Ascoli Piceno
Ascoli Piceno e il suo territorio
Siamo nell’anima profonda delle verdi Marche, un crocevia di storia e di civiltà, dove a volte leggenda e realtà finiscono per abbracciarsi.
Ascoli Piceno è una città bella e solenne, la cui storia affascina ed intriga, perché affonda le radici veramente lontano nel tempo, in un tempo così lontano da diventare leggenda.
E proprio uno dei racconti più affascinanti riguarda le origini misteriose del nome della città, che la vedono indissolubilmente legata alla civiltà antica dei “Piceni”.
Si racconta, infatti, anche se il tutto è avvolto da una fitta nebbia di mistero, che il picchio, un animale estremamente caro al dio Marte, la divinità romana della guerra, avesse guidato, proprio nella zona in cui oggi sorge Ascoli, un gruppo di giovani uomini. Ciò avvenne in occasione di una ancestrale usanza, ancora più antica di loro stessi: la Primavera sacra, durante la quale si andava alla ricerca di nuovi luoghi dove insediarsi. Seguendo il volo arzigogolato e pieno di speranze del picchio, in latino “picus”, che volteggiava alto nel cielo terso, non troppo in alto per non essere perso di vista, quegli uomini antichi dedicarono al nuovo insediamento il nome del grazioso animale. O, almeno, questo è quello che la leggenda ci consegna.
Il resto è storia, che ad Ascoli ha il vantaggio di essere “scritta” un po’ dappertutto…le antiche mura picene nella zona di Porta Romana, raccontano con voce pacata la storia delle origini, insieme a numerosi siti archeologici come Porta Gemina e quel che resta dell’antica via Salaria…quello che basta per immaginare viaggi in un passato lontano, tra la polvere sottile sollevata dai cavalli, voci sconosciute e suoni indecifrabili.
Quello che appare subito evidente, e che sconcerta, è che ad Ascoli è difficile trovare un unico simbolo che la rappresenti. Ce ne sono talmente tanti! Chiedete in giro: qualcuno risponderà che si tratta delle cento torri; vero anche questo, anche se non sono in molti ad immaginarlo.
La città anticamente vantava torri snelle e slanciate, addirittura duecento, secondo la leggenda. Subirono tutte un destino diverso: alcune sono diventate campanili, battono rintocchi e scandiscono da tempo la vita cittadina; Altre, meno fortunate, furono distrutte da Federico II. Per chi ne vuole seguire le tracce non c’è itinerario migliore che percorrere la via delle torri, che mantiene le promesse fatte dal suo nome.
Altri vi diranno che è la pietra dalle venature misteriose, il travertino, a rappresentare il tratto distintivo della città, o vi sussurreranno con un sorriso misterioso che quella pietra “parla”. Proprio perché chi in tempi lontani edificava un palazzo o una casa, amava decorarlo con scritte in latino, a volte sagge, a volte misteriose, comunque sempre affascinanti. Insomma, tutti gli ingredienti per cucinare il mistero sono sulla tavola. Resta al visitatore scoprire la ricetta dell’incanto.
Suggestive le numerose piazze, ampie e luminose, dove si raccoglie la vita cittadina. Piazza Arringo, per citarne una, deve il suo nome alla sua antica funzione: quella di ospitare le assemblee del popolo di Ascoli. E dato che ad Ascoli una cosa tira l’altra, imperdibile è la visita alla Cattedrale di S.Emidio, patrono della città, dalla bellezza a dir poco solenne, che richiama con il tipico colore della pietra locale anche un altro edificio di notevole importanza: il Palazzo dell’Arengo.
Piazza del Popolo, con i suoi eleganti e misurati loggiati rinascimentali, rappresenta un altro polo della città molto caro ai suoi abitanti; proprio da questa piazza partono infatti interessanti escursioni: gli appassionati di archeologia non perderanno l’occasione di percorrere il tragitto archeologico sotterraneo, che si snoda appena sotto i pavimenti lustri dell’elegante Palazzo dei Capitani.
E sulla scia dell’eleganza, dopo tanto camminare per le vie di una città dal fascino intatto, è d’obbligo una sosta all’antico caffè della città: Caffè Meletti, famoso per una serie di motivi diversi: fu infatti nel passato scenario di celebri pellicole cinematografiche, come “I Delfini”; esso è inoltre un edificio liberty dalla composta eleganza delle forme, dove potrete gustare la caratteristica “Anisetta Meletti”.
E dato che l’arte ad Ascoli è di casa, non si possono lasciare da parte artisti che hanno amato la città e vi hanno trascorso parte delle loro vite. Parliamo di Carlo Crivelli, pittore veneto intrigante, i cui cieli dorati e contorni spigolosi delle forme, daranno luogo a una “scuola” nella quale si inseriranno molti altri artisti. Davanti alle sue opere, potrete cercare di scoprire i misteriosi significati simbolici e religiosi che questo grande artista conferiva a frutti ed ortaggi, che spesso potevano alludere alla purezza di una Santa…ma non roviniamo il gusto della scoperta…
Una guida ideale, le opere del Crivelli. Dalla metà circa del 1400 abbelliscono ed impreziosiscono numerose importanti chiese del territorio, e chi ama l’arte potrà coniugare gli interessi, e lasciarsi avvolgere dal fascino raccolto della Cattedrale, dove ammirare un polittico, opera dalle molte facce, e la Chiesa di Santa Maria della Carità, che ha conservato l’impronta barocca, insieme al famoso dipinto della “Madonna dell’Alemanno”.
Da non perdere, se vi trovate in zona nella prima domenica d’Agosto, la celebre “Quintana”, una frenetica giostra-palio nel corso della quale cavalieri rappresentanti le varie zone della città si affrontano in uno spettacolo mozzafiato. Nel mese di Luglio si tiene anche una versione notturna della Quintana, uno spettacolo incredibile, tagliato dalla luce antica della luna.
UNA PROVINCIA MISTERIOSA
La provincia di Ascoli Piceno è meraviglia ma soprattutto incanto. Perché in questi boschi attecchirono leggende come attecchirono gli alberi che oggi frusciano sussurrando. Non dimentichiamo che queste erano le terre per cui si aggirava la Sibilla, maga ammaliatrice dal fascino incantato, attorniata da ancelle dai bracciali tintinnanti e dai passi leggeri, nel cammino come nella danza. Si entra a contatto con tutto questo mistero seguendo un itinerario che ripercorre sentieri incantati, a partire da Amandola, attraverso la quale si accede al parco dei Monti Sibillini. E poi via, sulle orme di mille suggestioni…sul Lago di Pilato, dove aleggia una macabra leggenda.
FERMO, e la storia della rocca.
Anche Fermo è una città che ha molto da raccontare. Il fascino della storia si insinua tra le pietre dei suoi edifici più antichi e racconta storie di distruzione, come quella avvenuta per mano di Francesco Sforza, che nel 1446 fece radere al suolo la celebre Rocca. Da ammirare le antiche cisterne di epoca romana e l’affascinante tracciato della città. Il Museo Archeologico resta una tappa fondamentale per chi intende indagare le origini più remote di Fermo, mentre nella Pinacoteca sono conservate opere di Crivelli e di Rubens.
FALERONE, antica città romana.
A Falerone, l’archeologia è di casa. L’antico “Falerio Picenus”, oggi Piane di Falerone, ha origini molto antiche.
Vi si può ammirare il bellissimo teatro di epoca romana, ancora oggi in ottimo stato di conservazione, reso vivo anche dalle innumerevoli manifestazioni che lo animano, come la stagione di prosa. Quel che rimane dell’antico acquedotto romano testimonia come già nel passato la vita a Falerone fosse fiorente.
ACQUAVIVA PICENA e il trabucco.
Acquaviva è un delizioso centro antico, reso affascinante dalle vestigia del passato perfettamente conservate. La fortezza medievale, simbolo imponente dell’antica potenza, ospita oggi un insolito museo: il Museo delle armi bianche. Il fascino permea la città di qualcosa di magico ed inafferrabile, come l’incantevole passeggiata che si può compiere sotto il trabucco, un camminamento coperto che parte dall’antica Porta Vecchia, suggerendo momenti romantici. Camminando per Acquaviva si può assistere all’intreccio tra tradizione e artigianato, ammirando donne che, con gesti simili ad un rituale magico, intrecciano sapientemente cesti molto ambiti dai turisti, dal tipico nome di “pagliarole”.
OFFIDA l’antica città dei Pelasgi.
I Pelasgi la fondarono, il tempo la modellò nella trionfante bellezza per cui oggi è nota. Offida è una città dai molti volti, e tutti affascinanti. Persino le strade, qui, hanno un nome misterioso, come quella che porta il nome di corso del Serpente Aureo, la via che conduce al Palazzo Comunale, edificio dalle forme nette che domina Piazza del Popolo. Qui è possibile ammirare l’eccezionale Chiesa dell’Addolorata, mentre poco distante è collocata la sorprendente S. Maria della Rocca, commistione impareggiabile di stili: romanico e gotico.
L’artigianato e le tradizioni ad Offida vantano un ruolo antico quanto importante. La lavorazione del tombolo, tipo di merletto, è un vero spettacolo di abilità manuale e di fantasia, mentre feste colorate come “Lu bov fint”, una sorta di ricerca di un bue finto, che si tiene durante il vociante carnevale offidano, animano le vie di voci e di colori difficili da dimenticare.
S. BENEDETTO DEL TRONTO, tutti al mare…
Il suo nome antico, quello che parla latino, era “Truentum”. Ancora tracce di un passato legato all’antico e al mare si intrecciano nelle testimonianze offerte dal caratteristico Museo delle anfore, e nell’Antiquarium Trentino. La Palazzina Azzurra ospita numerose manifestazioni, per chi, provato dalla calura della spiaggia e dalle passeggiate nel porto, o dalle notti in discoteca, desidera un po’ di respiro. La Torre dei Gualtieri con il grande e caratteristico orologio risale al secolo XIII, testimone di un passato che, da antico insediamento romano, ha condotto alla viva e frizzante città di mare che oggi, S.Benedetto, si trova ad essere.
S. ELPIDIO A MARE
S.Elpidio nei secoli ha attraversato vicende alterne. Guerre, ribellioni e intrighi, erano quasi all’ordine del giorno qui, come in quasi tutti i centri dell’Italia del Medioevo. Il nucleo più antico, quello che lega la nascita della città a quello del castello, risale al secolo XI e venne presto nominato “Castello di S. Elpidio”.