Macerata
Macerata e il suo territorio
Nel cuore delle Marche, regione che un poeta del Duecento definiva “lo bel paese da li dolci colli”, su una collina tra due valli parallele percorse a nord dal fiume Potenza e a sud dal fiume Chienti, sorge Macerata.
Il suo fascino è quello di un paesaggio ameno, disseminato di campi, messi, vigneti, querce, olivi, casolari, borghi. In meno di un’ora si passa dalle spiagge marine alle colline, e subito alle montagne, attraverso una provincia che è al secondo posto in Italia per qualità dell’aria e dell’acqua, per minore rumorosità e per verde urbano. Ma la Macerata sorta sulle macerie della romana “Helvia Recina”, presenta non solo un grande interesse ambientale, ma anche storico-artistico, grazie alle splendide architetture rinascimentali e barocche.
Il suo centro storico è raccolto e armonico, percorribile a piedi in una piacevolissima passeggiata.
L’itinerario parte in “pendenza” da quella Piazza della Libertà irregolare e composita, che diventa bellissima nelle giornate di sole, quando la luce si rifrange sugli edifici che la circondano tutt’intorno, mirabile sintesi di epoche diverse. L’edificio più bello della Piazza, nonché uno dei più raffinati edifici rinascimentali dell’intera regione, è la “Loggia dei mercanti”, che si distingue per l’armonia dei pieni e dei vuoti e la grazia dell’insieme. Sul lato nord sorge il grandioso Palazzo del Governo, che fu teatro di sontuosi ricevimenti e cruente tragedie. In questo edificio, dove nel corso dei secoli vennero ospitati illustri personaggi quali Torquato Tasso, Vittorio Emanuele III e Mussolini, nel 1391 il capitano di ventura Boldrino da Panicale venne invitato a pranzo dal Marchese Andrea Tomacelli, che poi a tradimento lo fece uccidere e gettare dalla finestra.
Un altro fatto sanguinoso si consumò nel 1581 quando venne avvelenato il cardinale Alessandro Sforza.
Dimenticando per un attimo le inquietanti vicende del palazzo, ecco ergersi sul lato est della piazza la facciata della chiesa di S. Paolo, incompiuta ma ugualmente grandiosa e luminosa alla vista. A destra della chiesa, sotto un arco, si apre l’ingresso all’Università, che nella lunga e solenne galleria conserva i ricordi monumentali degli illustri insegnanti del secolo scorso. In fondo alla galleria, la suggestiva Aula Magna presenta affreschi del romano Giulio Rolland, interessanti per i ritratti dei docenti dell’epoca.
Continuando il giro della Piazza e passando al lato sud, si incontra il Teatro comunale “Lauro Rossi”, che presenta un sala piccola ma estremamente elegante, disegnata da Antonio Bibbiena. Stucchi e finti marmi policromi di varie tonalità fanno di questo teatro un gioiello dell’arte settecentesca unico in Italia, che ospitò cantanti di fama internazionale e direttori d’orchestra quali Toscanini, Mascheroni, Mascagni. Accanto al Teatro, la Torre Civica di 62 m. domina la piazza e tutta la città alta. Ma non chiedete a un maceratese di passare rasente il lato ovest della base: i cittadini evitano tradizionalmente di farlo, perché su quella parete nel XVI secolo si esponevano i bestemmiatori alla berlina.
Ultimo edificio degno di nota sulla piazza è il Palazzo del Comune, con la sua facciata vivace per il contrasto tra il rosso del cotto e il bianco delle cornici in pietra d’Istria.
Lasciando la piazza e incamminandosi nella caratteristica “Piaggia della Torre”, si incontra dapprima la chiesetta di Santa Maria, uno dei più antichi luoghi di culto di Macerata, e subito dopo, in Piazza Nazario Sauro, l’Arena Sferisterio, che esternamente si presenta come un grandioso anfiteatro in laterizio con un susseguirsi di archi poggianti su possenti ed eleganti pilastri, mentre l’interno è formato da un ampio emiciclo con un colonnato dorico elevato su un basamento a racchiudere i numerosi palchi. Questo edificio in stile neoclassico contiene fino a 5000 posti, ha un’acustica perfetta ed ospita nei mesi di luglio e agosto straordinari appuntamenti di opera lirica.
Risalendo verso Piazza Strambi, si incontra la moderna Cattedrale costruita nell’XI secolo, ma completamente rifatta nel XVIII. L’interno è ampio e luminoso e conserva alcuni pregevoli dipinti, tra cui la “Madonna col Bambino e Santi” di A. Nuzi.
A destra del Duomo, sorge il santuario più amato dai maceratesi: la Basilica della Misericordia, anche se nulla resta dell’originario edificio eretto in un solo giorno dai maceratesi minacciati dalla peste nell’agosto 1447. L’attuale struttura è stata costruita in più tempi e conserva al suo interno splendide tele di A. Solario, S. Conca, F. Mancini, che affrescò anche la volta.
Lasciando la città e visitando le località di questa ricca provincia, si può andare alla scoperta di ben dieci aree archeologiche, 57 centri storici, 50 castelli e rocche, 20 teatri storici, oltre a numerose testimonianze di pittura gotica delle Marche e affreschi di pittori giotteschi custoditi dagli edifici sacri disseminati sul territorio.
Cingoli
Località di grande interesse storico, artistico e paesaggistico, venne abitata fin dall’epoca romana. Dalle sue antiche mura si gode di una meravigliosa vista su tutta la regione marchigiana. Oltre a un’importante attrattiva turistica come il lago di Cingoli, il più grande bacino artificiale delle Marche, è un’importante meta religiosa, con la Chiesa di Sant’Esuperanzio, uno stupendo edificio romanico.
San Severino Marche
E’ forse la località della provincia più ricca di monumenti, con un caratteristico nucleo medioevale che domina dall'alto la città. Molto bella Piazza del Popolo che conserva la stupenda forma ellittica con due fontane collocate alle estremità della stessa. Molte le vestigia e le rovine dell’antica città di Septèmpeda, portate in parte alla luce dagli scavi archeologici. Sede vescovile, ebbe come pastore Severino, morto poco prima che la città venisse conquistata e saccheggiata dai Goti.
Treia
Borgo d’impronta medievale, conserva ancora la cinta muraria, le torri, le porte, i vicoli tortuosi e silenziosi. La sua posizione privilegiata su tre colli consente di abbracciare un magnifico panorama dai Monti Sibillini all’Adriatico. Nel territorio comunale si trovano inoltre numerose antiche ville gentilizie con i loro ameni giardini.
Urbisaglia
Citata da Dante nel XVI canto del Paradiso, questa località è famosa in particolare per il suo Parco Archeologico, composto dalla cinta muraria, l’Anfiteatro, il Teatro, il Tempio con criptoportico e altri interessanti reperti da ammirare nel Museo Archeologico Statale, a testimonianza dell’antica città romana di Urbs-Salvia, distrutta dai Visigoti nella prima metà del V sec. d. C..
Civitanova Marche
Città dalle due anime: una di origine antichissima si trova in collina; l’altra è il moderno centro balneare affacciato sul mare. Qualche anno dopo il 1938 (anno in cui la località ricevette l’attuale denominazione), i due centri furono unificati in un’unica città. Le successive dominazioni pontificie e francesi influirono notevolmente sulla struttura architettonica della città, fino alla completa liberazione avvenuta nel 1860 ad opera di Giuseppe Garibaldi.
Camerino
Rilevante centro storico e culturale delle Marche e sede di un’antichissima Università, vanta un’incantevole posizione panoramica affacciata su un paesaggio tipicamente collinare. Numerosi reperti rinvenuti sul territorio testimoniano il remoto passato di questa città, risalente al neolitico. Camerino conobbe il suo massimo splendore nel Rinascimento, quando la famiglia da Varano aveva contratto parentela con quasi tutte le signorie italiane, dai Medici ai Visconti e agli Sforza, ai Montefeltro, ai Malatesta e ai Della Rovere. Dopo questa fase di prestigio, Camerino ritornò alle dipendenze della Santa Sede e di lì a poco iniziò la sua decadenza.
Recanati
Il “selvaggio borgo natio” di Giacomo Leopardi, è oggi un fiorente centro commerciale di fama internazionale. Molti i richiami culturali, grazie ai numerosi palazzi nobiliari, le chiese antiche e il teatro “Persiani”, dedicato al musicista recanatese dell’800. Manifestazioni musicali, tra cui il “Premio Città Recanati” e letture di poesie completano l’offerta di questa suggestiva località tutta da scoprire.
Portorecanati
Caratteristico villaggio di pescatori, è divenuto dagli inizi del XX secolo un’importante meta turistica per le sue lunghe spiagge, la bella pineta e il lungomare chiuso interamente al traffico. La sua storia è strettamente connessa a quella della città di Recanati, quando Federico II donò a Recanati l’area territoriale compresa tra i fiumi Aspio e Potenza, dando la facoltà di costruirvi un porto. Nel centro storico si può visitare il castello quattrocentesco, all’interno del quale si svolgeva principalmente la vita. Porto Recanati ottenne l’autonomia nel 1893.
A tavola nel maceratese
La cucina maceratese è schietta e semplice come questa terra, e offre piatti tradizionali ottimi da gustare sia in ambiente domestico che nei numerosi ristoranti e trattorie.
La pietanza più tipica del maceratese sono i “vincisgrassi”, una specie di pasta al forno preparata con una sfoglia fatta a mano e tagliata a strisce larghe, ragù di carne e besciamella. Gustosi anche i cappelletti in brodo di gallina. Piatti caratteristici della costa sono invece il pesce dell’Adriatico, cucinato in vari modi e il famoso brodetto.
Discorso a parte merita la cucina tipica montana e della zona dei Sibillini, dove trionfano i piatti a base di funghi, tartufi, castrato, maiale, agnello, cinghiale, spesso accompagnati da legumi quali farro e lenticchie.
Tra i prodotti, ricordiamo il celebre pecorino vissano, ottenuto con latte di pecora e ottimo sia come formaggio da tavola che da grattuggiare, e il “ciauscolo”, un salame morbido da spalmare sul pane.
Tra i dolci natalizi, da non perdere il serpe, il pan nociato, i cavallucci e il festringo, mentre tra quelli pasquali spiccano le ciambelle, i calcioni, le pizze dolci e al formaggio.
Il tutto può essere accompagnato da uno dei numerosi vini DOC della regione, tra cui il “Colli maceratesi”, il “Rosso piceno”, il “Verdicchio di Matelica” e il “Vernaccia di Serrapetrona”. Vini familiari sono invece il vin cotto, il “vino di visciole” e il “mistrà”.