invasione dei Mori. La tesi più accreditata, però, è che il vitigno sia di origine spagnola. La prima tipologia si presenta di colore rosso rubino tendente all’arancione con l’invecchiamento, dall’odore etereo e delicato e dal sapore morbido e vellutato. E’ ideale servirlo a una temperatura di 16-18° C accompagnandolo a salumi, primi piatti con ragù, arrosti. Il tipo Liquoroso è invece un tipico vino da dessert dall’aroma più spiccato, ottimo con pasticceria secca e torte.

Monica di Sardegna D.O.C.
Questo vino si produce con le uve di Monica, un tipico vitigno sardo diffuso in tutto il territorio. A differenza della D.O.C. Monica di Cagliari, questa D.O.C. utilizza solo l’85% delle uve, con l’eventuale aggiunta di altre uve a bacca rossa. Ha colore rosso rubino brillante tendente all’amaranto con l’invecchiamento, profumo intenso ed etereo, sapore sapido con caratteristico retrogusto e una gradazione minima di 11°. Il consiglio è di servirlo in calici svasati di media capacità alla temperatura di 14-16°, accompagnandolo a formaggi freschi e dolci. E’ prodotto anche nelle tipologie Superiore e Frizzante Naturale.  

Moscato di Cagliari D.O.C.
Questo vino dolce si produce nel Campidano di Cagliari e nella provincia di Oristano con le uve del vitigno Moscato Bianco (95%), nelle due tipologie “Dolce Naturale” e “Liquoroso Dolce Naturale”.
Il vitigno Moscato bianco esiste in Sardegna sin dai tempi dei Romani e ha caratteristiche nettamente distinte rispetto agli altri Moscati bianchi italiani in virtù delle particolari condizioni pedoclimatiche e dei terreni presenti in Sardegna. In entrambe le versioni ha colore giallo dorato brillante, odore intenso e sapore dolce che ricorda l’uva. Si raccomanda di degustarlo in piccoli calici a tulipano ad una temperatura tra i 10 e i 14°, abbinandolo a dolci, pasticceria secca, crostate oppure a formaggi saporiti ed erborinati. La tipologia Liquoroso presenta una fragranza e un gusto più spiccati e può fregiarsi anche dell’etichetta Riserva.

Moscato di Sardegna D.O.C.
Questo vino Spumante si produce nell’intero territorio della Sardegna con le uve del vitigno Moscato Bianco, più l’eventuale aggiunta di altre uve a bacca bianca della regione. A seconda della zona in cui l’uva viene coltivata, i vini prodotti da questo vitigno hanno qualità diverse e peculiari.
Questo tipo di Moscato ha colore giallo paglierino brillante, odore aromatico e delicato e sapore dolce, fruttato e caratteristico.
La gradazione alcolica minima è di 11,5° ed è un vino da fine pasto da accompagnare a frutta e dolci. Sono indicate le sottodenominazioni “Tempio Pausania” e “Gallura” quando il vino è prodotto in Gallura, in alcuni comuni della provincia di Sassari e di Nuoro.

Moscato di Sorso-Sennori D.O.C.
Questo vino si produce nella zona a nord di Sassari che si affaccia sul golfo dell’Asinara, con le uve di Moscato Bianco (95%).
Ha colore giallo dorato carico, un aroma caratteristico e un sapore dolce, vellutato, gradevole. La gradazione minima è di 16,5° ed è un tipico vino da dessert. La versione Liquoroso dolce è più adatta a pasticceria secca e formaggi piccanti. Entrambe le tipologie andrebbero servite in piccoli calici a tulipano a una temperatura tra i 10 e i 14 gradi.  

Nasco di Cagliari D.O.C.
Con le uve del vitigno Nasco nelle province di Cagliari e Oristano si ottiene questo vino nelle versioni Dolce naturale – Secco o Dry, Liquoroso Dolce Naturale e Liquoroso Secco o Dry. L’etimologia del nome del vitigno è probabilmente legata al termine latino “muscus”, cioè muschio, a indicare il profumo di sottobosco delle uve da cui è prodotto. Verso la metà del secolo scorso, l’epidemia di filossera mise a dura prova la sopravvivenza del vitigno che poi ebbe invece una sorprendente ripresa, imponendosi all’attenzione di un vasto numero di estimatori. All’esame visivo presenta un colore dal giallo paglierino al giallo dorato; ha un odore delicato con leggero sentore di uva, un sapore gradevole lievemente amarognolo e una gradazione minima di 14,5°. E’ ideale con pesce alla griglia e formaggi stagionati. Le due versioni di Liquoroso hanno invece un odore e un sapore più deciso e una gradazione alcolica di 17,5°. Sono ottimi con pasticceria secca e torte di mandorle.

Nuragus di Cagliari D.O.C.
Il Nuragus è un antico vitigno importato in Sardegna dai navigatori Fenici. Il nome è probabilmente legato al suo utilizzo nell’ornamento dei nuraghi, le tipiche costruzioni di pietra risalenti al Neolitico. È il vitigno di base per la produzione di questo vino la cui area produttiva si estende alle province di Cagliari e Oristano e ad alcuni comuni della provincia di Nuoro.
Ha colore paglierino tenue, talvolta con leggeri riflessi verdolini, odore vinoso e gradevole e sapore armonico e leggermente acidulo. E’ prodotto anche nella tipologia Frizzante Naturale.
La gradazione minima deve essere di 10,5° ed è un vino da antipasto o da pesce se secco e da fine pasto se amabile. È raccomandabile degustarlo in calici ampi a tulipano svasato a una temperatura variabile tra i 10 e i 12° a seconda dell’abbinamento con piatti freddi o caldi.

Sardegna Semidano D.O.C.
Questo vino bianco si produce nelle province di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari, con le uve del vitigno Semidano (minimo 85%) ed eventuale aggiunta di altre uve a bacca bianca della zona non aromatiche. Si tratta di un vino da pasto o da fine pasto prodotto anche nelle versioni Spumante, Superiore, Passito e Mogoro (sottozona), specificazione in etichetta del vino bianco tranquillo prodotto in provincia di Oristano.
Ha colore giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato, profumo delicato di fruttato e sapore morbido e fresco. La gradazione minima è di 11° ed è un tipico vino da pesce da servirsi in calici a tulipano svasato con grigliate e fritture. La tipologia Spumante (11,5°), dal perlage fine e persistente, va degustato in calici flute in abbinamento a dolci soprattutto a base di frutta. La varietà Passito (15°) col suo odore intenso di frutta matura e il suo sapore pieno e mielato è invece ottimo con prodotti da forno.     

Vermentino di Sardegna D.O.C.

Questo vino bianco si produce nell’intero territorio sardo con le uve del vitigno Vermentino (minimo 85%) più l’eventuale aggiunta di altre uve a bacca bianca della regione (15%).
Ha colore che va dal bianco carta al giallo paglierino con leggeri riflessi verdolini, profumo caratteristico e gradevole e sapore sapido, fresco e acidulo. La gradazione minima è di 10,5° ed è un vino da aperitivo o da pesce. Si produce anche nel tipo Spumante (11°) e presenta una spuma intensa con perlage fine e persistente. In questa tipologia va servito in calici flute e degustato in abbinamento a dolci e crostate di frutta.  

Vernaccia di Oristano D.O.C.
Questo vino dal colore giallo dorato ambrato, è prodotto con le uve del vitigno Vernaccia, importato dalla Spagna e definito “di Oristano” per non confonderlo con altri vitigni di Vernaccia. Fu un vino molto rinomato già a partire dalla fine del XIV secolo quando Eleonora d’Arborea emanò una raccolta di leggi chiamata “Corte de logu” che razionalizzava la coltivazione dei vigneti di Vernaccia. Il vino ha profumo delicato con sfumature di fior di mandorlo e un sapore sottile e caldo, con leggero retrogusto di mandorle amare. ed è un vino da fine pasto.
La gradazione minima è di 15° e si produce anche nei tipi Superiore Riserva, Liquoroso Dolce e Secco o Dry. E’ un vino adatto ad accompagnare zuppe di pesce, pesce azzurro grigliato, formaggi piccanti e bottarga. Le versioni da fine pasto sono invece ideali da servire in bicchieri a tulipano a una temperatura tra i 10 e i 14° in abbinamento a dolci e pasticceria secca.  

 

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