Parma
E’ sempre difficile definire e descrivere una città: la città è fatta di persone, di atmosfere, di equilibri che cambiano velocemente. E così è per Parma una città dalle molte anime, con un passato illustre che ha lasciato tracce in ogni via e ogni piazza, una città laboriosa dove l’ospitalità è un fatto naturale.
Città gentile e dal fascino discreto che accoglie e fa sentire a proprio agio il visitatore. I parmigiani però non vivono solo di ricordi del passato, Parma è infatti diventata la sede di floride attività commerciali, industriali e agricole, assumendo così un ruolo di primo piano nell’economia italiana.
Le origini di Parma sono antiche.
Insediamento etrusco, conquistata dai galli boi, nel 183 a.C., Parma, così denominata, secondo un’ipotesi, per la sua struttura a forma di scudo rotondo (in latino Parma) o per significare la sua efficienza come centro di difesa, divenne poi una fiorente colonia romana.
Decadde ai tempi dell’imperatore Massimo (387) e venne assoggettata al dominio dei Goti e degli Unni. Dopo un lungo periodo di decadenza, rifiorisce in epoca comunale. Contesa tra i signori della Padania, è a lungo sotto i Visconti e gli Sforza.
Solo nel 1545 Parma divenne stato autonomo sotto la signoria dei Farnese, che avrebbero tenuto il trono fino al 1731 quando passò alla famiglia Borbone.
Fu proprio durante il regno dei Borboni che la città si arricchì di molte opere di elevato pregio artistico diventando punto di riferimento per artisti e pittori.
Dopo il periodo napoleonico Maria Luigia d’Austria venne nominata duchessa.
Regnò per 30 anni fino al 1847 con una mitezza che ancora oggi Parma riconosce. Tornarono quindi i Borboni ma nel 1860 la città decise con un plebiscito di far parte del nuovo regno d’Italia.
Cosa vedere
Per questa sua storia così complessa Parma ebbe modo di arricchirsi di un gran numero di monumenti e di costruzioni di notevole valore, a partire dai resti dell’anfiteatro romano per giungere, ai palazzi del primo ottocento, al teatro Regio, simbolo della vivacità culturale della città.
La lista è veramente lunga, ma per chi viene per la prima volta a Parma non deve certamente mancare ad alcuni appuntamenti. Sicuramente merita una visita la piazza del Duomo dove si affacciano il Duomo e il Battistero.
Il DUOMO è un’articolata costruzione di epoca romanica (XII sec.) fiancheggiata da uno slanciato campanile gotico (1294). La cupola è affrescata dal Correggio con l’Assunzione della Vergine.
Il BATTISTERO è un bellissimo esempio di architettura romanico-gotica risalente al 1196 e terminato nel secolo successivo.
Particolare è la sua pianta ottagonale. Di grande interesse sono i rilievi che ornano i tre portali e le statue delle nicchie.
Merita senz’altro una visita il grandioso Palazzo della Pilotta, costruito tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII per volere del duca Ottavio Farnese; il nome deriva dal gioco della pelota che si praticava in uno dei tre grandi cortili.
Nel 1700 divenne il centro culturale della città, ospitando, nelle sue numerose sale, il Museo nazionale d’antichità, la biblioteca palatina, il museo Bodoni, il teatro Farnese e la Galleria Nazionale, dove si possono ammirare le opere di artisti come il Correggio, il Parmigianino, l’Anselmi. Prima di lasciare Parma non si deve mancare di visitare la chiesa Madonna della Steccata che, edificata nel XVI sec. da Bernardino Zaccagni e da suo figlio Giovanni Francesco, costituisce uno degli esempi più rappresentativi del rinascimento italiano.
Per chi è amante delle curiosità nelle vicinanze del Duomo si trova la Spezieria di San Giovanni Evangelista che, istituita nel XII sec. dai monaci benedettini, funzionò fino al 1881. Nelle sue sale si possono ammirare pregevoli ceramiche, arredi, curiosi alambicchi e vari arnesi usati dai farmacisti.
LA CAPITALE DEL PROSCIUTTO
Parma, da taluni considerata la capitale gastronomica d'Italia, vanta una cucina ricca, varia e celebre.
Prodotto esclusivo della Bassa Parmense è il culatello, pregiatissimo salume magro, morbido, dal gusto delicato che viene ricavato dal muscolo posteriore della coscia del maiale, chiamato culatta.
Gli si affiancano il salame Felino e il prosciutto cotto e il celeberrimo prosciutto di Parma, il più famoso prosciutto crudo italiano, tutelato dall'apposito Consorzio secondo un disciplinare molto rigoroso.
Compagna ideale di questi salumi è la cosiddetta "torta fritta", nelle sue due varianti: il tipo "croccante", fatto con farina, acqua e sale, e il tipo "soffice", arricchito con patate lessate, lievito di birra e olio d'oliva.
Altre note specialità di Parma sono i tortelli verdi, ripieni di erbette (bietole o spinaci), ricotta e abbondante Parmigiano Reggiano, e gli agnolini, ripieni di un impasto saporito di sugo ristretto di stracotto, parmigiano stravecchio, pane grattugiato, uova e noce moscata. Un tempo gli agnolini erano il classico piatto di apertura del pranzo di Natale e Capodanno, ma oggi si mangiano in tutte le occasioni, anche "pasticciati", asciutti, conditi con sugo.
Tra i secondi piatti, meritano una menzione particolare il "cappello da prete" (parte inferiore della zampa di maiale insaporita con spezie), i cardi al forno (bolliti e conditi con ragù, parmigiano, tartufo, poi gratinati), e la trippa alla parmigiana, insaporita con parmigiano, il favoloso formaggio protetto dal marchio d'origine "Parmigiano Reggiano".
Come indica il suo stesso nome, Parma è, insieme a Reggio Emilia, patria d'eccellenza di questo celeberrimo formaggio, le cui origini affondano nella notte dei tempi: probabilmente nato da una ricetta etrusca, venne citato anche dal Boccaccio nel Decamerone. "Insignito" della DOC già nel 1955, il parmigiano viene prodotto con latte vaccino di due mungiture (di cui una parzialmente scremata) nei cosiddetti "caselli", caseifici locali dove ogni fase viene seguita molto scrupolosamente. Dopo alcune fasi di lavorazione, le forme vengono messe in appositi magazzini dove vengono costantemente spazzolate e rivoltate. La stagionatura varia da uno a tre anni. Protagonista della cucina tipica di Parma come pure delle altre città della Pianura Padana, il Parmigiano Reggiano è ottimo anche come formaggio da tavola, servito con mostarda senapata di frutta, cubetti di mortadella, fettine di prosciutto.
Due piatti particolarmente insoliti e gustosi che si possono assaggiare a Parma sono la bomba di riso e il pesto di cavallo: simile a una tartara, viene preparato con carni sceltissime di filetto e controfiletto.
I dolci più famosi delle pasticcerie di Parma sono la "spongata", un dolce natalizio di antica tradizione, il semifreddo "bacio di Parma", le croccanti "scarpette di Sant'Ilario" e l'"anello di Monaco", un curioso panetto forato.
Da non dimenticare infine i tartufi bianchi, molto diffusi in stagione.
I nomi dei vini DOC del Parmense sono preceduti dall'indicazione Colli di Parma, denominazione che raccoglie i bianchi Malvasia (secco o amabile, anche spumante) e Sauvignon, nonché il rosso chiamato semplicemente Colli di Parma.